Anime & Manga > Dragon Ball
Segui la storia  |       
Autore: Elsira    08/11/2015    5 recensioni
Finalmente la nostra Kin è diventata adolescente!
Diventare ssj è ormai il suo desiderio primario, il pensiero fisso e questo farà esplodere la furia della madre, che si abbatterà su di lei in un modo che nessuno in famiglia si sarebbe mai aspettato. Allo stesso tempo però, riceverà degli aiuti esterni da una persona che diverrà speciale. Il loro affetto avrà ardui avversari e vivaci sostenitori. E voi? Da che parte vi schierate?
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chichi, Goku, Goten, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku, Gohan/Videl
Note: Lemon, OOC, What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Sangue del padre e occhi della madre'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Inizio autunno, Anno 790

Goku stava tenendo con un braccio alzato l'albero che la figlia aveva colpito pochi istanti prima. Lo guardò con aria tranquilla e disse: «Che stai facendo? Non ti sembra un po' presto per l'albero di Natale?»

Kin non riuscì a trattenere un sorriso. Goku lasciò andare il tronco flettendo il braccio e lasciando che gli caddesse alle spalle, per poi avvicinarsi alla figlia.

Appena le fu di fronte, lei fece un passo avanti e lo abbracciò, circondando con le braccia la larga schiena del padre.

Mentre ancora la sentiva crogiolarsi nella propria stretta affettuosa, le chiese: «Allora, che è successo? Tu e Trunks avete litigato?»

Lei fece cenno di no con la testa, restando ad occhi chiusi e con il volto poggiato ai pettorali.

Avrebbe voluto restare così con lui ancora per molto tempo, ma Goku distanziò il torace e le alzò il volto prendendola delicatamente sotto il mento, per poter puntare i propri occhi scuri nei suoi. «E allora cos'è che ti ha fatta arrabbiare così tanto?»

«Vegeta...» Fu un sospiro più che una risposta vera e propria, data svogliatamente scostandosi dall'abbraccio.

Goku tirò un piccolo sorriso e inarcò un sopracciglio. Chissà perché, se l'aspettava.

Si sedette sull'erba, battendo con la mano sul terreno accanto a lui per incitare la figlia, che obbedì subito.

Lei si sedette portando le ginocchia vicino al petto e poggiando il mento su di esse, guardando in avanti con sguardo perso e triste.

Goku la osservò per qualche secondo, poi esordì, con un sorriso dei suoi: «Mi dici cosa ha fatto Vegeta stavolta oppure devo andare a chiederglielo io stesso?»

La possibilità di mandare il padre a prendere a calci il Principe era un'idea che l'allettava parecchio, ma decise comunque di optare per la prima opzione e raccontare la vicenda al genitore.

Gli disse quindi cos'era successo quel pomeriggio, concludendo infine con un breve riepilogo: «Vegeta mi ha detto che non potrò mai diventare super sayan perché sono una donna e in quanto tale non ho il potere di risvegliare il gene del super sayan che ci potrebbe essere in me.»

Guardò suo padre negli occhi, che l'aveva ascoltata attentamente per tutto il tempo, nella speranza di sentirgli dire che il Principe si era sbagliato e che adesso lui sarebbe andato a fargliela pagare per aver osato insinuare che l'essere femmina potesse impedirle di trasformarsi. Ma Goku non disse nulla.

Continuava solo a guardarla coi suoi occhi neri come la notte, finché un dubbio le attraversò la mente e, nuovamente sul punto di infuriarsi, gli chiese in un sibilo: «Tu lo sapevi?»

Il guerriero distolse lo sguardo un istante. «Beh... In effetti, quando sei nata Vegeta mi aveva accennato a questa cosa per la prima volta... Ma non pensavo che avr...»

«Tu lo sapevi e non mi hai mai detto niente!» Gli sputò contro lei, disgustata dal comportamento paterno, senza lasciarlo finire.

«Aspetta un attimo signorina...» Iniziò lui, al quale il tono della figlia non piacque affatto, guardandola accigliato. Ma Kin era in preda alla rabbia e non lo sentì nemmeno, continuando ad attaccarlo, alzandosi in piedi. «Tu lo sapevi e non mi hai mai detto nulla! Hai visto tutti gli allenamenti nei quali mi sono mezza ammazzata e non mi hai mai detto una sola parola! Per cosa credevi che mi allenassi se non per diventare un super sayan, me lo spieghi?»

Goku si alzò e tentò di fermare l’ira della figlia mettendole le mani sulle spalle, ma lei si disarcionò dalla presa e lo guardò con odio puro negli occhi.

Prima di poter dire qualcosa di cui si sarebbe sicuramente pentita in un secondo momento, ebbe la lucidità di alzarsi in volo e andarsene.

Il sayan, conscio che la figlia avrebbe potuto commettere qualsiasi scemenza in preda a quello stato d'ira, potendo anche farsi potenzialmente molto male, le andò dietro.

Era molto più veloce di lei, perciò pararlesi davanti fu un gioco da ragazzi.

Kin si bloccò all'istante, digrignando i denti e con gli occhi spalancati dall'ira. «Lasciami passare, papà.»

Tentò di superarlo ma lui le bloccò la strada con un braccio, continuando a guardarla serio.

Il corpo della ragazza iniziò ad essere scosso dai brividi, mentre dal cielo iniziavano a scendere le prime gocce di pioggia. «Lasciami passare ho detto.»

«Mi sembra chiaro che la mia risposta sia no.» Disse lui con tono fermo, guardandola dritta negli occhi. Lei sostenne lo sguardo, poi un'ondata d'ira le mosse il corpo senza che se ne rendesse davvero conto.

«Devi lasciarmi andare!» Urlò Kin, dando un pugno al sayan in pieno volto. Questi lo parò con la mano senza alcun problema, continuando a guardarla severo. «Calmati Kin, sei fuori di te non te ne rendi conto?»

La ragazza non rispose e provò a dargli una ginocchiata all'addome ma il genitore parò anche questo colpo senza battere ciglio, bloccandogli la gamba con l'altra mano.

«Adesso basta Kin, prima che sia io a doverti far calmare.»

Lei lo fissò negli occhi seri con i suoi lucidi e colmi di rabbia.

«Adesso scendiamo a terra e tu ti calmi, sono stato chiaro?» Continuò l'uomo, con una voce che non ammetteva prediche.

«Lasciami andare papà! Io ti...» Abbassò la testa, scuotendola un paio di volte nel tentativo di trattenersi, ma non ce la fece e gli gridò contro, con tutta la voce che aveva: «Ti odio!»

L’urlo fu dotato di talmente tanta voce che le ultime sillabe scontrarono contro le pareti rocciose dei monti che circondavano la vallata, per poi tornare indietro più volte sotto forma di eco.

Goku non cambiò espressione. Sapeva che non fosse sua figlia a parlare, ma la rabbia che provava in quel momento.

In seguito a qualche secondo, dopo che il corpo della ragazza si era ormai arreso al pianto, lasciò la presa sul suo pugno e il suo ginocchio, per stringerla in un abbraccio, alzandola quei pochi centimetri per permettergli di portare le proprie labbra al suo orecchio.

Con il mento che le sfiorava appena la spalla, mentre le accarezzava teneramente i capelli, le sussurrò dolce all'orecchio: «Io invece ti voglio un bene nell'anima.»

Kin si stava stringendo il labbro inferiore tra i denti con quanta più forza avesse, per tentare di fermare il pianto, nel tentativo di far arrestare le lacrime miste a pioggia che le bagnavano il volto.

«E so che tu non mi odi.» Disse tranquillo Goku, rafforzando istintivamente la presa, facendola sfogare sulla propria spalla.

Kin non aveva nemmeno la forza di restare alzata in cielo, perciò si lasciò completamente al padre che la riportò a terra lentamente, continuando a stringerla tra le sue forti braccia e sussurrandole all'orecchio che sarebbe andato tutto bene.

Goten arrivò a casa Brief e dopo aver chiesto a Bra dove fossero Trunks e Kin, si diresse verso la Gravity Room.

Voleva sgranchirsi un po' con l'amico e la sorella, nonché fare la fusione con lui per essere certo che andasse tutto bene, grazie all'unione delle loro menti. Ormai, si era addirittura abituato a venire a conoscenza di tutto sui due piccioncini, anche se Trunks riusciva a controllarsi davvero bene, sapendo alla perfezione dove fermare i propri ricordi e di questo il Son gli era molto grato.

Entrò nella Gravity Room e si sorprese di vedere l'amico trasformato combattere contro il padre. Sempre sulla soglia, i due super sayan si voltarono verso di lui e Goten chiese perplesso: «Dov'è Kin?»

Uno sguardo dell'amico di fronte a lui, che gli stava dando la schiena, gli bastò per capire che aveva bisogno del suo aiuto. Entrò quindi nella stanza, trasformandosi in super sayan e attaccando di slancio Vegeta con un pugno.

L'adulto parò il colpo e per un pelo riuscì a parare anche quello del figlio, il quale aveva mirato al suo addome.

Con un po' più di fatica rispetto a prima, riuscì a reggere il confronto con entrambi i ragazzi senza dover incassare troppi colpi.

Ad un certo punto però, i due lo attaccarono in contemporanea con dei pugni, che riuscì a bloccare, ma che gli impedirono di pararsi delle ginocchiate che gli colpirono l'addome subito dopo e lo fecero andare a sbattere contro la parete della stanza. Era incredibile come quei due riuscissero a combattere assieme anche da divisi.

Goten e Trunks si scambiarono uno sguardo d'intesa e con una velocità impressionante si unirono, per dar vita a Gotenks. Il risultato della fusione, senza alcuna esitazione, si trasformò in super sayan di terzo livello e partì all'attacco contro il Principe.

Quando cessò di piovere, Kin aveva smesso di piangere e se ne stava accoccolata al petto del padre con il suo braccio che le circondava protettivo le spalle, come non faceva da tempo.

Era piacevole quella posizione. Era piacevole il calore che il sayan riusciva sempre a trasmetterle e lei era conscia che quel senso di protezione così gradevole non sarebbe riuscita a provarlo mai con nessun'altro, nemmeno con Trunks.

Lo sguardo di Kin venne catturato da un nido di uccellini poco lontano da lei: i piccoli stavano pigolando in attesa di cibo, stretti l'uno all'altro, tutti gonfi come piccole palline colorate di piume per via della pioggia appena caduta che li aveva probabilmente infreddoliti. Erano semplicemente dolcissimi.

Dopo qualche secondo i loro genitori riapparvero insieme e i tre piccoli poterono finalmente placare la loro fame.

Kin non seppe spiegarsi il perché, ma quando vide arrivare i due uccellini, uno chiaro e l'altro nero, le venne in mente Trunks e l'idea che un giorno forse anche loro due avrebbero avuto dei piccoli da accudire.

Non aveva mai pensato ad un futuro con il ragazzo, in quei mesi aveva sempre vissuto la storia con lui giorno per giorno, conscia che alla loro età le separazioni erano quasi la regola, ma qualcosa alla vista di quelle creaturine le fece scattare questo strano pensiero, lasciando che un sorriso di speranza le illuminasse il volto.

«Sai, mi è venuta un'idea.» La voce del padre la fece destare dal suo sogno ad occhi aperti. Si voltò verso di lui e vide che gli stava mostrando il suo sorriso unico. «Cioè?» Chiese curiosa.

«Eh eh... Ti insegnerò una tecnica fantastica, che non conosce nessun'altro. E sono certo che dopo che l'avrai imparata ad usare non ti importerà più nulla della trasformazione.»

Kin lo guardò interrogativa. Non aveva idea di quale fosse la tecnica in questione, ma la sua presentazione l'aveva entusiasmata, anche se era certa che niente le avrebbe potuto far togliere dalla mente il desiderio di diventare super sayan.

«E cioè? Avanti papà, spara! Di che tecnica parli?» Lo esortò, curiosa come non mai.

Lui sorrise un istante, poi si fece terribilmente serio. «Mi devi giurare che non la insegnerai mai e poi mai a nessuno. Qualsiasi cosa accada. E la userai solo ed esclusivamente quando non avrai altra possibilità e un fisico allenato.»

Lei, senza pensarci due secondi, annuì.

«Sono serissimo, Kin. È importante.» Il sayan avvicinò il suo volto a quello della figlia, porgendole la mano. «Mai a nessuno. E solo quando ne avrai realmente bisogno.» Disse serio, scandendo bene le parole.

Quel preludio mise addosso un po' d'inquietudine alla ragazza, ma la eccitò anche in modo smisurato. Rifletté bene qualche secondo, poi strinse la mano del padre con fare sicuro, mentre lo guardava dritto negli occhi e diceva sollenemente: «Te lo giuro.»

Goku sorrise fiero, si alzò e cominciò a camminare. Lei lo imitò, trotterellandogli accanto e guardandolo con la curiosità che la stava divorando. «Allora? Qual'è la mossa in questione? Dai papà, non tenermi ancora sulle spine!»

Lui si portò i pollici alla fascia in vita, senza guardarla e rispose con un sorriso serio: «Il teletrasporto.»

Kin si paralizzò. «Dici... Dici sul serio, papà?» Chiese con un soffio.

Non avrebbe mai pensato che il padre potesse insegnare proprio a lei, anzi, che potesse insegnare a chiunque sulla faccia della Terra e non, la tecnica del teletrasporto.

Quando da bambini lei e Goten avevano tentato a estorcergli qualche informazione per poterla imparare, lui aveva sempre fatto finta di non sentire. Avevano provato letteralmente in tutti i modi, tentando anche di corromperlo con il cibo, finché alla fine non si erano arresi, mettendosi il cuore in pace.

Ed ora lui, le aveva proposto di insegnargliela di sua totale e spontanea iniziativa. Ancora non riusciva a crederci. Di colpo le attraversarono la mente tutti i modi in cui avrebbe potuto sfruttare la trasmissione istantanea nei combattimenti e sentì le endorfine percorrerle tutto il corpo ad una velocità inaudita.

Non era mai stata così felice in vita sua.

Goku si fermò e le fece cenno con la testa di continuare a seguirlo: «Sempre che tu voglia davvero imparare il teletrasporto.» Lei non se lo fece ripetere due volte e in un istante fu nuovamente al suo fianco, con un sorriso che le attraversava il volto da parte a parte.

Dopo un arduo scontro, Vegeta venne stordito da un colpo del super sayan di terzo livello, lasciandolo così libero di lasciare la stanza.

Dopo essersi allontanato in fretta dalla Gravity Room, Gotenks tornò normale, individuò la sorella del Son e volò verso di lei.

Durante il tragitto, il tempo della fusione terminò e i due si separarono.

«Ehi Trunks, datti una calmata.» Disse Goten in un sorriso. Aveva appreso ciò che era accaduto durante la fusione e comprendeva lo stato d’animo dell’amico, ma entrambi avevano riconosciuto l'aura di Goku insieme a quella di Kin, perciò lui sapeva che potevano star tranquilli.

Trunks scosse la testa. «Non ci riesco... Nemmeno se so che vostro padre è lì con lei… Se solo penso che è stato quell'idiota di mio padre a dirle tutto, mi...»

«Ehi, ascoltami.» Lo interruppe Goten. «Ad essere sinceri, anch'io sono stato sul punto di rivelarle tutto un paio di volte, ma siamo sempre stati interrotti. Comunque credo che tuo padre abbia avuto ragione a fare ciò che ha fatto.» Gli rivelò il Son, guadagnandosi lo sguardo allibito dell'amico.

«Ma stai scherzando!» Gli gridò contro. Lui lo fissò negli occhi azzurri e rispose tranquillo: «No, sto dicendo il vero. Secondo me abbiamo sbagliato a non dirglielo sin da subito. Magari questo caos si sarebbe potuto evitare, come si sarebbe potuto evitare anche il tagliarle la coda e il casino che si è creato tra noi tre all'inizio della vostra storia d'amore.»

Puntò il proprio sguardo avanti a sé, continuando a parlare serio. «Credo che dovremmo imparare a parlare di più, almeno tra noi di famiglia e smetterla di trattare Kin come una bambina. Non lo è più e continuando di questo passo, penso che stiamo facendo l’opposto che proteggerla.»

Trunks abbassò lo sguardo per qualche secondo, riflettendo su ciò che gli aveva detto l'amico. In effetti, non aveva tutti i torti. Rialzò gli occhi in avanti e si trasformò in super sayan, così come anche Goten e aumentarono la velocità per dirigersi verso Kin, preoccupati perché l'aura della ragazza stava svanendo.

«Bene, per prima cosa, devi riuscire a liberare la tua mente.» Disse Goku, seduto di fronte alla figlia. Lei annuì e incrociò le gambe, unì le mani, chinò leggermente la testa in avanti e chiuse gli occhi, per fare ciò che gli aveva detto il padre.

Dopo pochi secondi, Goku la riprese con un sorriso divertito: «Kin...» La ragazza aprì un occhio.

«Tu non stai liberando la mente, stai semplicemente non pensando...» Aggiunse lui con un sorriso, ricordandosi che da bambino aveva avuto la stessa difficoltà quando si era allenato al Palazzo del Supremo con Popo.

«E come dovrei fare allora, scusa?» Disse lei, aprendo anche l'altro occhio e guardandolo con espressione arresa. «Sicuro non ci sia un altro modo per imparare il teletrasporto, papà?» Gli chiese.

Lui la guardò dolcemente. E sì, era proprio come lui, stesse difficoltà.

«Ma davvero tu lo hai imparato così?» Chiese ancora perplessa, riportando al presente la mente paterna. Goku la guardò interrogativo, allorché lei si spiegò meglio: «Non ti ci vedo proprio a fare tutto questo sforzo mentale per imparare una tecnica, sei più uno da sforzi fisici, come me..»

Goku sorrise. Si alzò e le andò di fianco, per poi poggiarle una mano sulla spalla e guardarla dritta negli occhi neri: «Sì, ho dovuto faticare parecchio. Ma sapevo che questa tecnica mi sarebbe stata utilissima in svariate occasioni e che l'avrei potuta utilizzare anche per salvare il mio Pianeta e le persone a cui voglio bene, perciò mi sono impegnato e l'ho imparata.»

«E te l'hanno insegnata come ora tu la stai insegnando a me?» Gli chiese lei, non distogliendo lo sguardo dal padre e vedendolo annuire. «Il teletrasporto è una tecnica mentale, molto più che fisica. Chiunque potrebbe impararla, se riesce a percepire le auree.»

Kin abbassò lo sguardo, un poco arresa. Non è che lei fosse granché a percepire le presenze.

Fu risollevata un poco dal tono rassicurante che il sayan adottò per darle il nuovo compito: «Riduci al minimo la tua aura.»

Lei lo guardò interrogativa. Goku le sorrise in quel suo modo unico, per chiederle poi: «Ti fidi di me, principessa?»

Kin sorrise, ritrovato lo spirito giusto, annuì e fece come gli aveva detto.

«La prima cosa che dobbiamo fare, è riuscire a farti avere un perfetto controllo sulle auree, in primo piano la tua.» Le rivelò il padre, prima di iniziare ad ordinarle di far salire e scendere l'aura ai livelli più disparati, in modo da capire quanto sapesse controllarsi. Fu piacevolmente sorpreso nel realizzare che era davvero in gamba nel controllare il proprio ki.

«Mi ha insegnato Trunks...» Ammise lei, facendo una piccola linguaccia in modo colpevole. Goku si lasciò scappare una risata e le scarruffò leggermente i capelli, prima di proseguire con la lezione. «Bene, adesso, vediamo come te la cavi a distinguere i vari livelli.»

Detto questo, abbassò la propria aura e le chiese di digli il livello preciso a cui si trovava in quel momento.

Notò che stavolta la ragazza si trovava più in difficoltà: sapeva che era più basso del normale ma non era in grado di dirgli a quanto fosse.

«Mmm... Questo potrebbe essere un problema... Il teletrasporto si basa sul sapere percepire le auree altrui e introppolarle nella propria mente, in modo da arrivare in quel luogo in un istante. La presenza sulla quale ci si concentra diviene una specie di ancora... Perciò bisogna avere perfetta padronanza di quest'abilità.» Gli disse, portandosi una mano al mento e guardando verso il cielo per pensare al modo migliore di allenare la figlia.

Kin percepì le auree di Goten e Trunks avvicinarsi ed un sorriso le prese il possesso del volto. «So io come posso migliorare.» Si alzò in piedi e prese quota, per farsi meglio vedere dai due, i quali sarebbero arrivati da un momento all’altro.

Goku la seguì in cielo perplesso e curioso di sapere cosa si fosse inventata la figlia.

Quando le fu accanto, lei gli spiegò la propria idea: «Trunks e Goten sono bravi a misurare le auree, quasi quanto te. Con più sayan che riescono a controllare la propria, posso allenarmi in modo più veloce, ne sono certa.»

«Sicura di non fare poi confusione tra le auree di tutti e tre?» Chiese un po' preoccupato dalla base di quell'idea.

«Ti fidi di me, papà?» Gli chiese con un sorriso, puntando i propri occhi neri furbi in quelli di lui. Goku sorrise e annuì.

Stava per dirle qualcosa, ma lei lo precedette, come leggendogli nel pensiero. «Tranquillo, non dirò loro nulla del teletrasporto. Sarà semplicemente un nuovo allenamento per diventare più forte.» Disse con un sorriso, prima di prendere la fascia che l'uomo portava in vita.

La indossò come benda, poi sorrise al genitore e gli disse con tono euforico: «Così non potrò vedere e sarà più semplice concentrarmi solo sulle auree.»

«Davvero un’ottima idea, principessa.» Gli disse orgoglioso lui e, dato che non poteva vederlo e scansarsi, le si avvicinò dandole un piccolo bacio sulla punta del naso.

Kin fece la sua solita smorfia che lui amava tanto, prima di passarsi la mano sul volto e borbottare: «Non vedo l'ora di riuscire a padroneggiare il teletrasporto, così non sarò più costretta a questo...»

 




Se lasciate una recensione con i vostri pensieri non potete che farmi piacere :) Se notate degli errori o avete dei consigli, non esitate a farmelo sapere; voglio davvero migliorare il mio modo di scrivere e ve ne sarei davvero grata se mi aiutaste ^^ 
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: Elsira