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Autore: Oosen    10/11/2015    1 recensioni
Nella Praga ottocentesca le storie di vampiri, ghoul e licantropi non sono semplici leggende ma vere e crude storie di verità.
Un'antico ordine salverà la città? O i suoi abitanti verranno divorati e gettati nelle fiamme dell'inferno costretti a vagare in un'eternità di dolore e sofferenza?
Genere: Suspence, Thriller, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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-Credo di doverle dare delle spiegazioni Padre.- Il tono del giovane era cambiato, solo il giorno prima sembrava un giovane inesperto, mentre ora era cambiato in una sera. Era più sicuro di se, lo sguardo era deciso e nella sua postura si leggeva una potenza oltre l’immaginazione. Adam era seduto sulla sua sedia, non lo guardava, la mano sorreggeva la testa e copriva il mento, nei suoi occhi stanchi si intravedevano ancora le ombre che avevano disturbato i vespri. Non disse nulla e per un attimo il silenzio denso si poteva tagliare con una lama. L’odore d’incenso pervadeva l’ambiente creando una sottile foschia che arrossava gli occhi. Le scuri erano abbassate nonostante fosse mattina. Walter aveva sentito dai chierichetti che il parroco era restato sveglio tutta la notte e nessun tentativo di persuasione lo aveva convinto ad andare a letto per riposarsi, non si era neanche cambiato. La veste era ancora impregnata dell’odore metallico del sangue che oramai si era rappreso diventando color rosso scuro. Anche tra le rughe dell’uomo si potevano ancora intravedere residui di sangue rappreso. Walter non se la sentì di andare avanti con il discorso. Forse il padre non voleva ancora parlarne. -Dobbiamo dare una degna sepoltura…- Il parroco ruppe il silenzio, il tono era basso, pacato. Il suo sguardo era ancora vuoto, perso nel vuoto. -Padre James… Non ricorda…- Si fermò, James era in un evidente stato di shock, neanche ricordava che le creature trafitte avevano preso fuoco e che per precauzione avevano dato fuoco anche al cadavere nella cattedrale. -Me ne sono occupato io ieri sera con la guardia.- Decise di mentirgli, era per il suo bene. -Si… Bene… Sei un ottimo sottoposto…- Rispose piano. Passarono tre giorni, Padre Adam non si riprendeva, anzi peggiorava. Ora era costretto a letto, biascicava frasi senza senso, non dormiva e per questo si ammalò. Chiamarono immediatamente un medico il quale non sapeva cosa fare, “non c’è cura per la pazzia” gli aveva confidato a Walter il quale si era adirato e lo aveva cacciato. Con Padre Adam in queste condizioni qualcuno doveva prendere le redini della cattedrale, non qualcuno ma lui. Entrò nello studio del parroco, l’odore d’incenso era ancora presente, nessuno aveva arieggiato la stanza per giorni. Si sedette alla scrivania e prese piuma, inchiostro e calamaio. “Anno domini 1650 La situazione qui a Praga sta andando peggiorando. Gli attacchi di Ghoul sono sempre più frequenti e da solo non posso condurre le indagini, sarebbe troppo rischioso. Ho dovuto prendere le redini della Cattedrale a causa del malanno sorto nella mente di Padre James. Richiedo l’assistenza di altri sacerdoti dei XII apostoli. L’oscurità è densa nei cuori dei fedeli. Dio vegli su di noi, sul Santo Padre, su tutti i nostri fedeli Amen XII” Soffiò per far asciugare l’inchiostro e piegò con cura le lettera. Dalla tasca della veste prese un anello d’oro, vi era inciso in basso rilievo un numero romano: dodici. Accese il camino dove mise a scaldare della cera dopo di che ne verso una piccola quantità sulla busta per sigillarla e con l’anello impresse il numero romano sulla cera ancora calda che prese a raffreddarsi. Confezionò un piccolo pacchetto dove ripose sulla base il crocifisso con cui aveva ucciso il ghoul, era ancora sporco di sangue e il legno era in alcune parti bruciacchiato. Depose la lettera e chiuse il pacco. A Roma il clima era uggioso quando arrivò uno strano pacchetto, proveniva da Praga. Giovanni, un uomo corpulento e dai lineamenti duri ricevette il pacco da un sacerdote. Lo aprì e lesse il contenuto della lettera prendendo in fine in mano il crocifisso che vi era in fondo alla scatola. Batté il pugno sulla scrivania in palissandro decorata sinuosamente da degli intarsi in oro. Si diresse subito dal papa, era furioso. -Santo Padre, a raccolta Giovanni fedele servitore di Dio.- Si era inchinato inginocchiandosi, nel pugno che lo aiutava a sorreggerlo era stratta la lettera e il crocifisso. Nella sala non vi era solo il Santo Padre seduto sul suo trono d’oro, dietro di esso vi erano seduti, su altrettante sedie d’oro il cui schienale finiva a punta verso l’alto come lance sorrette da guerrieri, i vescovi che lo guardavano dall’alto in basso con uno sguardo di indifferenza e di noia. -Giovanni, Giovanni dimmi figlio di Dio.- La voce del Papa era vecchia, raggrinzita dagli anni che portava sulle spalle ed era stanca. Il viso era mappato da vistose rughe e gli occhi non si intravedevano più, solo una fessura tra le palpebre oramai gonfie dagli anni faceva in modo che l’uomo potesse vedere il suo interlocutore. Il doppio mento molle danzava alle parole del Papa. -Mi è stata recapitata una lettera dal mio fratello dodici, Praga è immersa nell’oscurità e ha bisogno del nostro aiuto.- Tagliò corto Giovanni, ancora inginocchiato. La platea dei vescovi fu attraversata da un brusio che sembrò assordante nell’immensa sala del Vaticano. Il Papa restò in silenzio per qualche minuto, riflettendo, ponderando la sua risposta. La luce lo illuminava donandogli un aspetto ancor più saggio e divino. -Silenzio.- I vescovi si ammutolirono come cani addestrati, nessuno osava fiatare a quell’ordine pronunciato con fermezza e autorità. -Voi apostoli mi servite qui a Roma, abbiamo mandato dodici solo perché era il nuovo entrato e doveva far esperienza. Non potete mandare degli altri parroci?- Disse infine portandosi avanti dallo schienale vellutato di color rosso e gesticolando in modo lieve con la mano rugosa e tremolante. -Santo Padre, è inutile mandare altri parroci, se la situazione è grave come mi ha scritto, urge agire in fretta in modo da tagliare alla base questo tronco secco. Per questo gli chiedo l’autorizzazione di mandare a Praga undici e dieci. Loro sapranno cosa fare.- Il Papa ancora una volta saggiò le parole pronunciate. Poi stirandosi la veste papale annunciò. -Ebbene, Giovanni io mi fido del tuo giudizio. Manda allora dieci e undici e assicurati di estirpare il male da Praga. Dio sia con te.- Giovanni chinò il capo in segno di ringraziamento e per cogliere la benedizione del papa. -Amen.-
   
 
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