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Autore: Sylvie91    07/11/2015    3 recensioni
-Perché il tuo libro ha il nome di Bilbo?-
-Non lo so, ti posso solo dire che il titolo non mi è nuovo… è come se l’avessi già letto, ma quando l’ho aperto ho scoperto che non vi è scritto nulla dentro-
Gandalf apre il libro con aria incuriosita, poi rialza lo sguardo verso di me e dice –C’è un capitolo-
-Cosa?-
- Si è scritto, c’è il racconto dell’incontro tra me e Bilbo, di te non c’è alcuna citazione al riguardo è come se non esistessi-
Gli prendo il libro dalle mani e comincio a sfogliarlo in maniera nervosa, leggendo a salti e in maniera incompleta; alla ricerca del mio nome, perché non è scritto? È come se non esistessi ed allora cosa sono in questo mondo?
... IN REVISIONE!!! MOLTI CAPITOLI CAMBIANO, ALTRI SONO RIVEDUTI E CORRETTI... vi auguro comunque una buona lettura se vi va! le recensioni vecchie non le ho cancellate ma saranno man mano spostate al capitolo corrispondente.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Bilbo, Gandalf, Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'angolo del nano.'
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Guardo incuriosita i due stregoni parlare e gesticolare tra le fronde degli alberi, mentre i nani si sono divisi in vari gruppetti chi a riposare e chi a giocare con i dadi o parlare; i fratelli Durin alla fine si sono addormentati lasciandomi un poco in pace.
Non che disprezzi la loro compagnia, ma mi piace avere dei momenti di solitudine per pensare un po’ a me stessa; prendo il libero cercando di non farmi vedere da occhi indiscreti curiosa di sapere che cosa si dicono i due stregoni.
Ovviamente appena trovo il punto sento un leggero tossicchiare dietro di me, mi volto cercando di reprimere uno sbuffo e mi trovo davanti Bilbo che mi guarda desolato pensando di avermi disturbato.
-Scusami Anaïs, volevo solo… insomma.- balbetta lo hobbit, mentre io gli sorrido e batto la mano sul tronco per invitarlo a sedere –Dai, Bilbo vieni a farmi compagnia… questi nani sono quasi tutti degli asociali.- gli dico attenta a non farmi sentire nella parte finale.
-Chi sarebbe asociale?!- esclama Bofur sorprendendomi alla spalle con Bifur, che brontola qualcosa che non riesco proprio a capire toccandosi l’ascia impiantata in testa.
-Bifur, dice che sei matta… noi non siamo asociali.- traduce prontamente Bofur, mentre io ridacchio scuotendo la testa –Se stavate attenti prima della parola “tutti”, ho detto anche “quasi”.- ribatto –Vero, Bilbo?- chiedo guardando lo hobbit, che sorride tranquillamente.
-E’ vero ha detto anche “quasi”!- afferma Bilbo, dandomi man forte; Bifur parla ancora con Bofur indicandosi le orecchie e per poi indicare me e lo hobbit.
-Ha detto che non ha sentito quella parola, ed ha detto che così offendete le sue orecchie!- ride Bofur.
-Giuro, sulla mia testa che non tutti i nani sono asociali, e voi due non fate parte di quel gruppo limitato.- ribatto mettendo una mano sul cuore e facendo un finto giuramento, Bilbo mi imita –G-giuro anch’io! E sono convinto che le tue orecchie siano ottime Bifur.- balbetta lo hobbit, facendoci ridere.
All’improvviso un ululato rompe la quiete facendoci sobbalzare sul posto; i nani velocemente ed efficienti come sempre si sono di nuovo riuniti in una compatta squadra a cui Bilbo ed io ci uniamo.
-Lupi? Sono lupi?- chiede tremante Bilbo.
-No, quello non è un lupo.- risponde serio Bofur.
E dietro di lui, alto su un dislivello creato dal bosco… spunta fuori un animale con le sembianze di un lupo ma immensamente più grande, tanto che da dove sono posso vedere i suoi canini lunghi e acuminati; ringhiando scende e con un salto supera Bofur, scontrandosi, fortunatamente per noi, contro la lama di Thorin che gli squarcia il petto in colpo veloce e netto.
Ma quel “lupo” era solo un diversivo un altro ne sbuca dietro a Thorin… ed io sono immobile a fianco del nano, vedo il mannaro ringhiare ma non riesco a far muovere la mano verso la spada: riconosco lo stesso terrore, la stessa angoscia che i miei nervi hanno affrontato prima dell’incontro coi i troll.
Rimango ferma mentre il lupo si avvicina sempre più pericolosamente a me ed in pochi secondi sento la paura combattere con l’adrenalina, combattere con la mia voglia di vivere e di tornare a casa; e quest’ultima vince.
Sguaino la spada… ma i miei movimenti sono ancora troppo lenti: fortunatamente interviene Kili, che ferisce il nemico con una delle sue frecce per poi essere neutralizzato dal martello di Dwalin.
Io con la spada in mano sono visibilmente scossa, mi si avvicina Bilbo pian piano e mi sussurra –So, cosa stai vivendo… io e te non abbiamo mai lottato e combattuto, ma devi cercare di mantenere i nervi saldi per quanto difficile, però Anaïs guardami.- mi prende il viso per fare in modo che i miei occhi si concentrino sui suoi, solo ora mi accorgo di quanto i suoi occhi di un colore particolare quasi blu scuro siano simili ai miei: riconosco le stesse ombre e la stessa angoscia - Ce la possiamo fare, ti ricordi quella sera in cui ero spaventato e mi hai rincuorato dicendomi che loro ci avrebbero protetto? Ecco l’hanno fatto ieri e lo faranno anche oggi.- conclude Bilbo sicuro.
Appena finito il suo discorso lo abbraccio inginocchiandomi, sento delle lacrime scivolare sulle mie guance; sono contenta di aver trovato un vero appoggio, mai avrei sospettato che in un corpo così minuto si nascondesse una forza ed una saggezza così grande.
Finalmente mi lascio in quelli che sono lacrime e singhiozzi liberatori sulla sua spalla; ad un certo punto mi alza piano la testa dal mio appoggio –Su…Non sei bella quando piangi, su …vuoi uno dei fazzoletti che mi hai dato all’inizio del viaggio?- mi domanda sorridendo comprensivo e prendendo il pacchetto dal suo taschino.
-Grazie.- gli dico prendendo il fazzolettino e sorridendo cerco anche di riacquistare il mio normale contegno, mi alzo e vedo il resto della compagnia che ci fissa in silenzio finchè qualcuno sbuffa visibilmente –Non possiamo perdere tempo in piagnistei, abbiamo dei mannari alle calcagna.- afferma Dwalin tenendo stretto tra le mani il suo enorme martello.
Io annuisco silenziosamente e do un occhiata a Thorin, che rimane impassibile davanti a me… anzi sembra piuttosto seccato di questa dimostrazione di debolezza.
-Sono dei mannari ricognitori! Un branco di orchi non è molto distante.- dichiara Thorin, prendendo in mano la situazione.
-A chi hai parlato della tua impresa oltre alla tua famiglia?- chiede irato Gandalf al nano, avvicinandosi a lui velocemente.
-A nessuno.- risponde il nano facendosi avanti.
-A chi l’hai detto?- insiste lo stregone a voce ancora più alta.
-A nessuno, lo giuro.- promette il nano; ed io so che è sincero si sente dalla sua voce preoccupata… anche lui è sorpreso di incontrare questo ostacolo sulla nostra strada, l’unica cosa che vorrebbe è non mettere troppo in pericolo la sua compagnia, in prospettiva del confronto col drago.
E anche Gandalf lo ha capito, sbuffa –Ti stanno dando la caccia.-
-Dobbiamo spostarci da qui!- brontola Gloin, guardandosi attorno ed impugnando la sua ascia bipenne.
Ma Ori interviene- Non possiamo, non abbiamo i pony…-
E solo allora Radagast decide –Li depisto io…-
-Questi sono Mannari di Gundabad ti raggiungeranno!- controbatte Gandalf, visibilmente preoccupato per il suo collega.
-E questi sono conigli di Roshgobel… vorrei che quelli ci provassero.- conclude lo strano stregone con volto sicuro e montando velocemente sulla sua slitta.
 
Ululati e guaiti si espandono per la radura, vediamo i Mannari con i groppa gli orchi inseguire Radagast ed appena allontanatesi ci muoviamo correndo nella direzione opposta.
Tengo in mano un paio di coltelli da lancio, spero di riuscire a costruire una parvenza di difesa prima di uno scontro ravvicinato con quei sudici esseri; ad un certo punto Thorin che è capofila si ferma e  sfilano poco distante da noi lo stregone con gli orchi dietro.
-Rimanete uniti.- ci incoraggia Gandalf, facendoci ricominciare la folle corsa tra l’erba rada e le poche rocce, ci fermiamo un seconda volta nascondendoci in una rientranza per poi riprendere al segnale dello stregone; scendiamo ora su una valle piana, ma priva di alcun tipo di protezione naturale a parte un enorme masso dietro cui siamo rintanati.
 Non c’è nient’altro dietro cui ripararci, se ci vedono… avremo davvero poche possibilità.
Un orco in groppa si è proprio appostato sopra la grande roccia che ci difende, Thorin guarda Kili e gli ordina di ucciderlo con un semplice gesto di assenso, il giovane nano scocca due frecce e subito dopo cadono ai nostri piedi le due temibili bestie.
Il rumore per dare il colpo di grazia ai due però attira l’attenzione del branco, che è presto dietro alle nostre calcagna, -Muovetevi! Correte!- ci urla Gandalf allarmato dalla pericolosa situazione in cui ci siamo andati a trovare.
Seguiamo lo stregone, anche se non sappiamo dove ci vuole portare, all’improvviso Gloin grida indicando- Eccoli la!-
Gandalf cambia direzione facendoci fare una discesa tra erba secca ed alta, che ci limita non poco i movimenti; se non fosse che mi fido ciecamente dello stregone gli sarei già andata a chiedere se per caso negli ultimi cinque minuti  si fosse bevuto il cervello; siamo in una posizione svantaggiata rispetto ai nostri nemici.
-Kili uccidili!- ordina Thorin, ed il nano comincia a scoccare frecce una dietro l’altra colpendo gli avversari, tuttavia sono troppo numerosi e si stanno avvicinando; mi aggiungo agli altri nani in posizione difensiva metto via i coltelli da lancio e impugno a due mani la spada.
I miei respiri sono profondi e pesanti… uno …due… li conto, come per calmarmi e per aspettare più a mente lucida l’attacco; mi impegno ad avere i nervi saldi… non posso permettermi di sbagliare, guardo Dwalin che ci indica con la mano  libera di rimanere nella formazione.
-Da questa parte stupidi!- tuona la voce di Gandalf dietro ad una roccia.
Ed rieccoci a correre come prima per raggiungere la salvezza, Thorin si è messo sopra al masso di entrata per verificare che tutti entrino prima di noi: ci richiama infatti e ci incita ad entrare velocemente nella rientranza trovata dallo stregone.
Vedo però un orco che in sella ad un mannaro rompe le proprie righe e si avvicina velocemente a Thorin con l’arco carico, il nano non sembra accorgersene troppo impegnato a controllare che gli altri si salvino.
Corro verso di lui il più velocemente possibile, salgo sulla roccia e mi paro davanti a Thorin, deviando sulla mia pelle la traiettoria della freccia… un dolore lancinante mi coglie nel mezzo della schiena tra le scapole, faccio fatica a respirare e sento il corpo cedere e perdere forza.
La mia vista si appanna, vedo solamente Thorin che mi guarda con aria disperata, ordina qualcosa a qualcuno e poi mi sento sollevare e portare a peso morto all’interno dell’insenatura indicata dallo stregone… spero … credo…
I miei sensi sono tutti ovattati a parte il dolore sulla schiena che mi riempie la testa, non sento bene e vedo peggio… solo ombre che vanno su e giù.
Mi hanno disteso a terra su quella che sembra una superficie rocciosa, sento un peso sulle braccia… mi hanno bloccata… non vogliono che mi muova perché? Perché non mi lasciano stare?
All’improvviso sento la freccia che mi era rimasta tra le scapole tolta di colpo… le mie carni lesionarsi e aprirsi, sento il sangue percorre il mio corpo disteso e dalle mie corde vocali nasce un urlo senza fine, il dolore che provo mi sta distruggendo, vorrei morire piuttosto di  sentirlo ancora.
Mi sollevano di nuovo.
No, lasciatemi lì, lasciatemi morire… la storia può continuare senza di me… non voglio continuare, se esiste un Dio ti prego fammi tornare a casa, ti prego, ti scongiuro… cosa ho fatto di male per ritrovarmi qui con questa sofferenza.
Questa non è casa mia… mamma, papà perdonatemi di avere il desiderio di morire prima di voi e lontana da casa, so che è il più grande dolore che vi posso causare, sorella mia tieni a bada nostro fratello anche per conto mio e sappiate che vi voglio bene e che non avrei mai voluto lasciarvi… avrei voluto difendervi e accudirvi per altri tanti giorni…
Christopher semplicemente ti amo, ma questa è la mia fine e non la tua.
Buio.
   
 
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