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Autore: Marra Superwholocked    06/11/2015    1 recensioni
Una misteriosa ragazza di nome Annabeth è l'unica che può fermare l'Oscurità.
Ma Crowley ha nascosto ai Winchester un segreto a dir poco imbarazzante... Cosa c'entra la dolce e potente Annabeth con il diabolico e sadico Re dell'Inferno?
Genere: Avventura, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Castiel, Crowley, Dean Winchester, Sam Winchester, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Contesto generale/vago
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- Questa storia fa parte della serie 'Annabeth, la saga'
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Angolo dell'autrice:
Hola, gente! :3 scusate il ritardo, ho avuto qualche problema con la connessione ;;
Anyway, da questo capitolo in poi, le cose si fanno complicate, per me: innanzitutto, doveva essere una fanfic come un'altra, invece ora più che una Missing Moments è una What If xD o forse no... non lo so, ultimamente ho la testa nel pallone per colpa di un tizio, ma non siete qui per leggere i fatti miei, quindi vi chiedo ancora perdono per il ritardo e... vi auguro buona lettura ;) 

xoxo
Marra


Capitolo 6

Once upon a time


Castiel era appena crollato a terra per lo sforzo quasi letale, che Crowley si tolse di mezzo dicendo solo qualcosa su di un certo Sergei e sul doverlo avvertire. I Winchester, comunque, lasciarono perdere il Re degli Inferi in quanto Castiel era di nuovo con loro, un po' ammaccato, è vero, ma era vivo.
«Cas! Castiel! Mi senti?» lo scosse Dean, ma l'altro non rispose. Semplicemente lo guardò con occhi confusi e disorientati, come per dire Che ci faccio qui?, tenendo la bocca semi aperta tanto che un forte sapore di ferro invase il suo palato. Il sangue uscito dal naso era arrivato ormai alle labbra.
Dean, aiutato da suo fratello, prese l'angelo sotto un'ascella e lo adagiò piano contro un muro. Intendevano lasciarlo riposare lì finché non si fosse ristabilito, ma Castiel riaprì gli occhi solo pochi istanti dopo che i Winchester si erano rialzati.
«Rowena!» urlò Castiel, la schiena irrigidita come uno stoccafisso.
Dean si spaventò a morte, un po' per la reazione di Castiel e un po' per il nome che egli aveva gridato, ma mantenne la calma come suo solito e si adagiò per toccare la spalla del suo amico. «Va tutto bene, Cas!»
«No! Non capisci!» biascicò Castiel mentre cercava di rimettersi in piedi, ma Dean lo bloccava a terra e gli sembrava di avere dei pesi attaccati alla schiena. «Rowena mi ha lanciato adosso un incantesimo, è scappata, Dean, è scappata! Dovete trovarla, subito!» gridò ansimante.
«Cas! CASTIEL!» cercò di farlo tacere e funzionò. Dean guardò suo fratello; si stava passando le mani sulla faccia, era stanco, affamato, aveva sonno e non era l'unico. Tornò con gli occhi su Castiel e lo aiutò a rialzarsi, dato che era ormai evidente a tutti che aveva superato la fase "I will go down with my pain".
«Per poco non ho ucciso Crowley; pensa cosa sarebbe successo se...» Se avessi incontrato voi prima che l'incantesimo si fosse esaurito, pensò l'angelo ma non riuscì a dirlo. Troppo male, quell'ipotesi faceva troppo male.
«Ti capiamo, Castiel, ma Rowena non è una cosa da poco, dobbiamo organizzarci bene» spiegò Sam. Nel profondo, però, avrebbe tanto voluto mollare tutto e tutti e andare a cercare quella-
«Anna...» lo interruppe Castiel.
«Eh?» Chi? avrebbe voluto starnazzare Dean per un motivo difficile da spiegare.
«No, era Betty... No...» Casteil stava totalmente ignorando i Winchester e le loro espressioni confuse. «Anne... Bella... Anna...» continuò fra sé «Beth... Annab- ANNABETH!» urlò infine, guardando il vuoto con occhi sbarrati. «Annabeth è morta!»


«Salve, ragazzi.» Crowley si ripulì la manica della giacca da granelli di polvere invisibile e sorrise a Castiel. «Ambasciator non porta pena» gli disse.
«Crowley» cominciò subito Dean. «Come si chiama quella ragazza che dovremmo uccidere?»
Il demone si accigliò. «Perché, ha forse importanza?»
«Be', sì, direi dì, se si tratta della stessa persona che ha incontrato Castiel» disse Sam.
«Già» confermò il fratello, incrociando le braccia sul petto.
Crowley sentì l'aria fischiare tra le minuscole fessure tra una trave e l'altra che ricoprivano enormi buchi nei muri della casa. Era arrivata la luce del giorno, seppur debole e ancora fresca, e cominciava a far caldo. O forse era solo una sua sensazione... «Castiel con una ragazza? Be'... Non vi serve sapere che nome ha, per ucciderla, comunque» disse per sviare un po' l'argomento. «Vi tengo aggiornati sul vostro obiett-»
«Aspetta» lo interruppe Dean prima che il demone se ne andasse. «Niente nome, va bene. Ma Castiel ha incontrato una ragazza che si chiama Annabeth e pensa sia morta mentre cercava di tornare da noi.» Il ragazzo alzò il mento, come per sfidarlo. Poi fece finta di essersi dimenticato qualcosa e aggiunse: «Ah, e questa ragazza dice di essere metà demone e metà angelo. E ti cercava.»


E pensare che doveva filare tutto liscio come l'olio. Invece eccola guardare sua figlia rincorrere uno stupido gatto. Annabeth correva per vincere, come suo padre, solo che non ne era ancora a conoscenza. Non era a conoscenza di nulla, o quasi. Naomi le aveva detto che era una bambina speciale, più forte di tutti gli altri, ma le aveva omesso il fatto di avere un padre ed una madre altrettanto speciali, per così dire. Lo avrebbe saputo più avanti, quando sarebbe stata pronta.
Ma quel giorno era arrivato e anche così velocemente...
«Annabeth!» la chiamò Naomi.
Sua figlia le corse, sgambettando, in contro, portandole un fiore che aveva appena colto. Glielo mise tra i capelli e le accarezzò le guance. Aveva solo sei anni, ma già mostrava il portamento e le gesta di un'adolescente. «È già ora di andare, mamma?» le chiese ingenuamente.
«Purtroppo sì» le disse Naomi. «Ma solo per me.»
Annabeth si accigliò all'istante. «Cosa vuoi dire?»
A Noami le si strinse il cuore. Nemmeno lei seppe fino a quel momento se gli angeli potessero oppure no provare il sentimento del panico, eppure eccolo: lo sentiva forte e chiaro; la testa le girava come una trottola impazzita, gli occhi si stavano riempiendo di lacrime e si sentiva le gambe molli. Aveva paura di dirle la verità e sarebbe stato tutto più facile se solo l'avesse lasciata all'entrata di qualche casa accogliente quando ancora era una neonata; sua figlia sarebbe cresciuta con mille domande ma nessuna possibilità di risposta. Ma così... Così era più difficile! Avere a portata di mano la verità che però scivola via, lasciandoti da sola e indifesa, a lottare con la vita... Tuttavia, nonostante questi pensieri orribili, Naomi decise di prendere la via più facile. Si sentì egoista, ma l'abbandono improvviso era la cosa migliore, in un momento simile. Il Paradiso la stava richiamando, i suoi fratelli e le sue sorelle l'avrebbero perdonata sicuramente, perché il male l'aveva ingannata, e avrebbe dimenticato Annabeth.
Fu così che, senza dire assolutamente nulla, Naomi volò via, verso Casa, lasciando sua figlia totalmente da sola e tra le lacrime di una bambina di sei anni che cresceva in fretta.


«Annabeth. Si chiama Annabeth. Ed è impossibile che sia morta.» Crowley si sentiva all'angolo.
Dean chiuse gli occhi per un istante. Cosa mai gli aveva fatto di male questa Annabeth? In fondo, Castiel l'aveva descritta come una ragazza fragile ed impaurita. «Quindi sono la stessa persona... Okay, e cos'ha a che fare con te?» chiese il ragazzo.
«Probabilmente» cominciò Crowley, «dovrò partire dal principio... Quindi sedetevi e ascoltate, perché non è una cosa da poco.»
I Winchester e Castiel si scambiarono degli sguardi un po' insicuri, ma poi presero tutti una sedia e – senza abbassare la guardia – ascoltarono le parole del demone.

   
 
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