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Autore: JulesB    10/11/2015    1 recensioni
Magnus ha un'importante domanda per Alec. La sua risposta potrebbe influenzare entrambi, in diversi modi ovviamente.
Storia tradotta dell'autrice Cumberbatch Critter.
Dal testo: "La caduta fu breve prima di atterrare sullo stomaco muscoloso di Magnus. Le braccia serpeggiavano attorno alla sua schiena, poi Alec, sospirando tranquillamente, poggiò il mento sul petto dello stregone per guardarlo. Ricevette un semplice sorriso, mentre le braccia attorno a lui lo stringevano. Ad Alec non importava, non lo facevano sentire in trappola, ma al sicuro."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: Lime, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Un bagliore di luce svegliò Alec dal suo sonno. Non ricordava di essersi addormentato, ma la cosa non gli importava. Era comodo e al caldo, ed erano le sole cose che gli importavano. Infatti, stava seriamente pensando di tornare a dormire quando qualcosa iniziò a solleticargli il naso. La sensazione di solletico sul suo viso lo fece starnutire e aprì gli occhi irritato, trovando una cascata di glitter che fluttuavano nell'aria. Glitter...

Come una scossa, Alec realizzò che l'ultima cosa di cui si ricordava era che stava con Magnus. Si mise a sedere rapidamente, guardandosi attorno nella stanza selvaggiamente colorata. No, quella non era la sua stanza.

Si districò dalla coperta giallo canarino, il panico sostituito dal terrore. Prima stava ammirando il tramonto, e ora fuori era ancora chiaro, la luce del sole gocciolava attraverso i bordi delle tende. Stava avendo la terribile, naufragante sensazione che...

"Buon giorno"

Alec saltò; aveva completamente dimenticato che Magnus era sdraiato accanto a lui, le sue mani piegate ordinatamente sotto la sua testa. I suoi occhi da gatto lo guardavano con un tocco di divertimento. Sembrava così calmo, mentre Alec internamente era completamente nel panico.

"Che ore sono?" rispose Alec, strizzando gli occhi verso la parete più lontana della stanza dove sapeva esserci un orologio.

"Sono appena passate le 8.00"

"Del mattino?" chiese incredulo.

"No, è notte ed il sole splende. Il mondo è cambiato mentre dormivi, Alec."

Alec gemette, passandosi il palmo della mano sulla fronte. Tutti a casa in quel momento erano svegli. Jace solitamente si svegliava presto solo per poter vedere l'alba, e Izzy non avrebbe dormito preoccupata per lui, grazie al fatto che non era ancora tornato a casa.

"Resti per colazione? Nel menu di oggi abbiamo ali di pipistrello fritte con contorno di occhi di mucca."

"Sono contento che tu sia allegro" borbottò Alec, alzandosi. Doveva ammetterlo, aveva dormito meglio che negli ultimi tempi. O forse era semplicemente stato diverso perché era con Magnus. "E... come ho fatto a finire nel tuo letto?" chiese mentre stiracchiava le braccia in alto sulla testa.

"Questa dovrebbe essere la tua prima domanda, seguita da 'cosa abbiamo fatto ieri notte?'," rispose Magnus, ma il suo tono era distratto. Alec si guardò alle spalle trovando lo stregone che gli fissava il fondoschiena, e realizzò che la sua maglietta si era alzata mentre si stiracchiava. Sbuffando, la risistemò abbassandola fino alla cintura dei pantaloni. Magnus semplicemente sorrise.

"Non ho bisogno di farti la seconda domanda, so che non volevi fare nulla."
Magnus arcuò un sopracciglio, assumendo un'aria spavalda "Oh davvero? Ne sei sicuro?"

"Sicuro" rispose Alec, anche se improvvisamente non ne fu più certo.

"Uh. Beh, per rispondere alla tua domanda, ti sei addormentato sul pavimento là fuori, così ti ho portato qui dentro. Prima che ti si bloccasse il collo o altro."

"Ah... grazie comunque" rispose Alec, attraversando la stanza a grandi passi fino ad arrivare al bagno adiacente.

"Hey, ti ho preso uno spazzolino da denti. Mi scoccia condividere sempre il mio con te. Germi Shadowhunters e tutto il resto, capisci."

Alec ruotò gli occhi "Ma tu preferisci 'più lingua'," lo canzonò sarcasticamente, chiudendo la porta dietro di lui. Una parte di lui aveva cancellato il panico e il terrore del tornare a casa, perché era occupata a sentirsi stordita. Aveva il suo personale spazzolino da denti a casa di Magnus... Una risata eruppe dalle sue labbra non appena lo prese e gli diede un'occhiata, notando che non era uno spazzolino scadente di quelli che ti graffiava le gengive.

Alec prese il dentifricio di Magnus. Magnus era solito usarne uno al sapore di menta, ma si fermò rapidamente- Alec non sarebbe riuscito a riprendere fiato se l'avesse usato. Non gli piaceva niente che avesse quello sterile sapore di menta; gli bruciava le narici. Ma il dentifricio era diverso, era in un tubetto senza marca (Alec iniziò ad avere qualche sospetto) e odorava di agrumi. Era delizioso, perché dopo aver spazzolato i denti sembrava di aver morso un'arancia.

Stava vivendo quella rinfrescante sensazione mentre rimetteva a posto lo spazzolino. Mise le mani sotto il getto d'acqua calda del lavandino, per poi sciacquarsi un po' la faccia. Era ancora arrossato e il suo volto era ancora un po' caldo, e voleva ritornare calmo prima di tornare a casa.

Uscire dal bagno era come camminare in una nuvola di glitter, tutte quelle particelle brillavano. Tossendo, tornò vicino alla porta. "Cos'è questa pioggia di brillantini?" borbottò irritato, allontanando da sé tutti quei brillantini.

"Scusa, piccolo. Stavo sistemando qualche coperta prima e ho trovato un'enorme quantità di glitter nel letto con noi. Li sto scrollando via!"

Così, ecco cos'era che lo aveva svegliato. Alec fissò i sempre più tanti brillantini sul pavimento, sentendosi un po' male. Lui aveva dormito lì dentro. "Beh, devo andare."

"Andare? Non mi sono ancora sistemato i capelli, penso sia prematuro giudicarli così presto. So di non essere grandioso la mattina presto, ma accidenti." Magnus si voltò a guardarlo, le sue dita sottili ancora tenevano le coperte.

"No, ho bisogno di andare a casa, Magnus."

"Trattieni il pensiero" disse lo stregone, tornando a voltarsi "La natura chiama."

Alec sbuffò, camminando verso la finestra e spostando una tenda. Non poteva credere di aver passato la notte da Magnus. Cosa avrebbe detto Jace? E Izzy? E i suoi genitori? Magnus era stato un perfetto gentiluomo quando lo aveva presentato loro, ma nonostante quello Alec pensava che loro non fossero d'accordo. Perché avevano esposto solo tutti i suoi lati negativi anche se lui non era davvero così
.
Un momento dopo, la porta del bagno si spalancò e vide Magnus, apparentemente cerimonioso e decente- e solo con i boxer.

Alec, che stava cercando di ingoiare il groppo che sentiva in gola, lanciò un'occhiata a Magnus e riuscì a deglutire la propria saliva. Ci fu un momento di tranquillità e poi quel sentimento lo abbandonò, solo per essere sostituito da una lieve debolezza e imbarazzo.

"Wow. Sono qui, pensando di essere la luce della tua esistenza, e guarda, ti sto uccidendo."

"N-non è divertente, Bane" borbottò, sistemando la tenda e allontanandosi dalla finestra "Per nulla divertente."

Magnus emise un grugnito, camminando davanti a lui verso il suo armadio.

"Sono riuscito a non soffocare qui, e ora devo andare a casa per essere strozzato..." Alec si spense, scuotendo leggermente la testa.

"E se non ti lasciassi andare?"

Ci fu un improvviso e veloce movimento dietro le sue orecchie e Alec si voltò, ma non riuscì a completare il movimento che subito venne sbattuto con la schiena contro il muro. Un basso ansimo uscì dalle sue labbra prima che quelle di Magnus furono sulle sue, forti e insistenti. Era molto simile al bacio della notte precedente, ma questa volta Magnus non diede la possibilità ad Alec di reagire.

I polmoni di Alec gridavano per avere aria quando Magnus ruppe il bacio; lo Shadowhunter prese un profondo, tremante respiro che divenne un altro ansimo quando le labbra di Magnus scesero sul suo collo. Muovendosi con intensa fierezza, sfiorarono la pelle di Alec, facendogli venire la pelle d'oca dove lo toccavano. Il suo cuore batteva rapidamente e sapeva che Magnus poteva sentirlo quando le sue labbra si fermarono sulla vena pulsante del suo collo. Ci fu un'improvvisa fredda e bagnata sensazione, seguita da una scossa di paura, che gli fece scivolare dalle labbra un gemito.

"M-Magnus..."

"Sì, Alexander?"

Rispose semplicemente infilando le mani nei capelli appena sistemati dello stregone. Poté solo immaginare il sorriso che si era creato sulle labbra di Magnus, labbra che poi tornarono ad essere occupate sul suo collo. Alec tirò i capelli di Magnus - forte, portando il suo volto all'altezza del suo. Schiacciò velocemente la sua bocca contro quella di Magnus. Si disse che lo stava facendo solo per non avere un evidente succhiotto.

Certamente quello non era il vero motivo.

Le mani di Magnus trovarono il volto di Alec, e quando le loro lingue si carezzarono, una piccola scossa elettrica percorse il corpo di Alec. Doveva tornare a casa, gli disse una voce dentro di sé, ma, come se in accordo, una mano di Magnus scivolò dietro la schiena di Alec, avvicinandolo. Erano petto contro petto, ora, e poté sentire il battito cardiaco dello stregone attraverso la sua maglietta.

Ci fu un improvviso, acuto e pungente dolore e il sapore del sangue riempì la sua bocca. Fece scattare la testa all'indietro; facendole colpire il muro con un leggero tonfo prima di capire che era solo Magnus che aveva morso il suo labbro, forse un po' troppo. Lo stregone lo stava semplicemente guardando, con il suo sangue le labbra di Alec brillavano, e un sorriso si dipinse sul suo volto "Sei ancora sicuro che non volessi fare niente, Lightwood?"

Alec asciugò il sangue dal suo labbro facendo correre la lingua su di esso "Non oseresti..." sussurrò, sebbene le sue parole furono incerte, suonando ansimate e, forse, anche un po' timorose.

"Non dovrei?" ci fu un sorriso felino accompagnato da occhi da gatto che lo fissavano, e improvvisamente, Alec si sentiva tutt'altro che al sicuro. 



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Ecco qui il secondo capitolo, anche se pensavo di postarne uno a settimana. Credo sia inutile far aspettare tanto, visto che la storia è conclusa e già tradotta. 
Buona lettura! 
   
 
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