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Autore: f9v5    10/11/2015    1 recensioni
[Crossover; Full Metal Panic/Black Lagoon] [Linguaggio scurrile "gentilmente" concesso da Revy e anche da altri, astenersi finti moralisti]
Un nuovo incarico per i Fattorini che ogni tanto si scontrano con la legge, un rapimento che nasconde più trame di quante ne mostri all'apparenza.
Una Whispered incolpevole il cui unico peccato e avere concetti tecnologici in testa che lei neanche ha chiesto e un fissato delle armi che si crede sempre in guerra.
Attraverso la frazione rossa che porta al "Domani".
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kaname Chidori, Sousuke Sagara, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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-Accidenti, accidenti.- mormorò Rock a denti stretti, mentre il rumore degli spari continuava a rimbombare nelle sue orecchie.

Ormai avrebbe dovuto esserci abituato, non era certo la prima sparatoria in cui finiva per trovarsi nel mezzo e nemmeno la prima a verificarsi allo Yellow Flag, anzi, faticava a ricordare una volta in cui non fosse successo, ma la paura di restarci secco per un proiettile vagante non se ne andava mai del tutto.

Accucciato dietro ad un tavolo di legno si limitava ad ascoltare i rumori delle armi che buttavano fuoco e piombo in tutto il locale, mentre i pochi avventori ancora rimasti tentavano di guadagnare l’uscita senza farsi bucare qualche parte del corpo.

-Merda.- biascicò quando un proiettile gli fischiò sopra la testa; non aveva il coraggio di sporgersi per osservare la situazione.

Ad un certo punto ogni rumore cessò, paradossalmente la paura di alzare di poco il capo aumentò notevolmente; probabilmente era un istante di calma prima della ripresa.

Trovando un briciolo di fegato, quel tanto che bastava per farlo, decise di rischiare e si issò leggermente oltre la sua improvvisata protezione.

Ancora vicini all’entrata vi erano i tre individui che erano entrati nel locale per poi cominciare a sparare a tutto spiano e il fatto che li avesse visti abbastanza chiaramente puntare verso di loro prima di far fuoco non gli diede da pensare altro che fossero venuti lì per Kaname Chidori.

E probabilmente il tizio al centro del trio, quello mascherato da orso (o forse era un procione), era quel ragazzo che avevano incontrato la sera stessa in cui avevano catturato il loro obbiettivo.

Aveva visto abbastanza da quando era giunto a Roanapur, che non si sarebbe sorpreso se avesse indovinato.

I tre cominciarono a muovere qualche passo verso l’interno del locale per controllare meglio la situazione, fu a quel punto che accadde qualcosa che, conoscendo ormai bene Revy, Rock avrebbe dovuto aspettarsi: la donna, approfittando di quel breve momento di pausa, aveva scavalcato il bancone e si era lanciata addosso all’individuo travestito con una tale rapidità da non dare ai tre il tempo di riprendere il fuoco.

La mercenaria si scontrò contro il pupazzo a grandezza umana e di forza lo spinse fuori dal locale, sfondando le porte.

-Prendete la mocciosa e andate avanti! Vi raggiungo dopo aver fatto il culo a questo stronzo!- giunse altisonante il suo urlo dall’esterno del locale, da cui poco dopo non arrivò più alcun suono, almeno non di proiettili sparati.

Dutch fu il più reattivo ad approfittare di quell’insperata occasione; dopo aver afferrato Kaname Chidori, che aveva cercato di approfittare del precedente trambusto per sgattaiolare via, diede il repentino ordine di correre fuori dall’ingresso posteriore e di recarsi subito all’auto, seguito a ruota da Benny e subito dopo dallo stesso Rock.

Quest’ultimo non potè non pensare che, a conti fatti, il pessimo presentimento che lo accompagnava praticamente da quando lui e Revy avevano preso il volo per Tokyo era fondato.

Con la coda dell’occhio vide che gli altri due membri del trio avevano subito messo in moto le gambe per corrergli dietro; sembrava proprio che la situazione non fosse ancora destinata a migliorare.

-Dannazione, dannazione!-

 

 

 

Revy solitamente preferiva risolvere le questioni in cui si ritrovava coinvolta con le armi.

D’altronde, se qualcuno ti stava sulle palle, cosa poteva esserci di meglio se non bucarlo ripetutamente con le Sword Cutlass fino a ridurlo ad uno scolapasta grondante sangue?!

Eppure con quel tipo era diverso; non tanto perché non moriva dalla voglia di piantargli la canna di una delle sue pistole in bocca e premere il grilletto, quanto piuttosto per la ridicola maschera che indossava. Era pronta a scommettere che sotto quel costume idiota vi fosse il moccioso di quella sera, e se proprio voleva vedersela con lei, doveva avere il coraggio di farsi vedere di faccia.

-Togliti quella fottuta maschera, abbi le palle di mostrare la tua faccia prima che ti ammazzi!- ordinò categoricamente, squadrandolo con un’occhiataccia al veleno.

-Fumoffu!-

E poi che cazzo voleva dire quel “Fumoffu”? Cercava droghe?

Fu seriamente tentata di alzare il terzo dito, poi vide che l’individuo di fronte a lei portò le mani sulla faccia del costume da orso per poi sfilarla via, era proprio il ragazzo di alcune sere prima.

-Ora cominciamo a ragionare.- ma il terzo dito glielo mostrò lo stesso.

-Un soldato non viene mai meno al codice d’onore.-

Tsk, glielo avrebbe fatto vedere lei cosa ne pensava del suo “codice d’onore”; simili cavolate a Roanapur non esistevano!

-Non contarci tanto, moccioso. Avrai capito ormai che io me ne frego delle regole.- ghignò sadica, portando le mani sui calci delle pistole.

Il ragazzo finì di sfilarsi il travestimento, a quel punto tanto valeva lasciargli prendere le armi e finirla in fretta.

Lo aveva messo col culo per terra già una volta, niente le avrebbe impedito di farlo ancora.

E poco dopo si rese conto che forse era stata troppo sicura di se, aveva confidato troppo sul fatto che il suo avversario non  avrebbe ricorso a tattiche poco ortodosse, come si soleva dire.

Il giovane infatti, con un rapido movimento che, le costava ammetterlo, non si era minimamente aspettata, le lanciò contro la testa del suo pupazzo gigante per poi, dopo aver tirato fuori un telecomando da una delle tasche dei suoi pantaloni militari, farla esplodere a pochi centimetri da lei.

Revy dovette ringraziare nuovamente il suo istinto animale, frutto di anni passati in mezzo ai peggiori sobborghi, che la spinse a fare un salto indietro che si rivelò necessario.

La piccola esplosione generatasi ottenne solo l’effetto di spingerla indietro e farla ritrovare distesa a terra di schiena, era riuscita a cavarsela solo con qualche graffio di poco conto.

-Figlio di puttana!- biascicò a denti stretti, per poi alzarsi con un colpo di reni al sentire il suono dei passi del suo avversario in rapido avvicinamento.

Evidentemente quel tipo aveva preso in considerazione l’eventualità di non riuscire a ferirla seriamente con quella mossa inaspettata, prova ne era che le era già addosso.

Il tempo di realizzarlo e sentì il pugno del suo avversario colpirla allo zigomo sinistro, tanto bastò ad accendere ulteriormente la sua furia.

Vuoi il gioco pesante?! Ora te lo do io il gioco pesante!” le Sword Cutlass avrebbero aspettato nei foderi ancora un po’; voleva prendersi la soddisfazione di pestarlo a dovere prima del colpo di grazia.

 

 

 

Sosuke realizzò appena in tempo che il pugno appena assestato non sarebbe stato sufficiente a mettere la sua avversaria al tappeto, lo sguardo feroce che si vide rivolgere bastò a metterlo sulla difensiva e alzare le braccia per parare il destro che altrimenti avrebbe minacciato di spaccargli il naso.

Per sua fortuna gli anni di pellegrinaggio nel deserto e i duri allenamenti della Mithril fecero valere una volta di più i loro frutti, permettendogli di restare illeso, malgrado il formicolio che la potenza del pugno gli fece venire alle braccia.

Tentò di sferrare una ginocchiata al busto della su nemica che, chiaramente non meno esperta di lui, riuscì a bloccarlo col braccio sinistro, prima di rifilargli una testata che lo spinse indietro.

La donna in seguito lo travolse con una spallata furiosa che lo buttò a terra, costringendolo poi a rotolare via per non farsi colpire al volto dal suo calcio.

A quel punto entrambi i contendenti decisero di aumentare il ritmo e giocare più pesante.

Ancora prima di rialzarsi il giovane sergente aveva già estratto la sua pistola dal fodero e cominciato a sparare verso le gambe della sua avversaria; l’intento era catturarla viva, l’avrebbe interrogata per capire dove i suoi compagni appena scappati avessero intenzione di portare Chidori.

 

 

 

Revy eseguì un salto laterale per evitare di ritrovarsi le ginocchia bucate.

Era ormai chiaro, nella sua mente, che non poteva conservare le Sword Cutlass solo per il colpo finale, quel piccolo bastardo era maledettamente bravo, era il momento di fare sul serio.

Tirate fuori le sue fedeli armi cominciò a rispondere al fuoco avversario, con entrambi i contendenti in frenetico movimento per schivare i proiettili nemici e al contempo avvicinarsi sempre più al rispettivo opponente nel tentativo di disarmarlo.

Revy sentì un ghigno salirle istintivo, quella battaglia si stava rivelando eccitante e soddisfacente.

Avrebbe reso ancora più appagante il momento in cui avrebbe macchiato il terreno del suo sangue.

Ridotte le distanze con il ragazzo con una combinazione di velocità e rapide schivate, la mercenaria lo colpì con un’altra spallata anticipandolo.

Il suo nemico non crollò a terra e sfruttando la mano libera le sferrò un pugno sul polso destro, facendole perdere la presa sulla rispettiva arma che cadde a terra.

Il primo istinto di Revy fu quello di portare la pistola ancora in mano verso la fronte del suo avversario e premere all’istante il grilletto, e fu esattamente quello che fece.

Non riuscì nel suo intento in quanto il ragazzo la colpi con inaspettata rapidità al braccio sinistro deviando così la traiettoria del proiettile.

Fottuto bastardo!” fu l’unico pensiero di Revy prima di ricevere una gomitata al mento che ottenne l’effetto desiderato dal suo avversario stordendola per qualche secondo.

Qualche secondo magistralmente sfruttato dal suo avversario per toglierle di mano anche l’altra pistola, farle un rapido sgambetto e inginocchiarsi sopra di lei puntandole la sua stessa arma alla fronte.

-Le cose sono andate diversamente stavolta!- sentenziò il ragazzo.

Revy gli lanciò lo sguardo più velenoso del suo repertorio.

 

 

 

-Forza Kurz, non fai che vantarti della tua leggendaria precisione e non riesci a bucare una benedetta ruota?!-

Il ragazzo, leggermente irritato per il tipo di situazione in cui si trovavano, pensò fosse il caso di difendere la sua nomea.

-Sorellina, solitamente quando devo sparare sto fermo e posso calibrare tutto al modo giusto, ma non è così facile quando ti trovi in un’auto lanciata a razzo per le vie di una città dai vicoli stretti.- sbottò il biondo, mentre portava nuovamente la testa fuori dal finestrino dell’auto che lui e Melissa avevano “preso in prestito” (tanto in una città come quella non sarebbe fregato niente a nessuno) per inseguire quella su cui erano saliti i membri della Lagoon, con Chidori ancora come loro ostaggio.

L’iniziale felicità di Weber per poter finalmente mettere mano al fucile di precisione venne presto smorzata nel constatare le pessime condizioni in cui versava; non erano esattamente le condizioni ideali per un cecchino, le sue.

Melissa si lasciò sfuggire un’imprecazione quando vide l’altra auto eseguire l’ennesima svolta per gli stretti vicoli di Roanapur, maledicendo il fatto che quei bastardi conoscessero già quelle strade e avessero dunque il vantaggio di conoscere già il modo giusto per affrontarle.

-Porca miseria, se non riusciamo a salvare Kaname chi lo sente poi Sosuke?- mormorò a denti stretti prima di svoltare.

L’inseguimento andò avanti ancora per alcuni minuti fino a giungere nella zona del porto, fu a quel punto che l’auto dei membri della Lagoon si fermò quasi di colpo, costringendo Mao a schiacciare di colpo il freno per evitare una pericolosa collisione.

-E ora che altro c’è?-

E la sorpresa crebbe quando poco dopo fu proprio Chidori la prima ad uscire affermando di non usare le armi.

Ma che accidenti stava succedendo?

 

 

 

Kaname si era convinta che vi fosse qualcosa di strano in quella situazione già da un pò e quando il possente uomo di colore chiamato Dutch fece sì che la cimice piazzatale addosso da Sosuke giorni addietro (e che loro non le avevano sospettosamente tolto prima di giungere a Roanapur)gli scivolasse “accidentalmente” dalla mano finendo tra le pieghe della sua gonna non ebbe più dubbi: volevano che la sua posizione fosse rintracciabile.

Ignorando i sobbalzi dell’auto quando prendevano troppo di fretta una curva o una malformazione stradale (quel tipo di nome Benny era più spericolato del previsto alla guida), prese coraggio e glielo chiese.

-Ora lei deve spiegarmi cosa sta succedendo!-

Rock le rivolse uno sguardo quasi scioccato, come a volerle chiedere cosa le fosse saltato in testa per usare quel tono imperativo con Dutch; ok che il capo della Lagoon era fondamentalmente un tipo tranquillo e controllato, ma si trattava pur sempre di un gigante di quasi due metri con la muscolatura di un culturista, chiunque c’avrebbe pensato due volte a meno prima di fare mosse azzardate.

La giovane ebbe un lieve tentennamento quando le lenti degli occhiali dell’uomo la puntarono, quasi come a volerla avvisare di non dire niente che lui avrebbe giudicato inappropriato.

Ma non bastarono a frenare l’impeto di quella ragazza che pretendeva risposte.

-Rock, per favore, traduca queste mie parole: ci sono troppi elementi in questa storia che non mi convincono! Per primo il fatto che, malgrado i suoi colleghi avessero scoperto la cimice che avevo addosso molto prima che giungessimo qui, le non gliela fatta togliere, quasi come a volere che i miei amici riuscissero ad arrivare qui. Già solo questo è un buon motivo per avere sospetti, e ora per giunta lei mi ha rimesso la cimice addosso, a questo punto direi che non ci sono dubbi: lei vuole che sappiano dove sono! Le opzioni sono dunque due: o ha organizzato una trappola o sta tramando contro colui che vi ha ingaggiati. E potendo dire la mia, opto per la prima, d’altronde che senso avrebbe avuto sprecare tempo per preparare una trappola quando, sbarazzandosi in tempo della cimice, avrebbe avuto la certezza che non ci avrebbero mai trovati?- e Kaname disse tutto col tono fermo e determinato di chi era pronte ad affrontare le conseguenze.

In quel momento la ragazza sentiva solo a pelle i sobbalzi dell’auto per le strada, Rock che traduceva le sue parole suonava come un bisbiglio lontano, in quel momento era focalizzata soltanto sulla risposta che avrebbe ricevuto.

E fu quando Rock terminò di tradurre le sue parole che Dutch cacciò fuori un sorrisetto sardonico.

-I miei complimenti, piccola Kana, sei molo sveglia! Hai solo fatto un piccolo sbaglio dovuto al fatto che non conosci una piccola incognita: è vero, vogliamo che la tua posizione sia rintracciabile, ma non da coloro che vogliono salvarti.-

Mentre Rock riprese il suo lavoro di intermediario, l’uomo di colore fece cenno a Benny di fermare la macchina.

-Vuoi affrontarli direttamente?- il biondo dubbioso, per quanto non dubitasse della forza del suo capo, i loro inseguitori davano l’ara di essere gente che sapeva eccome il fatto loro.

-Niente di tutto questo, Benny Boy. Avere degli alleati fa sempre comodo.- bastò questo a convincere l’ebreo a fermare l’auto.

Una rinnovata speranza fece capolino negli occhi di Rock; forse era possibile risparmiare la vita della ragazza.

-Credo proprio che Dutch abbia un piano nascosto. Sembra proprio che non dovremo portarti da quel tizio.-

-Sul serio?!- ma il neonato entusiasmo di Kaname fu presto smorzato dal dubbio -Ma come faccio a fidarmi?-

Fu il sorriso incoraggiante di Rock a darle quella fiducia che cercava.

-Dutch non è certo un Buon Samaritano, ma agisce sempre per far si che la situazione sia la più vantaggiosa per noi. Evidentemente sa qualcosa che non sappiamo noi per voler agire così.- lo sguardo tranquillo e pacato del leader della Lagoon non sembrava lascia spazio a dubbi.

D’altronde, si ritrovò a pensare Kaname, a Roanapur non c’era spazio per l’altruismo, questo l’aveva capito ormai, ognuno agiva per il proprio interesse. La fortuna aveva semplicemente voluto che l’interesse di quel Dutch prevedesse che lei non finisse in mano a chi voleva le cellule del suo cervello.

Era inutile aspettarsi di più, tanto valeva approfittarne.

Fu lei la prima scendere dall’auto. Si accorse che Sosuke non c’era, probabilmente era ancora impegnato con la donna di nome Revy, sperò solo che stesse bene.

-Non sparate ragazzi!-

 

 

 

 

 

Angolo dell’autore:

Ed ecco che la situazione sembra essere giunta ad una svolta inaspettata: cosa starà tramando davvero Dutch? Kaname può davvero ritenersi fuori pericolo? E ora che Sosuke ha catturato Revy, cosa pensate le farà per estorcerle informazioni?

Beh, sicuramente io so già le risposte, ma voi no, quindi dovrete aspettare i prossimi capitoli per saperlo.

Ma non preoccupatevi, non manca chissà quanto alla fine, quindi le risposte che attendete arriveranno a breve.

Alla prossima ragazzi.

 

  
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