Serie TV > Dexter
Segui la storia  |       
Autore: Subsonica_EFP    09/11/2015    0 recensioni
"Adoro Halloween.
E' l'unico periodo dell'anno in cui tutti indossano una maschera, non solo io.
La gente trova divertente fingere di essere un mostro, io passo la vita a far credere di non esserlo.
Fratello, amico, fidanzato, tutte maschere che indosso ogni giorno.
Qualcuno mi definirebbe un impostore... Io preferisco considerarmi un maestro del travestimento."
[Dexter]
Questa, vorrebbe essere una raccolta introspettiva e non -in prima/terza persona- dei personaggi, nel corso della serie. Insomma una cosa: NOSENSE.
Genere: Angst, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Debra Morgan, Dexter Morgan, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Movieverse, Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
[pov. Dexter]



Hematologist; Friend; Brother; Boyfriend; Serial Killer .
.
Mi sveglio.

Come al solito lascio la finestra aperta, una zanzare spiaccicata sul mio avambraccio. Non potrà succhiare più il sangue. Le zanzare, mi hanno sempre affascinato, il loro bisogno di nutrimento, di linfa vitale.

Rasoio, sulla pelle.
L’inizio di barba, viene abilmente rimossa; non senza qualche piccolo spargimento di sangue, niente che non sia abituato a vedere.
La macchia, che scivola sul ripiano del lavello, bianco, mi rilassa.

Quella piccola macchia è tutto il mio mondo.

La colazione è il pasto più importante della giornata, abbondante e piena di kilocalorie: Uova, pancetta, bacon, carne, ketchup.

Denti, filo interdentale.

Caffè, c’è bisogno di caffeina per iniziare una giornata nel migliore dei modi.
A Miami ci sono un sacco di criminali, che sono sempre in fermento. Mi sono sempre chiesto se sia per il caldo. Il tasso di criminalità, è tra i più alti dello stato.

Fresco, l’arancia spremuta, scende nella gola.

Il caldo è insopportabile delle volte, anche se non mi ha mai dato fastidio più del dovuto, forse sono abituato, o semplicemente il freddo mi destabilizza di più. Quello che mi porto dentro basta e avanza.

Lacci, scarpe, manovre.

Maglietta bianca, camicia azzurra.

Esco di casa.



Hematologist.

Le solite ciambelle, col buco, con la glasse, ah si due anche con la nutella, a Masuka piacciono così.

Uno degli ultimi piani, l’ascensore segna il quarto.

Saluti, gente che sorride, tanti sorrisi. Ricambio nel modo migliore possibile, un gentilezza dovuta. Alcuni non li conosco, ma non importa, prendete le ciambelle ugualmente. Portare lo scatolo in giro è ingombrante.

<< Oh, ciao Dexter.. eheh. Io prendo quella alla nutella!>>


Nel mio piccolo laboratorio, adiacente a quello della scientifica, posso vedere tutto il dipartimento di polizia.

Maria LaGuerta, come al solito si è messa un profumo troppo forte, come il suo rossetto rosso. Mi lancia un’occhiata felina, col capo faccio un cenno leggero. Faccio finta di non cogliere tutti i suoi segnali seducenti. Si appresta a consegnare un fascicolo a Batista. Quasi sicuramente andrà a Masuka, e poi a me.

Guardo lo schermo del computer:

Entrambi colpevoli.

Tracce ematiche. Sulle mani e sui vestiti. Non c’è dubbio, il sangue non mente, mai.

Il fascicolo rimane sulla scrivania di Masuka. Un omicidio..senza sangue? Strangolamento, overdose, avvelenamento.. quali altre cause può provocare un’assenza di sangue?
Non importa. Non è affare mio, ma della scientifica a quanto pare.

Mi sembra di essere in apnea.

Ritorno allo schermo.

Apro una delle due icone: Mark Dylan, uomo facoltoso, ingegnere. Seppellisce i cadaveri nelle sue strutture, nel cemento.
Il mio prossimo obbiettivo, è sulla lista.
L’altra icona: Anthony Mongomery, un uomo comune, muratore. Ha cercato di uccidere il suo superiore con un martello. L’uomo in questione è al pronto soccorso, ha riportato danni celebrali, ma è ancora vivo.
Non rientra nel codice, di questo se ne occuperò la polizia.

Primo fascicolo, icona, esito: Negativo.

Secondo fascicolo, icona, esito: Positivo.



Friend.

<< Allora, questo o quest’altro?>>

Sembra un problema di vitale importanza, di certo non voglio sbagliare.

Guardo negli occhi il mio interlocutore, grande e grosso e sembra che una mia semplice parola potrebbe atterrirlo.
Devo riflettere. Non è una cosa che mi sembra importante, ma devo affrontarla nella maniera più seria possibile.
Sono passati cinque minuti, da quando il Detective Batista è entrato, senza bussare, tutto indaffarato, nel mio laboratorio.

<< Devi aiutarmi>>

Solo queste parole, ho stampato i due fascicoli che avevo sul computer, e glieli ho dati. Ma lui non ha accennato a prenderseli, continuava solo a fissarmi.
Avrai volentieri detto di non lo so, ma non mi è sembrato il caso.
Batista, è un bravo detective, una brava persona. Una delle migliori che conosco.
Continuo a fissare i due oggetti, li trovo assolutamente identici, ma non può essere. Devo valutare bene la situazione.

Niente da fare, non noto niente: << Questo>>

Ne indico uno a caso. Con la solita faccia impassibile, so mentire, bene.
Lui sembra dispiaciuto. Pare abbia fatto la scelta sbagliata.

<< Si nota così tanto che uno è di diamanti, mentre l’altro solo di swarovski?>>

Ah, ecco il problema. Uno costa quanto una casa, probabilmente dovrà vendere la sua, e l’altro solo quanto la sua macchina.

Mi sembra di essere in apnea.

Alzo le spalle, non so bene che dire. Una rassicurazione sicuramente; non sono il più adatto in questo genere di cose, non capisco perché l’abbia chiesto proprio a me.

<< Dexter, dimmi la verità di te mi fido. Sei mio amico.>> Accenna un sorriso.

Suo amico.. amico..
Una parola così lontana, eppure che racchiude molte presunte emozioni. Non ho mai avuto un amico, però credo che se pensassi come tutti gli altri, Batista lo sarebbe di sicuro.

<< Perché vuoi farle questo regalo?>>

<< Che domande, perché l’amo.>>

<< Allora, se lei prova lo stesso qualsiasi cosa andrà bene.>>

L’agente davanti a me, sembra risollevato, mi fa un sorriso, un pacca sulla spalla.

<< Si..hai ragione, però io..v>>


<< Stronzo! Che fine hai fatto??>>



Brother.

<< Va bene, lascio il campo, prevedo aria di lite tra fratelli.>>

Ah. Se fosse stato veramente mio amico, mi avrebbe dato una mano, nel fronteggiare una Debra davvero, davvero incazzata. E’ in piedi sulla porta. Non fa un passo, ha solo un’espressione corrucciata, che stona sul suo viso, ma che ormai fa parte di lei.

<< Perché cazzo non mi hai aspettato stamane?>>

<< Perché avevo un lavoro da svolgere, anzi due fascicoli da compilare.>>

<< Potevi avvisarmi, che cazzo lo tieni a fare il cellulare?>>

<< Ok, Deb. Hai ragione, mi dispiace>>
E’ incazzata, davvero. Ma non è questo il motivo vero, questa è una scusa lo so.

<< Allora, il rapporto?>>

<< Mark Dylan è innocente, Anthony Mongomery colpevole. Tu ti occupavi di Dylan,no?>>

<< Non più, alla buoncostume hanno bisogno di una puttana, ed eccomi qui.>>

La guardo per un attimo, un solo secondo.

Ecco, il problema. E’ stata sollevata da un caso, per fare la semplice infiltrata. Per lei che vuole diventare un poliziotto come Henry non deve essere facile. Comprensivo Dexter, comprensivo.

<< Deb, andrà bene.>>

<< Questo stronzo, è un pazzo. Non hai idea che cosa combina a quelle povere ragazze>>

Il guizzo di curiosità, il mio cervello rettile che si muove.
Il fascicolo che gira da stamane, da LaGuera, a Batista, fino alla scrivania di Masuka. Che sia quello?

<< Ho bisogno del tuo aiuto, alla prossima scena del crimine, vieni anche tu.>>

<< Ma non è quel caso, dove non c’è presenza di sangue?>>

Mi sembra di essere in apnea.

<< Si, è quello. Ma tu vieni lo stesso. Fai comunque parte della scientifica, no? Fallo per me Dex.>>

Ecco, Dex.. Come quando eravamo piccoli. Non posso dirle di no, oltre alla curiosità morbosa del predatore, un altro istinto alberga in me: quello di aiutare Debra.

L’unica persona della mia vita.

La mia famiglia, l’unica per cui io provi veramente qualcosa, l’unica persona per cui proverei dei sentimenti se ne fossi capace.
Solo lei, Debra.

Quando eravamo piccoli mi ricordo che avrebbe voluto un cane, da sempre.
Ma per colpa mia, ogni volta che la mamma di Debra cercava di convincere Henry a prenderlo, la risposta era sempre la stessa: ‘No’. Ogni volta dovevo vedere quegli occhi nocciola farsi ancor più scuri, tristi. So che era colpa mia, per i miei istinti. Henry era sicuro che quel cane fosse finito insieme al cane dei vicini. Sotterrato in giardino. Ma non sarebbe andata così, non avrei mai fatto del male volontariamente a Debra.

Ora, quella stessa Debra è qui, davanti a me, con gli stessi occhi tristi.

<< E’ per questo, che sei arrabbiata?>>

<< No, sono incazzata, perché il mio cazzo di fratello. L’unica persona della mia fottuta vita.. non mi dice mai niente!>>

<< Cosa non ti ho detto?>>
Oltre al fatto che sono: un Serial Killer, ovviamente.

<< Che stai ancora uscendo con quella ragazza, che ti ho presentato, Rita! Lo sono venuto a sapere da lei, ieri al supermercato.>>

Debra che va al supermercato? Di solito scrocca a più non posso a casa mia, quest’ultima notizia mi lascia sorpreso. Ma non credo che apprezzi questa mia riflessione. Dovrei sentirmi dispiaciuto per non averle parlato di Rita, anche se non c’è molto da dire.

L’unica persona della mia fottuta vita, delle volte i nostri cervelli sono proprio connessi. Dovrebbe essere una caratteristica dei fratelli forse, anche se non lo siamo di sangue. Eh, il sangue. Eppure sento che a volte lo siamo, anche se so che Debra non ha niente a vedere con l’essere che sono.

Qualsiasi cosa potrei dire, so che peggiorerebbe le cose. Mi limito a guardarla, e fare l’unica cosa che posso.

<< Va bene, alla prossima scena del crimine, ci sarò.>>
Non credo le basti, mi fa un solo cenno del capo.

<< E non dimenticare ogni tanto di usare il cellulare, stronzo.>>

Ed esce.



Boyfriend.

Supermercato.. luogo di ritrovi.

Rita e Debra si sono incontrate qui ieri. La mia fidanzata e mia sorella.

In questo stesso supermercato: gente che fa la fila, gente con i carrelli che sorride, che controlla i cataloghi, le offerte.

Prendo delle caramelle, i figli di Rita, adorano le caramelle. Piacciono anche a me, soprattutto quelle gommose, forse è una cosa altamente infantile, non ricordo se prima mi piacessero così tanto. Ma da quando ho conosciuto i bambini di Rita, almeno una volta alla settimana, per concessione della madre, è lo caramelle day.

A coca-cola, alla fragola, alla pesca, gli orsetti gommosi.
<< Grazie Dexter sono buonissime>>

Cody mi sorride, lo fa spesso. Mi piace, vederlo sereno. Ripenso al prete, a come l’ho brutalmente ucciso e mi sento bene. Anche Astor e Cody vanno in chiesa, e non vorrei mai che gli accadesse qualcosa.

Mi sembra di essere in apena.

La più grande, è in cucina con la madre, Astor, non parla da quando il padre è in prigione, un tossicodipendente, che picchiava brutalmente la moglie. Non parla, soprattutto con me. Mi vede come una minaccia, e forse lo sono. Ma non per loro.

Le 23.16.

Tra poco torno a casa. Non c’è motivo che io rimanga, un accordo implicito. Nella relazione mia e di Rita non c’è il sesso, non è compreso; lei è troppo traumatizzata per l’ultima esperienza col marito.
A me sta bene, diversamente da molti uomini, le mie pulsioni non comprendo per forza il bisogno fisiologico dell’accoppiamento.
I figli di Rita sono a letto da quasi un’ora, e noi stiamo stesi sul divano.
Guardiamo un film, mangiamo il gelato. Una tranquillità, una normalità che non sembra appartenermi.

<< E’ stato stancante oggi a lavoro?>>

<< Si, abbastanza.>>

<< Ho incontrato Debra, qualche volta potrebbe venire a cena.>>

Lo so, mi sono beccato pure una specie di: tu non sei un fottuto bravo fratello: << Certo.>>



Serial Killer.

Sono a casa.
Per quanto possa stare bene col mondo esterno, per quanto le caramelle gommose, le cene, un sorriso sincero, una sorella incazzata, un amico che ti chiede aiuto, un lavoro gratificante.. per quanto tutto questo possa contornare la mia vita, l’unico bisogno che si fa spazio in me a fine giornata è uno solo.

Il condizionatore. Controllare il condizionatore.

Tocco la scatola di legno, l’accarezzo come qualcosa di prezioso. Perché è qualcosa di prezioso.
Per quanto la quiete della casa, la vista sul mare, il condominio perfettamente di lusso, la piscina. Niente mi interessa di quest’appartamento, l’ho scelto solamente perché tranquillo da occhi indiscreti. Perché sicuro.
La scatola rettangolare, nelle mie mani sembra brillare.

L’apro.

Fanno comparsa i vetrini. Sono 89.
Come le vittime che ho ucciso, il prete è il numero 89, Mark Dylan, sarò il numero 90.
Tutti ordinati perfettamente, so esattamente a chi corrisponde la piccola macchia di sangue incastonata in ogni vetrino, riposta minuziosamente in ogni numero assegnato.

Sembra di poter respirare nuovamente.

L’apnea è finita.

Il sangue a volte mette in ordine il caos che ho dentro.






OVVIAMENTE; Questi personaggi e la trama portante, non mi appartengono, ma sono proprietà degli ideatori; questa raccolta, è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Dexter / Vai alla pagina dell'autore: Subsonica_EFP