Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Slayer87    25/02/2009    3 recensioni
Fic pegno del mio meme sul Lj sulla falsa riga del famosissimo film Mamma Mia con Meryl Streep. Un matrimonio, equivoci, ed altre storie nascenti... Buon Divertimento!
Genere: Romantico, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Titolo: Mamma mia
Autrice: Slayer87
Beta: Lori
Pairing: Ron/Pansy e Harry/Draco
Rating: pg
Note: fic pegno per Uvaspina, che ha indovinato la frase ehi vacci piano coccodè! Dal film Cenerentola. Doveva essere una NC17, ma è venuta molto meno hot, in compenso... molto più lunga di quanto pensassi. Lori mi ha detto che posso pubblicarla anche su NA, e così farò. Ultima cosa: se la trama vi ricorda il recente film con Meryl Streep, sappiate che non siete voi fumati. È stata una mia deliberata scelta. Ho adorato quel film, e scrivere qualcosa su quella falsa riga è stato divertentissimo. Ultimissima cosa e poi vi lascio alla lettura. Volevo ringraziare Nikeforos e Dedanah per il supporto che mi hanno dato surante la stesura della fic, e sopratutto ringraziare Lori per il suo betaggio. Tesoro, sei stata veramente gentilissima e non avrei potuto trovare una persona più brava e competente di te. Ti adoro.
Bene, con questo ho finito.
Buona lettura.

Mamma mia

Quell’isola era perfetta. Pansy non poté trattenere un’esclamazione di sorpresa quando vide dove l’aveva portata Ron. Si girò per baciare il suo promesso sposo, ma lui era sfortunatamente sparito proprio in quel momento. Si guardò attorno, fino a che la sua voce familiare non la chiamò. Voltandosi verso la direzione suggeritale dal suono, lo vide sopra un cottage tipicamente greco dall’aspetto delizioso. Si Smaterializzò proprio di fianco a lui, ammutolendo di fronte alla spettacolare vista che si godeva dal terrazzo. Il Mar Egeo si apriva di fronte a loro, offrendo al loro sguardo rive bianchissime e mare cristallino, oltre ad un’altra isoletta, posta proprio di fronte a loro e vicinissima, della quale si riusciva a scorgere una chiesa.

Pansy fece quindi quello che si era precedentemente proposta, guadagnandosi un’esclamazione che come al solito la fece sorridere. “Miseriaccia! E questo per cos'era?” Ricordava benissimo che la prima cosa che l’aveva colpita di Ron era stata proprio il suo caratteristico modo di colorare le frasi, e il suo Miseraccia era qualcosa che non si sarebbe mai stancata di sentire.

“Quello era per avermi portata qui per celebrare il nostro matrimonio. Questo invece” un altro bacio “è perché ti amo.”

Avevano deciso di sposarsi sei mesi prima. La data l’avevano fissata subito, l’unica cosa rimasta da definire era stato il luogo della cerimonia. Nessuno dei due aveva voglia di sposarsi in Inghilterra, e così avevano trascorso le ultime settimane passando da un posto all’altro. Era un anticipo sulla loro luna di miele, che in realtà sarebbe stata molto più statica del vagabondaggio appena concluso: infatti, avevano deciso di passare tre settimane in Scozia, per poter dormire fino a tardi nei bed & breakfast, e nel pomeriggio esplorare le poche zone che non avevano ancora visitato di quello splendido paese. Era andata avanti così fino a quando Ron non si era ricordato di quel suo lontano cugino che viveva in Grecia. Era già stato a trovarlo, e sapeva che il posto era stupendo. In più avrebbe avuto una base su cui appoggiarsi per il matrimonio, dato che il cugino aveva fatto fortuna nel settore turistico, e aveva comprato un piccolo cottage proprio sul punto più alto dell’isola. La chiesa era a breve distanza, raggiungibile con un traghetto. Era veramente perfetto. L’ultima fase del loro piano erano stati gli inviti, che in realtà avevano già spedito da tempo, anche se nessuno dei loro amici sapeva quello che stava per succedere, o meglio non sapevano con chi stesse per succedere. Ron all’inizio non era favorevole all’idea di tener tutto nascosto, ma, come fin troppo giustamente gli aveva ricordato Pansy, se i loro amici avessero saputo chi sposava chi, nessuno sarebbe venuto. Quindi avevano mandato gli inviti tempo prima, non specificando il luogo delle nozze e il nome degli sposi. Il posto sarebbe comparso sull'invito non appena gli sposi lo avessero stabilito, mentre si sarebbe tenuto il massimo riserbo da parte di ognuno sul nome dell'altro, rimandando le presentazioni al momento in cui gli invitati fossero giunti sull'isola.

Ron aveva accettato - non che avesse avuto altra scelta, con Pansy che lo fissava minacciosa per tutto il tempo - ma era sicuro, anzi sicurissimo, che questo piano gli si sarebbe rivoltato contro, o quantomeno avrebbe avuto qualche conseguenza da ricordare.

***

Prima degli amici arrivarono le famiglie. Entrambi i ragazzi erano nervosi, e non sapevano come rivelare quella piccola cosa che avevano tenuto nascosta. Alla fine fu più semplice di quello che avevano previsto.

Dalla parte di lei in realtà erano solo in due. I genitori di Pansy si limitarono a fare buon viso a cattivo gioco, con tutta probabilità. Non potendo contestare la figlia, visto che era grazie a lei e al loro futuro genero che erano fuori dalla schiera dei sospettati Mangiamorte, si limitarono a vane occhiate di disapprovazione. Pansy non si scompose più di tanto, scuotendo la testa con divertita rassegnazione davanti ai commenti acidi e snob.

Sentendo dei rumori che provenivano dal porto, decise di lasciare i suoi genitori per andare a salutare quella che lei aveva definito scherzosamente la Famiglia. In realtà la sua era un’invidia neanche troppo bene, ma ogni tanto, spesso in effetti, i suoi istinti Serpeverde ritornavano a galla. Non che adesso Ron non le urlasse contro, piuttosto le sue sfuriate prendevano una piega più interessante.

I Weasley erano appena arrivati, e non fecero nemmeno in tempo a scendere tutti dal traghetto che immediatamente Ron si ritrovò investito da domande, suggerimenti e consigli, finchè non riuscì con un grido ad attirare l'attenzione di tutti. I suoi parenti non cambiavano mai, e lui non lo avrebbe nemmeno voluto. Erano chiassosi, fin troppo affettuosi e spesso non sapevano farsi gli affari propri, ma erano la sua famiglia. Nel frattempo nessuno si era accorto che era arrivata anche la sposa, ma dopo che Ron dichiarò senza ombra di dubbio che si trattava di Pansy con un bacio che fece fare delle smorfie disgustate a Ginny e ai gemelli, sulla scena calò il silenzio più totale. Non si sentiva volare una mosca, e il tempo sembrava essersi fermato. Ron prese la mano di Pansy per tranquillizzarla, sapendo che ne aveva bisogno, e intanto aspettò. Proprio quando era arrivato quasi al limite, e stava per smuovere la situazione, fu come al solito mamma Weasley a rompere il ghiaccio, straingendo la nuora nell'abbraccio stritolatore che da sempre simboleggiava ufficialmente l’ingresso nella famiglia. Pansy quasi si commosse,ma fece finta di nulla mentre la solita profusione di abbracci e congratulazioni si andava completando, e un Ron sempre più rosso in volto quasi faceva fumo dalle orecchie, per quanto era emozionato.

Le famiglie si incontrarono nel cottage, e i sorrisi e le chiacchiere della Famiglia ebbero la meglio sulla gelida compostezza dei Parkinson. Entrambi i fidanzati non poterono che essere felici dalla situazione che si era creata. Ora che le famiglie erano al corrente e più o meno consenzienti, bisognava solo avvertire gli amici, e sia Ron che Pansy pensavano che quella fosse la parte più difficile. Decisero di incontrarli separatamente, per dar modo a tutti loro di sfogare tutte le preoccupazioni, prima di dimostrare con i fatti che l’unione di una Serpeverde e un Grifondoro poteva funzionare quanto se non di più delle unioni ortodosse.

***

Ron scese al porto per accogliere Hermione ed Harry. Entrambi avevano preferito arrivare via mare, a differenza degli invitati di Pansy, che era andata ad accogliere Zabini e Malfoy al punto di Smaterializzazione.

Ron era parecchio nervoso all’idea di rivelare l’identità della sua compagna ai suoi amici. Non aveva dubbi sul fatto che l’avrebbero accettata, soprattutto dopo averla conosciuta Questo non gli impediva di essere leggermente preoccupato: non avrebbe voluto nascondere tutto per così tanto tempo, ed era principalmente per lei che l’aveva fatto. Se dapprima era stato per preservare la sua sicurezza, poi avevano continuato a tenere tutti all’oscuro per i soliti motivi senza senso. Non c’erano state occasioni per fare la rivelazione, e così si erano entrambi ridotti ad annunciare la loro relazione a poche ore dalle nozze. Certo, poteva essere un vantaggio. Con il matrimonio alle porte magari non ci sarebbero stati morti, pensò ironicamente.

Appena vide il traghetto, all’ansia si mischiò la gioia nel rivedere i suoi amici di sempre. Erano mesi che non li vedeva, e sorrise al pensiero di quanti accurati resoconti di libri avrebbe dovuto sentire raccontare da Hermione, mentre cercava di parlare con Harry. Dopo Hogwarts e la sconfitta del Signore Oscuro ognuno aveva preso la sua strada, e le occasioni per vedersi erano diminuite sempre di più, mentre tutti e tre si scontravano con la realtà lavorativa o accademica. Ogni tanto sognava di tornare a scuola, solo per ritrovare quella complicità che aveva fatto di Hogwarts la sua seconda casa.

Quando la nave attraccò al molo, la prima a scendere fu proprio Hermione, che gli corse incontro per abbracciarlo. Probabilmente Pansy sarebbe stata gelosissima se avesse saputo di quell’abbraccio. Subito dopo, con calma e più posato, ma con un incontestabile luce negli occhi, fu Harry che diede una sonora pacca sulla spalla dell’amico.

Incamminandosi fu proprio il suo migliore amico ad andare dritto al sodo, come sempre. “Allora, chi è la fortunata?”

A queste parole Ron si fermò e arrossì. “Sedetevi, che vi racconto tutto” disse ai suoi amici che lo guardavano in attesa.

“L’ho incontrata due anni fa…” cominciò, per essere subito interrotto da Hermione.

“Ma Ron, due anni fa… vuol dire subito dopo la sconfitta di Vol-Voldemort” A due anni di distanza Hermione faceva ancora fatica a pronunciare il nome di Voldemort.

“Sì ‘Mione. Ma lasciami continuare.” Prese un profondo respiro prima di riprendere il discorso.

“L’ho incontrata due anni fa. Dire che l’ho incontrata non è esatto, il termine giusto sarebbe che l‘ho guardata veramente solo due anni fa. Era al Mausoleo, quello per le vittime di guerra ad Hogsmeade, e all'inizio ho pensato che piangesse: invece, era semplicemente lì, ancora adesso non so di preciso cosa stesse facendo. Comunque è stato in quel momento che mi sono accorto che in sette anni probabilmente avevo avuto delle gigantesche fette di salame davanti agli occhi. Mi sono avvicinato a lei, che solo in quel momento si era accorta della mia presenza. Non mi ha detto nulla, limitandosi a sciogliersi tra le mie braccia e mettersi a piangere. È stato amore a prima vista. Conoscendola, con il tempo mi sono accorto che nascondeva assai bene la sua vera personalità, ed ero stato più che fortunato a vederla in un momento di debolezza. Se non fossi passato da quella parte quel giorno, con tutta probabilità oggi non sarei qui.”

Si aspettava che Hermione mettesse insieme i pezzi come suo solito. Ma non vide nessun scintillio di comprensione nei suoi occhi, e così decise di darle altri indizi. “Ovviamente all’inizio è stato difficile. I nostri caratteri, e la nostra educazione erano così diversi che a volte entrambi ci scoraggiavamo. Ma trovavamo sempre il modo di riappacificarci. Fu circa sei mesi fa che abbiamo deciso di sposarci, ma non sapevamo organizzare la cerimonia. Abbiamo passato le ultime settimane a girare il mondo, fino a quando siamo finiti qui.”

Continuò, ormai letteralmente preso dai ricordi. “Non so spiegarvi perché mi sia innamorato di lei. Non penso sia per il suo aspetto fisico, per quanto anche quello non sia da sottovalutare, ma penso che ci siano state tutta in una combinazione di fattori. Fin dalla scuola eravamo agli antipodi, ma anche agli estremi c’è sempre qualcosa di comune. No?”

Hermione era finalmente giunta ad una conclusione. Peccato che fosse la conclusione sbagliata. Capì subito che si parlava di una Serpeverde. Aveva escluso però Pansy, avendola vista mano nella mano con Malfoy pochi mesi prima e, conoscendo Ron, era giunta a quella che secondo lei era l’unica soluzione possibile: Greengrass.

Guardò Ron e gli chiese, stupita dalla sua scelta: “Come Ron? Una Serpeverde? Quella Serpeverde, oltretutto. Ci ha reso la vita impossibile.”

“Lo so ‘Mione, lo so. Ma credimi, quando la conoscerai cambierai idea.”

Hermione ne dubitava profondamente. La Greengrass, anche dopo la vittoria di Harry, era sempre rimasta sulle sue solite posizioni da purosangue. Come Ron avesse potuto innamorarsi di una così era un mistero. Ma decise di aspettare la festa di addio al nubilato, a cui era stata invitata, per vedere un po’ se le intenzioni della Serpe erano serie.

Harry non aveva ancora capito di chi stesse parlando Ron, ma vedeva che era chiaramente innamorato di lei. Lo si vedeva dagli occhi che brillavano, e da quel sorriso che non voleva saperne di andarsene. Qualsiasi fosse stata la sua scelta, lui l’avrebbe appoggiata, incondizionatamente.

Glielo disse e Ron lo guardò, pieno di gratitudine. Hermione era più scettica, ma probabilmente si sarebbe convinta una volta vista Pansy.

“Bene. Sono contento… in realtà ero un po’ nervoso, ma visto come è andata… andiamo a conoscere la sposa.”

E si avviarono verso il cottage, non sapendo che proprio nella direzione opposta stavano arrivando tre amici Serpeverde, anche loro alle prese con qualche scambio di persona.

***

Pansy era appena arrivata al punto di Materializzazione, quando si accorse che Draco e Blaise erano già arrivati. Quasi le scoppiava il cuore. Era da tanto tempo che voleva svelare loro l’identità del suo futuro sposo. Le scappò un sorriso quando vide Blaise quasi correrle incontro abbracciandola, mentre Draco faceva lo snob elegante, appoggiato con finta casualità ad un muretto. Non sarebbe cambiato mai.

Sollevò gli occhi su di lei, e le scoccò uno dei suoi soliti sguardi. Pansy non si fece intimidire. Lo prese per un braccio per portarlo via, mentre Blaise rideva di gusto di fronte a quella scena.

Arrivarono vicini al cottage, quando Draco non si fece scrupoli a chiedere: “Allora, chi è lo sfortunato?” prendendosi una sonora gomitata da parte di Pansy.

“Non so come dirvelo” disse la ragazza, improvvisamente intimidita.

“Parti dal principio” le disse con semplicità Blaise.

“Ero al Mausoleo, quel giorno. Non chiedetemi perché, di solito non mi piace andarci. Anzi, anche quella volta ci sono andata di controvoglia. Mi sono fermata a pensare alle vittime delle guerra, e ho sentito il senso di colpa entrarmi nel cuore come una stilettata. All’improvviso, ho sentito un rumore di passi, e girandomi non ho potuto fare a mano di sorprendermi. Ma in quel momento ero parecchio sconvolta, e così il solo fatto di poter fare qualcosa mi spinse tra le sue braccia. Sapete che io odio piangere, ma quella volta non riuscì a resistere. Piansi e piansi, e improvvisamente, non so nemmeno io come, eravamo fidanzati e poi… eccoci qui.”

“E com’è?”

“Oh beh, per farvi capire chi è, basta che vi dica una cosa: è il mio eroe personale.”

Draco sbarrò gli occhi, per lui la risposta era solo una: Pansy si stava per sposare con Potter. Un Grifondoro, anzi Il Grifondoro. Probabilmente qualche compagno di dormitorio le aveva scagliato una fattura. Era l’unica soluzione possibile.

“E da quanto va avanti questa storia?”

Tra poco sarebbe arrivata l’esplosione, Pansy se lo sentiva. “Due anni.”

Blaise probabilmente cercò di fermarlo, ma se la proverbiale scintilla di Draco si accendeva era impossibile spegnerla.

Sapeva che Draco si sarebbe arrabbiato: in fondo, per lui i Grifondoro erano la peggior malattia contagiosa dell’universo. Ma sperava che non l’avrebbe presa così male. Cercò di spiegarsi, anche se sapeva che era inutile. Probabilmente dopo si sarebbe calmato e avrebbe dato la sua approvazione. Lo lasciò sfogare, e quando Malfoy si accorse di non essere ascoltato, prima di dire qualcosa di cui si potesse pentire, si diresse a tutta velocità verso la radura.

Draco di appoggiò ad un albero per prendere fiato, e alzò lo sguardo. All'inizio pensò di avere le allucinazioni Pensare a Potter aveva sempre lo strano effetto di farglielo comparire davanti agli occhi nei momenti meno opportuni. Ripensandoci, Malfoy si disse che forse in quel caso si poteva trattare veramente Potter, visto che era lo sposo di Pansy. Non sapeva perchè, ma aveva la sensazione che qualcuno lo avesse tradito. Magari dare un pugno a Potter lo avrebbe aiutato a schiarirsi le idee.

Certo, poteva essere controproducente scatenare una rissa a così poco tempo dal matrimonio, ma la vista di Potter, con i capelli scarmigliati come suo solito, e insieme ai suoi amici - i testimoni di lui con tutta probabilità - era a sufficienza per mandargli il sangue alla testa.

Alla fine successe quello che Ron e Pansy avevano temuto: i testimoni si incontrarono o, per meglio dire, scontrarono, prima del matrimonio. Loro due rimasero in disparte insieme a Blaise e Hermione, mentre Draco e Harry facevano il loro solito numero, come l’avevano definito.

Draco attaccò Harry con un pugno ben piazzato, ma i riflessi affinati dalle numerose battaglie permisero a quest’ultimo di evitare facilmente il diretto, afferrando il polso di Malfoy e torcendolo in una morsa che gli strappò un gemito di dolore. Malfoy però non si diede per vinto, e scagliò con tutta la forza che aveva un altro pugno, che questa volta colpì il bersaglio sulla guancia. Harry rispose bloccandogli il braccio con il suo e spingendoglielo dietro alla nuca. Usò quindi la testa per mettere fuori gioco Malfoy, che quindi cadde per effetto del colpo, ma invece che arrendersi fece finire per terra anche lui con uno sgambetto.

Da quel momento in poi le mosse furono così sconnesse e veloci che entrambi i fronti decisero di dividere i contendenti prima che si facessero male sul serio.

Entrambi furono pesantemente sgridati dalle due donne, che li separarono per curare le ferite riportate durante lo scontro, anche se entrambe pensavano che si meritassero ampiamente di sentire dolore, visto il parapiglia che avevano scatenato.

Blaise si occupò di curare Draco, e non gli risparmiò una lunga tirata su quant’era stata inopportuna quella rissa, sul fatto che doveva maturare, che non erano più a scuola e via dicendo. Draco lo stette ad ascoltare distrattamente: di certo Zabini non aveva problemi di controllo, ma come trattenersi quando una faccia ti ispirava così tanta rabbia, e ti veniva voglia di prenderla a schiaffi fino alla fine del mondo? Dopo molti sforzi l’amico lo convinse che avrebbe fatto meglio a scusarsi con Potter quella sera, alla festa di addio al celibato, se non voleva rovinare il matrimonio alla sua migliore amica. La minaccia funzionò: Draco non voleva certo trovarsi dal lato sbagliato della bacchetta di Pansy.

Harry si curò da solo, chiedendo ripetutamente scusa a Ron per aver perso il controllo, un’altra volta. Sapeva che Malfoy coglieva qualsiasi occasione per seminare zizzania, e doveva stare calmo, ma quando quel furetto lo toccava gli prendeva una tale smania di… fare qualcosa, qualunque cosa che gli togliesse quella brutta sensazione di serpenti attorcigliati nello stomaco. Certo aveva torto, ma si sarebbe sicuramente scusato quella sera alla festa di addio al celibato. Ron non se l’era presa più di tanto, in fondo sapeva del cattivo sangue che correva tra Harry e Malfoy. Pansy non la pensava così. Diceva che tutta quella rabbia non poteva essere causata da una vera antipatia. Tutt’altro, se mai. Ma, secondo lui, il suo miglior amico e il furetto avrebbero continuato a scannarsi fino alla fine dei giorni. Certe coppie potevano funzionare, come lui e Pansy, e altre no. Solo il pensare a Harry e Malfoy come a una coppia gli faceva venire da ridere.

Stavano per andare a preparare la festa quando Hermione gli disse qualcosa che lo lasciò perplesso. “Ma come mai la sposa non c’era nel gruppo dei Serpeverde?”

“Ma certo che c’era. Probabilmente non l’avrai vista, impegnata com’eri a cercare di tenere Harry, ma la vedrai sicuramente stasera, non preoccuparti. Non fare anche tu come Harry, mi raccomando.”

Hermione annuì poco convinta. Ma quello che le aveva detto Ron era vero, quindi non doveva attendere che il tramonto per poter parlare a quattr’occhi con la futura moglie del suo amico.

***

La festa di addio al nubilato di Pansy era stata organizzata dai suoi genitori. Oltre a Hermione, che era l’unica invitata di origini Babbane, era presente tutta l’alta società magica.

Pansy aveva intenzione di rimanere lì finché non fosse arrivata la testimone dello sposo, per poi sgattaiolare via alla festa che le aveva preparato Ron. Una cosa molto più informale, piena zeppa di persone dei tempi della scuola e di nuove amicizie che si era fatta girovagando per il mondo.

Hermione era arrivata, e lei era andata ad accoglierla come previsto dal galateo. Solo che neanche un minuto più tardi erano scappate verso la libertà. Dopo una corsa trafelata per non farsi scoprire dai suoi genitori, l’amica di Ron l’aveva fermata.

“Scusa Pansy, capisco che hai voluto salvarmi dal macello, ma la sposa?”

“Prego?”

“Sì, la sposa. Volevo conoscere la sposa.”

“E io chi sarei, di grazia?”

“Tu?! Ma non era…”

Improvvisamente le parole di Ron acquistarono un altro significato e Hermione scoppiò a ridere. Non poteva credere di aver confuso Pansy con Daphne. Ogni tanto anche i suoi neuroni andavano a farsi un giro.

“Scusa, Pansy, ma Ron non è stato in grado di parlare chiaramente… e noi, o almeno io… mi ero fatta un’idea sbagliata. Congratulazioni, comunque. Ma toglimi una curiosità: come fai a sopportare Ron?”

Pansy sorrise e le raccontò tutto degli ultimi due anni e, mentre parlavano, sentì nascere inaspettatamente un legame tra loro. Era bellissimo, e sperò che lei e Hermione avrebbero avuto la possibilità di approfondire quell’amicizia appena nata. L’indomani avrebbe dovuto ricordarsi di ringraziare Ron anche per questo. Senza di lui a quest’ora sarebbe stata sposata con Blaise o con Draco, e per quanto volesse bene a quei due, sapeva benissimo che non erano i tipi giusti per lei. Si chiedeva che espressione avesse avuto Ron quando aveva parlato di lei. Probabilmente era sempre il solito, ed era diventato così rosso da sembrare un peperone, magari mettendosi a balbettare. Ecco così spiegato l’equivoco. Sperò che almeno i suoi amici avessero capito di chi si trattava. La sola idea che avessero potuto scambiare Ron per Harry la fece scoppiare a ridere. Quando spiegò la ragione della sua improvvisa ilarità a Hermione, anche lei rise, per poi chiederle se fosse il caso di avvertire Harry, in maniera da rendere evidente chi fosse lo sposo e chi la sposa. Pansy diede ascoltò al suo Serpeverde interiore e le rispose che non era necessario, e che loro due avrebbero potuto divertirsi parecchio. Hermione la guardò per un momento con un’aria strana, per poi annuire complice.

Arrivarono così alla festa. La musica sovrastava qualsiasi suono, e lei fu immediatamente portata in mezzo alla sala, dove subito le arrivò la richiesta di fare un discorso. Pansy zittì la folla con un gesto della mano e disse solo poche parole per dare ufficialmente l’inizio alla festa, facendo contemporaneamente un gesto ad Hermione perché la raggiungesse. Prese due calici di vino, ne porse uno alla migliore amica del suo ormai prossimo marito e disse: “Abbiamo solo una parola da dirvi: divertitevi!”

E bevve un lungo sorso da suo calice, brindando con Hermione. Un pensiero fugace la colse, spingendola a chiedersi come se la stessero cavando gli uomini in quel momento.

***

Gli uomini nel frattempo si erano divisi in due gruppi, a replica delle divisioni scolastiche. Fu Ron che cercò di superare le barriere, andando ad offrire l’ennesimo brindisi a Blaise.

Blaise accettò con gratitudine quell’offerta di pace, con la convinzione che fosse suo dovere fare amicizia con il testimone dello sposo. Ma fu solo quando erano ormai entrambi parecchio brilli che Zabini ebbe il coraggio di chiedere a Weasley una cosa che gli stava a cuore.

“Weasley, toglimi una curiosità.”

“Dimmi Blaise” rispose Ron, cercando un appoggio per le sue gambe, che al momento erano parecchio in disaccordo con la direzione da prendere.

“Come mai non è arrivato a mettere pace il grande salvatore?”

“Non vuole litigare, anzi… mi sa che è andato a parlare con Malfoy. Dice che non vuole rovinarmi il matrimonio.”

Quelle parole risvegliarono qualcosa nella mente annebbiata dall’alcol di Blaise. “Non vuole rovinare a TE il matrimonio? Ma non è lui quello che si sposa?”

Ron lo guardò confuso.
“Lui? No, no, sono io lo sposo.” disse, con una certa fierezza, ricordando Pansy, che in quel momento si stava divertendo alla festa in suo onore. Sperava davvero che facesse amicizia con Hermione, sarebbe stato felice di sapere che aveva un’amica su cui contare.

Blaise scoppiò a ridere. E non riuscì più a smettere, a causa dell’alcol e dello shock per quella piccola rivelazione. Draco pensava ancora che Harry fosse lo sposo, chissà come avrebbe reagito quando avesse scoperto la verità. Di certo non sarebbe stato lui a rovinargli la sorpresa, pensò ghignando interiormente. Lo bisbigliò a Ron, che però non sentì una parola, visto che si era addormentato poco prima e stava già sognando del giorno dopo.

Harry era andato a cercare Draco appena arrivato alla festa. Aveva sperato di trovarlo vicino alla costa, dove avrebbero potuto parlare con calma. Aveva semplicemente avuto intenzione di scusarsi, e magari riuscire a stabilire una tregua che durasse almeno per il giorno dopo. Non riusciva a capire come mai non riuscisse ad interagire pacificamente con lui. Non aveva problemi con nessuno, e dopo la guerra tra le sue amicizie annoverava anche qualche Serpeverde, ma con Draco non c’era mai stato verso di ragionare.

All'improvviso aveva visto un bagliore, e lo aveva seguito, chiamando a gran voce il proprietario di quei capelli che avrebbe riconosciuto dovunque.

***

“Merda!” imprecò Draco per quella che doveva essere la millesima volta nell'arco della serata. Aveva cercato accuratamente per tutto il tempo di evitare di incontrare Potter. Era l'unico modo per tentare di scongiurare la catastrofe. Non voleva litigare alla vigilia del matrimonio. Non di nuovo, almeno. E proprio in quel momento in cui avrebbe incontrato volentieri chiunque, perfino Voldemort stesso, piuttosto che l’Eroe del Mondo Magico, ecco che proprio lui giungeva chiamando il suo nome a gran voce. Conoscendo il ragazzo sopravvissuto come lo conosceva lui, era chiaro che Potter voleva parlare, per stabilire qualcosa di simile ad una tregua. Maledetti Grifondoro! pensò. C’era un solo modo per evitare di litigare, ed era far finta che l’altro non esistesse, ma il complesso Grifondoro di voler sempre parlare e sistemare le cose era un istinto a cui nessun rosso-oro poteva resistere, evidentemente.

Un altro drink gli avrebbe fatto bene, decise. Riuscì a raccattare un bicchiere di qualcosa che dall'odore sembrava alcolico, prima di girarsi ad affrontare Potter. Probabilmente era l'effetto dell'alcool, perchè improvvisamente lo vide sotto una luce completamente diversa. Gli occhi sembravano molto più luminosi del solito, i capelli apparivano quasi ordinati, e la bocca continuava a muoversi. Non che Draco riuscisse a sentire qualcosa, era solo il movimento che lo catturava. C'era qualcosa di terribilmente sexy nel modo in cui le labbra di Harry si muovevano, e il leggero luccichio dei denti, solo appena visibile, era troppo per il suo organismo non proprio al massimo della sobrietà, visti i numerosi alcolici che aveva bevuto.

Era completamente ubriaco, decise con inaspettata razionalità. Successivamente il suo cervello pensò che scollegarsi del tutto fosse un'ottima idea. Senza neanche sapere come, si trovò a meno di due millimetri dalla bocca che stava fissando, e il suo istinto ebbe il sopravvento. Non riuscì a fermarsi, e annullò del tutto le distanze, baciando Harry, senza per altro avere intenzione di smettere per nessun motivo.

Fu solo dopo un bel po' di tempo che si accorse che Potter non solo non lo aveva allontanato, ma addirittura lo stava ricambiando con altrettanta passione. Fu in quel preciso momento che la lucidità tornò nella sua mente sconnessa.

Il primo pensiero di Draco quando tornò in sé fu che era stato davvero uno stupido. Che cazzo, aveva appena baciato il futuro marito della sua migliore amica!

Non poteva rimanere lì un minuto di più. Corse lontano da Harry fino a non aver più fiato, per poi fermarsi all'ombra della luna e chiedersi con quale faccia si sarebbe presentato al matrimonio l'indomani. Era rovinato.

***

Harry non riusciva a credere a quello che era successo. Un attimo prima stava parlando con Malfoy, elencando una per una tutte le ragioni per cui dovevano cercare di mantenere un comportamento civile il giorno successivo, e il momento dopo delle labbra esigenti avevano preso possesso delle sue.

Aveva risposto senza pensarci. Pareva proprio che Malfoy fosse palesemente ubriaco, ma neppure lui doveva essere troppo sobrio, vista la sua reazione. O forse il suo subconscio aveva finalmente trovato la maniera per venire fuori. Dannata psicologia. Freud non aveva altro da fare quel giorno? Com’era possibile che si fosse accorto di Malfoy solo in quel momento? Harry era dell'opinione che certe occasioni non andassero sprecate, e quando finalmente si rese conto di quel che provava, abbandonò immediatamente ogni riserva che si era fatto negli anni, dedicandosi solo al suo compito.

Stava incominciando a impegnarsi seriamente nel bacio, quando Draco si era staccato ed era scappato.

Harry non capiva come potesse essere così volubili. Solo un attimo prima erano impegnati a succhiarsi le tonsille come se non esistesse un domani, e due secondi dopo quel maledetto era fuggito via come se avesse ricevuto una scossa elettrica. Con una punta di dispiacere, per la verità ben più di una punta, realizzò che con tutta probabilità Draco si era reso conto solo in quel momento di chi stesse effettivamente baciando, ed era quello il motivo della sua fuga improvvisa? Mi suona meglio.

Beh, solo poche ore dopo ci sarebbe stato il matrimonio. Avrebbero dovuto confrontarsi per forza e Harry decise che avrebbero parlato. Non rinunciava così facilmente a qualcosa a cui teneva. Anche se aveva realizzato di tenerci solo da pochi secondi. Incastrato. Da Malfoy. La cosa lo fece sorridere, più che preoccupare.

***

La cerimonia era sta organizzata nei minimi dettagli: la sposa sarebbe arrivata in ritardo, come da tradizione, e vestita di bianco. Unica concessione, i sandali bassi al posto dei tacchi alti, vista la posizione della chiesa, in cima ad un altura. I testimoni avrebbero avuto il loro classico abito da cerimonia, mentre la testimone un abito che richiamava quello della sposa, tranne che nel colore, un azzurro velato.

Le nozze si sarebbero svolte nel tardo pomeriggio, dando modo a tutti di riprendersi dai bagordi dei festeggiamenti. La sposa non era riuscita a dormire molto. Era agitatissima. Circa quattro ore prima dell’arrivo in chiesa fu prelevata, dagli elfi domestici, per essere preparata. L’acconciatura era abbastanza semplice, una crocchia che lasciava liberi dei boccoli che scendevano ad incorniciarle il viso. Guardandosi allo specchio Pansy non poté fare a meno di sorridere. Non riusciva a ancora a crederci. Cercò di tranquillizzarsi, dicendosi che sarebbe andato tutto bene, e che a questo punto non c’era niente che potesse andare storto.

Anche Ron si stava preparando, aiutato da Harry. Non c’era verso che le sue mani smettessero di tremare, e Harry aveva addirittura dovuto fargli il nodo al papillon, mentre Ron continuava a balbettare cose senza senso. Harry gli mise una mano sulla spalla per cercare di calmarlo.

“Ehi, amico, non ti preoccupare. Lei Ti ama.”

“Miseriaccia! Perché sono così agitato?”

“Ti stai per sposare…”

Forse fu solo in quel momento che Ron si rese conto di tutto quello che gli stava succedendo. Cadde come a peso morto su un divanetto presente nella stanza.

“Oddio! Mi sto sposando.”

“Eh sì. E se non vuoi ritrovarti dalla parte sbagliata della bacchetta delle tua futura moglie, farai meglio a muoverti, altrimenti rischi di arrivare tu in ritardo.”

Ron si alzò di scatto, e iniziò a camminare avanti e indietro per la stanza come un indemoniato.

“Sì, sì, dobbiamo muoverci, dobbiamo muoverci.”

Harry sorrise al suo migliore amico. Anche lui era impaziente, anche se non voleva farlo vedere. Aveva un chiarimento che lo aspettava.

Uscirono dalla stanza, dove trovarono Hermione già pronta e semplicemente radiosa. Si diressero in fretta verso la chiesa, con un Ron che diventava sempre più nervoso man mano che si avvicinavano a destinazione.

Nel frattempo Draco Malfoy si stava preparando per rovinare il matrimonio alla sua migliore amica. Non poteva lasciarle sposare lo Sfregiato, specie dopo il bacio che c’era stato. Fin troppo facile per Draco imputare quella rabbia al presunto tradimento della sua amica, piuttosto che alla gelosia, che cercava di tenere accuratamente nascosta in un angolino della sua mente.

Blaise vedeva chiaramente che il suo amico gli stava nascondendo qualcosa, e sperò per il suo bene che non fosse nulla di grave. Arrivarono puntuali in chiesa, appena dopo il Magico Trio. Draco all’improvviso si irrigidì, e quando vide Potter girarsi e sorridergli non riuscì a fermarsi. Corse, corse con tutte le forze. Scese la collinetta e andò a nascondersi in un piccolo bosco, aspettando la morte, che sarebbe giunta per mano di Pansy.

***

Harry seguì Draco senza neanche pensarci. Hermione gli aveva parlato del disguido che si era creato, e lui aveva dedotto che qualcosa di molto simile fosse successo anche con Draco. Era l'unica spiegazione possibile per la fuga della sera scorsa. Lo cercò a lungo, per poi trovarlo seduto sotto una palma, proprio vicino alla spiaggia. Si sedette vicino a lui, cercando di scoprire se l'idea che si era fatto era quella giusta.

“Ehi, Malfoy? Non mi saluti nemmeno?”

Draco registrò solo in quel momento la presenza di Harry, con un sospiro che valeva più di mille parole. Possibile che quel deficiente non capisse quanto ci tenesse a Pansy? Non poteva tradirla. Chiese, più per scrupolo che per vero interesse: “E così hai lasciato Pansy da sola?”

Proprio come Harry aveva sospettato. Quando finalmente tutta la situazione si fosse chiarita, si sarebbero fatti quattro risate. E probabilmente avrebbero iniziato a parlare chiaro, una volta per tutte.

“Sei un cretino. Ma sei troppo adorabile perchè lasci che ti torturi così” disse con un sorriso sulle labbra. Era veramente adorabile, con quel faccino triste. Sotto quella massa di neve e ghiaccio c'era un cuore caldo come il centro della terra.

“Primo: non sono adorabile. Secondo: cosa vuoi dire?”

“Pansy non si sposa con me. Si sposa con Ron. In effetti, non so cosa sia meglio per te.”

Draco lo guardò senza credere alle sue parole. Era impossibile. Pansy con Weasley. Doveva esserci un equivoco. Probabilmente era uno scherzo.

“Stai scherzando” disse.

“Assolutamente no. Chiedilo a Pansy, che in questo momento vorrebbe solo il suo testimone per cominciare la cerimonia.”

La realtà iniziò a farsi strada nelle mente di Draco. Le incertezze di Pansy, il modo in cui si avvicinava a Ron. Come aveva fatto a essere così stupido?

“Oh cazzo! Sono nella merda.”

“Direi di si. Ma ci sono io a proteggerti.” disse Harry sempre sorridendo. E il bello era che non stava scherzando. L'avrebbe protetto davvero. Improvvisamente Draco si alzò in piedi, fissando Harry ancora seduto.

“Allora, cosa ci facciamo qui? La mia migliore amica si deve sposare. Con un Weasley. Avrà bisogno di supporto morale.”

Harry scosse la testa, consapevole che lamentarsi in quel momento sarebbe servito a ben poco, e seguì pazientemente Draco. Giusto il tempo di trovarsi in piedi, che fu nuovamente coinvolto in un bacio mozzafiato. Sembrava che fosse passato meno di un secondo da quando si erano separati la sera prima, e che avessero giusto rincominciato.
Appena riuscì a riprendere fiato chiese:

“E questo a cosa lo devo?”

“A nulla. Era solo la fine di quello di ieri sera.”

“Ahhh... ed è lecito chiedere se ce ne saranno altri?”

Harry non aveva mai visto Draco arrossire. Solo per quello spettacolo, valeva la pena di aver causato un mezzo scompiglio al matrimonio. Malfoy cercò di dire qualcosa, salvo poi annaspare in cerca di una risposta adatta. Non ci riuscì, e così si limitò ad annuire. Per Harry era una risposta più che sufficiente.

“Andiamo?”

“Andiamo.”

***

La cerimonia, a parte quel breve intoppo, si svolse senza alcun problema. Finalmente tutti i dubbi erano stati chiariti e si poteva festeggiare tranquillamente l'evento.

Ron e Pansy erano al loro tavolo, circondati dagli amici più cari che avevano, e non potevano essere più felici. Harry guardava Draco con una strana espressione negli occhi che non faceva presagire nulla di buono. Ed infatti, subito dopo il primo ballo, Harry era andato a chiedere la mano di Draco per un lento, sotto gli occhi deliziati della maggior parte delle persone, con l’esclusione di Ron che non riusciva a smettere di domandarsi come gli fosse venuto in mente di chiedere a Harry di essere gentile con Malfoy. Non capiva come si fosse arrivati a questo.
Pansy gli posò una mano sul volto, e schernendolo disse: “Prima o poi capirai. Non sforzarti troppo.” Poi lo baciò appassionatamente, un piccolo preludio della notte di nozze.

Le occhiate che si lanciavano Blaise e Hermione erano più che eloquenti, e Harry non poté fare a meno di rallegrarsi per la sua amica. Probabilmente ci sarebbe stato presto un altro matrimonio. Sorrise e colse di sorpresa Draco, baciandolo di nuovo. Ora che erano tutti insieme, ci sarebbe stato di che divertirsi, pensò.

The End.
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Slayer87