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Autore: Clairy93    08/11/2015    5 recensioni
Si sa, il successo dà alla testa.
Per non lasciarsi ingannare dalla seducente e pericolosa luce della fama, il Detective Sara Carter dovrà ben ponderare le sue mosse per risolvere un caso di omicidio nel quale capire chi recita e chi no sarà indispensabile.
Sara è giovane, ma è intraprendente e sicura di sé.
Forse fin troppo.
Aggrapparsi alle proprie certezze può rivelarsi controproducente. Soprattutto quando dietro l'angolo, è appostato un affascinante attore inglese, pronto a smentirle.
Genere: Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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So close yet so far
- Essere davvero vicini a raggiungere un obiettivo


Può sembrare folle, ma questa volta sono stata io a chiedere a Ben di vederci.
In seguito all’interrogatorio con Jack Barnes, ho inviato un messaggio a Ben (ad essere sincera, l’ho anche chiamato due volte: la prima non ha risposto, e la seconda sono quasi certa che quel fetente abbia respinto la telefonata!) proponendogli di incontrarci il giorno seguente, per parlare.
Riconosco che dopo la nostra accesa discussione di ieri mattina mi sono sentita leggermente in colpa.
Ho esagerato, me ne rendo conto.
E vorrei poter sistemare le cose tra noi in modo pacifico, magari evitando scenate d’isteria e stragi di sangue nel tentativo.
Ci siamo accordati per un caffè in un bar poco lontano dall’agenzia investigativa.
Tuttavia quando raggiungo la destinazione, di Ben non vedo neanche l’ombra.
Partiamo già molto male.
Decido comunque di sedermi ad un tavolino all’aperto.
Picchietto irrequieta le dita sulla superficie mentre le probabilità che Ben abbia cambiato idea e non si presenti accrescono ad ogni minuto.
“Signorina, mi scusi.”
Un cameriere alto e smilzo si avvicina con aria timorosa.
“E’ qui da dieci minuti ormai. Se non ordina qualcosa, sono costretto a chiederle di andare via.”
Accavallo le gambe e mi appoggio allo schienale, lanciandogli uno sguardo di sfida.
“Mh. Io non credo proprio.”
Il ragazzo gonfia subito il petto, indispettito ed offeso.
Ma non ho voglia di sorbirmi le sue lamentale, così decido di farmi portare un caffè macchiato.
Poco dopo l’arrivo della mia ordinazione, compresa un’occhiataccia da parte del cameriere mingherlino di poco fa, finalmente intravedo Barnes sopraggiungere.
Si passa una mano tra i capelli per infilarla svelto nella tasca del giubbotto.
“Non potevamo stare dentro?!” domanda, sedendosi di fronte a me e fregando le mani arrossate per il freddo “Si gela qui fuori!”
“Sei in ritardo.” gli faccio notare, ignorando il suo dissenso.
Ben m’incenerisce con lo sguardo.
“Non farmi rimpiangere di essere venuto.”
“Oh! Come sei acido!” esclamo, accostando la tazza fumante alle labbra “Perché non prendi una cioccolata con dose extra di zucchero? Così ti addolcisci un po’.”
Lui ostenta una risata finta.
“Da quando sei così spiritosa?”
“Ma io sono spiritosa!” lo correggo, boriosa “Solo non ti ho mai rivelato questo lato di me. Non posso certo scoprire subito le mie carte, ti pare?”
“Appena hai finito questa sceneggiata, puoi spiegarmi perché mi hai fatto venire qui?”
Incrocio le braccia al petto, stupita che non ci sia ancora arrivato.
“Credevo volessi ringraziarmi.”
“Ringraziarti?” ripete lui, strabuzzando gli occhi “E per cosa?”
“Per quello che ho fatto per tuo fratello, ovvio!”
Ben aggrotta le sopracciglia.
“E cosa avresti fatto?”
“L’ho lasciato andare! In più ho fatto delle scoperte piuttosto curiose...” m’interrompo, impegnata a raccogliere con il cucchiaino lo zucchero rimasto sul fondo della tazzina “Sapevi che Jack frequentava la tua ex?”
“Sì, me ne ha parlato.” risponde Barnes, lapidario.
“Non ha dell’incredibile tutto ciò?” lo stuzzico “Prima Hoult, poi tu e infine tuo fratello! Mi chiedo cosa mai avesse questa Seyfried per essere riuscita ad imbambolarvi tutti.”
“Sara, parliamoci chiaro. Se questa vuole essere una sorta di…presa per il culo, io toglierei volentieri il disturbo.”
Ben fa per alzarsi ma lo blocco decisa per un polso.
“Andiamo, Barnes! Ti stavo prendendo in giro!”
“Non fa ridere, Sara.”
Capisco di aver iniziato subito con il piede sbagliato.
Volevo sembrare più spontanea, tuttavia penso di essere apparsa solo una grande stronza insensibile.
Tanto per cambiare.
“Volevo solo smorzare la tensione.” mi giustifico, dispiaciuta.
Lui accetta le mie scuse, ma dalla tensione che colgo nella sua mascella è evidente che non veda l’ora di tagliare la corda.
“Jack è innocente, Ben.” gli rivelo “Non compaiono le sue impronte sull’arma del delitto e le telecamere confermano che lui se n’era già andato quando Amanda è stata uccisa. Potete stare tranquilli adesso.”
“Questo non sarà possibile.” ribatte lui “Ci avete rovinato la vita.”
So di aver detto di voler sistemare la questione in modo “pacifico”, ma alla sua sferzante accusa sono invasa da un’ondata di rabbia.
“Non è certo colpa mia se stavate insieme ad una drogata che aveva mezzo mondo con un buon motivo per farla fuori!”
“Se voi aveste eseguito le indagini con più attenzione, sarebbe
subito apparso che Jack ed io non avevamo niente a che fare con tutto questo. Invece tu e i tuoi amici vi siete divertiti a gettarci fango addosso! Mia madre si è anche sentita male…”
La voce di Ben, sempre così vivace e cristallina, si spezza per piombare in un greve silenzio.
“Mi dispiace.” dico piano “Spero non sia nulla di grave.”
“No, per fortuna. E’ stato solo un mancamento. Ma tutta questa situazione non le fa bene!” insiste Barnes, rincarando la dose “Comunque andrà a finire, noi resteremo sotto il mirino! Io soltanto dovevo essere coinvolto, invece tu hai trascinato in questo inferno le persone che amo di più. La mia famiglia!”
“Mi dispiace molto per tua madre, ok? Veramente. Ma questo è il mio lavoro! Cosa ti aspettavi? Sei stato una delle persone più vicine alla vittima, potevi immaginare che saresti stato chiamato in causa! E Jack! Come potevo lontanamente sospettare che anche lui avesse avuto una relazione con Amanda?!”
“Tu proprio non ci arrivi.” Barnes scuote il capo, esibendo un ghigno arrogante “So benissimo che saremmo stati coinvolti. Credi non fossi consapevole che accompagnandoti a Brighton e partecipando alle indagini mi sarei posto in una posizione ancora più delicata? Il problema sei tu, Sara! Ma non te ne rendi conto.”
Sbatto un pugno sul tavolino.
“Cosa diavolo stai dicendo?!”
“Tu mi piaci, Sara!”
L’affermazione di Ben m’investe come un treno in corsa.
Tuttavia non ho nemmeno un secondo per metabolizzare poiché il suo fiume di parole riprende ad avventarsi con violenza su di me.
“Ma, diamine, sei così insensibile! Pensi solo a te stessa e alla tua maledetta carriera! Non compi il minimo sforzo per tentare di capire le persone! Calpesti i loro sentimenti senza renderti conto che non siamo tutti dei pezzi di ghiaccio come te!”

Ci scrutiamo furtivi per quelli che sembrano i quindici secondi più lunghi e sofferti della mia vita.
“Dove vuoi arrivare, Ben?”
“Ho capito il motivo per cui hai voluto vedermi oggi.” dichiara lui, risoluto “Anche se non lo ammetterai mai a te stessa, in fondo non è stato poi così male trascorrere del tempo insieme. E, magari, speravi che questo incontro fosse un’occasione per riavvicinarci.”
Vorrei replicare ma, ancora una volta, non me ne dà l’opportunità.
“Adesso mi è chiaro perché l’eventualità di frequentarci ti preoccupasse tanto. Non posso che essere d’accordo. Sarebbe pura follia.”
“Ora chiudi quella bocca e ascoltami bene!” sbotto io, troncando il patetico soliloquio in cui Barnes si è dilettato “Io non ho intenzione di diventare la tua ragazza o qualsiasi cosa quella tua testa malsana abbia partorito! Volevo solo informarti sull’andamento del caso e sulla situazione di tuo fratello. Ed io che speravo di farti una cortesia!”
“Non eri tenuta! Non mi hai sempre detto che ti è proibito condividere dettagli di un caso, detective?” chiede, con un pizzico d’impertinenza “Hai voluto aggiornarmi perché ti preoccupi per me!”

Colpita. E affondata.

Compio un inaudito sforzo nel mantenere fisso il mio sguardo su Ben e ignorare la sfumatura cremisi che presumibilmente le mie guance hanno assunto.
“Non fraintendermi!” si affretta ad aggiungere “Insomma, è bellissimo e ti ringrazio! Il problema è che tu non mi fai sentire a mio agio. Ti stimo profondamente, ma temo sempre il tuo giudizio ed è stressante. E data l’intera situazione, non posso permettermi di preoccuparmi anche di questo. Devo pensare alla mia famiglia.”
Barnes mi spiazza. Completamente.
Per la prima volta non so come rispondere.
Mi sento così frastornata che nel momento in cui mi pianta in asso, non trovo nemmeno la forza per trattenerlo.
In un abituale contesto gli correrei dietro e, con un potente calcio negli stinchi, lo trascinerei di peso sulla sedia.
Invece permetto a Ben di allontanarsi con quel passo svelto e quasi furtivo, come se avvertisse che i miei occhi lo stanno seguendo attenti in ogni suo più impercettibile movimento.
E mentre lui scompare tra la folla, mi consolo.
Perché almeno per una volta non sono stata io ad interpretare il ruolo della stronza.


Con passo pesante e la testa che pare un pallone aerostatico, entro nel laboratorio della scientifica.
“Sara!” mi accoglie Keira, impegnata ad analizzare quello che in lontananza assomiglia ad un fegato “Ti aspettavo!”
Posa con attenzione gli strumenti da lavoro e si leva la mascherina.
“Ehi! Qualcosa non va?” mi domanda, mentre si sfila i guanti impregnati di sangue.
“Non saprei…” farfuglio, reclinando il capo e incrociando il suo sguardo perplesso “Credo di non aver gestito nel migliore dei modi il caso Seyfried.”
“Non dire sciocchezze!” mi rimprovera Keira, scuotendo con vigore la folta chioma riccia.
“Dico sul serio! Ho l’impressione di non riuscire mai a raggiungere una svolta davvero significativa nelle indagini. E’ come se qualcosa m’impedisse di esaminare la faccenda con occhio oggettivo.”
Keira inarca il sopracciglio mentre un sorriso sagace affiora sulle sue labbra piene.
“Qualcosa, o qualcuno?”
Mi stringo nelle spalle.
“…Entrambe le cose.”
“Sara, lo ammetto. Non sei proprio un portento nel gestire i rapporti umani. Ma, ragazza mia, tu sei nata per questo lavoro! Hai la grinta giusta, il tuo intuito è da paura, sei in gamba! Non dovresti dubitare delle tue capacità né permettere a nessuno di convincerti del contrario.”
Persevero nel mio squallido silenzio, tanto per avvalorare l’opinione di Keira sulla mie pessime modalità relazionali.
“Cosa ne pensi se più tardi ci prendiamo qualcosa e facciamo una bella chiacchierata?” propone lei, con una nota di eccitazione nella voce che trovo un tantino inquietante “Ma prima, ho delle importanti novità sul caso di Amanda. Sono riuscita a ricostruire completamente la bottiglia di Dom Pérignon e posso confermarti con assoluta certezza la sola presenza delle impronte della vittima. Nessuna traccia di quelle di Jack… o di qualsiasi altro Barnes, grazie al cielo!”
Keira è chiaramente soddisfatta della sua spiritosa considerazione.
Io, beh, ne avrei fatto volentieri a meno.
Dopotutto è un dato che abbiamo già appurato, e in secondo luogo mi induce a ripensare alla quanto mai amabile conversazione avuta poco fa con Ben...
“In realtà c’è qualcosa di strano." riprende la mia collega "Manca un coccio della bottiglia.”
“E’ impossibile. Abbiamo raccolto ogni singolo pezzo.”
“Dubito sia un nostro errore, Sara. Piuttosto penso che qualcuno abbia voluto deliberatamente liberarsene…”
“Ma certo!” prorompo, trepidante “E’ facile ferirsi con le schegge di vetro. Se questo frammento scomparso si fosse macchiato del sangue dell’assassino, non poteva certo lasciarlo nella suite. Altrimenti saremo risaliti senza fatica alla sua identità.”
“E ho fatto un’ulteriore scoperta.” continua Keira, sfilando da una pila di fogli un fascicolo “Queste sono le analisi svolte sulla misteriosa macchia rosata presente sulla guancia di Amanda.”
Mi avvento sulla cartella.
“E’ sangue? Hai scoperto a chi appartiene?”
“E’ questo il punto. Non è sangue.” mi spiega “E’ rossetto. Precisamente un Christian Dior n° 758 Lys Rouge
L’immagine di due gambe mozzafiato e una borsetta Chanel mi attraversa, istantanea e folgorante.
Nel giro di un secondo mi fiondo verso l’uscita.
“E la nostra chiacchierata?” chiede Keira, mentre percorro frenetica le scale a due a due.
“Dobbiamo rimandare!” le grido di rimando “Mi aspetta una chiacchierata ben più urgente!”
Con Gabriella Wilde.



Angolino dell'Autrice:  Ciao mie nutelline a cucchiaiate!
Come state? Non so voi ma io AMO l'autunno! Le temperature che si abbassano, le foglie che cadono, le prime cioccolate calde...
Spero di addolcire il vostro inizio settimana con questo nuovo capitolo! E se vi va, fatemi sapere cosa ne pensate! Il vostro riscontro è molto importante!
Grazie per il costante affetto! Siete fantastici!
Ve amo 'na cifra!
Vostra Clairy
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