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Autore: Artefenis    09/11/2015    5 recensioni
Cerca una risposta in loro, del perché deve continuare a combattere, quando tutto quello che amava è stato spazzato via. Da troppo tempo il sapore della vita ha lasciato le sua labbra e il sapore della morte ne ha preso il posto. Da troppo tempo le sue orecchie non vengono deliziate dal suono di risa gioiose, che hanno lasciato il posto al suono di urla strazianti, che mai più l’abbandoneranno.
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dalle ceneri alle fiamme



 

E come la fenice rinasce dalle sue ceneri,
io rinasco dal mio dolore.

Artefenis



L’ultimo granello di terra si posa ai suoi piedi, l’ira del vento si placa ed il silenzio ritorna a possedere la radura. L’aria è pesante, carica di urla silenziose che vengono trasportate via, lontano dalle sue orecchie, ma non dal suo cuore.
I piedi confinano con la terra che lascia spazio ad un precipizio, nero e profondo, senza fine. Il suo respiro si fa spazio tra l’armatura pesante, argentea e brillante, come il più bello dei cristalli. Su di essa, le tracce rosse testimoniano la battaglia. Non sa quale sia il suo sangue e quale sia quello dei suoi nemici, ormai unito su quella superficie. Le braccia tremano, sotto i segni delle sue debolezze e della sua forza. Guarda davanti a sé, osservando l’infinità del cielo, la neutralità di quel paesaggio. Il sole veglia su di lei, e lontano sente il verso di un corvo, contento di poter saziare la sua fame.
Stringe la mano sull’elsa della sua spada, diventata ormai troppo pesante per lei. Abbassa di nuovo lo sguardo. Le basterebbe un passo e cadrebbe, in quell’abisso, ponendo fine ai sussurri che animano la sua mente. Al tormento che alberga dentro di lei ormai da troppo tempo.
Qualcosa, dal cuore di quel precipizio, inizia a muoversi, a prender vita con prepotenza. Un suono, cupo, mostruoso, grottesco, si espande sotto i suoi piedi, mentre il sole inizia a perdere la sua vitalità, coperto da nuvole nere.
E con un boato, una nube nera, emerge dal cuore della terra per materializzarsi davanti a lei. È nera, buia, come le notti senza luna. Nera, come le anime che non hanno mai trovato pace. Nera, come gli occhi contro cui ha combattuto. E da quel buio denso, degli occhi gialli prendono vita e la osservano, mentre un sorriso affilato la schernisce.
Si volta, guardandosi indietro. Le anime di chi ha combattuto con lei sono lì e la osservano. Silenziose presenze, che l’hanno accompagnata, salvata, distrutta. Li guarda, nei volti pallidi, negli occhi spenti, nei corpi inermi. Cerca una risposta in loro, del perché deve continuare a combattere, quando tutto quello che amava è stato spazzato via. Da troppo tempo il sapore della vita ha lasciato le sua labbra e il sapore della morte ne ha preso il posto. Da troppo tempo le sue orecchie non vengono deliziate dal suono di risa gioiose, che hanno lasciato il posto al suono di urla strazianti, che mai più l’abbandoneranno.
Ma loro la guardano.
Potrebbe compiere quel passo, e lasciare che il suo corpo venga inghiottito. Lasciare che quelle tenebre se ne impossessino, che l’avvolgano nel silenzio, denso e vuoto.
Il corvo ne sarebbe felice.
Ma loro la guardano, le trafiggono il cuore, la mente, la pelle.
La tenebra dagli occhi gialli, la chiama a sé, la vuole, la desidera, promettendole la sua fine.
Lei la guarda nei suoi occhi gialli, stringendo la spada nella sua mano.
Il vento ritorna a soffiare la sua ira, la terra le trama sotto i piedi e dal cielo un fascio di luce la irradia.
Quel corvo non sazierà la sua fame con la sua pelle.
Lentamente si libera della sua armatura, lasciandola cadere ai suoi piedi, rimanendo nuda, con la sola spada nella sua mano.
I lunghi capelli rossi raccolti in una treccia si animano, muovendosi si liberano da quelle onde perfette incastrate tra di loro. Si aprono, come fossero mille serpenti, fluttuano e danzano nell’aria. Il loro colore si intensifica, diventando sempre più accesso. I suoi occhi ardono, sotto lo sguardo del suo nemico. Il corpo le chiede di esplodere, la implora di sprigionare la sua forza. Fiamme si innalzano dalla sua pelle, avvolgendola, riscaldandola. Si nutrono di lei, del suo sangue, delle sue ossa. Alza la spada verso il cielo, urla e le lingue di fuoco si animano, sempre più alte e vive.
I volti dietro di lei sorridono, per poi svanire come cenere.
I suoi occhi rossi, in fiamme, incontrano quelli gialli delle tenebre.
Non lascerà che si impossessi di lei.
Compie quel passo e si getta nella gola di quelle tenebre, circondata dalle sue ali di fiamme.
   
 
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