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Autore: Ambrambru    07/11/2015    0 recensioni
Quello che mi stava accadendo era uno scherzo. Doveva esserlo, per forza.
Forse, a mia insaputa, ero appena diventata vittima di uno di quei programmi americani dediti alle candid camera.
L'unico intoppo in quell'ipotesi era che non riuscivo a vedere alcuna telecamera o microfono, nessun presentatore che venisse a stringermi la mano e a ridere insieme a me, assicurandomi che fosse tutto finto.
MA LASCIATE CHE VI RACCONTI OGNI COSA DAL PRINCIPIO.
Mi chiamo Lil-Anne Desmet, ho diciassette anni e questo non è un diario. Assolutamente, non sono il tipo. E'... un... una... una biografia, ecco, si. Una biografia che magari nel futuro verrà trovata da qualcuno, magari verrà pubblicata e magari diventerò famosa anche se sarò già morta. Il che accadrà a breve, temo.
Quindi, se qualcuno sta leggendo quello che ho scritto deve essere avvertito di una cosa: i seguenti fatti sono veri, io stessa ho bisogno di scriverli nero su bianco per rendermi effettivamente conto di cosa sta succedendo. Forse, a forza di rileggere il tutto, mi abituerò all'idea di essere diventata una Senz'Ombra.
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2. Stai parlando di ME?



Erano passate un paio di settimane dall'inizio della scuola e Fianna aveva contato circa ottanta studenti O.F.A.C., nessuno di noi però aveva ancora imbastito un qualche tipo di conversazione con loro.
In particolare, quelli che avevo in classe se ne stavano sempre in disparte anche durante la ricreazione, silenziosi e rigidi.
“Io dico che dobbiamo fare noi il primo passo” insisteva la mia amica ed io continuavo a risponderle che non era nei miei interessi.
Quel giorno scorrevo la playlist del mio lettore mp3 con il pollice, assolutamente intenzionata a non alzarmi neanche per andare a comprare qualcosa da mangiare, nonostante tutti scartassero merendine sotto il mio naso.
“Che combini, Desmet?”
Luke Gernoff, fantastico, simpaticissimo, grandissimo mirabolante... stronzo.
Feci finta di non sentirlo.
“Pensavo – continuò sedendosi nel posto di Fianna che era a svaligiare il distributore di dolci- ora che è cominciata la scuola, se non hai nulla da fare, potremmo vederci di nuovo..”
Stava scherzando? Lo fulminai con lo sguardo e alzai il volume della canzone fino a trapanarmi i timpani. Come osava anche solo parlarmi? Lo conoscevo dalla prima superiore e solo in terza mi aveva chiesto di uscire, così avevamo passato l'anno precedente vedendoci di tanto in tanto ma, appena iniziata l'estate, era sparito. Puff. 
Avevo visto delle sue foto in spiaggia con altre ragazze, che lui aveva beatamente pubblicato sui social network e mi ero sfogata tirando il telefono contro la parete.
Il risultato? Mio padre era andato su tutte le furie per l'intonaco crepato e i soldi buttati per comprarmi un altro telefono che non mi meritavo assolutamente, secondo lui, ma mi era indispensabile in quei tempi bui.

Visto che la musica non bastava a farlo scomparire dalla sedia vicino a me, mi costrinsi ad alzarmi e a raggiungere la porta. Dove diamine era finita Fianna? Aveva preso dolci anche per le feste di Natale?
Finalmente la vidi.
“Che succede? Sei arrabbiata?” mi chiese sulla soglia della classe.
“Luke vuole uscire di nuovo con me” la informai.
Lei sbuffò.
“Mi immaginavo che sarebbe successo, è un idiota. Ti meriti di più..”
Era vero? Osservai il mio riflesso sui vetri delle finestre dell'aula. Banalissimi capelli castani e occhi scuri, viso semplice senza particolari degni di nota e fisico asciutto. Una normalissima diciassettenne, avvolta sempre da vestiti un po' troppo scuri e un po' troppo strappati, secondo mia nonna. Ero piuttosto bassa, per giunta, Fianna mi sorpassava di dieci centimetri buoni se contavamo anche la sua chioma di ricci neri.
Ad ogni modo meritavo sicuramente qualcosa di più di Luke Gernoff.
“Infatti non gli ho nemmeno rivolto la parola -continuai irritata- e non lo farò fino alla fine dell'anno. La prossima volta che uscirò con qualcuno mi assicurerò che sia una persona seria e responsabile. Meglio ancora se un po' più grande di me, così la probabilità di uscire con un ragazzo immaturo si dovrebbe ridurre..”
Qualcuno interruppe il mio sproloquio.
“Stai parlando di me?”
Io e Fianna ci voltammo con gli occhi sbarrati verso la voce proveniente dietro le nostre spalle.
I cinque ragazzi O.F.A.C. erano a meno di due passi da noi e uno di loro teneva gli occhi grigi puntati nei miei, aspettando una risposta.
“Come?- dissi sorpresa- No, ce l'avevo con..”
“Una persona seria e responsabile. Più grande di te, infatti, perché sono stato bocciato per due anni di fila. Quindi si, parlavi di me.”
Il ragazzo, con un bel sorriso e un fisico prestante, tese la mano ed io la strinsi.
“Piacere, sono Reinhard Hill. Loro sono Vinnan, Aleksandr, Waler e Jan-Kees.”
“Io mi chiamo Lil-Anne Desmet” risposi stringendo una ad una le mani dei militari.
Anche Fianna si presentò, raggiante, e la vidi soffermarsi sugli occhi verdi e i muscoli di Vinnan mentre il brusio stranito del resto della classe veniva interrotto dalla campanella, salvandoci da una situazione un po' imbarazzante.

Quella sera c'era un strano sfrigolio nell'aria e tutti sapevamo cosa voleva dire.
Fianna mi chiamò, sapeva che mio padre era via per lavoro, mio fratello all'università e che quindi sarei stata sola visto che mia madre ormai non abitava più con noi e si offrì di venire a passare la notte a casa mia.
Tanto meglio, non mi piaceva rimanere sola quando quelle cose strisciavano fuori e cercavano di entrare.
La cena fu esattamente come la intendevamo noi: popcorn e caramelle davanti ad un film.
Quando l'ora iniziò a farsi tarda, controllai che tutte le finestre e le porte fossero chiuse ermeticamente e ci sistemammo sul divano-letto, per poter dormire vicine.
“Lil? Ti ricordi quando eravamo più piccole e passavamo le ore a raccontarci storie horror sotto le coperte?”
“Certo che me lo ricordo. Cos'è, ne hai nostalgia?” le chiesi non appena spenta la luce.
“No, ma sarebbe divertente rifarlo..”
“Non ci pensare nemmeno”
“Dai, inizia tu, solo una!” insistette.
Sbuffai.
“Non me ne ricordo nessuna” dissi sincera.
“Inventa allora”
Non c'era via di scampo con Fianna, o facevi come voleva o ti portava all'esasperazione.
In fondo non c'era bisogno di inventare un bel niente, bastava pensare a cosa c'era fuori dalla porta di casa mia proprio in quel momento o perché si rendesse necessaria la continua formazione di nuove squadre militari. La sola vista degli O.F.A.C. ce lo ricordava ogni giorno, forse era anche quello il motivo per cui non erano molto amati, eppure nessuno sembrava ricordarsi che era grazie alle forze militari se eravamo ancora vivi.
“E va bene, Fianna- le dissi sogghignando- ti racconterò una storia. Parla del perchè questa notte il tuo nuovo amico Vinnan avrà un bel da fare.”


 

Grazie per aver letto fino a qui!

Siamo riusciti a conoscere un po' di più Lil-Anne e finalmente lo scenario è pronto per introdurvi alle Ombre di cui rimando tutte le spiegazioni al prossimo capitolo!

Mi raccomando non mancate di farmi avere la vostra opinione, ringrazio fioredaparete per la recensione del capitolo precedente :)

Alohaaa
Ambrambru

  
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