[Partecipa alla Winter is Coming Week del 31 agosto-6 settembre sul gruppo We Are Out For Prompt.]

DAY 5 - ROM COM

Sherlock Holmescest (teenager)
Sussex. Sherlock e Mycroft sul tetto sotto le stelle.

«Ecco dov'eri!» la voce di Mycroft richiamò l'attenzione del fratello.
Sherlock alzò appena la testa per incontrare il suo sguardo e vederlo gattonare sulle tegole verso di lui, stando attento a non scivolare.
«Mamma e papà dormono, ma se non ti trovano nel letto si preoccuperanno» lo rimproverò, una volta raggiuntolo e sedutosi accanto a lui.
«Ci» dice solo Sherlock, tornando a posare la testa sulle dita delle mani incrociate.
«Come?»
«Se non CI trovano nel letto» precisò allora. «Se sei qui non puoi essere in camera tua, sbaglio?»
Anche Mycroft si stese sul tetto pendente e incrociò le braccia dietro la testa. Sopra di loro la volta celeste offriva un vero e proprio spettacolo fatto di migliaia e migliaia di stelle più o meno luminose, che creavano un'armonia che solo la natura è in grado di concepire.
«Non ne capisci niente, vero?» chiese Mycroft, con una punta di ironia nella voce.
«Capisco che mi piace, non è abbastanza?» domandò Sherlock in risposta, punto sul vivo: non capiva niente di astronomia.
«Guarda» disse allora il più grande, indicando un punto nel firmamento. «Anche se meno luminosa di altre, quella è la Stella Polare. La puoi trovare partendo dal Grande Carro... almeno il Grande Carro sai qual è, vero?»
Sherlock sbuffò ma non rispose.
«Sono quelle sette stelle che sembrano un rettangolo col manico. Prendi il lato esterno del rettangolo e proiettalo con la mente cinque volte verso l'alto... la prima stella che trovi è la Stella Polare.»
«Quattro virgola sessantuno.»
«Eh?»
«Quattro virgola sessantuno volte. Tu hai detto cinque, ma cinque è troppo.»
«Sei sempre il solito.»
«Sei tu che hai cominciato a darmi nozioni di astronomia, stavo solo correggendo un'approssimazione sbagliata.»
«Se vuoi smetto» propose Mycroft, senza polemica.
Sherlock forse si pentì un po' di aver fatto il saputello.
«No, ti prego... continua...»
Mycroft sorrise, nascosto dal buio, e lo accontentò.
«Allora, vediamo... vedi quelle cinque stelle che sembrano formare una W?» aspettò che il fratello annuisse prima di continuare. «Quella è Cassiopea. Quella più luminosa da quella parte è Vega, della costellazione della Bilancia, mentre quel gruppetto compatto sono le pleiadi.»
Sherlock non lo diceva, ma dal silenzio con cui lo stava ascoltando si capiva l'interesse che provava.
«Qual è la tua costellazione preferita?» gli chiese, dopo qualche secondo di silenzio.
«Orione» rispose Mycroft, senza esitazione. «Vedi quelle tre stelle molto vicine quasi allineate? Sono Alnitak, Alnilam e Mintaka, le tre stelle della Cintura di Orione, poi ci sono Betelgeuse e Bellatrix in alto, e Rigel e Saiph in basso... formano una specie di clessidra.»
Sherlock magari non era interessato all'astronomia, ma sentirne parlare dal fratello non era poi così male.
Proprio in quel momento una stella cadente attraversò il cielo.
«Chissà se avevano un nome le stelle cadenti?»
«Non sono stelle» rispose Mycroft, «sono pezzi che si staccano dalla coda di qualche cometa, che si incendiano a contatto con l'atmosfera.»
«È vero che si deve esprimere un desiderio quando ne vedi una?»
«Non credere a questa cosa, Sherlock, i desideri ce li dobbiamo realizzare da soli.»
«Sono d'accordo, ma l'ho fatto lo stesso.»
«E cosa avresti desiderato, sentiamo?»
Il più piccolo si girò di lato e lo baciò a stampo sulle labbra, aspettando qualche secondo prima di staccarsi.
«Vedi?» gli disse poi, mentre Mycroft era alle prese con la piacevole sorpresa per quel gesto. «Lo so che me li devo realizzare da solo, i miei desideri.»