Un infanzia felice era stata quella di Eric,fatta di spensieratezza,di un senso di libertà incondizionato. Tutto era normale. Eric se ne stava le ore in camera sua a giocare,a disegnare;aspettava con euforia il rientro del padre. Era da tanto che non lo vedeva e la voglia di passare qualche oretta sulle sue grandi ginocchia lo rendeva tanto felice. Era quasi l’ora di cena e per solito il padre sarebbe dovuto rientrare tra qualche minuto. Non vedendo il padre rincasare si mise davanti alla finestra,affacciato sperando di vedere da li a poco l’auto del padre nelle vicinanze. Eric lesse negli occhi della madre un filo di tensione,di ansia. Improvvisamente nella casa venne a regnare il silenzio,un silenzio che metteva i brividi. Passarono alcuni minuti. Squillò improvvisamente il telefono,Eric guardò la madre negli occhi,le lesse dentro una strana sensazione che ben presto avrebbe percepito. Lasciarono squillare il telefono che,continuava a suonare con insistenza finche la madre trovò un pò di coraggio,alzo la cornetta e con un filo di voce chiese chi era. Eric voleva sentire,era curioso,chissà forse era il padre che diceva che avrebbe tardato un po’,ma non fu così. Eric afferrò la mano della madre che rimase in silenzio con il telefono in mano. Improvvisamente senti una lacrima bagnargli il viso,alzò lo sguardo verso il viso della madre,disperatamente cercava di capire come mai la madre stesse piangendo,cercava di incrociare lo sguardo della madre per poter leggere le sue emozioni,ma sembrava una bambola che non trasmetteva più niente. Passò un attimo,quando la madre dette a Eric il motivo di quel pianto così doloroso,di quella telefonata … Il padre era rimasto vittima di un incidente -se ne è andato Eric,papà non tornerà,non tornerà più. Eric non realizzò subito le parole dette dalla madre,sembrava non voler capire,quella verità gli faceva troppo male,una realtà che avrebbe dovuto imparare a vivere ed accettare. La sua reazione fu quella di uscire subito di casa,di correre senza fermarsi,pensava che correndo avrebbe lasciato alle spalle il dolore,ma non era così. Inizio a piovere. Eric piangeva,piangeva e piangeva;sperava che piangendo non avrebbe più sofferto. Alzò lo sguardo al cielo, le sue lacrime cercavano di nascondersi con le gocce della pioggia;nel frattempo la madre raggiunse Eric, i due si legarono in un abbraccio,rivolgendo lo guardo al cielo,entrambi sapevano che la pioggia nasconde le lacrime. Rientrarono a casa. Eric non volle toccare cibo,corse in camera sua,era circondato di ricordi,si infilò a letto. La mattina seguente si sarebbe voluto svegliare e vedere il padre che faceva colazione come sempre. Credeva fosse un brutto incubo,ma era tutt’altro,era la cruda e triste realtà. Passò un anno. Eric era cresciuto,ora aveva 7 anni,il tempo però per lui rimase fermo a quel giorno,a quella grande perdita che avrebbe segnato per sempre la vita. Non sapeva più vedere la vita come prima,era tutto un altro mondo per lui. Ne aveva passate tante in questi anni.