Mal Amour
L’aria della locanda è calda, insopportabilmente calda.
La puzza di alcol e fumo, impregna gli abiti di chi ha avuto il coraggio di
entrare in questa bettola e un luce smorta rende l’atmosfera ancora più
squallida.
Sono seduto al bancone con
un boccale di sakè in una mano e l’altra chiusa a pugno. Posso sentirlo ridere
a pochi metri, posso udire i complimenti e le adulazioni che sta rifilando a
quella bionda.
Mi voltò un po’, giusto il
tempo di vederlo avvolgere un braccio attorno al collo della donna. Lei poggia
la testa sul suo petto e gli accarezza la leggera barba sul mento. Lui le
prende la mano baciandola.
Quella è il tipo di donna
che per un paio di drink, non si farebbe certo pregare. La profonda scolatura dell’abito,
la dice lunga sulla sua moralità, per non parlare del modo con cui ammicca con
ogni parte del suo procace corpo.
Je regarde…
Pochi tavoli più in là il resto della banda sta
mangiando e qualcuno gioca a carte. Più di una volta Rufy mi chiama affinché mi
unisca a loro. Snobbo quell’invito ogni volta. Voglio solo bermi questo sakè in
santa pace, magari mi prendo una bella sbronza. E’ proprio quello che ci
vuole. Butto giù con un sorso l’intero
boccale e ne ordino un altro… poi un altro ancora…
Non riesco ad accettare la
verità, non posso perdonarmi quella debolezza…
Io, Roronoa Zoro, l’uomo
tutto ad un pezzo, ho perso la testa per quel cuoco donnaiolo.
Sono stati quei batticuori
che avverto tutte le volte che lui mi è accanto a mettermi in allarme. Anche
quando leghiamo una fune, quando dobbiamo solo tirare su la vela e le nostre
mani si sfioravano, anche allora sento le pulsazioni aumentare.
Quel pomeriggio sulla
spiaggia poi, quando l’ho visto uscire dall’acqua con i capelli bagnati, mentre
correva sorridendo, quasi mi è scoppiato il cuore nel credere che quel sorriso
fosse per me… Mi sbagliavo. Era per la nostra
compagna mora, che lo aveva ringraziato per il caffè…
Sanji si alza tenendo la
donna sottobraccio e si dirige verso le scale che danno alle camere della
taverna. Lo vedo scomparire sorridente, mentre la bionda gli sussurra qualcosa
all’orecchio. So che sta per regalare carezze che a me non saranno mai
concesse.
Butto giù un altro
boccale. Sento la testa alleggerirsi, ma per dimenticare quei pensieri, non
basterebbero 20 botti intere…
J'écoute…
Una mano si poggia sulla mia spalla.
- Ehi Zoro, noi ce ne
stiamo tornando alla Merry, tu che fai? – mi chiede Usopp sbadigliando. Buttò
giù l’ultimo sorso di sakè senza dire nulla e mi alzo dallo sgabello. Mentre
camminiamo verso l’uscita della locanda, lancio un ultimo sguardo alle scale.
- E il cuoco? – chiedo
quasi sperando di essermi sbagliato nel vederlo sparire con quella tipa. Nami
sospira e mi fa capire che quella sera,
Sanji sarebbe stato occupato.
Usopp fa qualche stupida
battuta che né Rufy né Chopper capiscono.
- Scommetto che il cuoco
non combinerà nulla… - sussurra Robin, sapendo di
essere udita solo da me. La guardo con la coda dell’occhio e sorrido senza
farmi notare.
Chissà forse ha ragione
lei. Magari mi sto solo illudendo, ma quest’utopia sembra alleggerire il
macigno che sento sul petto.
Arrivati alla nave mi
propongo volontario per fare da vedetta, non è il mio turno, ma Usopp è lieto
di cedermi il posto.
Non ho sonno, il che è
strano per uno come me. Non riuscirò a dormire finche Sanji non sarà tornato.
Ormai lo so.
Mi picchiò le spade in
testa un paio di volte, nella speranza che le mie amate katane mi facciano rinsavire… naturalmente è inutile. Riesco solo a farmi
crescere un bel bernoccolo, che Chopper sarà costretto a curarmi domattina.
Mi avvicino alla balaustra
per cercare di scorgere qualche sagoma all’orizzonte. Nulla.
Sorrido amaro. Sembro proprio una vecchia moglie isterica… come mi sono ridotto….
La verità è che dal
momento in cui ho capito di provare qualcosa di speciale per quel cuoco, da
subito ho cercato di negarlo. Ma quando quella verità ha iniziato a risuonare
forte, troppo forte per non poterla udire, ho cercato di soffocarla.
Mi sono detto che non è
paura di amare la mia. In fondo ho provato quel sentimento anche per Kuina, o
forse no… NO.
Era ammirazione quello che
mi faceva battere il cuore per lei, non amore. Era affetto, non certo
desiderio.
Quello che sento per lui
non l’ho mai provato per nessuno…. Dannazione!
Se proprio dovevo perdere la testa per qualche compagno, perché no Nami o Robin… avrei preferito anche fosse Rufy, non sarebbe stata
la prima volta che un pirata si invaghisce del suo capitano…
Mi colpisco la testa di
nuovo, stavolta con un pugno e forse lo faccio troppo forte, fatto sta che un
rivolo cremisi inizia a corrermi lungo la fronte offuscandomi lo sguardo. Mi
pulisco con una mano e fisso il palmo sporco.
Per quest’amore impossibile sto dando via anche il mio sangue….
Je pleure dans le silence…
Sento dei passi irregolari provenire dal ponte. Mi alzo
per assicurarmi chi sia.
Barcollando e leggermente rosso in viso, Sanji sta tentando di risalire sulla
Merry.
- Ehi Zoro, che fai qui? –
balbetta.
E’ chiaramente sotto
l’effetto dell’alcol, altrimenti non mi avrebbe mai regalato quello sguardo
amichevole. Storco il naso.
- Sei ubriaco idiota! – asserisco
brusco mettendomi di nuovo a sedere spalle alla balaustra. Lui sorride e
traballando cerca di sedersi accanto a me. Inciampa un paio di volte e sarebbe
di certo caduto, se non ci fosse stata la ringhiera a sorreggerlo. Lo guardo
avanzare malamente e non posso fare a meno di notare la sua camicia sbottonata
a metà e la cravatta che è misteriosamente scomparsa…
Sghignazzando e mugugnando
qualcosa sulla pasta al forno, riesce finalmente ad accomodarsi affianco a me. Lo
osservo mentre cerca di prendere una sigaretta. Manco a dirlo, il pacchetto gli
sfugge dalle mani facendolo imprecare.
- Non so se mi fai più
rabbia, o più pena… - mormoro raccogliendo da terra
l’oggetto.
Sanji ride.
- Grazie amico – balbetta
quando gli allungo una sigaretta. Poi con naturalezza mi avvolge il braccio
attorno al collo.
- Alla fine lo so che mi
vuoi bene –
Lo fisso in quegli occhi
lucidi per colpa dell’alcol, e capisco che Sanji ci crede davvero.
Un nodo mi stringe la gola e tolgo il suo braccio dalle mie spalle. Sto per
alzarmi quando Sanji mi afferra per un polso bloccando a metà il mio gesto.
- Fammi un po’ di compagnia… ti va? – mi chiede sorridendo.
- Non ti è bastata la
compagnia di quella bionda? – più che una domanda è un’ affermazione.
Le mie parole cariche di
risentimento e rabbia, sembrano giungere tali alle sue orecchie. Lui cala la
testa e lascia il mio polso.
- Ti capita mai, di
sentirti a metà? Come se ti mancasse qualcosa… -
sospira tenendo fra le labbra la sigaretta non ancora accesa. Un’espressione di
fastidio comparve sul mio volto e sento un nuovo rivolo di sangue scendere
sugli occhi. Non me ne curo. Mi seggo accanto a lui lasciando che qualche
goccia cada anche sulle assi del pavimento.
- Ogni istante…
sento come se l’aria che respiro stesse per svanire…
- sussurro tenendo lo sguardo basso.
Sanji alza la testa e si volta a guardarmi. Sento il tocco di una carezza sul
viso.
- Ti sei ferito…- Sanji sorride ancora, finendo di togliere il
sangue dalla mia fronte. Osservo quel gesto così affettuoso e non posso fare a
meno di odiarlo ancora di più, o forse di amarlo… ma
pensarla così è più comodo e fa meno male.
- Sei proprio ubriaco
cuoco – un sorriso malinconico piega le mie labbra mentre sento il petto
restringersi come se un buco nero stesse trascinando via la mia anima...
Afferro la sua mano e la
stringo forte. Sanji mi lascia fare, come se fosse la cosa più naturale del
mondo.
Poggia il capo contro la mia spalla e chiude gli occhi.
Avverto il suo dolce peso su
di me. Posso sentire il suo respiro profondo e quella puzza di alcol che non sono
abituato a sentirgli addosso. Mi mordo un labbro e stringo più forte la sua mano. Percepisco
Sanji fare lo stesso e la terra sparisce sotto i miei piedi. Come guidato da
una forza incontrollabile, il mio braccio si allarga avvolgendo il suo corpo e
tirandolo verso me. Voglio sentire il suo cuore battere contro il mio petto. Sembra
una follia eppure lo sto facendo. Ho appena racchiuso quello stupido cuoco fra
le braccia e lo stringo come fosse la cosa più preziosa che abbia mai avuto.
Sanji sorride, forse avvertendo il calore del mio corpo…
Chissà magari crede di
essere fra le braccia di Nami… a quel pensiero sento
un chiodo conficcarsi nel mio petto.
Non mi ero sentito così da quando Mihawk mi ha battuto al Baratie, al loro
nostro primo incontro tra l’altro, eppure… eppure la
ferita che mi procurò con la sua spada nera, non bruciava come quella che sento
ora.
Devo fermarmi subito, devo
farlo prima che sia troppo tardi.
Con uno strattone allontano
Sanji da me lasciandolo cadere di lato. Lui mugugna qualcosa per poi riprendere
a dormire.
Mi alzo afferrando le
spade poggiate al mio fianco. Lo lascerò qui, in fondo domattina non ricorderà neanche
che ci siamo parlati, non ricorderà quell’abbraccio…
non ricorderà nulla.
Con passo spedito mi
allontano da lui.
Posso ancora sentirlo respirare. Stringo i pugni e sparisco in coperta
raccogliendo nel cuore la dolce sensazione provata poco fa. Sono sicuro che non
potrò più riviverla.
Sorrido.
So che sarebbe più
semplice piangere, ma io non sono mai stato il tipo da cose semplici.
Je regarde
J'écoute
Je pleure dans le silence
Fin
Ho trovato per caso questa vecchia fic che avevo scritto tempo fa e mi sono chiesta “la cancello o la pubblico?” visto che non uccido nessuno (almeno spero XD) ho deciso di pubblicarla. Spero vi sia piaciuta anche se è un po’ triste, e perdonate il mio pessimo francese, non so perché mi venne l’idea di metterci quelle frasi ^^
kiss kiss Chiara