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Autore: Malec Lovers_    06/11/2015    1 recensioni
Ian è un ragazzo piuttosto solitario. Odia il liceo, lo frequenta solo perché offre un addestramento militare e il suo sogno è di diventare un soldato. Ma un giorno la sua solita routine verrà sconvolta da Mickey Milkovich, capitano di rugby della sua scuola, e la sua fama di bullo lo precede.
Come andrà a finire? Riusciranno a cambiare l'uno il mondo dell'altro o addirittura a crearne uno nuovo tutto loro?
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ian Gallagher, Mickey Milkovich, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Quando Mickey tornò a casa, era già buio, e nel cielo le nuvole scure presagivano pioggia.
Mandy era fuori la porta a fumare una sigaretta, ma si interruppe non appena vide il fratello. «Dove sei stato?» gli domandò, ma Mickey non la degnò di uno sguardo. Al contrario, si voltò verso di lei con aria minacciosa e decisamente infuriata.
«Non sono cazzi tuoi! Non sono mai stati cazzi tuoi!» le urlò contro per poi entrare in casa, sbattendosi la porta alle spalle.
 
Intanto, a casa Gallagher, Ian subito si era subito infilato sotto le coperte, con l'intenzione di rimanerci per tutta la serata.
Era il loro primo litigio, e davvero non aveva idea di come sarebbe andata a finire. Spesso era successo che Fiona litigasse con i suoi ragazzi, ma poi tutto si sistemava; Ian però non era sicuro che per loro funzionasse allo stesso modo.
Lui e Mickey erano una coppia? Cosa erano? Non si pentiva, tuttavia, delle sue azioni: aveva accettato che non sarebbe stato il suo ragazzo, ma tutta questa faccenda di Todd lo mandava semplicemente in bestia.
Come poteva solo pensare di poterlo usare per i suoi scopi? Una serie di idee folli turbinava nella testa di Ian, soprattutto quando iniziò a pensare che, tutto sommato, quella di Mickey era solo una scusa per potersi riavvicinare al ragazzo.
Questo lo faceva soffrire. Sarebbe uscito allo scoperto per il biondo dai bicipiti scolpiti piuttosto per il rosso con gli occhi verdi e le lentiggini.
 
Il giorno dopo Ian non si mosse dal letto, rifiutandosi di andare a scuola.
Mickey in un modo o nell'altro aveva questo potere di fargli saltare la scuola e, cosa più importante, il ROTC.
D'altra parte, per la prima volta nella sua vita, Mickey si sentiva in colpa, ma non capiva per cosa. Per aver urlato contro Ian? Per aver scopato con Todd?
Era successo anni prima, prima ancora di conoscere Ian. Aveva poche certezze, ma di certo una di quelle era che non si sarebbe nemmeno avvicinato a Todd, se avesse conosciuto il rosso prima.
Iniziò a pensare a come sarebbe stata la sua vita se al posto di Todd ci fosse stato il giovane Gallagher, a giocare con lui a 5 anni. Se fosse stato lui il primo a cui Mickey si fosse dichiarato, il primo a cui avrebbe offerto il suo cuore e i suoi brividi.
Sicuramente sarebbe stato tutto diverso, e ora non sarebbe stato avvolto da questa nube di terrore per il mondo esterno, pronto ad attaccare alla prima occasione. Col tempo aveva imparato a gestire quella fauna, ma anche il re della foresta ha un punto debole, e il suo erano gli occhi verdi e i capelli rossi di Ian.
Mickey lo cercò per i corridoi, ma ogni suo sforzo si dimostrò inutile. Stava quasi per rinunciare quando da lontano vide Lip. Lo raggiunse e lo prese per il braccio, così da attirare la sua attenzione.
«Dov'è tuo fratello?»  chiese.
La conversazione sembrò ad entrambi familiare, ma gli occhi e la voce del ragazzo facevano intendere che qualcosa era cambiato, anche se Lip non se ne accorse.
«Perché? » domandò a sua volta il biondino. «Cosa vuoi da mio fratello? Picchiarlo? Te la vedrai con me prima» continuò, lasciando di stucco Mickey, che ascoltando quelle parole abbassò la testa. Dopo l'ultima volta cosa c'era da aspettarsi?
«Nulla. Dovevo parlargli.» rispose, e si girò per andarsene.
La giornata per il famigerato e popolarissimo capitano della squadra di rugby andò tutto tranne che bene: gli allenamenti erano stati pessimi, perché era distratto e la sua mente era altrove. In più, il primo ad essersene accorto, come se le cose non andassero abbastanza male, era niente di meno che Todd.
Per quanto lo odiasse, Mickey doveva ammettere che lo conosceva abbastanza bene – cosa che gli dava estremamente fastidio.
Finalmente l’allenamento finì e tutti i ragazzi si riversarono negli spogliatoi. Mickey rivolse lo sguardo verso le docce, e rivide nella sua mente il corpo di Ian sul suo, il giorno in cui tutto era iniziato.
«Ma che bello sguardo da cucciolo innamorato» gli sussurrò qualcuno, poco distante dal suo orecchio. Rapidamente si voltò e si trovò davanti il viso bello e luminoso di Todd.
«Chiudi quella cazzo di bocca, Marcus» gli rispose franco Mickey.
«Su, su, non fare così. È quasi bello vederti provare qualcosa, per la prima volta in vita tua.» la buttò lì il ragazzo biondo, mentre si avviava alle docce.
«Chiudi la cazzo di bocca, Marcus» ripeté Mickey, stavolta a voce più alta, facendo girare tutti i giocatori verso di loro. Prese la sua roba e se ne andò dallo spogliatoio, facendo sbattere dietro di sé l’imponente porta che separava il corridoio da quell’immensa camera di perdizione.
 
Era ormai pomeriggio inoltrato quando Mickey uscì in strada. I capelli erano ancora bagnati e soffiava un forte vento di fine autunno.
Iniziò a camminare, e senza nemmeno che accorgersene, si ritrovò a pochi metri dal Kash&Grab, il negozio di alimentari in cui lavorava Ian.
Vide uscire un uomo dalla pelle olivastra, che riconobbe solo quando si avvicinò: era quel beduino del capo, la cui moglie aveva scoperto a scopare con Ian.
Quando Ian glielo aveva raccontato, a momenti non era riuscito a trattenere le lacrime. Quel tipo non gli era mai andato a genio, ma da quando non poteva più toccare Ian, gli era sembrato un po’ più mansueto.
Aspettò che Kash si fosse allontanato abbastanza ed entrò nel negozio, non certo di trovare lì Ian.
Però, non appena varcò la soglia, trovò gli occhi verdi del ragazzo su di sé. Rimase quasi immobile, perché quando aveva deciso di entrare non aveva riflettuto su cosa dire. Così semplicemente lo guardò a sua volta, comportandosi come un normale cliente; prese un pacco di patatine al formaggio e le portò al bancone.
«Un dollaro» disse impassibile Ian, battendo sulla cassa.
Mickey prese una banconota dalla tasca e gliela porse, sempre però senza guardarlo realmente in faccia.
Sentiva lo sguardo di Ian su di sé, ma non era pronto ad affrontarlo.
Voleva chiarire e dirgli che gli dispiaceva avergli risposto così, ma non sapeva come.
Quando poi riuscì a guardarlo, notò che Ian lo stava osservando con una strana luce negli occhi.
«Ti va di scopare?» chiese allora Mickey indicando il magazzino sul retro.
Ian si guardò intorno, e subito dopo gli afferrò la mano, conducendolo in un piccolo angolo segreto.
Lo aiutò a liberarsi della giacca e della sciarpa e lo fece girare. Iniziò a baciargli il collo rapidamente, mentre armeggiava con la lampo dei suoi jeans, pronto a tirarglieli giù il prima possibile possibile.
Mickey fremeva sotto il suo tocco, e un momento dopo erano diventati una cosa sola.
In quelle occasioni, il respiro di Ian, che sentiva costantemente sulla sua pelle, diventava il suo suono preferito.  Le sue mani vennero avvolte da quelle di Ian, che con le dita sembrò quasi aggrapparsi disperatamente a quelle del ragazzo.
«Ian» mormorò Mickey, voltandosi verso di lui. Lo vide sorridere, sembrò quasi cambiare espressione quando sentì il suo nome.
Guardandolo avrebbe voluto urlargli che gli dispiaceva per quanto successo il giorno prima e che era felice che non ce l’avesse con lui, ma non disse nulla di tutto ciò.
«Si?» chiese Ian, aspettando che dicesse qualcosa.
«Nulla.» rispose in fretta Mickey. «Solo… più forte» finì di dire per poi rivoltarsi verso il muro. L’altro annuì e assecondò i desideri del ragazzo. Erano quasi al culmine nel piacere quando qualcuno spalancò la porta.
«Linda è incinta!» urlò Kash, rimanendo poi in silenzio quando vide la scena. Entrambi i ragazzi si voltarono a guardare il proprietario del negozio, con aria estremamente sorpresa.
«Cazzo.» disse Mickey, non riuscendo a trattenersi. 
Si staccarono l’uno dall’altro e Kash se ne andò, tornando alla cassa senza proferire parola.
Quando Mickey fece per uscire a passo svelto, Kash lo bloccò per il braccio.
«Non farti più vedere qui, è chiaro? Questo è un avvertimento, la prossima volta sarà un proiettile.» lo minacciò Kash.
«Mollami, beduino» gli rispose invece Mickey e, ignorando le parole del musulmano, si liberò dalla presa e uscì.
Ian cercò di seguirlo, mentre ancora si abbottonava i pantaloni.
«Dove stai andando?» domandò Kash quasi rabbioso.
«Il mio turno è finito» fece Ian, indossando il cappotto.
Kash gli si avvicinò e gli strinse la spalla.
«Tanto per la cronaca, è finita» gli annunciò.
«Era finita già da tempo» disse, allontanandosi ed uscendo dal negozio.


Ian tornò a casa odiando a morte Kash: l'uomo avrebbe dovuto sapere fin dall’inizio che sarebbe successo prima o poi, che Linda li avrebbe scoperti, che sarebbe dovuto andare avanti con la sua vita. In compensoera felice per Mickey, perché come mai prima di allora, aveva visto in lui un po’ di umanità, dolcezza addirittura.
C’era stato qualcosa nella sua voce, mentre lo facevano, che non era stata solo prodotta dal momento e dall’eccitazione.
Forse si era sbagliato su di lui, forse provava realmente qualcosa, e Todd era solo una vendetta. Sul suo viso si formò un sorriso, che lo accompagnò fino alla porta di casa.


 



Lucrezia: Prima di tutto, mi scuso se passa un po' di tempo tra un aggiornamento e l'altro, ma tra me e Ilenia veramente abbiamo pochissimo tempo libero.
In ogni caso, spero che questi capitoli vi piacciano, e un parere ci farebbe immensamente piacere.
Come sempre grazie a tutti quelli che leggono e che hanno messo la storia tra le seguite/preferite/ricordate
 
Ilenia: Eccoci qui con un nuovo capitolo tutto per voi. Ci scusiamo per il ritardo ma davvero come dissi una volta a Lucrezia "Non ho nemmeno il tempo per sputarmi in faccia". Spero che vi sia piaciuto e che la storia stia suscitando la vostra curiosità :)
 
 
 
   
 
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