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Autore: The_Lock    09/11/2015    2 recensioni
Sette amici decidono di passare un fine settimana lontano dalla civiltà. Sembra una storia horror qualsiasi, ma in realtà è un gioco interattivo: a fine di ogni capitolo si dovrà scegliere tra due o più opzioni, ognuna delle quali avrà delle conseguenze. Il primo a commentare ha il diritto di scegliere.
Genere: Horror, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'It's up to you!'
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23

 

DRUMMER ISLAND, ore 5:05

 

Trevor aprì l'occhio con uno scatto. La luce rosea dell'alba inondava la stanza con una rinnovata speranza di salvezza, ma il corpo dell'amico, ora pallido e freddo, gli ricordava quanto poco ci si metteva a morire, in quel luogo. Bastava un secondo, un attimo di distrazione, una scelta sbagliata e subito, nel giro di pochi istanti, la vita di una persona veniva spazzata via con la stessa facilità con cui ci si fumava una sigaretta. Il pensiero di Trevor volò ad i suoi amici, chissà che fine avevano fatto? E Brooke? Che fine aveva fatto la sua ragazza? Avrebbe sicuramente avuto tutte le risposte che cercava nell'arco di qualche minuto poiché, al momento dell'arrivo del traghetto, avrebbe di certo trovato gli altri superstiti, se di superstiti ce n'erano ancora.

Il moro si alzò, tutto anchilosato: si era addormentato vicino a Laurel; un attimo di debolezza ed il suo corpo e la sua mente avevano deciso che era il momento di addormentarsi per recuperare le forze, o forse era solo un gesto disperato di arresa totale alla volontà di estranei.

Quasi ci sperasse ancora, Trevor si avvicinò al corpo di Laurel e chiamò l'amico con un sussurro, scuotendolo leggermente. Era un brutto sogno quello che aveva avuto, dove Laurel veniva accoltellato a morte dal Dottor R? Sperava di sì, con tutte le sue forze, ma nonostante decise di chiamarlo una seconda volta, l'amico non rispondeva e rimaneva come addormentato su quel lettino d'ospedale. Che rabbia gli saliva, pensando a quella stupida morte. Non era una morte degna di Laurel, lui che aveva rischiato la vita per trovarlo e trovare Shannen, eppure eccolo lì, fermo ed inerme su un marcito letto d'ospedale.

Trevor prese un lenzuolo da un altro lettino e coprì completamente l'amico, baciandolo sulla fronte un'ultima volta, prima di uscire dalla stanza e chiudersi la porta dietro. Il moro camminò appoggiandosi alla parete fino al punto in cui si ricordava di aver ucciso il Dottor R, ma ecco che appena svoltava l'angolo il suo cuore fece una capriola e l'occhio si riempì di lacrime rabbiose.

Il corpo non c'era. Eppure il luogo doveva quasi sicuramente essere quello: vi erano ancora le macchie rosse del sangue di Laurel e bianche dell'estintore, e quest'ultimo giaceva in disuso vicino alla parete. Non aveva forse ucciso lui stesso il Dottor R? Ma sì, si ricordava di averlo riempito di schiuma fino a che essa non aveva iniziato ad uscire dagli altri orifizi... o forse qualcuno aveva spostato il cadavere? E, soprattutto, era il momento di perderci la testa? Tra meno di un'ora sarebbe arrivato il traghetto, sarebbero stati tutti al sicuro e il Dottor R sarebbe stato solo un brutto ricordo; no, non valeva la pena perdersi in inutili supposizioni. Eppure il Dottor R era un uomo pericoloso, aveva ucciso Laurel e aveva fatto lo stesso con chissà quanti altri ragazzi, e forse doveva semplicemente assicurarsi che l'uomo non aveva solamente finto la morte.

 

A) Trevor cerca il Dottor R
B) Trevor esce dall'ospedale

 

 

Oliver entrò per primo in camera. Il rosso si guardò attorno con molta attenzione poiché molto probabilmente la sua vita dipendeva dalla decisione appena presa di tornare dentro casa e barricarsi in un'altra stanza. Non sapeva perché aveva deciso di entrare lui per primo: Lana non glielo aveva chiesto, eppure questo lo esponeva maggiormente al pericolo di essere mangiato vivo, rispetto a chi stava dietro; ma se quella notte aveva imparato qualcosa era che la fortuna aiutava gli audaci e aveva rischiato di morire così tante volte che aveva perso il conto. Si sentiva un lottatore, ormai: uno di quelli che affronta a testa alta i maggiori pericoli della vita, e ormai nulla più lo spaventava. Era rimasto solo gran parte della notte, era sopravvissuto a Brooke, a tre attacchi delle creature e ora che mancava meno di un'ora all'arrivo del traghetto, sentiva una leggera euforia. Il rosso si sporse ul pianerottolo per individuare la camera migliore in cui nascondersi, ed insieme a Lana decisero di mettersi nella camera di Laurel e Shannen poiché era la più vicina. Camminarono in punta di piedi e chiusero la porta con delicatezza quasi fosse stata costruita di cristallo purissimo. Poi, i due posizionarono una gran quantità di mobili sia contro la porta che contro la finestra e si sedettero, infine, per terra, ansanti e stanchissimi.

“Ce l'abbiamo fatta, per adesso.” disse Lana, sorridendo e stendendosi vicino all'amico.

 

Shannen non riuscì a trovare miglior nascondiglio se non accucciarsi sotto la scrivania. La bionda si tappò la bocca con la mano per evitare di emettere qualsiasi suono e, mentre sentiva la porta aprirsi, una forte vibrazione negativa la permeò con violenza.

Tese l'orecchio potendo contare solo su quel senso, ma il battito cardiaco era talmente velocizzato che la ragazza riusciva a malapena a sentire il rumore dei passi della persona che era appena entrata. La sentì sputare, però, e bestemmiare con molta, molta rabbia.

“Stupidi ragazzini!” sbottò, sputando ancora. Quella voce! Fredda come l'acciaio e letale come l'arsenico! Shannen spalancò gli occhi: il Dottor R era appena entrato in quella stanza e le bestie avevano ripreso ad agitarsi come piccoli animali da circo, ansiosi di ricevere il premio finale.

“State buoni!” urlò, e subito tutte le creature si acquietarono, ma un profondo e silenzioso ringhio si diffuse per la stanza: potevano ubbidire all'uomo che le aveva rese tali, ma nessuna modifica del DNA poteva cancellare il vago senso di vendetta che le creature covavano nei confronti dell'uomo che le aveva strappate con violenza dalla loro quotidianità. Shannen sentì i passi dell'uomo avvicinarsi pericolosamente alla scrivania, e quando fu sul punto di mettersi a piangere per la disperazione, vide gli anfibi dell'uomo spuntare vicinissimi al tavolo. Sentì le mani del dottore rovistare tra i fascicoli sulla superficie del tavolo: Shannen si era dimenticata di rimetterli a posto e forse il Dottor R avrebbe capito che lì c'era passato qualcuno o, peggio, che lì c'era ancora qualcuno.

L'uomo sputò ancora, e Shannen vide atterrare una macchia di schiuma rosea mista a saliva. D'improvviso, una creatura iniziò a dimenarsi con talmente tanta foga che Shannen si irrigidì completamente: volevano smascherarla? L'uomo tornò sui suoi passi e si avvicinò alla creatura quel tanto che bastava per non farsi ghermire.

“Che c'è, Chloe?” domandò. La creatura prese a sbattere il capo contro le sbarre e con gli occhi cercava di indicare un punto preciso della stanza, mentre la lingua a penzoloni stillava gocce di saliva densa. Il cuore di Shannen fece un ulteriore balzo: che la creatura stesse indicando il punto in cui si era nascosta? Doveva far qualcosa, giocare d'anticipo per salvarsi prima che il Dottor R potesse stanarla e torturarla. Il suo unico vantaggio era l'effetto sorpresa, e Shannen doveva puntare solo su quello; allora la bionda sporse il capo oltre la scrivania per cercare di trovare una seconda via di fuga. Notò una porta a pochi metri dalla scrivania: non sapeva dove portava, non sapeva se aveva una chiave o un qualsiasi marchingegno per chiudere la serratura e assicurarsi che il Dottor R potesse effettivamente evitare di raggiungerla. Ma no, l'anta della porta sembrava parecchio resistente e, anche se ammaccata, aveva l'aria di esser fatta d'un materiale assai resistente.

“Al diavolo!” pensò Shannen, e la bionda scattò come un gatto. Shannen corse come un fulmine, non cadde, non scivolò, non perse tempo a guardarsi indietro e ci mise circa un paio di secondi per arrivare alla porta, chiudersela dietro e sentire le creature urlare ed il Dottor R cominciare a correre.

“SHANNEN! ESCI IMMEDIATAMENTE DI Lì!” urlò l'uomo, sbattendo i pugni contro la porta.

“Chi sei, mia madre?” domandò la bionda in un atto di irriverenza, ma questa mossa innervosì molto il Dottor R ed egli prese a batter pugni contro la porta metallica, facendola tremare. Shannen tirò fuori il cellulare e fece luce con il flash della fotocamera, e subito aggrottò la fronte, vedendo dove si era ficcata. Vi erano una decina di schermi che trasmettevano le riprese di posti al di fuori dell'ospedale: una telecamera inquadrava casa loro, un'altra un promontorio, un'altra ancora l'ingresso dell'ospedale. L'uomo aveva costruito una specie di reality show dove le persone morivano e lui poteva godersi lo spettacolo da una postazione comoda e sicura. Shannen abbassò lo sguardo e vide numerosi pulsanti. Vide quello che chiudeva la porta e lo schiacciò immediatamente, e subito tre aste di spesso metallo si appoggiarono contro le due porte: quella che conduceva alla caldaia e quella che conduceva alla sala di controllo.
“SHANNEN!” urlò l'uomo. Perché si agitava tanto, il Dottor R? Aveva paura di essere chiuso in stanza con le sue stesse creature? La bionda guardò ancora la consolle e vi trovò ben presto un grande tasto rosso simile a quello che aveva trovato nella sala delle operazioni, simile anche nella scritta che recitava “LIBERA”. Forse, premendolo, la ragazza avrebbe liberato tutte le bestie e loro avrebbero potuto banchettare sul corpo del Dottor R, o forse sarebbe successo altro, ma cosa poteva succedere di peggio?

C) Shannen preme il pulsante
D) Shannen non preme il pulsante


WO WO WO!
Mancano cinquantacinque minuti ed i ragazzi potranno finalmente tornare a casa, alle loro vite normalissime e alla sicurezza che solo la quotidianità potrà mai dare. Il paragrafo di Oliver e Lana potrete trovarlo insulso, poiché, in fin dei conti, insulso lo è, ma ho deciso solo di accennarvi il fatto che Connie91 ha scelto bene, ed i due sono salvi- per il momento. Invece, per quanto riguarda Trevor e Shannen avrei tanto da dirvi, ma mi limiterò ad augurarvi buona fortuna per le prossime decisioni.
Un abbraccio,
The_Lock

  
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