Storie originali > Horror
Segui la storia  |       
Autore: The_Lock    10/11/2015    1 recensioni
Sette amici decidono di passare un fine settimana lontano dalla civiltà. Sembra una storia horror qualsiasi, ma in realtà è un gioco interattivo: a fine di ogni capitolo si dovrà scegliere tra due o più opzioni, ognuna delle quali avrà delle conseguenze. Il primo a commentare ha il diritto di scegliere.
Genere: Horror, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'It's up to you!'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

24

 

DRUMMER ISLAND, ore 5:35

 

 

Noncurante delle urla e delle intimidazioni del Dottor R, Shannen premette il pulsante con tutta la forza che aveva in corpo. Era molto strano, riserbava per quel gesto lo stesso quantitativo liberatorio che solo metter fine ad una situazione stressante poteva offrirle, e quindi spinse giù quel bottone a pieno palmo, gustandosi ogni istante: il contatto freddo, la superficie metallica che si riscaldava con il calore della mano, la pressione che faceva leva sul bottone e quest'ultimo che affondava fino a toccare un minuscolo interruttore. Shannen poté giurare di aver sentito quello scatto vibrare per il suo corpo con l'intensità tipica di una scossa elettrica, e poi le sirene iniziarono a suonare, e gli schermi delle televisioni si oscurarono per qualche secondo, per poi mandare in onda solo i fotogrammi della telecamera presente nella sala antistante. La ragazza vide tutto: le gabbie si aprirono, le serrature scattarono come tamburi delle pistole, e decine e decine di creature che fuoriuscivano dalle loro prigioni. Si lanciarono tutte contro il Dottor R con voracità vendicativa.

Nonostante l'uomo fosse stato fermo ed immobile, unico punto debole delle creature, i mostri si ricordavano della sua posizioni poiché l'uomo era rimasto fermo nell'ultimo punto in cui i mostri lo avevano visto muoversi, quindi si lanciarono alla cieca verso il loro bersaglio e lo divorarono.

Un mostro gli piantò le lunghe e secche dita negli occhi, un'altra gli staccò la mandibola con due semplici mosse e poi gli strappò la lingua; vi fu un festino di creature che squarciavano lo stomaco dell'uomo e tiravano fuori ogni organo e lo lanciavano in aria e lo prendevano in bocca al volo, e con l'intestino girarono più volte attorno al collo dell'uomo. Gli spezzarono gli arti e poi glieli strapparono, mangiandoseli con voracità; gli fracassarono la testa sul pavimento con forza e divertimento e non si fermarono neanche quando denti e parti di cervello furono sparse per il pavimento. Raccolsero la testa ormai staccata dal corpo e la spaccarono come un'anguria e ne mangiarono tutte, bevvero il sangue direttamente dal cuore spremuto dalle loro mani, calciarono via le ossa già spolpate e si concentrarono su quelle che ancora avevano brandelli di carne addosso.

Shannen poté dirsi soddisfatta: aveva vendicato ogni singola persona tormentata da quell'uomo, ogni esperimento, che esso fosse malriuscito o meno, ogni vittima, ogni pasto. Poi, però, la bionda notò l'orario presente sullo schermo delle televisioni e trasalì: da un momento all'altro l'ospedale sarebbe esploso e la ragazza aveva solo che correre verso un'uscita. La fortuna volle, però, che il Dottor R aveva pensato ad un'uscita d'emergenza che collegasse la sala di controllo al cortile dell'ospedale e Shannen non ci mise molto a raggiungere una piccola rampa di scale metallica che conduceva ad una botola la quale spuntava al di fuori dell'ospedale.

La bionda scoppiò in pianto: la luce del sole! Il cielo rosato, gli uccelli che cantavano, la brezza gelida dell'alba: era forse tutto finito? Gli orrori della notte si erano rintanati nell'oscurità col sorgere del sole, ed ora non avevano altro da fare, se non attendere il traghetto. La ragazza chiuse la botola ed iniziò a correre verso il molo: voleva allontanarsi il prima possibile dall'ospedale, non voleva mica vanificare i suoi sforzi rimanendo vittima dell'esplosione. Allora Shannen corse via come una furia, con lacrime calde che le scendevano dal volto e le lavavano via il sudore, la sofferenza, il sangue rappreso e la paura di non poter andare più via.

“SHAN!” sentì urlare, e la bionda si fermò di colpo, guardandosi attorno. Era Trevor: il ragazzo stava camminando con un bastone da passeggio e zoppicava, era molto lento, ma quando vide l'amica corse ad abbracciarla.

“Grazie a Dio sei viva!” sussurrò, stritolando la bionda tra le sue braccia muscolose. Shannen annuì, nascondendo il proprio pianto nell'incavo del collo dell'amico: piangeva per tutti, per Laurel, per gli altri dei suoi amici che non ce l'avevano fatta e per chi ancora stava combattendo, piangeva per la fine di quella notte, per l'inizio di una nuova vita.

“È tutto finito.” disse la bionda, mentre il moro la allontanava per accarezzarla e asciugarle le lacrime con le dita.

“Come lo sai?” domandò Trevor e subito, a qualche miglio di distanza, vi fu un boato. Sembrò un bombardamento vero e proprio: il forte suono, l'onda d'urto che gli buttava a terra, faceva scuotere i rami e alzava nuvoloni di polvere, il bagliore del fuoco e la pioggia di detriti che subito seguiva, puntuale.

“Ora lo so.” rispose Shannen, sorridendo a Trevor.

 

Il boato scosse le fondamenta della casa e Oliver e Lana si sentirono nuovamente in pericolo. Ma tra dottori pazzi, esperimenti genetici e creatura immonde, un terremoto sembrava davvero poco probabile, e allora i ragazzi ci misero poco a capire che era successo qualcosa all'ospedale o in qualche villa accanto.

“Andiamo.” disse Oliver “Mancano venti minuti all'arrivo del traghetto.” disse il rosso, alzandosi da terra e togliendosi la polvere di dosso.

“Non possiamo aspettare ancora?” mormorò Lana, guardando fisso a terra.

“Non voglio rischiare di perderlo. Dai, Lana! Ormai il sole sta sorgendo, il mostro sarà andato via.” spiegò Oliver. Il rosso, però, sentì di aver abbassato la guardia in quel momento, e non voleva di certo vanificare ogni sforzo di sopravvivenza per uno stupido sentore di salvezza: era vero, mancavano pochi minuti, ma questo non voleva dire che era salvo o poteva darsi per vincitore. Così, Oliver cercò nella stanza qualche arma utile che avrebbe potuto utilizzare contro la bestia, visto che la pistola spara razzi era andata. Trovò, per puro caso, un flacone di lacca spray per i capelli: mancava solo un accendino e allora sarebbe stato perfetto: avrebbero avuto un lanciafiamme a disposizione.

“Guarda, eccolo.” disse Lana, prendendo un accendino verde da uno scaffale in alto, vicino a delle candele spente. Sul lato dell'accendino vi era la scritta che indicava il servizio di alloggio delle villette sulla spiaggia e la pubblicità della compagnia di traghetti. Oliver annuì, sicuro di sé, ed inizio a spostare il mobile che bloccava la porta, ma non appena esso iniziò a strisciare, facendo rumore, ecco che si sentì un forte rumore di zampe e poi il solito frastuono di chi prendeva a pugni la porta.

“Merda!” disse Lana, prendendo istintivamente la mano di Oliver per avere più sicurezza. Il rosso spostò il mobile che bloccava la finestra che dava sul tetto ed uscì per primo, sbuffando poiché si ritrovarono nella stessa situazione di pochi minuti prima, ma almeno da lì sarebbe stato più basso saltare a causa dell'inclinazione della tettoia. Il rosso, però, perse l'equilibrio e dovette lasciar andare il flacone di lacca che, a causa della gravità, rotolò discontinuamente fino a fermarsi nella grondaia insieme a tante foglie secche.

“OLIVER!” urlò Lana, strattonando la maglietta che si era impigliata ad un chiodo che fermava il davanzale in legno alla finestra della villa. Il rosso spalancò gli occhi: non era affatto finita e aveva pochissimo tempo per scegliere, perché a giudicare dai rumori della porta, essa tra poco avrebbe ceduto.

 

A) Oliver recupera il flacone di lacca
B) Oliver aiuta Lana 


WOW!
Quanta strada abbiamo fatto, ragazzi e ragazze! Scrivendo questo penultimo capitolo, condividevo un po' la sensazione che aveva Shannen: quella di liberazione e di sollievo; sì, perché scrivere di mostri, di dottori pazzi, di sentimenti disperati e di luoghi tetri e abbandonati non è facile ed opprimeva anche me, ma alla fine, che dire, mi sono divertito e spero di aver fatto divertire anche voi.
Comunque, questo è il penultimo capitolo, ultima scelta che può apparire banale, ma che non lo è affatto, però è comunque l'ultima scelta, quella che decide da sola più del 50% del finale. Ok ora basta che sennò vi spoilero la fine.
Un abbraccio,
The_Lock


PS Se avete domande sul tema WHAT IF (nel senso, cosa sarebbe successo se nel capitolo X avessi scelto A invece che B?) potete scrivermele via posta privata o lasciarla nei commenti, comunque sia quando uscirà l'ultimo capitolo mi prenderò la briga di spiegare qualche bivio più importante. 
A presto :)

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Horror / Vai alla pagina dell'autore: The_Lock