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Autore: adirtywinter    10/11/2015    0 recensioni
[...] - Quindi è per Malfoy che piangi? -
- Io non piango per Malfoy, diamine! - Si girò di scatto Hermione fulminando Luna con lo sguardo, capendo subito dopo di aver esagerato e moderando i toni – Perché mai dovrei piangere per un idiota del genere? Dato che vedo che il Gossip va di moda ad Hogwarts, metti in giro questa voce: Hermione Granger e Draco Malfoy si odiano ancora profondamente, si insultano dalla mattina alla sera, quella sulla scopa era una ragazza che le assomigliava molto e la terra è tornata a girare sul proprio asse. E ora perdonami, Luna, ma devo proprio andare. - Asserì decisa, girando i tacchi.
Luna Lovegood si guardò un po' intorno, incrociando lo sguardo di Draco che la scrutava profondamente da qualche metro di distanza.
Aveva sentito tutto, e non gli era di certo sfuggita la parte delle lacrime della Granger.
***
Cosa potrebbe succedere se due acerrimi nemici storici venissero uniti da un progetto scolastico e fossero costretti a collaborare insieme?
Cosa potrebbe succedere, ancora, se la chiave d'accesso alla serenità fosse la causa della sua più totale distruzione?
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Ginny Weasley, Hermione Granger, Il Secondo Trio (Neville, Ginny, Luna) | Coppie: Draco/Hermione, Luna/Neville
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Buonasera a tutti! Il capitolo è arrivato ed è un po' più lungo del precedente, come promesso. A causa di alcuni impegni credo di poter affermare di aggiornare più o meno una volta a settimana, non più, perché davvero non riesco a finire i capitoli altrimenti. Senza anticiparvi niente, ho voluto focalizzare l'attenzione su alcuni dettagli, spero di non risultare troppo descrittiva! Ad ogni modo, nel prossimo capitolo sapremo molte più cose riguardo Draco, visto che fino ad ora ho più che altro analizzato il personaggio di Hermione. Gradisco davvero recensioni e commenti di tutti i tipi, non siate timidi/e! Un bacio e grazie, come sempre.

 

You are here, on my return.

 

#8 Happy Ending

 

"And I was thinking to myself:
This could be Heaven
or this could be Hell."
Eagles – Hotel California

 

 

Hermione era convinta di aver usufruito di tutta l'aria del pianeta intero.

I suoi polmoni avevano lavorato più in quei secondi che in tutta la sua vita.

Il vento le sferzava il volto, prepotente più che mai; le sue gambe non riuscivano neanche a tremare, per quanto incerte e instabili; la coda di cavallo che aveva realizzato un'ora prima, pareva essersi dissolta nel nulla, e i suoi capelli ribelli si lasciavano andare con l'atmosfera.
Istintivamente si aggrappò all'unica cosa possibile per non rischiare di morire così giovane: il corpo di Malfoy. Pareva stabile, sicuro di sé, il solo appiglio per non cadere nel nulla da un'altezza di chissà quanti metri che non accennava a diminuire, ma che anzi aumentava attimo dopo attimo. Strinse le braccia così forti da rischiare di soffocarlo, affondando il viso nella sua camicia pregiata e stringendo gli occhi così forte da staccarli quasi dalle orbite.
Granger, diamine! -
Non avrebbe mai potuto dire, lei, da quanto erano in volo, ma facendo due calcoli probabilmente si erano staccati da terra da circa dieci secondi e basta. Non era riuscita più a dire niente dopo che Malfoy l'aveva pugnalata alle spalle, staccandosi dal suolo a tradimento senza alcun avviso o premessa, rischiando di farla morire d'infarto. Non aveva spiccicato parola e non si era azzardata a dare una sbirciata tutto intorno, terrorizzata in parti del corpo che nemmeno credeva di possedere.
Granger! -
Forse era la quarta o quinta volta che si sentiva chiamare, ma non aveva davvero il coraggio di rispondere o di far presente di essere ancora viva.
Almeno per ora...
Dannazione, Granger! Se proprio devi toccarmi con quelle tue mani, almeno fai in modo di farmi respirare! -
Hermione solo in quel momento capì, e istintivamente allentò la presa di poco, rimanendo comunque ben salda. Allontanò anche un po' il viso dalla sua camicia, trovando per la prima volta la forza fisica per parlare.
Malfoy, rallenta! - Gridò per farsi sentire da lui, che fiero e spavaldo cavalcava la sua scopa come il più bel cavaliere col suo cavallo, pronto ad andare in guerra, pronto a morire per una causa, posato e motivato.
Rallentare? E' una Firebolt, Granger! - Rispose lui sorridendo, fiero del suo modello.
Che cavolo me ne frega se è una Firebolt?! Rallenta! - Come sempre quando parlava con lui, Hermione già si era innervosita più del dovuto, sentendosi indifesa lì dietro tra le mani del suo più acerrimo nemico.
Perché Granger? - Domandò poi lui, con un tono palesemente ironico, voltandosi appena verso la ragazza – Hai forse paura? E fortuna che sei una Grifondoro, eh. - Recitò teatralmente fiero di se stesso, ghignando di sottecchi, arrivando al campo da Quidditch dove la folla era già in fermento.
Hermione non riuscì a rispondergli per le belle perché il rumore della gente urlante sovrastò ogni tipo di pensiero razionale e irrazionale; avvertì solo che la scopa era sospesa a mezz'aria, ma era ferma. Non aveva mai sentito dagli spalti quanta confusione potesse fare tutto quel pubblico.
Apri gli occhi, Mezzosangue. Goditi lo spettacolo. - Disse ancora Malfoy, con un tono diverso dal solito, un tono che non aveva mai usato con lei e che suonava come... un consiglio, un incitarla? La ragazza prese coraggio e ci mise qualche istante, ma poi li aprì davvero. Si guardò intorno e una scarica di adrenalina le attraversò tutto il corpo, facendola sorridere istintivamente, gioiosa: praticamente tutta Hogwarts era lì alla partita, e colori di ogni genere si mischiavano tra loro. I Corvonero erano da una parte e cantavano festosi, dall'altra vi erano i Serpeverde più argentei che mai, al centro la schiera di professori e lo speaker con un microfono fuori dal comune, che incitava la folla a fare ancora più baccano. E loro, tutti i giocatori, stavano sospesi nel nulla in sella alle scope a guardarsi intorno, a salutare qua e là, a compiacersi e lanciarsi occhiate nemiche con l'avversario.
Hermione non si sentiva da tantissimo così.
Il cervello aveva smesso di funzionare, e il cuore tamburellava a velocità raddoppiata per compensare tutto quel tempo in cui era stato sopito. Malfoy, davanti a lei, era dello stesso avviso, e non si dissero niente in quei frangenti.
...Alla mia destra vi è il Battitore dei Serpeverde, Blaise Zabini! - Disse lo speaker dopo un lunghissimo elenco di presentazioni, sotto gli urli incitanti della folla – ...E vicino a lui, chi vedo? E' il cercatore ragazzi, Draco Malfoy! - E il pubblico esplose più che mai, facendo gonfiare il petto di Draco. - ...Ma... vedete anche voi quello che vedo io? C'è qualcuno, forse, dietro Malfoy? - Chiese lo speaker stropicciandosi gli occhi, e tutto il rumore per un attimo si sopì. Hermione ebbe un respiro mancato, e il tempo si fermò. Arrossì violentemente dalla punta dei capelli alla punta dei piedi, pregando di essere invisibile agli occhi di tutti, cercando di appiattirsi il più possibile dietro la schiena di Malfoy.
E' forse... No, impossibile. Ma forse... -
Attimo di silenzio.
E' proprio così! E' Hermione Granger, ragazzi, Hermione Granger è in sella alla sua scopa! - un secondo di pausa, e poi la folla esplose ancor più di prima. Molti si alzarono in piedi applaudendo e gridando per lei, suonando tamburi e strumenti mai visti, e la ragazza riuscì a inquadrare anche la figura della preside McGranitt battere le mani con un leggero sorriso a incorniciarle il viso segnato dal tempo.
Per la prima volta dopo quelle poche settimane ad Hogwarts, ed escludendo a priori i momenti di insulti con il suo avversario, non si sentì più sola.
E' il tuo momento, Granger. - Disse Draco, voltandosi appena verso di lei, guardandola con... era un sorriso, quello? Lei scoppiò in una risata cristallina, alzando il braccio per salutare tutti, commossa, emozionata, viva più che mai.
Dovrete spiegarci un bel po' di cose, voi due!- Continuò lo speaker - Ora direi che è il momento di iniziare. Tutti al centro e... via! -
Durò poco quella gioia, perché in un battito di ciglia la scopa di Malfoy già schizzava nell'aria, con lui appiattito al massimo in avanti su di essa, e lei di nuovo a stritolarlo appiccicata il più possibile. Curvava in avanti, a destra, a sinistra, all'indietro, faceva il giro e poi ricominciava daccapo, e gli occhi serati di Hermione non la aiutavano di certo a orientarsi nello spazio: non capiva più se fosse a testa in giù o magari inclinata. Draco era concentratissimo.
Avanti, Mezzosangue, apri gli occhi! Aiutami a trovare il boccino! - Lo sentì gridare dopo istanti interminabili. 
Neanche per sogno, Malfoy! -
Granger, prima lo troviamo e prima tutto questo finirà! -
Questa risposta fu abbastanza convincente per la Grifondoro, che fece un grande respiro improvvisamente motivata a far finire tutto quello e aprì gli occhi, trovandosi nel nulla: erano molto più alti di prima, abbastanza isolati, e il vento era gelido. Sentiva i piedi sospesi nel vuoto, e il terrore la fece irrigidire come una statua di marmo: si bloccò all'improvviso, serrando nuovamente le palpebre, non più padrona di se stessa, sull'orlo di un attacco di panico. Malfoy, per qualche strano motivo al mondo, parve accorgersene.
Granger, apri gli occhi. - Le disse in tono più pacato, fermo nuovamente a mezz'aria, voltandosi appena verso di lei.
No! - Rispose come una bambina.
Apri gli occhi, fidati di me! - Ripeté un po' più spazientito.
Fidarmi di te? Pff, e perché mai dovrei farlo?! - Le chiese lei ancora appiccicata al di lui corpo, tentando di non far trapelare tutta l'ansia che in realtà covava dentro.
Perché non hai altra scelta, Mezzosangue. - Concluse il Serpeverde, ed Hermione dovette (ancora una volta) ascoltarlo per forza, anche perché quei giramenti le avevano fatto venire la nausea. Con estrema lentezza aprì nuovamente gli occhi, respirando affannosamente subito per la paura: non riusciva a vedere niente, se non il niente stesso. Non capiva nemmeno dove fossero, e poi il dito di Malfoy si alzò indicando un punto lontano. Lei seguì con lo sguardo quella direzione per forza di cose, e attraverso gli alberi vide uno splendido paesaggio della Londra babbana immersa nel verde di alberi, monti, colline, e foreste tutte attorno. Hermione s'incantò attratta da quella meraviglia, ritrovando sia l'orientamento che il coraggio: era tutto diverso.
Eccola, la mia passione. - Disse poi lui, in uno slancio di sincerità mai avuta prima, di apertura massima tra loro; ma la ragazza non riuscì davvero a rispondere, perché un puntino dorato le schizzò come una furia davanti al viso, con un leggero suono metallico.
Malfoy, il boccino d'oro! - E non concluse nemmeno la frase che Draco già era schizzato via, rischiando di farla cadere dalla scopa. La corsa riprese all'impazzata, di nuovo il vento contro e i capelli sparsi in esso, ma durò molto meno del previsto: nel giro di qualche istante, Malfoy era riuscito ad afferrarlo.
Hermione esplose in un grido di gioia quando sentì la scopa rallentare e riuscì a capacitarsi dell'accaduto, alzando un braccio in segno di vittoria e urlando felicemente al nulla; Draco urlò insieme a lei, sollevandolo. Tornarono lentamente al campo e il pubblico dei Serpeverde impazzì, intonando la loro canzone, il loro inno, applaudendo la coppia più strana del secolo.
Rimasero a godersi quell'attimo consapevoli probabilmente di poterlo vivere davvero una sola volta nella vita, spavaldi e fieri come mai prima di quel momento. Lentamente, Draco guidò la sua scopa fino a terra, fino a poggiare i piedi in essa: a Hermione mancò il respiro quando riuscì a ritrovare l'equilibrio, e la gente intorno a loro si accalcò come in una rissa, congratulandosi e compiacendoli. La ragazza si guardava intorno ammaliata da tutte quelle attenzioni, ringraziando gente che non aveva mai visto in vita sua, Serpeverde stessi che anzi di solito aveva accuratamente evitato. Si voltò a cercare Draco con gli occhi, trovandolo per la prima volta quasi umano: stava sorridendo davvero, ed era un sorriso sincero, non uno dei suoi soliti ghigni maliziosi e beffardi. Lui dovette sentirsi osservato, perché si girò a sua volta incrociando lo sguardo della ragazza.
Accadde davvero: per una manciata di secondi scarsi, la Granger e Malfoy si fissarono lì in mezzo, padroni entrambi della situazione, nessun carnefice e nessuna vittima. Poi la magia si spezzò, e Hermione si ricordò di essere una brava studentessa.
Ho partecipato alla tua partita, adesso devi farmi finire i compiti di Trasfigurazione. - Gli disse avvicinandosi a lui, che fece una smorfia contrariato.
Sei seria, Granger? -
Certo che sono seria. -
Ma mancheranno un paio d'ore al tramonto, non potresti farli dopo? - Le domandò accigliato.
No, Malfoy, adesso. - E non si aspettò una risposta, la riccia, perché girò i tacchi e si diresse verso l'uscita dal campo, ma la voce del ragazzo andò ancora una volta ad infrangere i suoi sogni.
Aspetta, Mezzosangue. -
Che c'è, ancora? - Gli chiese sbuffando.
Devo farmi la doccia. -

 

 

***

 

- Nott, ma che cavolo ti è preso? -
Che vuoi dire, Blaise? -
Voglio dire anche questo: perché, di grazia, mi chiami "Blaise"?! -
E' il tuo nome. -
Ma ci siamo sempre chiamati per cognome! -
Ci conosciamo da anni, amico, sarà ora di cambiare le cose! Non credi? -
No. - Rispose Zabini con gli occhi fuori dalle orbite – Le cose andavano benissimo anche prima. -
Non mi pare... Lo sai che Draco non parla più con noi, sta sempre per conto suo, l'altra sera giuro di averlo visto studiare. E noi non gli abbiamo neanche chiesto niente. - Disse Theodore in tono pacato, molto serioso, con le mani incrociate sulle ginocchia adagiato nella grande Sala Comune dei Serpeverde, di fronte al fuoco ardente del camino e fissando un punto imprecisato della parete.
Zabini, al contrario, non riusciva a credere alle sue orecchie.
E' Malfoy! Cosa ti aspetti? - Gli rispose – E' sempre stato così: più schivo, riservato, un po' sulle sue. Non capisco perché devi preoccupartene ora. -
Blaise... - Disse Theo con un'espressione un po' macabra da serial killer, voltandosi verso l'amico e cercando di abbassare un po' il tono di voce -... Non so se te ne sei accorto, ma è da parecchio che non porta una ragazza in stanza, neanche Pansy. -
Ti ho sentito. -
I ragazzi si glaciarono insieme voltandosi verso la Parkinson che fece la sua apparizione in Sala Comune scendendo le scale dal suo dormitorio, con i capelli corti alle spalle che ondeggiavano insieme al suo passo.
Ehm... Pansy, io non volevo... -
Dio! - Disse lei stralunata fermandosi di fronte a Theodore – Tu che chiedi scusa? Ma che ti ha fatto quell'uomo? -
E' quello che sto cercando di scoprire anche io! - Replicò Zabini felice di aver ricevuto delle attenzioni, buttando il mozzicone di sigaretta insieme ai resti del legno bruciato nel grande focolare.
Sto bene, ragazzi! Non è questo l'importante? So solo che tutto questo odio verso i nostri compagni di scuola, in questi anni ci ha fatto più male che bene. Io l'ho semplicemente represso. - Parlò Nott con un'espressione da ebete in volto, tanto che Pansy davvero pensò che gli avessero somministrato un potente filtro d'amore, come quello di Ron Weasley al sesto anno.
E' per questo che stavi appiccicato come una cozza al braccio di Ginny Weasley? Ti ricordo che lei non è ben accetta in questo gruppo, tanto per essere chiari. - Disse acidamente Zabini, più confuso che mai, convinto sempre di più della nuova malattia mentale dell'amico d'infanzia e deciso ad andare in fondo a quella storia.
Giusto, approposito di Ginny! Devo lasciarvi ragazzi, a dopo. -
E così Theo si dileguò dai suoi amici come mai prima di quel momento.

 

***

 

Hermione e Draco arrivarono nella Sala Comune dei Grifondoro, nonostante tutte le proteste della Signora Grassa di non lasciar entrare una "viscida serpe". La ragazza decise mentalmente di non dire niente, ringraziando qualche potere soprannaturale per aver convinto il Furetto a far la doccia più tardi, in solitudine possibilmente. Malfoy si guardò intorno piazzando la sua solita espressione schifata, analizzando ogni centimetro di quella stanza mai vista prima di allora.
Siete così... Colorati, voi. - Disse sprezzante.
Non tutti adoriamo il buio, Malfoy. - Rispose lei prontamente lanciandogli una frecciatina, e pregando mentalmente di non incrociare nessuno in quel breve tragitto fino al dormitorio, perché davvero la situazione non sarebbe stata per niente gradevole.
Per fortuna il Destino, o Mago Merlino, o chiunque sia volle assisterli, e arrivarono illesi al di lei dormitorio, che dormiva da sola in un grande letto a baldacchino con le tende velate di un rosso bordeaux, dello stesso colore delle pesanti coperte. Era semplice la sua stanza, ma accogliente e carina: c'era un armadio di legno antico adagiato alla parete, con accanto una piccola scrivania colma di libri che Draco non aveva mai neanche sentito nominare. In fondo al letto vi era il baule, accanto una finestra che dava su tutto il perimetro del castello, e dall'altra parte un semplice bagno.
Però... - Disse Malfoy guardandosi intorno, sempre vicino alla sua compagna di sventure – ti tratti bene, Granger. -
Tu non hai usufruito dei privilegi dei prefetti? -
Chiamali privilegi dei prefetti, tu... Io lo chiamo isolamento. -
Hermione sorrise scuotendo la testa, chiudendosi la porta alle spalle.
Isolamento? Tutti sognano di stare in camera soli. -
Tutti quelli che non hanno amici, Granger. - Le disse lui lanciandole un'occhiata, ed ecco di nuovo nella frazione di un secondo farsi spazio al centro dello stomaco della ragazza quel senso di vuoto e di freddo che l'aveva accompagnata in quelle settimane. Probabilmente rimase in silenzio più tempo di quanto avesse voluto, perché Malfoy inarcò un sopracciglio notando ogni sfumatura sul viso di lei: e forse era davvero la prima volta che le guardava per bene il viso.
Hai i capelli da pazza. - Asserì lui poco dopo, interrompendo quel silenzio pesante e facendo riferimento alla loro esperienza contro il vento fino a qualche minuto prima. Hermione parve tornare alla realtà e scosse la testa destandosi da quel silenzio, tirandoli su ancora in una coda alta fatta al volo; poi riprese possesso di se stessa, come sempre.
Bene, dunque... Non possiamo allontanarci di troppo, quindi per favore trova una sedia e mettiti lì, io devo fare il compito. - Disse severamente, col tono di chi dà un ordine, e così si avvicinò al letto sul quale adagiava una pergamena già iniziata con una piccola boccetta d'inchiostro accanto. Si mise su di esso a pancia in sotto, tirando su le gambe all'indietro, e non curandosi più del suo "coinquilino" che, intanto, la fissava davvero schifato.
Ti dò massimo mezz'ora, Granger. Poi me ne vado. -
Zitto, Malfoy. Fammi concentrare. -
Non dirmi di stare zitto! -
Sssh! - Replicò lei lanciandogli un'occhiataccia, e prendendo a scrivere senza sosta, immersa in quelle scritture così familiari.
Draco si appoggiò al letto fissando un punto imprecisato della parete, iniziando ad annoiarsi nel giro di venti secondi.
Hai finito? -
Sei serio?! -
-
Diamine, Mezzosangue, che cavolo dovrei fare qui impalato? -
Beh, magari potresti studiare un po' anche tu visto che ci sei, non credi?! - Gli disse lei con un tono ironico senza togliere gli occhi dalla pergamena, e Malfoy sbuffò.
Io ho quasi i tuoi stessi voti senza aprire libro. -
Questa si chiama corruzione. -
Questa si chiama intelligenza. -
Questa si chiama bacchetta, e spero di non doverla usare contro di te! -
Malfoy ghignò sdraiandosi sul letto, lasciandosi andare con la schiena all'indietro sentendo il contatto morbido col materasso, mantenendo comunque i piedi a terra.
Se volo io, voli tu Granger. Ricordalo. -
D'accordo! - Disse Hermione spazientita, tirandosi su in uno scatto felino per mettersi seduta e fissarlo torva – Così è impossibile! Quanto manca al tramonto? -
Almeno un'altra ora e mezza. -
- Dunque, troviamo qualcosa in comune da fare. -
Qualcosa in comune da fare? Io e te?! -
Qualcosa dovrà pur esserci, Furetto. -
Devi smetterla di chiamarmi in questo modo. - Disse Draco con un'espressione che puntualizzava ogni singola parola, lanciando una profonda occhiataccia alla Granger che, in tutta risposta, sgranò gli occhi incredula.
Parli tu che mi riservi ancora il nomignolo di Mezzosangue? -
Perché è quello che sei, Granger. -
Hermione non si offendeva davvero più; ormai era diventata quasi un'abitudine ascoltare quel soprannome.
- Beh, e anche tu sei stato Furetto, tecnicamente. - Rispose lasciandosi sfuggire un sorriso, ripensando a quella scena del quarto anno, quando il finto Malocchio lo aveva trasfigurato in difessa di Harry. Malfoy fece una smorfia, guardando la ragazza in viso e registrando mentalmente quel suo sorrisetto.
Proviamoci, allora. - Proseguì la Grifondoro prevenendo qualche suo tipo d'insulto.
A fare cosa, Granger? - Chiese Malfoy inarcando un sopracciglio.
A chiamarci per nome. - Asserì lei, convinta di se stessa; non c'era niente di male, in fondo, no?
Lui parve deglutire a fatica... Il suono del nome della Granger era qualcosa quasi di intimo, che bisognava pronunciare con delicatezza o sembrava pronto per spezzarsi. Era uno di quei nomi che si sussurra ad un'amante dopo una notte di sguardi, uno di quei nomi inusuali e strani che probabilmente non aveva mai pronunciato in vita sua. Hermione parve accorgersi di questa nuova oscurità nel volto del suo interlocutore, e inarcò un sopracciglio curiosa di quel cambiamento.
Ti sei ingoiato la lingua, Draco? - Gli chiese, arrossendo poi fino alla punta dei piedi nell'ascoltare la propria voce dire quel nome, un nome davvero nuovo per il suo vocabolario. Lui si voltò di scatto, fulminandola con lo sguardo, e lei l'abbassò d'istinto torturandosi le dita, insultandosi mentalmente con nomignoli ben peggiori di "Mezzosangue". Ma poi la risposta di lui la spiazzò, e il cuore mancò di qualche battito.
E' troppo preziosa la mia lingua, Hermione, per ingoiarmela. -
La ragazza tornò con gli occhi sui suoi, giurando di vederli sfumati, più intensi, di un altro colore... Il solito ghiaccio si era trasformato in qualcosa di molto più caldo, molto più umano.
Ma quel contatto visivo durò davvero troppo poco per esser descritto nei dettagli, perché nel giro di un istante la porta si spalancò e Ginny Weasley fece la sua apparizione con tanto di divisa addosso, capelli rosso fuoco sempre più lunghi, e un'espressione teatrale da mettere i brividi.
Sbaglio – Disse decisamente perplessa – o qualcosa non va qui? -
Hermione rimase scioccata per qualche istante prima di alzarsi d'istinto e correre tra le braccia dell'amica, stringendola in una morsa ferrea e rischiando di farla soffocare, ma non riuscì a dire niente perché la Weasley parlò prima, sotto l'espressione contrariata e scocciata di Draco Malfoy.
Hermione, cosa sta facendo lui nella tua stanza?! -
La Granger sorrise e le diede fiato distaccandosi di qualche centimetro, rispondendo tranquillamente – Un nuovo professore ci ha fatto un incantesimo e non possiamo allontanarci l'uno dall'altra per più di un metro e mezzo fino al tramonto. -
Ehm... A me sembra che siete lontani almeno di un paio di metri, ora. - Disse Ginny ancor più confusa, sull'uscio della porta, fissando stralunata il Serpeverde che impallidì improvvisamente alzandosi dal letto. Draco ed Hermione si guardarono accigliati per qualche istante. Dopodiché lei, con la fronte aggrottata, fece qualche passo indietro andando a finire praticamente sul corridoio, e niente: nessun filo che li tirava, nessuna forza interiore, e non era ancora il tramonto. Lui sgranò gli occhi e poi serrò la bocca, mostrando sul suo volto tutte le possibili espressioni della rabbia.
Quell'idiota... Me la pagherà. - Asserì a denti stretti camminando verso l'uscita senza aggiungere altro, con la premura di dare una spallata a Ginny Weasley e sparendo fuori dalla Sala Comune.
Hermione era ancora sotto shock: Palbo glielo aveva solo fatto credere, e loro ci erano cascati come due scemi. Come aveva fatto a non capirlo? Com'era possibile, ancor di più, che in realtà aveva sentito davvero qualcosa nello stomaco che non la faceva distaccare da Malfoy? Non sapeva cosa dire e quasi cercava l'aria per respirare, improvvisamente dissolta nel nulla.
- Hermione, dobbiamo parlare di un bel po' di cose. - Le disse Ginny Weasley, con un'espressione tutt'altro che allegra.

 

  
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