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Autore: AlexVause    11/11/2015    1 recensioni
Chissà dove vanno i sogni che sogniamo e dimentichiamo: Atlantidi sommerse e perse che non visiteremo mai più.
È stato così anche con me Lexa?
I tuoi occhi freddi come il ghiaccio mi scrutano, mi feriscono ed io lì…a chiedermi ancora perché.
Una domanda a cui, forse, non potrò conoscer risposta.
CLEXA
(Scritta alla fine della seconda serie)
Genere: Angst, Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Clarke Griffin, Lexa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 11

Ero da poco entrata nell’infermeria dove mia madre stava riordinando garze e strumenti chirurgici, quando mi raggiungesti.
- Heda, la donna che ha tentato di assassinare Clarke era presente alla Cerimonia.
T’informò Nyko.
Ti avvicinasti a mia madre che s’irrigidì. Avevi la mano tesa davanti a lei che poco dopo ti strinse accennando un sorriso e rilassandosi un poco. Che stava succedendo?
- Vi ringrazio. Siete stata molto utile.
Dicesti sentitamente grata.
- Era tutta una messinscena?
Vi chiesi sorpresa.
- Sì Clarke. Dovevamo dare loro false notizie e fargli creder che voi vi sareste ritirati.
Spiegasti.
Ero ufficialmente sollevata.
Indra si presentò al tuo cospetto dicendo che Raven, Bellamy, Octavia e Wick erano fuori dalla stanza.
Li chiamasti dentro. La loro faccia attonita nel vedermi.
- Sei...viva...sei viva!
Esclamò Octavia correndomi incontro.
- E hai un favoloso trucco Grounder!
Aggiunse poi sorridendo.
- Mi spiace intromettermi ma vorrei lasciare tutto questo per dopo. Ho bisogno di sapere se è possibile attivare la nebbia già stanotte.
Richiamasti la nostra attenzione.
Raven, che era corsa ad abbracciarmi imitata dal resto dei miei amici si scostò guardandoti.
- Certo Heda.
Rispose poi.
- Allora vi voglio fuori fra un’ora. Attaccheremo stanotte.
Ordinasti prima di congedarti.
Ti guardai mentre ti allontanavi. Prima di uscire ti voltasti verso me un’ultima volta. Ti sorrisi e tu...tu ricambiasti chinando il capo, gesto di saluto formale ma sapevo che mantenevi tale discrezione solo perché c’erano i miei amici.

Nonostante il dolore uscii. Avevo bisogno di vederti prima che partissi. La paura che ti accadesse qualcosa stava prendendo il sopravvento.
Andai a cercarti. Camminavo lentamente. Le fitte riuscivano a togliermi il respiro.
In un area un po’ isolata della Polis vidi Bellamy osservare qualcosa attraverso l’ottica del fucile, verso un punto della boscaglia.
Senza disturbarlo presi il binocolo posto poco distante e guardai anch’io.
- Cosa stai facendo?
Chiesi allibita.
Bellamy fece spallucce posando il fucile a terra.
- Nulla. Osservavo.
- Con il fucile puntato verso l’Heda tu “osservavi”? il binocolo è qui per la stessa funzione.
Ringhiai furiosa.
- Ma che ti passa per la testa!
Bellamy sospirò.
- Sai quanto me che i Grounder sono la causa principale del fatto che da 100 siamo rimasti in 44. Non capisco il tuo attaccamento verso questa gente.
- Sentirti parlare così, mi sembri Murphy.
Sbottai.
- Scusami. Ne abbiamo passate tante. Vorrei solo un po’ di tranquillità. Costruire qualcosa e uscire da un posto che finalmente potrò chiamare casa, senza avere il terrore che uccidano me o mia sorella...o qualcuno a cui tengo.
Terminò la frase guardandomi in un modo che mai avevo visto rivolto verso me.
- Ti capisco e credimi...è una cosa che vorrei anch’io e la desidero da quando siamo scesi sulla terra. Ne ho bisogno ora più che mai della tanto sognata tranquillità. Un giorno l’avremo.
Gli accarezzai la spalla congedandomi per raggiungerti.
Andai nel punto dove ti avevo vista, attraverso il binocolo, chiacchierare con un Generale. Di te nessuna traccia.
- Posso dedurre di non essere simpatica al tuo amico Bellamy.
La tua voce proveniva dalle mie spalle.
In quel momento Indra ci raggiunse.
- Avrei giurato che prima o dopo mi avesse sparato. Fortunatamente l’intelligenza ha prevalso sull’impulsività.
Mi voltai a guardare il punto dove prima ho incontrato Bellamy. Non era molto visibile da qui.
- L’hai visto?
Ti chiesi incuriosita.
- Ho occhi ovunque.
Sorridesti indicando Indra.
- Sono felice che ci sia lei al tuo fianco per proteggerti.
Il tuo secondo mi guardò malamente fronteggiandomi.
- A me invece non va che elementi come lui siano qui a Polis.
Sibilò furente.
- Indra. Fa silenzio.
Le ordinasti e si fece da parte senza protesta alcuna.
- Gustus gli avrebbe già tagliato la gola. Non tutti i Grounders sono come me. Ricordalo al tuo amico, almeno finché è in presenza dei 12. Mi rispettano e alcuni di loro, ucciderebbero senza batter ciglio chi mina la mia persona.
Chinai il capo dopo averti ascoltata.
- Devi scusarlo...scusarci tutti. Non abbiamo nulla su questa terra che non sia la paura di ciò che può accaderci da un momento all’altro. Vogliamo solo un po’ di stabilità e non vivere più nel costante terrore del domani.
Sorridesti prendendomi le mani.
- Farò tutto ciò che è in mio potere per aiutarvi a trovare la stabilità di cui avete certamente bisogno.
Ricambiai il sorriso prima che divenissi seria.
- Mi raccomando Clarke, non fare stupidaggini.
Sospirai a quell’ammonizione da parte tua ma annuii, anche se sapevo di mentire.

Organizzasti l’esercito che ti accompagnò assieme ai 12, contro Larion.
Raven e Wick, accompagnati da Bellamy e scortati da Lincoln e qualche Grounder, avevano già raggiunto Mount Weather.
Questo lo sapevo perché una fitta nebbia era calata sulla Polis e, delle terre che si perdeva vano a vista d’occhio verso l’orizzonte, non si riusciva più a scorgere nulla.
Io, non potevo di certo starmene con le mani in mano. Ti avrei aiutata…o almeno ci avrei provato viste le condizioni. Mai arrendersi.
Riunii alcuni dei nostri, guardie dell’Arca comprese, armati di tutto punto e facendo attenzione uscimmo dalla Capitale.
Octavia, ora al mio fianco, m’informò sul percorso che avresti intrapreso per raggiungere l’esercito dei Mari dell’Est.
Prendemmo un tunnel che sbucò su di una collina. Seppur a fatica riuscii a intravederti. Il tuo sguardo furibondo mi fece capire che, una volta tornate alla Polis, avrei preso una bella sgridata.
Un vociare sommesso indicava che il campo di Larion era vicino.
Il tuo ordine silente, suggerito a Indra, diede vita al caos.
Una freccia infuocata si librò nell’aria e, nel giro di un paio di minuti il fuoco illuminò quella notte fredda e umida.
Da Sud, Nord e Ovest, vennero scoccate centinaia di frecce incendiarie che caddero sul campo dei guerrieri nemici.
Urla di dolore si levarono nell’aria.
Nessuno dei tuoi Grounders, poi, si mosse come in attesa di un contrattacco.
Io e i miei uomini eravamo accucciati fra la vegetazione. La nebbia che ci circondava aiutava la nostra mimetizzazione.
Un corno suonò poco distante, segno da parte dell’esercito di Larion che erano stati attaccati e che molto presto avrebbero risposto all’offensiva.
Salisti a cavallo lanciandoti con i tuoi soldati all’attacco.
Osservammo, per quanto quella fitta nebbia ci permettesse, tutto ciò che stava accadendo.
Larion ti fronteggiò per poi battere in ritirata.
Non può essere stato così facile.

- Che cosa credevi di fare?
Ringhiasti entrando nell’infermeria a passo svelto.
Il trucco da guerra sul tuo volto.
- Non potevo starmene con le mani in mano, mentre tu rischiavi la vita contro Larion!
Senza rendermene conto urlai quella risposta.
- Nelle tue condizioni Clarke?
Alzasti la voce pure tu e per la prima volta in questa vita terrestre mi sentii piccola piccola.
Tacqui serrando la mascella e abbassando lo sguardo.
- Non capisci proprio quanto tengo a te.
Sussurrai.
Vidi tuoi piedi avvicinarsi. La tua mano sul mio mento mi portò a guardarti negli occhi.
- E tu non vedi quanto io tengo a te. Metterei a rischio la mia vita e…
Sospirasti.
- …anche quella dei miei uomini pur di salvarti. Questo non posso permettermelo.
Aggiungesti poi con tono triste.
- Non posso lasciarti andare così. Ho bisogno di sapere che stai bene.
Ti dissi afferrandoti la mano che prima poggiava sul mio mento. Me la portai sul cuore.
- Sono nata per combattere. Questo lo sai.
Accennai un sì con il capo.
- Cos’è successo prima con Larion?
Ti chiesi incuriosita.
- Gli abbiamo dato la possibilità di ritirarsi e lui l’ha fatto.
M’informasti con tono calmo che non riusciva a non tradire una punta di sospetto.
- Persino tu non credi che sia finita.
Ti dissi alzando un sopracciglio poco convinta.
- Perché di sicuro non lo è.


Nota di Alex: Pronti a vedere lo scatenarsi di una guerra o Larion si sarà ritirato?
scrivetemi cosa ne pensate del cap...recensite in molti :)
Alla prox :D
Capitolo 11

Ero da poco entrata nell’infermeria dove mia madre stava riordinando garze e strumenti chirurgici, quando mi raggiungesti.
- Heda, la donna che ha tentato di assassinare Clarke era presente alla Cerimonia.
T’informò Nyko.
Ti avvicinasti a mia madre che s’irrigidì. Avevi la mano tesa davanti a lei che poco dopo ti strinse accennando un sorriso e rilassandosi un poco. Che stava succedendo?
- Vi ringrazio. Siete stata molto utile.
Dicesti sentitamente grata.
- Era tutta una messinscena?
Vi chiesi sorpresa.
- Sì Clarke. Dovevamo dare loro false notizie e fargli creder che voi vi sareste ritirati.
Spiegasti.
Ero ufficialmente sollevata.
Indra si presentò al tuo cospetto dicendo che Raven, Bellamy, Octavia e Wick erano fuori dalla stanza.
Li chiamasti dentro. La loro faccia attonita nel vedermi.
- Sei...viva...sei viva!
Esclamò Octavia correndomi incontro.
- E hai un favoloso trucco Grounder!
Aggiunse poi sorridendo.
- Mi spiace intromettermi ma vorrei lasciare tutto questo per dopo. Ho bisogno di sapere se è possibile attivare la nebbia già stanotte.
Richiamasti la nostra attenzione.
Raven, che era corsa ad abbracciarmi imitata dal resto dei miei amici si scostò guardandoti.
- Certo Heda.
Rispose poi.
- Allora vi voglio fuori fra un’ora. Attaccheremo stanotte.
Ordinasti prima di congedarti.
Ti guardai mentre ti allontanavi. Prima di uscire ti voltasti verso me un’ultima volta. Ti sorrisi e tu...tu ricambiasti chinando il capo, gesto di saluto formale ma sapevo che mantenevi tale discrezione solo perché c’erano i miei amici.

Nonostante il dolore uscii. Avevo bisogno di vederti prima che partissi. La paura che ti accadesse qualcosa stava prendendo il sopravvento.
Andai a cercarti. Camminavo lentamente. Le fitte riuscivano a togliermi il respiro.
In un area un po’ isolata della Polis vidi Bellamy osservare qualcosa attraverso l’ottica del fucile, verso un punto della boscaglia.
Senza disturbarlo presi il binocolo posto poco distante e guardai anch’io.
- Cosa stai facendo?
Chiesi allibita.
Bellamy fece spallucce posando il fucile a terra.
- Nulla. Osservavo.
- Con il fucile puntato verso l’Heda tu “osservavi”? il binocolo è qui per la stessa funzione.
Ringhiai furiosa.
- Ma che ti passa per la testa!
Bellamy sospirò.
- Sai quanto me che i Grounder sono la causa principale del fatto che da 100 siamo rimasti in 44. Non capisco il tuo attaccamento verso questa gente.
- Sentirti parlare così, mi sembri Murphy.
Sbottai.
- Scusami. Ne abbiamo passate tante. Vorrei solo un po’ di tranquillità. Costruire qualcosa e uscire da un posto che finalmente potrò chiamare casa, senza avere il terrore che uccidano me o mia sorella...o qualcuno a cui tengo.
Terminò la frase guardandomi in un modo che mai avevo visto rivolto verso me.
- Ti capisco e credimi...è una cosa che vorrei anch’io e la desidero da quando siamo scesi sulla terra. Ne ho bisogno ora più che mai della tanto sognata tranquillità. Un giorno l’avremo.
Gli accarezzai la spalla congedandomi per raggiungerti.
Andai nel punto dove ti avevo vista, attraverso il binocolo, chiacchierare con un Generale. Di te nessuna traccia.
- Posso dedurre di non essere simpatica al tuo amico Bellamy.
La tua voce proveniva dalle mie spalle.
In quel momento Indra ci raggiunse.
- Avrei giurato che prima o dopo mi avesse sparato. Fortunatamente l’intelligenza ha prevalso sull’impulsività.
Mi voltai a guardare il punto dove prima ho incontrato Bellamy. Non era molto visibile da qui.
- L’hai visto?
Ti chiesi incuriosita.
- Ho occhi ovunque.
Sorridesti indicando Indra.
- Sono felice che ci sia lei al tuo fianco per proteggerti.
Il tuo secondo mi guardò malamente fronteggiandomi.
- A me invece non va che elementi come lui siano qui a Polis.
Sibilò furente.
- Indra. Fa silenzio.
Le ordinasti e si fece da parte senza protesta alcuna.
- Gustus gli avrebbe già tagliato la gola. Non tutti i Grounders sono come me. Ricordalo al tuo amico, almeno finché è in presenza dei 12. Mi rispettano e alcuni di loro, ucciderebbero senza batter ciglio chi mina la mia persona.
Chinai il capo dopo averti ascoltata.
- Devi scusarlo...scusarci tutti. Non abbiamo nulla su questa terra che non sia la paura di ciò che può accaderci da un momento all’altro. Vogliamo solo un po’ di stabilità e non vivere più nel costante terrore del domani.
Sorridesti prendendomi le mani.
- Farò tutto ciò che è in mio potere per aiutarvi a trovare la stabilità di cui avete certamente bisogno.
Ricambiai il sorriso prima che divenissi seria.
- Mi raccomando Clarke, non fare stupidaggini.
Sospirai a quell’ammonizione da parte tua ma annuii, anche se sapevo di mentire.

Organizzasti l’esercito che ti accompagnò assieme ai 12, contro Larion.
Raven e Wick, accompagnati da Bellamy e scortati da Lincoln e qualche Grounder, avevano già raggiunto Mount Weather.
Questo lo sapevo perché una fitta nebbia era calata sulla Polis e, delle terre che si perdevano a vista d’occhio verso l’orizzonte, non si riusciva più a scorgere nulla.
Io, non potevo di certo starmene con le mani in mano. Ti avrei aiutata…o almeno ci avrei provato viste le condizioni. Mai arrendersi.
Riunii alcuni dei nostri, guardie dell’Arca comprese, armati di tutto punto e facendo attenzione uscimmo dalla Capitale.
Octavia, ora al mio fianco, m’informò sul percorso che avresti intrapreso per raggiungere l’esercito dei Mari dell’Est.
Prendemmo un tunnel che sbucò su di una collina. Seppur a fatica riuscii a intravederti. Il tuo sguardo furibondo mi fece capire che, una volta tornate alla Polis, avrei preso una bella sgridata.
Un vociare sommesso indicava che il campo di Larion era vicino.
Il tuo ordine silente, suggerito a Indra, diede vita al caos.
Una freccia infuocata si librò nell’aria e, nel giro di un paio di minuti il fuoco illuminò quella notte fredda e umida.
Da Sud, Nord e Ovest, vennero scoccate centinaia di frecce incendiarie che caddero sul campo dei guerrieri nemici.
Urla di dolore si levarono nell’aria.
Nessuno dei tuoi Grounders, poi, si mosse come in attesa di un contrattacco.
Io e i miei uomini eravamo accucciati fra la vegetazione. La nebbia che ci circondava aiutava la nostra mimetizzazione.
Un corno suonò poco distante, segno da parte dell’esercito di Larion che erano stati attaccati e che molto presto avrebbero risposto all’offensiva.
Salisti a cavallo lanciandoti con i tuoi soldati all’attacco.
Osservammo, per quanto quella fitta nebbia ci permettesse, tutto ciò che stava accadendo.
Larion ti fronteggiò per poi battere in ritirata.
Non può essere stato così facile.

- Che cosa credevi di fare?
Ringhiasti entrando nell’infermeria a passo svelto.
Il trucco da guerra sul tuo volto.
- Non potevo starmene con le mani in mano, mentre tu rischiavi la vita contro Larion!
Senza rendermene conto urlai quella risposta.
- Nelle tue condizioni Clarke?
Alzasti la voce pure tu e per la prima volta in questa vita terrestre mi sentii piccola piccola.
Tacqui serrando la mascella e abbassando lo sguardo.
- Non capisci proprio quanto tengo a te.
Sussurrai.
Vidi i tuoi piedi avvicinarsi. La tua mano sul mio mento mi portò a guardarti negli occhi.
- E tu non vedi quanto io tengo a te. Metterei a rischio la mia vita e…
Sospirasti.
- …anche quella dei miei uomini pur di salvarti. Questo non posso permettermelo.
Aggiungesti poi con tono triste.
- Non posso lasciarti andare così. Ho bisogno di sapere che stai bene.
Ti dissi afferrandoti la mano che prima poggiava sul mio mento. Me la portai sul cuore.
- Sono nata per combattere. Questo lo sai.
Accennai un sì con il capo.
- Cos’è successo prima con Larion?
Ti chiesi incuriosita.
- Gli abbiamo dato la possibilità di ritirarsi e lui l’ha fatto.
M’informasti con tono calmo che non riusciva a non tradire una punta di sospetto.
- Persino tu non credi che sia finita.
Ti dissi alzando un sopracciglio poco convinta.
- Perché di sicuro non lo è.


Nota di Alex: Pronti a vedere lo scatenarsi di una guerra o Larion si sarà ritirato?
scrivetemi cosa ne pensate del cap...recensite in molti :)
Alla prox :D
  
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