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Autore: Aelliecnea    10/11/2015    0 recensioni
I giorni si susseguono all'infinito, sono sempre diversi e allo stesso tempo sono tutti uguali. Per la giovane Cassandra ogni successivo giorno era uguale a quello precedente: era come caduta in un circolo vizioso, senza fine.
Cassidy, dall'età di sei anni, con la scomparsa della madre Ellen, viveva con il patrigno John; un giorno di settembre Ellen sparì e da quel momento non si ebbero più sue notizie, ma le uniche cose che lasciò alla figlia furono il loro libro di fiabe “Gli Elementi della Vita” e un ciondolo con disegnata una stella e cinque diverse spirali.
P.S: questa storia è stata pubblicata anche nel mio account wattpad
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sovrannaturale
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CAPITOLO 12

Cassandra

Sono passati tre giorni da quando abbiamo ritrovato la prima gemma e da allora Thomas e Alisea mi stanno insegnando ad utilizzare il potere dell'Aria: sembra che rimettere la pietra al suo posto abbia risvegliato il potere che rappresenta.

Tutte le volte che Thomas arriva per sostituire la mia giovane insegnante, lei sparisce, così, nel nulla senza salutare, senza neanche guardare il suo presunto ragazzo in faccia: questo è decisamente preoccupante, spero solo che non abbiano litigato.

-Per oggi basta- dice il ragazzo senza un briciolo di stanchezza, ma si capisce che  è concentrato su altre faccende più urgenti, come Alisea.

-Perché... non vai... a parlarle?- dico tra un respiro rauco e l'altro

-Perché continua a scappare ogni volta che mi vede, come diavolo faccio?- sembra piuttosto triste e disperato, precisamente giù di morale.

-Vieni.... sediamoci lì... un attimo... per favore...- lo sprono tenendomi il fianco con una mano: ho un dolore immenso, come se mi stessi per spaccare in due, ho passato ore a correre e lanciare dischi d'aria mirando ai bersagli mobili: ho fatto molti progressi, infatti, nei primi giorni mi hanno insegnato le basi, poi oggi ho fatto un po' di azione; dopo essermi seduta all'ombra di un albero, bevo avidamente l'intera bottiglia d'acqua, perché finalmente da quando sono arrivata sull'isola c'è una giornata di sole.

-Spiegami cosa è successo- gli “comando” appoggiando la bottiglia di vetro accanto a me

-Questo è il problema, non ne ho la più pallida idea- dice abbassando lo sguardo

-Vuoi... vuoi che provo a parlarle?- voglio aiutarli, loro hanno fatto tanto per me, è ora di ricambiare il favore

-Non lo so... non vorrei che dopo si arrabbiasse ancora di più-

-Prova a fidarti di me- gli dico dandogli delle pacche sulle spalle.

Mi alzo e mi dirigo nel boschetto dove prima ho visto andare Alisea; faccio un po' di strada prima di trovarla seduta su una panchina sotto un albero completamente ricoperto di neve, i capelli sono legati in uno chignon alto e la testa è abbassata, mi avvicino e noto che sta leggendo un libro. Ho scoperto che qui la neve è perenne ed è per questo che sono così abituati al freddo.

-Ehi- dico per farmi vedere

-Ehi... hai bisogno di qualcosa?- mi sorride leggermente

-Ho finito l'allenamento e sono venuta a fare una passeggiata- ricambio il sorriso

-Ok- riabbassa lo sguardo e ricomincia a leggere

-Senti, Thomas...- inizio, ma non concludo

-Non mi interessa- mi interrompe subito

-Beh, a me sì! Lui è molto preoccupato per te e anch'io lo sono: si può sapere cosa ti è successo?- dico arrabbiata -Non puoi fingere di punto in bianco che tutto quello che c'era tra voi sia sparito-

-Non puoi capire- dice seria, ma si vede lontano un chilometro che è triste

-Non posso, hai ragione: sono sempre stata esclusa, odiata e temuta, quindi hai ragione, non posso proprio capire cosa vuol dire avere un ragazzo che mi ama-

-Non intendevo questo...- cerca di rimediare

-Ah no?! E cosa intendevi allora?!- dico in un tono a metà tra l'ironico e l'arrabbiato -Te lo ripeto, hai ragione: io non ho mai avuto nessuno che mi amasse come lui ama te, proprio per questo ti dico di non fargli questo, perché restare da soli è come morire dentro piano piano, non puoi contare su nessuno, non puoi sfogarti con nessuno, ci sei tu e basta- dico con le lacrime che mi rigano le guance

-Cassidy, mi dispiace- abbassa lo sguardo, ma poi si alza e mi abbraccia forte -Io non volevo ferirti in alcun modo-

Mi asciugo le lacrime e mi stacco leggermente dal suo abbraccio.

-Io lo amo davvero tanto- continua lei

-E allora perché?-

-Mia madre... ha detto che se Alyon lo scoprisse potrebbe farlo uccidere- scoppia a piangere

-Cosa?! E perché mai?!- mi fa sedere accanto a lei sulla panchina e mi racconta tutta la conversazione avuta qualche mattina fa con la madre.

 

Alisea

[…]

-Lo so che non vuoi rinunciarci tesoro, ma devi, per il suo bene- dice mia madre

-Perché?- dico piangendo, lui è la persona più importante per me al mondo

-Perché se Alyon dovesse venirlo a sapere lo ucciderà pur di costringerti a sposare un nobile: vuole stirpe nobiliare e basta- dichiara tragica la regina madre

-Non è giusto- singhiozzo

-Lo so... mi dispiace davvero tanto, tesoro- mi abbraccia consolandomi mentre io continuo a piangere.

[...]

 

-Da quel momento tutte le volte che lo vedo ho deciso di evitarlo, ho paura che gli succeda qualcosa per colpa mia- finisco di raccontare tutto a Cassidy.

Dopo alcune ore torniamo a palazzo e l'accompagno nella sua camera per poi tornare nella mia, entro e chiudo la porta a chiave, mi volto e... mi viene un colpo al cuore.

-Spiegami subito- dice Thomas seduto sul mio letto: sembra che non dorma bene da giorni e ho paura che sia colpa della mia idea; anch'io faccio fatica ad addormentarmi senza averlo tra le braccia, sono talmente abituata ad avercelo accanto tutta la notte.

-Non ho niente da dire- dico abbassando lo sguardo per non vederlo

-Bugiarda- si alza e mi si avvicina, mi circonda la vita con le braccia, mi fa alzare il mento e, prima che possa allontanarlo in qualche modo, mi bacia; quanto mi è mancato, non l'ho capito fino a questo momento, mi stacco da Thomas e ci guardiamo.

-Scusami- dico con le lacrime che mi rigano il viso fino al mento

-Sssh. Tranquilla, amore- mi coccola la schiena e i capelli

-Come puoi... non odiarmi?-chiedo ancora piangente

-Ti ho sentita parlare con Cassidy- mi risponde dandomi un bacio sulla fronte

-Tu... hai sentito... tutto?-

-Tutto tutto- dice sorridendo, poi mi si avvicina ancora e prima di baciarmi di nuovo mi dice: -Ti amo-

 

Il giorno seguente, dopo aver passato come al solito la notte con il mio bellissimo ragazzo, partiamo finalmente per Celebom, l'isola della Terra: prendiamo due falchi reali e ci lasciamo andare nel vuoto.

Abbiamo preso i due animali più veloci, così arriveremo entro sei-sette ore: su uno ci sono Thomas e Cassidy e sull'altro io.

La mia migliore amica si guarda intorno meravigliata: la nostra isola si trova in cielo circondata da nebbia e nuvole, si possono ammirare tre delle altre quattro isole solo dopo aver superato l'ostacolo naturale che nasconde il regno da occhi indesiderati.

Appena avvistiamo la nostra destinazione ci fermiamo in una pianura per sgranchirci le gambe, ci manca ancora un'ora per raggiungere il palazzo del re della terra, ma dobbiamo farlo a piedi, perché se arrivassimo in volo, potremmo sembrare sul piano di guerra.

Riempiamo le borracce al ruscello lì vicino e ci prepariamo per ripartire, ma prima di poter rimontare in sella ai falchi sento uno strano rumore, mi volto e vedo Cassidy a terra priva di sensi, poi sento un forte dolore alla testa e tutto diventa buio.

   
 
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