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Autore: Sylvie91    11/11/2015    3 recensioni
-Perché il tuo libro ha il nome di Bilbo?-
-Non lo so, ti posso solo dire che il titolo non mi è nuovo… è come se l’avessi già letto, ma quando l’ho aperto ho scoperto che non vi è scritto nulla dentro-
Gandalf apre il libro con aria incuriosita, poi rialza lo sguardo verso di me e dice –C’è un capitolo-
-Cosa?-
- Si è scritto, c’è il racconto dell’incontro tra me e Bilbo, di te non c’è alcuna citazione al riguardo è come se non esistessi-
Gli prendo il libro dalle mani e comincio a sfogliarlo in maniera nervosa, leggendo a salti e in maniera incompleta; alla ricerca del mio nome, perché non è scritto? È come se non esistessi ed allora cosa sono in questo mondo?
... IN REVISIONE!!! MOLTI CAPITOLI CAMBIANO, ALTRI SONO RIVEDUTI E CORRETTI... vi auguro comunque una buona lettura se vi va! le recensioni vecchie non le ho cancellate ma saranno man mano spostate al capitolo corrispondente.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Bilbo, Gandalf, Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'angolo del nano.'
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Arriviamo ad un giardinetto molto piccolo e carino, ci sono degli alberi ad alto fusto che proteggono dalla luce del sole, che per quanto bella è fin troppo forte; un po’ distaccata dagli alberi c’è un panchina e a lato di questa c’è una piccola scalinata che porta verso una rustica pagoda.
Seduto sulla panca c’è Bilbo che, talmente immerso in chissà quale lettura,  non si accorge nemmeno del nostro arrivo, mi siedo a lato e guardo curiosa il libro sperando di riuscire a capire cosa vi è scritto e con mio rammarico mi accorgo di non conoscere la scrittura di questo posto.
Sono praticamente analfabeta in questa terra, quanto vorrei leggere un mio libro o sarebbe anche interessate imparare a leggere questa strana lingua.
-Cosa stai leggendo?- chiedo allo hobbit, che sussulta nel sentire la mia voce.
- Anaïs, mi hai spaventato non mi ero accorto del tuo arrivo.- afferma Bilbo, tenendosi il petto
-C’è anche Gandalf dietro di te.- gli indico il nostro amico sorridendogli, e questi si siede sul posto rimanente della panchina.
-Oh, Buongiorno.- si gira lo hobbit rivolgendosi allo stregone, poi chiude il libro e me lo passa per farmelo vedere, è rilegato di pelle nera con intarsi argentati, lo apro e faccio scorrere le dita lungo le pagine beandomi al tatto della carta scritta e nel sentire il profumo delle pagine girandole ad una a una, di nuovo la voglia di leggerlo sale prepotente.
-Bilbo, è una così bella giornata… ti va di fare un escursione, per scoprire Gran Burrone?- domando alzandomi e appoggiando il libro sulla panca.
- Si certo, Gandalf vieni con noi?- chiede lo hobbit a Gandalf che invece tira fuori la sua pipa cominciando a caricarla con la sua erba pipa -No, credo che mi riposerò all’ombra di questi alberi.-.
Così io e la mia guida ci incamminiamo, fortunatamente Bilbo ha già fatto un giro ieri e si orienta tra i vari sentieri e luoghi come se non avesse vissuto in un posto diverso; come prima tappa mi porta su un ponticello che attraversa un piccolo lago interno, è un connubio di natura e costruzioni di tale armonia che  i miei occhi fanno fatica a gustare in una sola volta; sul lago c’è il riflesso dell’edificio principale di Gran Burrone oltre a quello delle nuvole, l’acqua è limpidissima e l’immagine su di essa sembra talmente realistica che si ha la sensazione di guardare uno specchio.
A lato del ponte un po’ distaccato c’è una statua di un elfo femmina seduta che sorride, sembra quasi che voglia accogliere chiunque si fermi a vedere questa meraviglia.
Poi mi conduce a vedere una pagoda bianca, i suoi archi sembravano voler copiare il fluido movimento dei rami, ma ciò che circonda lo spiazzo intorno alla costruzione è la magia, questa poggia su un pavimento di granito con decorazioni geometriche rade ma essenziali.
Dalla pagoda poi si possono vedere due cascate una più bella dell’altra tra cui in mezzo c’è un'altra statua di donna sempre con fattezze elfiche; i giochi d’acqua, gli schizzi formano una sinfonia ammaliante con il canto degli uccellini, che passano a volo basso non avendo paura degli abitanti della casa.
Ed infine siamo sul piccolo terrazzo, dove prima avevo incontrato Thorin e Gandalf, solo che non mi ero accorta della sua vista maestosa da ammirare: si vede un pezzo di cielo di un colore indefinito, il solito azzurro è come illuminato dai lievi raggi del sole creando delle sfumature rosate.
La montagna da un lato e la casa dall’altro completa la splendida vista, poi il venticello fresco che ci smuove i capelli e ci porta l’effluvio dell’erba, degli alberi, dei fiori in questo fantastico giorno di piena estate completa tutto.
Io e lo Bilbo ci godiamo in silenzio questa pace finché non giunge un elfo alto dai lunghi capelli mori e con una coroncina d’oro.
Si avvicina a noi piano e sorridendo –Salve signor Baggins e salve signorina Anaïs, io sono Elrond il signore di Gran Burrone.- si presenta a noi facendo un lieve inchino.
-Salve anche lei, la ringrazio per le cure che mi avete apprestato, senza il vostro aiuto probabilmente mi sarei persa tutta questa meraviglia.- rispondo, inchinandomi a mia volta e ricambiando il suo sorriso.
-E’ stato un piacere curare una signorina tanto coraggiosa, non siete con i vostri compagni?- chiede ponendosi affianco di Bilbo sul cornicione del terrazzo.
Bilbo interviene –Non credo di mancargli… per molti di loro non dovrei trovarmi in questo viaggio.-
-No, Bilbo… non è vero.- m’intrometto io – Devi solo trovare ancora avere la tua occasione, ma sono certa che l’avrai presto e vedrai che dopo anche i nani più cocciuti ti accoglieranno!-
- Non so come fai ad essere così sicura.- afferma sbuffando Bilbo
-Sono sicura, perché ho quasi sempre ragione.- gli faccio l’occhiolino e me ne vado salutando l’elfo con un inchino e lasciandoli parlare in pace.
 
Cammino ancora un po’ da sola, perdendo e ritrovando la strada cercando di scoprire sempre più cose e meravigliandomi ad ogni angolo che svolto, altro che il Paese delle Meraviglie di Alice: questo è sicuramente meglio, per lo meno non ci sono regine che vogliono tagliare la testa alla gente.
Giro un ultimo angolo e vedo una specie di fontana enorme, in cui giocano e si divertono i nani, adesso che ci penso dovrei farmi anch’io un bagno… anche se non con loro dato che sono completamente  nudi e non ci tengo a vedere tutti i loro attributi al vento, come non ho intenzione di far vedere le mie di nudità.
Poco lontano dalla fontana noto un altro giardinetto, mi avvicino contenta di aver trovato velocemente un mio spazio: l’erba è bassa ma soffice, pieno di deliziose margheritine e come feci tanto tempo fa alla Contea mi distendo  e comincio a guardare le nuvole, prendendo i fiorellini per giocare con i petali.
M’ama, non m’ama, m’ama, non m’ama… chissà come sta Christopher, ormai sono passati quattro mesi dalla mia scomparsa, spero tanto che non mi abbia dimenticata… voglio tornare da lui e stare con lui; quanto mi piacerebbe rivedere ancora i suoi occhi verdi ed accarezzare i suoi capelli scuri e ribelli.
Pensando a lui, aspetto così il calare della sera.
 
Riapro gli occhi un po’ scombussolata, notando che il sole sta calando oltre le montagne… accidenti! Sicuramente i miei compagni si saranno già radunati per la cena…mi alzo, sistemo il vestito come posso, è un po’ sporco d’erba; ma non ho tempo né voglia per cambiarmi, purtroppo non so neanche dov’è imbandita la cena e non so quanto ci vorrà per trovarla.
Corro come una pazza per il palazzo cercando i miei compagni, finchè non sento una delicata musica d’arpa… la seguo, sperando che la mia intuizione sia esatta ed infatti eccoli i miei nanetti alle prese con il cibo elfico, cioè la temibile insalata!
Mi siedo nell’unico posto vuoto tra Fili e Kili, salutando prima il tavolo d’onore in cui vi erano seduti Gandalf, Thorin ed Elrond, e i due cominciano a sghignazzare.
-Cos’è che avete da ridere?- chiedo guardando alternativamente prima l’uno e poi l’altro.
-L’ultima volta che eri in ritardo sei caduta addosso allo zio, oggi sembra che ti voglia trasformare in una margherita.- risponde il moro – Stai migliorando almeno non prendi le persone come materasso.- continua ridacchiando.
-Perché una margherita? Che cosa ho?- chiedo guardandomi il vestito, è vero è sporco di verde ma non ci sono margherite sopra.
-La tua testa è piena di petali e di margherite incastrate.- risponde Fili cominciando a districarmi i capelli e a togliere le margherite.
-Oh… dai Fili fai dopo, sto morendo di fame.- affermo facendo smettere per poi allungarmi verso la prima terrina di insalata che trovo libera.
-Come fai a mangiare quella roba?- fa Kili guardandomi disgustato.
-Dovresti mangiarla anche te, fa bene alla salute!- rispondo mettendomi in bocca una bella forchettata di insalata.
Adesso che ci penso è dall’attacco dei troll che non metto qualcosa sotto i denti, e la fame si risveglia mangiando, se potessi spazzerei da sola tutto ciò che c’è sul tavolo.
Una lieve musica di arpe e flauti accompagna la cena suonata da leggiadri elfi che sembrano rapiti dalle note e dalla loro melodia, ad un certo punto vedo Kili che fa l’occhiolino all’elfo femmina che suona l’arpa, gli sorrido maliziosa e lo smuovo un po’ con il gomito.
-Non posso dire di gradire gli elfi femmina.- inizia il nano –Sottili, hanno gli zigomi altissimi e la pelle cremosa, troppi pochi peli sulla faccia; anche se quella lì non è male.- indicando un elfo passato dietro di lui vestito di verde con una cetra argentata in mano.
Mi metto le mani davanti alla bocca per non ridergli in faccia, per fortuna che interviene Dwalin e  non proprio sottovoce gli dice–Quello non è un elfo femmina.-.
Kili sbianca e rimane con la bocca aperta come un pesce appena preso all’amo, si volta incredulo per guardare meglio l’elfo e poi si rivolge di nuovo verso Dwalin che gli fa l’occhiolino.
E io non resisto più… gli rido in faccia, e come me tutta la tavolata mentre lui rimane serio a fissarci come un baccalà; Fili ridacchia divertito vicino a me cercando di colpire Kili con un pomodoro, mentre la musica  continua anche sopra alle nostre risate.
Ad un certo punto Bofur si alza dal suo posto, non so per quale preciso motivo si mette sopra una piattaforma, tra i due tavoli e fa un breve inchino prima di battere a tempo i piedi.
 
C’era li un osteria una vecchia osteria
Là sotto la collina
Talmente scura la birra fa
Che fin dalla luna scese
L’uomo lento per bere qui
E nell’osteria un gatto brillo
Che suona il suo violino
E su e giù con l’arco
Stridulo a volte, a volte cheto,
Ed a volte solo un trillo.
 
E la canzone continua, con Bofur che tiene il ritmo con i piedi e altre voci che si unisco al nostro cantante, storpiando un po’ le parole; io batto le mani allegramente e rido appena mi arriva addosso un panetto di pane, che rilancio di rimando contro Dwalin.
Nel giro di pochi minuti cominciano a volare pezzi di insalata e di pane in giro, una vera e propria battaglia col cibo; sotto gli occhi stralunati di  Elrond che credo che ci penserà due volte prima di invitare tredici nani a cena.
 
Ormai è notte fonda e comincio ad sentire i primi accenni di stanchezza, dopo aver girato tutto il giorno per il palazzo, sono su l’ennesimo terrazzo con i nani, che stanno facendo lo spuntino di mezzanotte con salsicce e quant’altro, ovviamente cotte con quello che era il mobilio circostante.
Ad un certo Bofur guarda il fuoco e mi sussurra –Adesso ti insegno come procurarti della legna in poco tempo.-
Io lo guardo confusa non sapendo propria cosa vuole fare, dato che il nostro bel fuocherello è animato già con un bel paio di sedie.
Il nano prende la salsiccia e grida –Bombur!- lanciandogliela, quest’ultimo che è in equilibrio precario su un alto tavolino, la prende al volo mangiandola voracemente; uno scricchiolio preoccupante preannuncia il cedimento dell’appoggio di Bombur, che cade con le gambe all’aria, incapace di muoversi come una tartaruga.
Rido asciugandomi le lacrime, sentendo sghignazzare anche gli altri vedendo Bombur alzarsi barcollante; ad un certo punto sento qualcuno che mi tocca delicatamente i capelli, mi volto e vedo Fili intento a togliere le margherite una ad una.
-Ti faccio male?- chiede gentilmente, mentre io mi rilasso sotto il suo tocco gentile che mi fa quasi addormentare.
Chiudo gli occhi, pensando solo al benessere derivato dal delicato massaggio, ad un certo punto l’immagine delusa di Christopher si forma nella mia testa, mi rendo conto che così potrei dare delle speranze a Fili.
Mi scuoto velocemente allontanandomi da lui e dalle sue mani che stavano per farmi cedere, mi guardo attorno e per fortuna gli altri non ci hanno dato alcuna attenzione; sbadiglio sonoramente facendo finta di essere assonnata –Ragazzi vado nella mia stanza, sono ancora un po’ stanca, buonanotte a tutti!-
-‘Notte!- urlano quasi in coro.
Mi avvio verso la mia stanza quando sento una mano prendermi delicatamente il polso: Fili.
-Anaïs, ti posso accompagnare?- chiede il nano, guardandomi speranzoso.
Io mi trovo leggermente spiazzata e faccio semplicemente un gesto di assenso con la testa e gli sorrido sfilando però la mia mano dalla sua; gli devo parlare, ma non voglio dargli false illusioni.
Anche se sento ancora sul polso il calore lasciato dalla sua grande mano, è una sensazione piacevole, quasi di protezione; che solitamente non provo con Christopher… devo smetterla di paragonarli, non mi fa bene, per niente…
Camminiamo silenziosamente entrambi imbarazzati, finchè non giungiamo alla mia stanza.
–Grazie Fili, di avermi accompagnato.- affermo tranquillamente.
-Di niente… non mi andava che andassi in giro da sola.- borbotta, mentre io rido divertita dalla sua scusa.
-Non credo che in verità qui ci siano grossi pericoli… comunque grazie anche per essere stato presente al mio risveglio, mi ha fatto piacere.-.
-Davvero?-
-Sì, mi ha fatto piacere… però ti devo dire una cosa.- gli dico cercando di trovare un modo per non farlo soffrire, faccio un sospiro –Quando dicevo che ho un uomo, dicevo sul serio.- affermo per poi vedere Fili prima corrucciarsi e poi sorridere maliziosamente –Ma io non sono geloso.- ridacchia alzando le spalle, mentre io non so se piangere o ridere.
-Fili, io sono già innamorata di un'altra persona…e ho notato le tue attenzioni.- ribatto convinta, mentre lui continua a sorridermi tranquillamente –Le mie attenzioni continueranno, te lo posso assicurare… e poi sono proprio curioso di vedere quanto riesci a resistermi.-
-Aspetta e spera. Buona notte, Fili.- sospiro stanca aprendo la mia porta ed entrando nella stanza, chiudendo fuori lui ed il suo sorrisino.
   
 
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