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Autore: RealxMex    07/11/2015    1 recensioni
"Viene chiamata anche la “città dai cento volti”, una città dove ogni aspetto della nostra vita trova modo di soddisfarsi ampiamente. Era senza dubbio la capitale americana dell'arte, dell'editoria, del teatro, della pubblicità, della moda e dei pettegolezzi da prima pagina. E quale città migliore poteva darmi l’opportunità di iniziare una nuova vita?"
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Scolastico, Universitario
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 CAPITOLO 3

Ero in macchina, sedevo sui sedili posteriori, mia zia guidava e Matt sedeva di fianco a lei, vedevo loro due che parlavano, ma non sentivo, dato che come sempre avevo messo le cuffiette nelle orecchie.
Quella mattina, Matt aveva indossato una maglietta bianca con collo a V, sopra, una giacca in pelle eaveva dei jeans neri strappati alle ginocchia e portava delle vans a scacchi, nere e grigie, devo ammettere che il ragazzo aveva stile.

Avevo l’ansia a mille, era il mio primo giorno di scuola ed ero terrorizzata da quello che poteva capitare.

Mentre ero immersa nei miei pensieri mia zia si fermò davanti scuola, io mi tolsi le cuffiette dalle orecchie, presi lo zaino e scesi dalla macchina, io e Matt salutammo mia zia con un cenno della mano e lei se ne andò.

Mi voltai e mi ritrovai davanti una massa di ragazzi e ragazze, chi era seduto sotto un albero con un libro in mano a leggere, chi scherzava e parlava con gli amici e c’era chi strimpellava qualcosa con la chitarra e scriveva su un quaderno, probabilmente stava componendo una canzone.
“Ehi vuoi restare lì ancora un po’?” Matt mi stava fissando, in effetti ero rimasta a guardarmi in torno per diversi minuti e non gli stavo prestando molta attenzione.
“Non ho bisogno del tuo aiuto puoi andare” lo liquidai iniziando a camminare verso le scale, in marmo, che portavano a quell’enorme portone, con la scritta in oro “ Juilliard School “.
“Insisto, stare soli il primo giorno di scuola è…come dire…”
“senti so cavarmela, non sono cosi ingenua”  mio dio non ero una bambina, sapevo cosa voleva dire essere la nuova arrivata, infatti appena mi incamminai verso l’ingresso tutti quanti si girarono a osservarmi, mi davano sui nervi, ero solo la nuova arrivata non un alieno.
Nonostante tutto, Matt mi camminava accanto, lo ringrazia mentalmente, volevo fare tanto la dura allontanandolo, ma avevo davvero paura.

All’ingresso, il mio accompagnatore si fermò a parlare con due suoi amici, io cercai di seminarli, senza farmi notare, non volevo fare nuove amicizie, non ero ancora pronta a fidarmi.
“Ehi, aspetta!” mi chiamò Matt, che mi corse dietro e mi costrinse ad andare a conoscere i suoi amici.
“ Loro sono Alice e Luke, lei è Jes” fece le presentazioni e ci salutammo con un cenno di mano in preda all’imbarazzo. Alice era una ragazza con dei capelli neri e un ciuffo blu, aveva dei bellissimi occhi azzurri e in quel momento indossava una felpa nera, dei pantaloni neri e delle converse, anche quelle nere, direi un po’ dark la ragazza. Luke, era un bel ragazzo, tutto muscoli, capelli biondi e occhi azzurri, indossava una t-shirt rossa e sopra una giacca da college con dei jeans semplici e delle vans nere.

“Carina, la nuova arrivata” disse Luke come se non fossi lì presente, io li ignorai, non mi andava di parlare, ero una ragazza timida, che dopo quello che le era successo non si apriva molto facilmente, infatti non avevo amici nemmeno a Los Angeles.
“Ehi ti hanno mangiato la lingua” mi rivolse uno sguardo Matt, io evitai di guardarlo negli occhi, avevo paura, mi ci perdevo nei suoi occhi e non sapevo il perché, ma quel blu mi attirava come una calamita.
“Scusatela, ma di solito è più energica, ci vediamo dopo ragazzi, la porto al suo armadietto, che casualmente è proprio affianco al mio” mi fece l’occhiolino con un sorriso divertito.
“Che! Ti prego dimmi che non è vero” mi presi la testa tra le mani incredula, ma perché mia zia voleva che facessi amicizia con lui.
“oh si invece, ciao ragazzi” salutò i suoi amici ed entrammo, andando ai nostri rispettivi armadietti, guardai l’orario e vidi la mia prima lezione, sbiancai.
“Ehi c’è qualcosa che non va?” guardò il mio orario.
“abbiamo questo corso insieme, perché quella reazione è solo lezione di canto”
“già” dissi con voce bassa e terrorizzata, l’unica cosa che non volevo fare era cantare, speravo veramente che quel giorno non mi avrebbero fatto cantare, non volevo, non ero pronta, avrei infranto la mia promessa.

Entrai in classe e il professore fece le presentazioni,“Salve io sono Mr.Brown lei è la vostra nuova compagna, Jessica Holand, prego può andarsi a sedere laggiù”
Ero capitata nella fila in mezzo, al terzo banco vicino a Alice, invece, Matt si trovava proprio dietro di me.
“Non parli molto tu” mi sorrise Alice, dio non mi andava di fare conversazione, ero terrorizzata per la lezione.
Le Annuii e iniziai a disegnare sul mio quaderno per distrarmi da brutti pensieri, ero in ansia e non riuscivo a smettere di muovere il piede, su e giù.

Alla fine, la lezione andò bene, ci spiegò solo come allenare la voce per avere più resistenza quando si canta.
Il resto delle lezioni andò piuttosto bene, mi misi al mio banco, cercando di non farmi notare e funzionò, ero abituata a essere un fantasma.

Finalmente suonò l’intervallo, mi avviai verso la mensa, ma prima che potessi raggiungere la stanza, un gruppo di ragazze mi si fermò davanti.
“Ecco la nuova arrivata” erano le solite galline della scuola, le popolari, quelle che prendevano di mira le più deboli credendosi chissà chi e ovviamente in quel momento avevano preso di mira la nuova arrivata, cioè io.

Erano quattro, una di loro era la leader, aveva i capelli marroni e occhi castani, mentre le altre erano tutte bionde con occhi chiari.
“ E voi sareste?” alzai un sopracciglio, in segno di sfida con aria prepotente e voce fredda.
“ehi che prepotenza, sta attenta a come parli ragazzina, ma dato che ci tieni ti dirò i nostri nomi cosi che tu li ricordi per bene, io sono Cris e loro tre sono, Monica, Lisa e Jennifer” parlò quella mora, bla bla bla le solite chiacchiere.
“ehi lasciatela in pace” era Alice che era comparsa alle mie spalle, ma non avevo bisogno di una guardia del corpo, sapevo cavarmela da sola.
“lascia stare, sono solo delle oche senza cervello” mi incamminai verso la mensa, lasciando sia le quattro galline che Alice sconvolte per la mia risposta.

Entrai in mensa e trovai tantissimi tavoli occupati da ragazzi da qualsiasi genere, dai secchioni, al club degli sportivi, poi c’erano i ragazzi normali, ovviamente ero convinta che ci fosse anche il tavole delle quattro galline, infine notai un tavolo al centro della stanza, dove c’erano i ragazzi più popolari della scuola e come avevo intuito tra di loro c’erano anche Matt e Luke.

Trovai un tavolo vuoto in fondo alla sala e mi andai a sedere lì senza farmi notare, guardai all’entrata e vidi le quattro galline e Alice unirsi al tavolo di Matt, la ragazza chiamata Cris, salutò Matt con un bacio sulla guancia, io li guardai disgustata, ma in quel momento quegli occhi blu si accorsero della mia presenza, io cercai di nascondermi, ma mi ritrovai subito in compagnia.
“Perché qui tutta sola?”
“I cazzi tuoi no?” gli risposi a tono, non mi andava di parlare con lui, non poteva lasciarmi in pace?
“Acida” io non risposi e iniziai a giocare con la forchetta con il cibo nel mio piatto.
“Posso farti una domanda?” alzai lo sguardo, incontrando i suoi meravigliosi occhi azzurri e annuii senza esitazione.
“Perché quella reazione quando hai scoperto che avevamo lezione di canto?” si era seduto di fronte a me, io non riuscivo a reggere il suo sguardo non volevo che notasse qualcosa, quindi iniziai a giocare con le mani e abbassai lo sguardo su di esse.
“Niente d’importante” 

   
 
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