Teatro e Musical > Romeo e Giuletta - Ama e cambia il mondo
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Autore: Red_and_blue96    06/11/2015    5 recensioni
NOTE: Rileggendola ho notato che mancava un capitolo! Parlo del capitolo 25: Fino alla tappa di Verona. Se volete potete rileggerla e lasciare qualche recensione! Vi chiedo scusa se l ho notato solo ora.
Giulia Luzi, l’attrice che veste i panni di Giulietta nel famosissimo musical made in Italy “Romeo & Giulietta- Ama e cambia il mondo”, a causa di un infortunio durante una replica dello spettacolo è costretta ad abbandonare il ruolo. Al suo posto viene scelta Martina, una diciottenne che ha sempre adorato i musical.
Questa è la sua storia: dalla vita comune al provino, dalle prove al debutto, dall’ infatuazione al vero amore.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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(Martina)
Era da circa 5 minuti che camminavamo e ancora non sapevo dove mi stava portando, così glielo chiesi: “Al sicuro da occhi e orecchi indiscreti” era stata la sua risposta, la meta? Casa sua.
“Qui?” chiesi incredula quando aprì il cancelletto della sua abitazione.
“Qui nessuno si aspetta di trovarci…” disse facendomi entrare in casa sua.
“Mi spieghi cosa vuoi dirmi di così segreto per nasconderci a casa tua?” chiesi. Si richiuse la porta alle spalle e appoggiandosi disse:
“Devo dirti una cosa che finora non ti ho mai detto…ma prima, devo sapere una cosa da te!” disse alzando il suo sguardo su di me.
“Dimmi cosa?” chiesi avvicinandomi a lui.
“Tu lo ami?” chiese a sua volta abbassando gli occhi.
“Certo, che razza di doman…”
“Martina!” urlò spaventandomi.
“Lo ami davvero?” ripeté.
“Ti ho già detto di si…”dissi esasperata.
“Martina!” mi richiamò per la seconda volta.
“Lo ami come ami me?” chiese afferrandomi il viso e piantando i suoi occhi nei miei. Io rimasi a bocca aperta…
“Io…io…” non sapevo che dire ma ad un tratto un'altra cosa mi preoccupò: le labbra di Davide sulle mie. Era delicato, muoveva dolcemente le sue labbra e lasciava tanti piccoli baci sulle mie, quando anche io mi abbandonai alla sua presa, l’intensità cambiò e diventò un unico bacio: un bacio esasperato e ricco di voglia…le mie mani si poggiarono al suo petto e lo allontanai lentamente:
“Che non succeda mai più, mai più!” dissi tenendo ancora gli occhi chiusi per poi riaprirli. Dopo li riaprì anche lui e mi guardò serio, lo spostai dalla porta e uscì da quella casa. Spalancò la porta e saltellò fuori nella veranda:
“Ferma!” urlò. Mi fermai di scatto ma non mi voltai, lo sentivo avvicinarsi per via del rumore dei suoi passi sulla ghiaia del piccolo sentiero che conduceva verso l’entrata di casa sua, mi si parò davanti:
“Io ti amo, dannazione!” disse esasperato guardandomi negli occhi. Io scossi la testa e me ne andai mentre gli occhi avevano iniziato a bruciarmi: mascara e lacrime portano a questo!
Riuscì a ritrovare la strada e tornai da Luca, che mi chiese dove ero finita, risposi che ero andata in un bar perché dovevo andare in bagno…dopo un po’ di tempo, ricomparve anche Davide che si mise a parlare con i suoi amici. Circa un’ora dopo, rientrammo a casa. Mi tolsi il trucco e il vestito e misi il pigiama per poi sprofondare nel letto e nei miei sogni.
I rintocchi sulla porta della camera mi svegliarono dal mio sonno. Mi alzai scocciata da quel rumore e andai ad aprire: Luca.
“Piccola, buongiorno…posso stare con te? Ieri mi sei mancata visto che non ci parlavamo…” chiese con aria da cucciolo.
“Ma certo entra” dissi sorridendo. Lui mi faceva sempre tornare il sorriso. Entrò in camera e subito iniziò a baciarmi, si staccò e mi disse:
“Piccola mia, quell’anello l’avevo comprato con un’altra intenzione ma credo che la promessa che ti ho fatto valga più di ogni altra intenzione”
“Qual era la vera intenzione?” chiesi curiosa.
“Sarebbe stato il regalo di Natale ma poi è successo quel che è successo e non te l’ho dato prima…”.
Quell’anello era un semplice regalo di Natale? Io credevo fosse un anello di fidanzamento…rimasi sconcertata e quindi alzai un sopracciglio guardando il vuoto davanti a me.
“Qualcosa non va?” chiese lui accorgendosi della mia reazione.
“No…pensavo…che non ti ho fatto il regalo di Natale nemmeno io…e quello che mi dispiace è che è rimasto in Calabria! Come farò a dartelo?” chiesi preoccupata.
“Non importa…il più bel regalo sei tu!” disse sorridendomi e baciandomi la fronte. Stavo per baciarlo ma qualcun altro bussò alla porta…
“L’orario di visite è scaduto!” urlai
“Apriresti? per favore…” era… Ivan? Io e Luca ci guardammo insospettiti poi andai ad aprire.
“Buongiorno…scusa il disturbo” disse imbarazzato “Vorrei parlarti”.
Luca mi salutò e scese sotto e io feci entrare Ivan in camera.
“Volevo parlarti di mio fratello…”
“E dirmi cosa?”
“Lui ha perso la testa per una ragazza…” ci risiamo, pensai.
“E lo vieni a dire a me?”
“Sei tu, ovvio” disse sorridendo
“E quindi?”
“Sta soffrendo e vorrei farlo distrarre. Tu ormai sei impegnata con Mr. Ricciolone e quindi la vedo dura per mio fratello, quindi…avevo pensato di fare una festa per lui con la scusa del ritorno a casa dopo il coma! E inviteremo un sacco di ragazzi e ragazze ovviamente…forse riuscirà a trovare qualcuna!” spiegò.
“Ok ma non sono la persona indicata per questo, non credi?” chiesi.
“Senti: lo so che ti vuoi levare di torno Davide e lo capisco, sei impegnata! Quindi se vuoi una mano devi prima aiutarmi con la festa…voi donne le sapete organizzare bene!”. Mi stava proponendo un affare, in pratica: la festa in cambio della mia pace.
“Ok ci sto” dissi spavalda.
“Bene…pomeriggio farò uscire Davide con una scusa e noi ci organizzeremo!” disse per poi lasciarmi sola.
Dopo essermi cambiata, scesi sotto a fare colazione e cinque sorrisi mi accolsero a tavola. Iniziai a bere il latte e Davide disse:
“Che si fa pomeriggio?”
“Io e tua madre andremo a trovare i nonni, inutile chiederti se vuoi venire!” disse Maurizio.
“Si infatti, non lascerò gli ospiti da soli!” rispose  guardandomi.
“Già, non abbiamo dubbi!” disse acido Luca.
“Buono questo cornetto!” dissi io per sbollentare la situazione.
“E’ del forno all’angolo della strada!” precisò Elisabetta, per poi alzarsi e iniziare a fare qualche faccenda. Anche io mi sentivo in vena di pulizie e dopo la colazione, iniziai a pulire la mia camera e a lavare i vestiti del giorno prima. Luca mi raggiunse nel balcone mentre stendevo i panni miei e suoi e disse:
“Io vado a comprare i biglietti per Villafranca, e stavolta non si discute!”
“Luca, Ivan e io dobbiamo organizzare una festa per il ritorno di Davide a casa, sarà domani sera…” confessai. Lo vidi rattristarsi e infuriarsi subito dopo.
“Ma dillo che non vuoi stare sola con me…” disse allargando le braccia.
“Non è questo…sono in debito con Ivan…devo farlo…” dissi calma continuando a stendere i panni. Luca si voltò e mi lasciò sola…
Era già pomeriggio e come previsto, il telefono di Davide squillò. Poco dopo, ci annunciò che sarebbe uscito con i suoi amici, io e Ivan ci guardammo e quando la porta si chiuse, sapevamo già che fare.
“Punto primo: fare una lista degli invitati” dissi prendendo posto al tavolo.
“Fatta questa mattina” disse consegnandomi un foglio con sopra scritti i nomi e sedendosi di fronte a me.
“Punto secondo: manda il messaggio a tutti con luogo e ora. Terzo, dobbiamo chiamare un dj…credo possa bastare!” conclusi.
“Si…iniziamo a mandare i messaggi”. Erano circa 40 persone, più donne che uomini...dopo un’ora avevamo invitato tutti.
“Adesso, andiamo a parlare con il proprietario del locale” dissi riflettendo sul da farsi.
“E chi ci porta?” chiese.
“Guido io…ho la patente! Tu sarai il mio navigatore…” detto questo, presi le chiavi della macchina e uscimmo fuori.
Il locale era stato prenotato, con tanto di servizio bar e stuzzichini: una festa degna di essere chiamata tale. Tornammo a casa, ma trovammo Davide rientrato da un po’:
“Che ci fate insieme voi due?” chiese fissando il fratello.
“Calma fratellone…doveva comprare una cosa e le ho fatto strada!” ci giustificò Ivan, per poi andare di sopra. Davide mi guardava:
“Che hai comprato, splendore?” chiese con naturalezza.
“Io non ci parlo con te…” mi avvicinai e sussurrai “…dopo ieri sera!” e poi mi allontanai da lui. Con la coda dell’occhio lo vidi sorridere …stava diventando un po’ pericoloso per i miei gusti! Decisi di rifugiarmi da Luca, che nel frattempo era uscito e lo chiamai…
“Amore!” dissi alzando la voce così da farmi sentire da Davide.
“Dove sei?” continuai
“Arrivo piccola, sono di ritorno!”
“Oh bene, sai avevo voglia di te…” dissi sempre facendomi sentire da Davide, che nel frattempo si era appoggiato allo stipite della porta per ascoltare la conversazione.
“Beh…mi trovi impreparato, ma anche io! Arrivo…” disse tutto contento Luca chiudendo la telefonata. Guardai compiaciuta Davide che non aveva smesso di fissarmi e dissi:
“Vado a prepararmi come si deve…” e lo lasciai con quel patetico sorriso che si era stampato sul viso.


(Davide)
Se credeva di farmi ingelosire si sbagliava. Quello che provava gelosia era il vecchio Davide…quello nuovo, invece, se ne fregava altamente di quello che lei avrebbe fatto con Mr. Ricciolone, come lo chiama Ivan. Però, decisi di seguirla comunque…arrivato davanti alla sua porta, la aprì lentamente e di poco, quel tanto che bastava per sbirciare: Martina era davanti allo specchio e poggiava sul suo corpo prima un completino intimo e poi un altro, brutta bestia l’indecisione!
“Io preferisco quello viola!” dissi entrando in camera sua. Lei si girò di scatto e mi fulminò con lo sguardo:
“Vattene via o inizio a urlare!” mi minacciò.
“Ti ricordo che siamo soli, sarebbe inutile…” quanto era diventata ridicola con quella affermazione…
“Chiamo Luca allora!” disse afferrando il telefono, che subito le strappai dalle mani.
“Dicevi?” chiesi provocandola.
“Davide…esci. fuori. dalla. stanza. Ora!” ringhiò a denti stretti per poi urlare l’ultima parola. Allora feci per andarmene e senza voltarmi dissi:
“Indossa quello viola, si intona con i tuoi capelli! Ahahahahah!” e mi chiusi la porta alle spalle.
 
(Martina)
Ok. Era chiaro: odiavo il nuovo Davide. Dico nuovo perché si è capito che non è più lo stesso, il nuovo anno ha portato anche un nuovo Davide. Ma il signorino aveva trovato pane per i suoi denti; lui non sa ancora quanto so essere bastarda io! Decisi di indossare il completo viola, ma non perché me l’aveva consigliato lui, e aspettai il ritorno del mio ragazzo, del mio uomo, che non tardò a bussare alla mia porta:
“Piccola, cos’è tutta questa voglia?” chiese spalancando gli occhi vedendomi con quel completo intimo. Mi avvicinai con fare provocatorio e dissi:
“Sai…siamo soli a casa…e pensavo di approfittarne per…insomma hai capito…” e gli lasciai un bacio vicino al lobo. Con uno scatto, mi prese per le cosce e mi poggiò sul letto, prese a togliersi il maglione e nel farlo si scompigliò i capelli: quando gli ricadevano sul viso mi faceva andare gli ormoni a duemila! Presa dalla voglia, mi avventai sui suoi jeans e inizia ad abbassare la zip. Luca godeva nel vedermi così disinibita e io avevo vogli di sfogarmi, perché il bacio di Davide mi aveva fatta sentire come quando si riceve un’offesa, come quando sai fare una cosa alla perfezione e ti dicono che l’hai fatta da schifo, volevo dimostrare che invece si sbagliava, ma forse lo stavo dimostrando alla persona sbagliata…dopo neanche due minuti di preliminari, Luca stava già affondando in me. Sarà stata colpa dell’astinenza forzata ma questa volta non riuscivo a soffocare i gemiti…e perché non utilizzare questa cosa a mio vantaggio? Iniziai così ad ansimare, prima piano poi sempre più forte fino ad urlare…sapevo che mi avrebbe sentita.
(Davide)
E così sai essere vendicativa? Beh, sappi che non verrò mai a dirti quanto mi mandi in bestia saperti tra le sue braccia… Per non sentirla urlare come una forsennata, presi il mio ipod e lo accesi, il volume era al massimo ma la sentivo comunque! Dio che nervoso! Basta, era meglio uscire da quella casa o sarei impazzito…
(Martina)
Tra un urlo e l’altro, Luca sorrideva e mi baciava, poi si bloccò quando udì un tonfo. Il portone di casa era stato appena sbattuto…
“Ma c’era qualcuno allora?” chiese.
“Può darsi…” dissi io ammiccando. Lui rise e continuò a muoversi…
L’avevo detto che so essere una bastarda!
I genitori di Davide rientrarono dopo due ore, giusto in tempo per la cena; tutto quel movimento mi aveva messo una fame terribile! Io e Luca, che eravamo rimasti a letto per tutto il tempo a coccolarci, ci rivestimmo e scendemmo in cucina per preparare la cena. A tavola si parlò per lo più della visita ai nonni, del fatto che rimaneva ancora qualche giorno di vacanza per tutti e dei “buoni propositi per l’anno nuovo”:
“Io…” iniziò Ivan “…voglio finire la scuola senza materie rimandate! Così poi quest’estate me ne vado in vacanza con gli amici!” disse soddisfatto.
“Vedremo se ci riuscirai…” disse titubante sua madre.
“Io ho intenzione di ricominciare a fare qualche serata nei locali, un po’ mi manca cantare…” confessò Maurizio.
“Basto io che canto, non credi?” domandò Davide e la famiglia rise.
“E tu?” chiese la donna rivolgendosi a me e tutti mi fissarono incuriositi.
“Io non lo so ancora…sicuramente, finirò il tour di Romeo & Giulietta, poi sarà già estate e quindi andrò in vacanza…per l’inverno si vedrà cosa mi avrà riservato il futuro!” dissi sorridendo. Tutti sorrisero a loro volta e ripresero a mangiare, solo Davide continuò a guardarmi per poi infilzare un pezzo di cotoletta con la forchetta…-Quanto sei odioso!- pensai- Ma te la farò pagare, vedrai…
Più tardi i suoi genitori andarono a dormire perché l’indomani avrebbero ripreso a lavorare, Ivan era uscito e a casa eravamo solo noi tre. Decisi, vista la serata fredda, di preparare una bella camomilla e nell’esatto momento in cui versai il contenuto della bustina nel pentolino, mi venne un’idea geniale…
“Luca, Davide ho fatto la camomilla!” chiamai i due ragazzi che subito si precipitarono in cucina. Si sedettero al tavolo e io, di spalle, chiesi:
“Davide, quanto zucchero?”
“Due…”rispose e versai due cucchiai abbondanti nella tazza.
“Tesoro e tu?”
“Una e mezza…” disse Luca. Presi il vassoio con le tazze e mi misi a sedere di fronte a Davide: volevo proprio gustarmela la scena. Iniziai a mescolare lo zucchero nella mia tazza e bevvi un sorso. Davide soffiò sulla tazza e la avvicinò alle labbra, io non gli scollavo gli occhi di dosso…la sua faccia disgustata fu stupenda!
“Ma che cazzo ci hai messo dentro?” chiese infuriato posando la tazza sul tavolo. Io feci la finta tonta e con fare preoccupato chiesi:
“Perché? Non ti piace?”
“Scherzi! E’ salata!!!” urlò. Luca disse:
“Ragazzino che dici? Ha messo lo zucchero sotto i tuoi occhi e poi la mia è dolce…”
“Sicuramente sei tu che sei aspro!” dissi ghignando.
“Maledetta! Me la fai apposta eh?” ribatté Davide.
“Ehi! Non parlare così alla mia ragazza!” si intromise Luca.
“No lascialo stare, Luca…buonanotte Romeooo!” dissi salendo le scale e ridendo a crepapelle. Credo di essere diventata una specie di Tebaldo: mi faccio beffe di lui, lo insulto e lo schernisco…ma è il prezzo che deve pagare per quello che ha fatto e per come si è comportato!


Salve a tutti! so di non essere sempre presente con dei commenti e ringraziamenti, ma sappiate che vi ringrazio sempre, sia i recensori che i soli lettori. vi adoro! purtroppo, devo annunciarvi che per vari motivi non sarò molto presente con l'aggiornamento, ma vi giuro che appena avrò l'occasione pubblicherò! baci da RaB96
  
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