Anime & Manga > Inuyasha
Segui la storia  |       
Autore: Sophie Ondine    23/02/2009    7 recensioni
quattro ragazze, giovani, belle, passano l'ultima estate della loro adolescenza nella casa al mare di una di loro. Tra amori, delusioni e tristezza, scopriranno che la vita non è facile come la immaginavano. Ma la loro amicizia sarà la base di tutto, e le terrà sempre unite... e, chissà! Magari le aiuterà a trovare anche l'amore...
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
RICORDATI DI RESPIRARE...

Renkotsu non sarebbe mai riusciuto a capire perchè, ogni volta che passava la prima notte in un posto nuovo, difficilmente si addormentava.

Gli succedeva fin da quando era piccolo e la cosa gli dava immensamente fastidio. Si rigirava nel letto invano, senza trovare pace e soprattutto sonno.
Da una parte era davvero snervante, dall'altra si poteva anche accettare, almeno aveva più tempo per riflettere.

Quella notte, una delle tante notti afose della California, aveva avuto modo di ripercorrere mentalmente la giornata passata e dei nuovi incontri fatti. Era un gruppo bello grande quello dove si trovava suo fratello ed erano anche simpatici. Nonostante fosse il più grande non gli creava nessun problema, sembrava che con tutti i componenti si potesse fare un discorso sensato.

Quella notte aveva avuto anche modo di poter riflettere. Sulla sua famiglia un po' strana ma soprattutto su suo padre.
Suo , di Bankotsu, di Jakotsu e Suikotsu.

Per una persona così egoista come lui era difficile riuscire a dividere qualcosa con gli altri e non sopportava nemmeno di dover dividire suo padre con altri tre ragazzi.

Che per giunta doveva chiamare fratelli.

Li odiava. Tutti.
Era per colpa loro se Renkotsu aveva perso il suo mito, la sua figura di riferimento. Era come se una mappa del tesoro gli si fosse sgretolata tra le mani.

Aveva poco più di tre anni quando suo padre ebbe un altro figlio da un'altra donna. Quel bambino era Bankotsu, infatti era quello che odiava più di tutti. Era lui che aveva dato il via a tutto.

Nonostante fosse così piccolo era molto intelligente, aveva capito che c'era qualcosa che non andava tra i loro genitori: sua madre era di pessimo umore oppure la trovava in bagno, seduta sul wc a piangere a dirotto con il tutto il mascara che le colava.
Non gli era mai passato per la testa che la colpa potesse essere sua poichè la madre lo rassicurava sul fatto che lui era la sua unica ragione di vita.

Il giorno del suo quarto compleanno il padre era assente e Renkotsu aveva assunto un espressione imbronciata per tutta la festa di compleanno rovinando la giornata anche alla sua povera madre. Era l'anno di Jakotsu.

Nell'anno dei suoi cinque anni si ripetè la stessa cosa. Padre assente e madre triste contribuirono a rendere il carattere del bambino più introverso di quanto non lo fosse già. In quel periodo venne concepito Suikotsu.
Poi , ad un certo punto, sembrò che le cose stessero per tornare alla normalità. A volte capitava che Renkotsu vedesse suo padre sulla soglia della porta con una valigia in mano. Viaggi di lavoro, li chiamava lui.

Gli anni passarono. Renkotsu crebbe, divenne maturo e intelligente.
Fu durante i suoi diciassette anni di vita che scoprì tutto.

Doveva fare una ricerca per la scuola ma non sapeva dove trovare del materiale, poi gli venne in mente di recarsi nello studio di suo padre e rovistare in giro, di sicuro avrebbe trovato qualcosa. Infatti così fu. Ma quel materiale a tutto serviva tranne che per la sua ricerca.

In un cassetto molto disordinato , da una scatola bianca un po' anonima spuntavano tre foto. Le aveva prese.

Tre ragazzi. Diversi fra loro ma soprattutto da lui. Almeno a prima vista.

Quella stessa sera domandò a tavola chi fossero quei tre ragazzi. Renkotsu ricordava fin troppo bene la reazione di sua madre che aveva fatto cadere il cucchiaio nel piatto nello stesso momento in cui il figlio aveva tirato fuori le tre foto mostrandole al marito.

-Credo che sia ora che tu sappia, visto che sei l'unico ad esserne rimasto all'oscuro per così tanto tempo- si limitò a dire il padre prendendo le foto in mano e guardandole.

Renkotsu si ricordò di un documentario che aveva visto qualche giorno prima. Parlava di ingegneria, precisamente parlava di dighe. Mostrava come dovessero essere costruite per evitare disastri. Come esempio celebre era stato citato il disastro del Vajont del 9 ottobre del 1963.
Bastava un niente per far sì che la diga causasse danni, che si rompesse allagando tutto.

-Renkotsu, questi sono i tuoi tre fratelli minori-

Anche la sua diga, dopo che il padre ebbe pronunciato quelle parole, si era rotta allagando tutto in modo irreversibile.




Quella mattina si erano svegliate molto presto per poter fare la spesa. Era stato più faticoso del solito, addirittura più faticoso che andare a scuola.
Kagome aveva cercato di convincere tutte le altre ad andare con lei a fare la spesa, altrimenti quella sera sarebbero rimaste a digiuno. La sera precedente si erano salvate grazie alle pizze con consegna a domicilio.
Nè Kagura e nè Sango voleva alzarsi, solo Rin , sempre sorridente e gentile si era proposta di accompagnarla.

Per prepararsi aveva cercato di fare il meno rumore possibile.
La cosa risultò piuttosto facile.

La cosa ancora più bella era che il supermarket non distava molto dalla villona di Kagura, sì e no dieci minuti a piedi.
Quella mattina c'era un lieve vento che dava refrigerio alle ragazze. La città non si era ancora svegliata e reganava una strana pace in quell'angolo di paradiso fin troppo rumoroso.

Non appena ebbero superato il cancello Rin e Kagome respirarono a pieni polmoni l'aria che sapeva di salsedine.
Con passo lento e cadenzato , andando quasi a tempo, si avviarono verso il supermarket.
Rin si era preoccupata di prendere la carta di credito perchè era sicura che Kagome, con la sua solita sbadataggine, se ne sarebbe dimenticata. Non voleva nemmeno immaginare la figuraccia che avrebbero potuto fare alla cassa al momento del pagamento, lei di sicuro non sarebbe sopravvissuta.

Nessuna delle due si decideva ancora a proferire parola. Il silenzio era rotto solo dal ticchettio dei sandaletti bianchi ,muniti di qualche centimetro di tacco, sull'asfalto.

Rin, che era una vera maniaca in fatto di moda, disse:-Carini i sandaletti! Nuovi?-

-Presi al cinquanta per cento di sconto in un negozietto etnico!- rispose trionfante Kagome come se avesse appena vinto la medaglia d'oro alle olimpiadi.
L'altra si limitò a sorridere.

Di nuovo il silenzio.
Rin cercò nuovi argomenti per intavolare una conversazione. Cosa poteva chiedere a quella svitata di Kagome?
Frugò meglio nella sua mente , sicura di poterci trovare qualcosa.
Poi le venne l'illuminazione.

-Come procedono le lezioni i surf?- domandò con tono disinteressato. In realtà la domanda era ben mirata. Aveva visto che tra lei e Inu-Yasha si stava instaurando un rapporto molto complice, certo non erano ancora grandi amici , procedevano piano piano, a piccoli passi, ma la cosa andava bene così.

La mora, stranamente, si sentì avvampare. Odiava quell'ondata di calore improvvisa.
-Vanno b-bene...Co-come dovrebbero andare scusa?- domandò con un tono di voce un po' agitato. Troppo , per i gusti di Rin che non era del tutto soddisfatta dalla risposta.

-Dai ,Kagome, sei una delle mie migliori amiche, a me lo puoi dire, sai che sono muta come una tomba! Inu-Yasha ti interessa un po'?-

-Beh...se devo essere sincera, un po' sì!- esclamò felice la mora, poi continuò-chissà, forse è lui il ragazzo con cui perderò la verginità!-

A quelle parole Rin strabuzzò gli occhi. Non riusciva a credere alle sue orecchie.
Poteva andare bene l'interessamento e l'attrazione fisica ma da qui fino a parlare di perdita della verginità le sembrava un po' esagerato. Voleva bene a Kagome, l'aveva vista troppe volte piangere per un ragazzo e non voleva che prendesse un'altra fregatura. In parte ,però, doveva ammetterlo la colpa era di Kagome che si faceva un sacco di film ogni volta che un ragazzo mostrava un minimo di interesse per lei. Pensava subito che quello sarebbe stato il grande amore della sua vita, era inevitabile che i ragazzi scappassero di fronte ad un atteggiamento simile.

-Kagome, non vorrei rovinarti i piani, ma non ti sembra di correre troppo? Capisco che Kagura a volte possa risultare pesante con le battute che ti rivolge riguardo alla prima esperienza sessuale ma te non devi lasciarti condizionare troppo!- la ammonì.

-Rin...non è solo per questo-le rispose abbassando la testa e osservando il cemento scuro della strada un po' sporco-è che , a volte, mi sento esclusa quando iniziate i vostri discorsi sul sesso e roba simile! Mi vergogno del fatto di non essere mai andata oltre i baci! A diciotto anni una inizia anche a farsi dei film tutti suoi su queste cose. Capisco che posso risultare infantile e immatura con questo tipo di ragionamento ma non posso farci niente-

Rin avrebbe preferito non sentire quelle parole. La mandavano in bestia, se avesse avuto la forza necessaria le avrebbe volentieri mollato uno schiaffo bello pesante, esattamente come quelli che Sango dava a Miroku ogni qual volta che il ragazzo le toccava il sedere.

-Kagome, per favore, non farmi incavolare! Sembra che sia quasi un peso per te ma non è assolutamente così. Non hai una data di scadenza da rispettare, non devi nemmeno vergognarti di essere ancora vergine, anzi, trovare ragazze vergini a questa età è raro. Considerati come una specie di pietra rara, non hai niente da invidiare a nessuno, forse sono gli altri a dover invidiare qualcosa a te!- replicò decisa Rin.

Kagome sorrise. Rin sapeva sempre trovare le parole giuste per ogni situazione, se al suo posto ci fossero state o Sango o Kagura non avrebbero reagito allo stesso modo. Senza dubbio Kagura le avrebbe dato un pugno in testa e Sango le avrebbe fatto una lavata di capo peggio di sua madre. Forse era anche quello uno dei motivi per cui, nei momenti di indeciosione totale, si rivolgeva prima a Rin. Sapeva ascoltare e dispensare consigli davvero ottimi.

Istintivamente si fermò e abbracciò calorosamente l'amica.

-Tranquilla ,Rin! Seguirò il tuo consiglio!-

L'altra si limitò a sorridere e ricambiò l'abbraccio. Kagome era incorregibile, in un attimo riusciva a cambiare l'umore di una persona. Questa cosa funzionava anche con lei, purtroppo.




Verso l'ora di pranzo la spiaggia , stranamente si svuotava, e Kagome se ne compiaceva molto. In quel momento si trovava sola agli asciugamani. Sango aveva deciso di andare da Ayame con Rin e Kagura voleva fare una passeggiata sul bagnasciuga. A lei era toccatto il triste compito di sorvegliare la roba nelle borse da spiaggia.
Non era il massimo dell'allegria stare lì ,stesa sul suo asciugamano sotto il sole cocente.

Allungò una mano verso la sua borsa per prendere il cappellino con la visiera per salvare almeno il suo cervello da quel sole potente, altrimenti i suoi neuroni si sarebbero trasformati in uova strapazzate.
Mentre frugava nella borsa guardò il suo braccio e notò che ,purtropo, l'abbronzatura era a chiazze e formava dei fastidiosi giochi di colore, alcune parti erano più scure , altre rosse e altre ancora chiare. Sospirò.
Era mai possibile che qualcosa le andasse bene?
Non era nemmeno brava a spalmare in modo uniforme della crema protettiva. La prossima volta si sarebbe fatta aiutare da Kagura, a pochi giorni di distanza dal loro arrivo la yasha si ritrovava già un bel colorito.

Si mise il cappello in testa una volta trovato e , poggiandosi con le mani sull'asciugamano si mise ad osservare il panorama.
Quel giorno il mare era piatto e tranquillo, aveva il solito colore , un misto tra il verde e l'azzurro. Bellissimo.
Il sole si rispecchiava nell'acqua e brillava su tutta la sua superficie.

Che spettacolo mozza fiato. Però Kagome era convinta che il panorama più bello fosse quello del tramonto. Quando il cielo si colorava di quel rosso acceso, quasi da sembrare sangue, tutto cambiava. Ed era emozionante.

La ragazza chiuse gli occhi. Tutto ciò era inebriante.

Ma la cosa non durò molto perchè qualcuno, che arrivando da dietro l'aveva fatta spaventare, la costrinse a girarsi.
Questo qualcuno aveva poggiato le mani sulle spalle della ragazza, che , aprendo subito gli occhi e voltandosi di scatto, aveva lanciato un urlo di spavento.

-Tranquilla, non sono il lupo cattivo, Kagome- aveva detto subito la persona dietro di lei.

Quando il cuore della ragazza ritornò a battere normalmente , Kagome riuscì a mettere a fuoco la sagoma della persona davanti a lei.

Vide subito quegli occhi color ambra, bellissimi. Ma soprattutto le orecchie canine che la facevano impazzire per quanto erano carine.

-Inu-Yasha!- esclamò.

-Sei davvero perspicace- disse per prenderla in giro.

Kagome bofonchiò un "antipatico". Senza nemmeno aspettare un invito Inu-Yasha si accomodò sull'asciugamano di Rin, che era ancora leggermente bagnato, e si mise di fronte alla ragazza.

Kagome non riusciva a capire il comportamento dell'altra persona, che avesse intenzione di parlare con lei?

Probabilmente sì, e non c'era bisogno di chissà quale mente per capirlo...

Solo lei era capace di porsi domande simili. Si maledisse mentalmente.

-Beh, come mai qui?- domandò alla fine non sapendo cosa fare.

Perchè Inu-Yasha le metteva quella strana agitazione addosso? In fondo era un ragazzo normale come tanti, doveva solo ricordarsi di respirare in sua presenza.

La mora attese paziente, cercando di non far trasparire nulla. Mentre aspettava, pochi secondi che le sembrarono eterni, osservò attentamente, come se tutte le volte precedenti non fossero esistite, il volto dell'hanyou. Le sembrò del tutto nuova quella forma delle labbra , così perfetta e bella. Studiò le sopracciglia folte e arcuate che abbellivano gli occhi color ambra.

La voce del ragazzo fece distrarre Kagome.

-Non sapevo che fare e sono venuto , sicuro di trovarti- la informò.

Kagome non sapeva perchè, ma per una frazione di secondo, le venne voglia di tirargli un bel pugno in testa e abbassarlo di un paio di centimetri. Aveva capito, dalle parole di Inu-Yasha, che lei era solo un passatempo quando non sapeva che fare. Ma come al solito aveva travisato le parole che le erano state dette e si era fermata in tempo.

Certe volte non riusciva proprio a capire. Era un suo difetto. Una parte del cervello la obbligò a fermarsi.

Sempre quella parte del suo cervello , le suggerì di giocare d'astuzia...

-E se non mi avessi trovato? Se ci fosse stata Rin , Sango o Kagura che avresti fatto?-

-Mi sarei messo a cercarti- rispose in modo del tutto indifferente Inu-Yasha.

Kagome sentì che le guance stavano per colorarsi sempre di più. Sentì il cuore batterle più forte e una strana felicità le invadeva il cuore.
Se la cercava era davvero un segno positivo.

Doveva ammetterlo, non le era indefferente il fascino del ragazzo seduto di fronte a lei.
Aveva decisamente un carattere difficile da prendere all'inizio. Non c'era una volta che rispondesse in maniera gentile ed educata ed ogni occasione era buona per attaccar briga con qualcuno , sia con Sesshomaru che con Koga e Bankotsu.
Stranamente , aveva notato la ragazza, l'unico con cui riusciva ad intraprendere una conversazione civile era Miroku.
E se lo si conosceva meglio non era così male come ragazzo.

Kagome aveva visto che in fondo era anche timido , si imbarazzava per poco...almeno quando era con lei.

E anche come surfista non era niente male. Da quando le dava lezioni di surf, il che avveniva praticamente ogni giorno, aveva potuto notare la passione che metteva in quello sport. Non le erano sfuggiti nemmeno i muscoli ben delineati.
Non appena aveva posato gli occhi sui suoi addominali e sul sodo deretano, Kagome si era detta che molto probabilmente tutte al suo posto avrebbero fatto lo stesso. Perfino Rin, così casta e pura...

Inu-Yasha, che nel frattempo era stato zitto a giocherellare con i granelli di sabbia bianca, guardò la ragazza che cercava di nascondersi la faccia. Chissà perchè...
Le ragazze... come erano difficili da capire.

Visto che non erano riusciti ancora a spiccicare una parola , l'hanyou decise di farsi avanti. Peccato che il modo non era dei migliori ma era il suo modo di interagire con le ragazze e nessuno poteva cambiarlo.

Infatti le disse:-Come mai ti sei messa il cappello, vuoi spaventare meno gente possibile perchè ti sei resa conto di quanto sei brutta?-

Kagome strabuzzò gli occhi.

Che razza di cafone.

-Inu-Yasha...sei...morto!!!- ringhiò la ragazza tirandogli la boccetta di plastica contenente la sua crema solare prottettiva.

Da quel momento , tra i due, iniziò una specie di lotta con sabbia e risate.

CIAO RAGAZZI! ECCOVI IL NUOVISSIMO CAPITOLO DI LAST SUMMER... APPENA SFORNATO! SPERO VI SIA PIACIUTO! VADO DI FRETTA E NON HO TEMPO DI SALUTARE TUTTI! SPERO COMMENTIATE IN MOLTI! UN BACIONE
  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inuyasha / Vai alla pagina dell'autore: Sophie Ondine