Storie originali > Horror
Segui la storia  |       
Autore: FrenzIsInfected    08/11/2015    4 recensioni
Daveigh Carroll è una giovane giornalista di Spokane(WA), ed Ellen Clark una sua collega fotoreporter. Insieme, indagano sulle vicende che dagli anni '80 sconvolgono la tranquilla città di Farmington(WA). Sembra che in una villa abbandonata
fuori paese immersa tra gli alberi, Villa Floyd, siano scomparsi giovani di tutte le età. Le due chiamano come rinforzo
Kristen Rollins(giornalista e horror blogger), Daniel Reed e Aaron Turner(appassionati di paranormale) e Nathan Wilson, nerd amico di Daveigh. Cosa cela quella villa a Farmington?
Genere: Horror, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La spedizione arrivò un quarto d'ora dopo a pochi metri da Villa Floyd. Il sole era calato, e le stelle cominciavano a riempire il cielo di piccoli puntini luminosi. Il maniero, di notte, sembrava davvero la classica casa abbandonata dei film horror. Daveigh poteva immaginarsi benissimo che presto la loro visita alla villa dove dominava incontrastata Chloe Morrell si sarebbe trasformata in tragedia; ma la fame di sapere e la curiosità, talvolta, accecano le menti più limpide.
- Ci siamo, gente. Siamo a Villa Floyd. - annunciò la giornalista di Spokane.
- Comincio a non sentire più il calore del mio sangue. - borbottò Aaron.
- In effetti, di notte fa il suo schifoso effetto. - imprecò Ellen.
- Silenzio. Limitate al minimo i rumori. - ordinò Daniel. - Non sappiamo dove sia Chloe e quali siano le sue intenzioni. - .
- Ci farà fuori tutti, eccole le sue intenzioni! - disse Turner.
Kristen allungò uno schiaffo al ragazzo.
- Calmati, cazzo! - sbottò. - Sii professionale! Sei o non sei un ghost hunter? - .
Aaron ammutolì.
- Toh, che sberla! - commentò Ellen sottovoce.
- Dai, ragazze, abbiamo intenti pacifici, non ci farà del male se glielo diciamo. - disse Daveigh.
- Chiunque sia venuto in questa zona a quest'ora è morto, Dave. Lo sai benissimo. - le ricordò Kristen.
- Beh, ormai ci siamo, tanto vale provare a risolvere l'enigma. - si rassegnò Ellen.
- Ellen ha ragione. Ora però dobbiamo cercare un entrata. - disse Daniel.
- Quella principale è chiusa. - fece notare Daveigh.
- Ok, allora perlustriamo il perimetro e... - .
Il portone si aprì.
Il gruppo fece un balzo indietro.
- Daniel! Cosa rilevano le tue apparecchiature? - domandò Kristen, spaventata.
- Nessun segno di vita, a parte i nostri. - rispose il ragazzo.
- Allora chi cazzo ha aperto il portone? - urlò.
Stavolta fu il ghost hunter ad allungare un ceffone alla giornalista di Colfax.
- Che cazzo urli? Non vedi che si è alzato il vento? - .
In effetti era proprio così. All'improvviso, si era alzata una folata d'aria gelida, che aveva mosso i rami degli alberi e le persiane della villa.
- Non penso che una folata di vento sia riuscita ad aprire un portone del genere. - obiettò Ellen.
- Che importa? Muoviamoci, piuttosto. Prima finiamo questo lavoro, meglio è. - disse Aaron, entrando nella villa.
- Non ha tutti i torti. - fece Daveigh, emulandolo.
Daniel seguì le sue orme.
- Prima tu. - disse Ellen.
- Non ti preocc... - .
E la fotoreporter spinse dentro la giornalista di Colfax.
Tutto il gruppo era ora dentro.
Tra il rumore delle foglie spinte dal vento, riecheggiò una risatina.
 

Un silenzio spettrale regnava dentro Villa Floyd. Il rumore dei passi della spedizione rompeva appena quella quiete innaturale.
- I Floyd hanno pensato in grande. - commentò Ellen, puntando le torce sui pochi affreschi che persistevano nel soffitto.
L'atrio era immenso: più di un camino era posizionato ai lati della scalinata centrale che conduceva ai piani superiori. Divani, tavoli, persino un pianoforte, giacevano distrutti a terra.
- La gente non ha proprio un cazzo di meglio da fare. - fece Daniel, oltrepassando un tavolino frantumato.
- Andiamo direttamente di sopra? - chiese Daveigh.
- I satanisti svolgevano le loro riunioni nella sala da pranzo, al primo piano. Al secondo troveremo la sala dei sacrifici, nella parte settentrionale della casa. Infine, nella mansarda si trova la tavola ouija con la quale hanno risvegliato Chloe. - informò Kristen.
- Come lo sai? - domandò la giornalista di Spokane.
- Tempo fa, un mio collega intervistò un uomo che partecipò all'assalto della villa. Ci disse dov'erano i posti in cui gli"Angeli di Lucifero" avevano compiuto le loro malefatte. - .
Percorsa la rampa di scale, il quintetto si ritrovò dinanzi a un corridoio, culminante con una scala a chiocciola, circondata da un camminamento quadrato. Aggirata la scala, entrarono nella stanza centrale.
- Oh mio Dio. - .
Drappi neri con pentacoli tappezzavano la sala da pranzo. Croci capovolte disegnate a mano con sangue lordavano le pareti bianche della stanza.
Ma il particolare più agghiacciante era alla fine della stanza: Un muro interamente sporco di sangue, ai cui piedi vi erano un tavolo coperto con un panno sporco di sangue. Il tocco finale stava però nello slogan in cima alla parete.
 
Principe degli omicidi, investi i tuoi angeli.
 
- Quale mente umana sarebbe talmente malata da scrivere una cosa del genere? - si chiese Ellen.
- Aaron, stai registrando? - Chiese Daniel.
- Certo. È tutto archiviato. - .
- Andiamo di sopra. - .
La stanza dei sacrifici non era troppo diversa da quella delle sedute. Slogan satanisti ricoprivano i muri, con un ennesimo drappo nero con il pentacolo al centro di esso.
- Chloe non si è ancora fatta vedere. - fece notare Daveigh.
- Meglio così. - tagliò corto Ellen.
- Hai paura? - .
- Che domande sono? Come vuoi che ti senta in una villa usata da dei satanisti come luogo per compiere sacrifici umani? - .
- Silenzio. - ordinò Daniel.
- Che c'è, Daniel? - domandò Kristen.
Per qualche secondo ci fu silenzio, poi il ragazzo parlò.
- Per qualche secondo ho rivelato una presenza...ma flebile. Ora è scomparsa. - .
- Un animale? - fece Kristen speranzosa.
- Forse. - .
- Muoviamoci comunque. Non vorrei fosse la nostra amichetta. - esortò Ellen.


Il gruppo tornò nella scala a chiocciola, percorrendo la rampa di scale fino alla scala di legno che collegava alla mansarda.
Salirono, e, in bella vista, vi era la tavola ouija.
- Bene, vogliamo giocare un po'? - domandò la fotoreporter sarcastica.
Daveigh e Kristen la guardarono male.
- E quindi è qui che Chloe è stata liberata. - osservò Daniel.
- Non hanno liberato Chloe. Hanno liberato il male. - corresse Aaron.
Ellen andò davanti alla tavola, e prese la placchetta usata per indicare le lettere nella tavola.
- Non toccarla! - urlò Kristen.
La fotoreporter la lasciò, e l'oggetto finì su "Salve".
Per un momento non si sentì nulla.
Poi, un tamburo.
Bum.
- Che succede? - chiese Daveigh.
Bum.
- Kristen, che significa? - .
Bum.
- I tamburi... - disse la giornalista di Colfax.
BUM!
- Andiamocene. - ordinò Daniel.
La placca cominciò a muoversi.
- Guardate! - esclamò la fotografa.
La placca si spostò fino a comporre un saluto.
Ciao, Ellen Clark.
- Oddio! - esclamò.
- Il rilevatore! - Indicò Daveigh.
E ciao anche a voi, Kristen Rollins, Daniel Reed, Aaron Turner e Daveigh Carroll.
- C'è qualcosa sopra di noi! - disse Daniel.
Non sapete che è maleducazione disturbare i morti?
Il gruppo stava cadendo nel panico, mentre Ellen continuava a pronunciare i messaggi composti dalla placchetta della tavola Ouija.
La vostra fine...
- Andiamo via! - .
...comincia...
- È sempre più vicina! - .
...ora!
Dong.
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Horror / Vai alla pagina dell'autore: FrenzIsInfected