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Autore: Onedtales    11/11/2015    0 recensioni
Tre mesi di vacanze in giro per il mondo sono il sogno che chiunque vorrebbe vivere e Abi e Kim, dopo la laurea, sono riuscite a realizzarlo. E' tutto perfetto: il clima, le città, la compagnia, ma ben presto anche questa parentesi di puro divertimento è costretta a chiudersi e quale modo migliore di mettere la parola fine se non con una crociera? Specie se sulla stessa nave le due faranno degli incontri interessanti?
Genere: Comico, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Luke Hemmings, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Attraction capitolo 2

Il mattino seguente le ragazze si svegliarono tranquillamente verso le 9, si lavarono, si vestirono comode ed andarono a fare colazione. Decisero di andare al buffet e appena entrarono nella sala si ritrovarono davanti un'enorme tavolata piena di leccornie: il tempo di leccarsi i baffi e la assalirono letteralmente.
Abigail si aggirava tra i banconi alla ricerca di qualcosa al cioccolato che le desse la forza di affrontare la nuova giornata ma probabilmente stava guardando dalla parte sbagliata perché scorgeva solamente frutta e marmellate. Stufa di cercare optò per una marmellata ai mirtilli: "Ma Evan l'hai più sentito?" parlò mentre la prendeva e se la metteva nel piatto.
Kimberly scrollò le spalle molto più interessata a capire cosa le andava di mangiare: "Mi ha inviato l'ultimo messaggio quando stavamo a Firenze e poi è morto"
"Credi che la situazione possa tornare stabile? Cioè tra tutti questi recenti tira e molla io mi sarei già rotta"
"Non lo so, adesso voglio solo divertirmi" tagliò corto Kim mettendosi il the dentro la tazza e dirigendosi verso il loro tavolo.
La cugina cercò di starle dietro ma aveva troppe cose nel piatto e dovette rallentare il passo: "E pensi che sia una buona idea? Nel senso che comunque dovresti approfittare di quest'occasione per chiarirti le idee non per incasinarti ancora di più" disse sedendosi e iniziando a trafficare con il cibo.
"Oppure  – fece una pausa per guardarla dritta negli occhi – con una scappatella potrei capire cosa voglio davvero da un fidanzato"
"La parola scappatella mi fa pensare a qualcosa di squallido"
"Ti fari fare una scappatella con quell'Ashton, poi voglio proprio vedere se dici ancora che è squallido"
Che? Cosa aveva detto? Una scappatella con Ashton? Lei, Ashton e una notte di fuoco? Forse la sera prima qualche pensierino sconcio l'aveva fatto ma era rimasto quello: un pensiero e basta, non aveva mica considerato seriamente l'idea di combinarci qualcosa insieme. Cioè non che l'idea le dispiacesse però aveva una repulsione per quella che la gente chiamava comunemente "una botta e via", cavolo il sesso lo considerava come una tappa importante di una relazione non come una cosa che prendi quando capita e soprattutto con il primo che capita. La ragazza cercò di dire qualcosa ma le uscirono solo incomprensibili farfugli.
"Lo sapevo, sei diventata tutta rossa"
"Ma cosa sapevi tu che non ho detto niente" cercò di difendersi Abi.
"Dovresti imparare a leggere il linguaggio del corpo, mia cara – fece Kim con aria saccente – comunque, seriamente, secondo te li rivedremo Ashton e Luke?"
"Se proprio vuoi leggere il linguaggio del corpo leggi questo – disse Abigail mostrandole il dito medio e ricevendo in cambio una linguaccia – in ogni modo la nave è questa quindi penso proprio che li rincontreremo; se non li ribecchiamo siamo proprio due mega sfigate"

Finito di mangiare decisero di fare un salto in palestra ma, arrivate lì, la trovarono strapiena. Decisero, così, di andare a prendere un po’ di sole in piscina, magari verso mezzogiorno avrebbero riprovato a vedere se c'era posto sul tapis roulant.
"È veramente una bella giornata oggi, ti va di andare a mangiare un gelato oggi pomeriggio? Il posto buono dove ci hanno portate Alberto e Silvia stava qua, giusto? Com'è che si chiamava? Yogurtqualcosa tipo" disse Kimberly girandosi verso la cugina. Questa si alzò di botto dal lettino e urlò: "Yougurino! Serio? Era qui? E perché non me l'hai detto prima?" la accusò.
"Pensavo te lo fossi ricordato" si giustificò Kim.
"Beh, non è così" disse Abigail facendo la finta offesa.
"Sei proprio antipatica quando metti il broncio. Allora? Ci andiamo?"
"Ovvio, ho proprio voglia di uno di quei frappè mega giganti che fanno lì con tanta panna sopra"
Alle due ragazze vennero gli occhi a cuoricino solo a pensare a quanto erano buoni i gelati di quella gelateria. Fantasticarono ancora un po’ su quello che avrebbero preso da mangiare quel pomeriggio e poi si misero a spettegolare sulla gente che stava lì a prendere il sole con loro.
"Oh. Mio. Dio. Ma l'hai visto quel cicciobombo con il sedere di fuori?"
"Che schifo, Abi!! Io ti indico i superfighi e tu mi fai vedere ste cose?" Kimberly fece una faccia disgustata nel vedere quel sedere peloso.
"Seh, vabbè, superfighi, mo non ci allarghiamo, carini casomai. Madonna comunque s'è proprio cotto quello là. Secondo me è tipo o un inglese o un tedesco" le due vivendo in un luogo di mare ogni tanto riuscivano a ritagliarsi un momentino per andare in spiaggia e prendere un po’ di tintarella. Anche Kimberly, che era di carnagione più chiara rispetto ad Abigail, aveva un colorito da essere vivente. Quei turisti invece le facevano ridere perché bianchi peggio dei morti pretendevano di diventare di un colore un po’ più sano stando sotto il sole nelle ore più calde della giornata finendo invece con il diventare rossi come delle aragoste.
"È veramente una visione a cui avrei preferito non assistere – commentò Kim – No, ma guarda invece quella come si atteggia – disse facendo segno con la testa verso una signora sulla quarantina con un bikini super striminzito che cercava di sgridare il figlio dall'alto del suo lettino senza neanche muovere un muscolo – la diva di Hollywood c'abbiamo"
Abigail scoppiò a ridere di cuore perché il nome che le aveva affibbiato la cugina le calzava a pennello. Ciò che riuscirono a capire, fissandola per una buona mezz'oretta, era che non sapeva proprio cavarsela con i bambini: aveva viziato il figlio così tanto che ora ogni minaccia che lei faceva era priva di efficacia. Le due resistettero con tutte le loro forze al desiderio di andare lì e dare sia a madre che a figlio una pizza in faccia, poi Kim, stanca di commentare ogni cosa che faceva e che diceva la diva, propose di andare a pranzo perchè era quasi mezzogiorno e mezzo e se avessero tardato ancora un po’ non avrebbero fatto in tempo né a prendersi il gelato e né a farsi una tranquilla passeggiata in riva al mare.
Pranzarono velocemente al buffet e poi si andarono a cambiare in cabina. Kimberly si mise una canotta a righe bianche e blu in stile marinaresco, degli short, delle converse nere e uno zainetto nero. Abigail, invece, optò per un vestitino estivo con delle stampe sopra, dei sandali marroni e uno zainetto di pelle marrone. Non appena furono pronte si incamminarono verso l'uscita; fecero qualche svolta a destra, qualche altra a sinistra, presero l'ascensore e quando stavano per mettere piede fuori dalla nave videro due persone che si divertivano a camminare come degli idioti. Per la precisione quelle due persone erano due ragazzi; due ragazzi che Abi e Kim ricordavano molto bene: Ashton e Luke. Le due si scambiarono sguardi complici e maliziosi.
"Ragazzi" li chiamò Kimberly al che i due saltarono come petardi e smisero di colpo di fare gli scemi.
"Kimberly! Abigail!" si fece scappare Luke con un tono di voce veramente stridulo mentre diventava tutto rosso per l'imbarazzo.
"Ehi – disse, invece, Ash- dove andate di bello a quest'ora sotto questo caldo?" domanda più che lecita visto che neanche la bellezza del paesaggio italiano riusciva a fare qualcosa contro l'ondata di caldo sahariano che era arrivata fin lì.
"Ci stavamo andando a prendere un gelato – rispose Abi che già stava pensando a quali gusti prendere – voi?"
"Noi siamo appena tornati da Roma. Ci siamo svegliati stamattina presto e abbiamo preso il treno. Abbiamo comprato un sacco di cose – disse Ashton alzando orgoglioso le buste che aveva in mano e iniziando, tutto felice, ad elencare i suoi acquisti – a mamma ho preso uno di quei piattini che si appendono al muro, a mio fratello ho preso la maglia dell'Hard Rock che voleva tanto, vi piace?" le ragazze annuirono non sapendo con'altro fare, poi Kim senza rendersene realmente conto disse: "Che ne dite se continuiamo a parlare del vostro shopping davanti un gelato?"
I due non se lo fecero ripetere due volte e accettarono ma, dopo una vistosa odorata di ascelle, entrambi convennero che forse era meglio se prima si andavano a fare una doccia se non volevano rischiare di far rimanere secco qualcuno. Tra spintoni e dispetti raggiunsero la loro cabina.
"Mi lavo prima io" disse Luke aprendo in fretta la porta e correndo verso il bagno lasciando Ashton come un pesce lesso all'ingresso. Non ebbe neanche il tempo di replicare che l'amico si era già chiuso la porta alle spalle; decise, così, di stendersi un po’ sul lettone matrimoniale e di vedere la tv. Vedere era proprio la parola giusta perché l'unica cosa che sembrava interessante la trasmettevano in spagnolo e lui di spagnolo non ci capiva niente: in poche parole vedeva le immagini e cercava di dargli un senso. Il canale trasmetteva una telenovela sudamericana e per quello che il riccio aveva capito c'era un triangolo amoroso e ora Juan, uno dei protagonisti, stava per cogliere in flagrante la sua ragazza che se la faceva con l'amante.
"Puoi andare" disse Luke uscendo dal bagno in boxer mentre si asciugava i capelli con l'asciugamano.
"Ssshhh – lo zittì immediatamente l'amico – Juan sta per scoprire che la fidanzata gli mette le corna e che quindi il figlio che hanno potrebbe non esse suo"
Luke rimase un po’ perplesso nel vedere l'amico steso in posizione prona sul letto con le mani sotto il mento così preso a vedere la telenovela. Scansò l'idea iniziale di prenderlo in giro, ci sarebbero state altre occasioni per farlo, e si limitò a dire: "Come diavolo hai capito tutto questo se di spagnolo non sai un tubo?"
Ashton fece la faccia offesa: "Sono un tipo sensibile io, certi argomenti mi toccano nel profondo"
Il biondo roteò gli occhi: "Certo, soprattutto se l'argomento è il sesso"
"È un argomento serio – fece il riccio alzandosi e dirigendosi verso il bagno – non capisci niente" e lo spintonò per farsi largo. Chiuse la porta, si spogliò e si infilò sotto il getto d'acqua tiepida. Iniziò ad insaponarsi i capelli quando il rumore della porta che si apriva gli fece prendere un colpo.
"Luke – starnazzò eliminando con la mano la condensa del vetro per vedere meglio – che fai?"
"Non ti sembra evidente? – disse prendendo lo spazzolino e il dentifricio – mi lavo i denti"
"Aaaah, capito – fece una pausa – vuoi pure le mie mentine?"
"Che ci devo fare con le mentine?" sbiascicò Luke mentre spazzolava i denti.
"Te ne metti un paio in bocca prima di baciarla" disse Ashton alzando ripetutamente le sopracciglia.
Per poco il ragazzo non si strozzava con il dentifricio: "Ma che ti sei fumato? – disse tossendo diverse volte – chi dovrei baciare?"
"Ma come chi? Kimberly"
"Ho solo detto che è carina non che la prenderei e la sbatterei al muro. E poi punto numero uno: non la conosco e punto numero due: finita la vacanza non la rivedrei più, non potrebbe mai diventare una cosa seria quindi a che scopo combinarci qualcosa?"
Ash si trattenne dall'uscire e prenderlo a sberle: "Madonna che vecchio. Sei proprio pronto al matrimonio. Siamo ragazzi, siamo venuti qua per divertirci e flirtare con le ragazze è divertente. Quindi o quando esci da questa stanza ci provi con Kimberly o la prossima volta che entri qui sarai un uomo morto! – disse agitando la bottiglietta del bagnoschiuma – e poi chi ti dice che non potrebbe diventare seria, ci sono un sacco di relazioni a distanza che durano, quindi fai meno l'imbecille e finisciti di preparare"
Luke fece come gli era stato detto e dieci minuti dopo erano entrambi fuori dalla cabina belli e profumati.

Scesero dalla nave e il biondo continuava a pensare alle parole che l'amico gli aveva detto in bagno. Doveva sciogliersi un po’ se non voleva rimanere solo a vita. Ma perché con le ragazze carine era sempre difficile? Forse doveva immaginare che stava uscendo con uno dei suoi amici. Sì, forse. Appena, però, provò ad immaginarsi mano nella mano con uno dei suoi amici un brivido percorse la sua schiena e scansò immediatamente quell'idea che gli faceva venire il voltastomaco. Pensava, non faceva altro che pensare a cosa avrebbe dovuto dire, a cosa avrebbe dovuto fare, aveva pensato così tanto che stava per entrare nel pallone. Fece un respirone per calmarsi e una lampadina gli si accese. Purtroppo rimase accesa per neanche due secondi perchè non appena vide Kim nella sua mente comparve un buco nero che risucchiò tutto. Blackout. Le mani iniziarono a tremare, il passo era sempre meno sicuro. Guardò per un momento l'amico e invidiò la sua sicurezza, la sua disinvoltura. Poi si girò a vedere le ragazze, sembravano così spensierate. Kimberly stava in piedi e fingeva di dare dei cazzotti alla cugina che dall'alto del muretto dove era seduta la guardava rassegnata e ogni tanto accennava qualche calcio nella sua direzione. Era possibile che lui fosse l'unico agitato? Era possibile che lui fosse l'unico a cui lo stomaco si stava contorcendo su se stesso? Era possibile?
Abigail fu la prima ad accorgersi dei due ragazzi e con un cenno della testa fece capire alla sua compagna di smettere di fare la finta bulla e di ricomporsi se non voleva sembrare una scema.
"Allora? Andiamo a prendere questo gelato?" disse Ash mettendosi le mani in tasca.
"Certo" dissero in coro Abi e Kim.
"Forza, allora fateci strada" continuò lui facendo l'occhiolino a Abigail la quale non poté fare a meno di abbassare gli occhi ed arrossire.
Uscirono dal porto e iniziarono a camminare sul viale alberato che costeggiava il mare, dopo qualcosa come cento metri attraversarono la strada ed entrarono nella gelateria. L'aria condizionata del locale fece venire ai quattro un brivido di piacere alla schiena, il caldo che faceva quel giorno era veramente troppo. Si avvicinarono alla cassa e iniziarono a ordinare quello che volevano. Kimberly prese uno yogurt alla vaniglia con sopra fragole e ananas, Abigail un frappè al cioccolato con la panna, Luke un cono grande cioccolato, variegato alla nutella e fiordilatte con doppia panna e Ashton un cono grande vaniglia e mango. Decisero di sedersi in uno dei tavolini della gelateria e di chiacchierare un po’ lì.
Non appena Kim si sedette senti il cellulare suonare, lo prese da una delle tasche dello zaino e vide che le era arrivato un messaggio. Era di Evan. Lottò con tutta se stessa per non aprirlo, se lo avesse letto al cento per cento gli avrebbe rovinato la giornata, sarebbe stata tutto il tempo a pensare a lui. Guardò lo schermo indecisa sul da farsi ma alla fine cedette.

"Ehi – recitava il messaggio – come prosegue la vacanza? Non mi rispondi da più di un mese. Non ti sto chiedendo spiegazioni sul tuo recente comportamento; vorrei sapere solamente come stai. Questi mesi senza te mi stanno uccidendo. Mi manchi tanto, non vedo l'ora che torni per riabbracciarti"

La ragazza non sprecò il suo tempo neanche a cancellare il messaggio; spense direttamente il telefono e riportò la sua attenzione verso i tre ragazzi che stavano parlottando tra loro. Prese un altro po’ di yogurt dalla vaschetta e, indicando i suoi due nuovi amici con il cucchiaino, disse: "Come vi siete conosciuti?"
I due ci pensarono un po’ su e poi guardandosi scoppiarono a ridere. "Ci siamo conosciuti un giorno al mare" esordì Ashton.
"Sì – gli diede man forte Luke – di vista ci conoscevamo già perché frequentavamo la stessa scuola e, a dirla tutta ci stavamo pure un po’ sul cazzo, poi, però, quel giorno al mare volevamo cavalcare la stessa onda e ce ne siamo dette di tutti i colori per averla vinta. Alla fine abbiamo preso entrambi l'onda e vi dico solo che abbiamo rischiato di finire in ospedale"
"Voi due siete due pazzi" lo interruppe Abigail.
"Forse, ma se non l'avessimo fatto a quest'ora non eravamo qui a parlare con voi – disse Ashton – quel giorno poi, dopo aver rischiato la pelle, ci siamo seduti a riva, esausti, abbiamo iniziato ad elogiarci e a parlare dei nostri interessi finendo per diventare migliori amici"
"Che storia curiosa" disse Kimberly pulendosi la bocca.
"Abbastanza – rispose Luke – invece voi toglietemi una curiosità: come facevate a conoscere questo posto? Il gelato è veramente buono"
"Si vede che hai gradito" lo prese in giro Ashton alludendo al fatto che aveva il naso sporco di panna; Luke divenne immediatamente rosso e si sbrigò a pulirsi.

Abigail iniziò il suo racconto: gli disse della loro vacanza di tre mesi in Italia, gli disse di come raggiungevano le varie città, gli disse di Alberto e Silvia. Alberto e Silvia erano una coppia sposata sulla quarantina che si era conosciuta al lavoro. Facevano gli assicuratori e il loro lavoro li costringeva a fare molto spesso la tratta Roma-Firenze. Inizialmente avevano provato ad utilizzare l'aereo o il treno però la roba da portarsi dietro era troppa e una volta arrivati in stazione spostarsi era sempre un problema così, un giorno, parlando con degli amici scoprirono che andando con la macchina potevano affittare i posti che rimanevano alle persone che dovevano fare lo stesso loro percorso; in questo modo conoscevano persone nuove e la benzina non era più un problema. Si iscrissero su un sito e pian piano iniziarono a ricevere sempre più feedback positivi. È grazie a quel sito se Abi e Kim ora conoscevano due persone stupende come loro. Dovevano raggiungere Firenze e non volevano fare l'ennesimo viaggio in treno o in aereo così decisero di cercare qualcuno che offrisse un passaggio in macchina ad un prezzo conveniente e trovarono loro. A Silvia piaceva vedere il mare così ogni volta che dovevano andare a Firenze o che dovevano tornare a Roma facevano una deviazione a Civitavecchia. Si fermavano una o due orette, giusto il tempo per ricaricarsi e poi ripartivano. Il giorno in cui avevano accompagnato le ragazze avevano tutti voglia di gelato e così andarono nella gelateria dove stavano adesso i quattro e Abigail e Kimberly ne rimasero piacevolmente stupite: sapevano che il gelato italiano era buono ma non pensavano che ne esistesse di così buono.
"Fico, dovremmo provare anche noi a fare una vacanza così" disse Ashton al suo amico prima di alzarsi per andare a buttare il fazzoletto sporco; gli altri lo imitarono e di li a poco si ritrovarono di nuovo sotto il caldo torrido di quella giornata. Kimberly propose di andare a fare una passeggiata in riva al mare prima di risalire a bordo e, mentre si avviavano verso la spiaggia, raggiunse Luke e gli iniziò a parlare. L'aveva visto un po’ teso, aveva notato che ogni tanto se ne stava in disparte e voleva provare a scioglierlo un po’. Lei era fatta così: appena prendeva un po’ di confidenza non si faceva scrupoli a parlare di qualunque cosa pur di non vedere gente in disparte.
"Allora, che mi racconti?" esordì.
"Non so, che vuoi che ti dica?"
"Uhm – la ragazza si portò un dito sul mento – cibo preferito"
"Cosa?" chiese dubbioso Luke.
"Quale è il tuo cibo preferito?"
"Ehm...non so. Forse la pizza, il tuo?"
"Non ne ho uno preferito ma uno di quelli che merita di stare nella top ten è sicuramente la frittata con le patate – disse pensando alla frittata che le preparava ogni tanto la nonna – ora tocca a te. Chiedimi qualcosa"
Luke si guardò un po’ intorno alla ricerca di qualche spunto per qualche domanda. Alla fine vide un gabbiano: "Animale preferito"
"Questa domanda non vale, sono un infermiere veterinario non dovrei fare distinzioni – disse dando qualche botta alla spalla del ragazzo – comunque senza ombra di dubbio il cane è il mio preferito, però adoro tutti gli animali. Sentiamo un po’ quale è il tuo"
"Adoro i pinguini" disse con un filo di voce quasi vergognandosi di se stesso.
"Oddio, ma sono così carini – squittì Kim – con quella pancetta bianca sono così patatosi. Ieri li abbiamo visti all'acquario di Genova, erano veramente troppo carini"
"Davvero li trovi carini?" disse Luke illuminandosi in volto.
"Certo, perché non dovrei?"
Alzò le spalle: "Non so..."
Kimberly rimase a fissarlo per un paio di secondi. Si stava chiedendo per l'ennesima volta se Luke fosse vero. Lo trovava così dannatamente carino e tenero che sembrava quasi finto, un ologramma mandato per destabilizzarla. Le piaceva il modo in cui arrossiva quando era leggermente imbarazzato, le piaceva il modo in cui metteva le mani in tasca, le piacevano le sue spalle. Cavolo, si, le spalle, avrebbe potuto scrivere un romanzo solo su cosa erano per lei quelle spalle. Eppure una vocina dentro di lei continuava a dirle "No, Kim, no, è piccolo e non lo conosci". Diamine, come era possibile però che solo la sua vicinanza le facesse venire una strana sensazione alla bocca dello stomaco? Luke la attraeva? Doveva essere per forza così perché altrimenti non riusciva a trovare altre spiegazioni plausibili. Luke la attraeva punto e basta.

"Ma se ci sediamo qui?" una voce la distolse dai suoi pensieri. Era Ashton che si era seduto sulla sabbia e invitava gli altri a fare lo stesso con un gesto della mano. Abigail si sedette vicino a lui, seguì lei e infine Luke che con le mani poggiate dietro e la testa rivolta all'insù guardava il cielo senza neanche una nuvola: "Vorrei essere in vacanza tutto l'anno" si lasciò scappare sospirando. Gli altri annuirono e poi Ashton dal nulla se ne uscì: "Questo caldo mi fa venire sonno" e senza neanche pensarci si sdraiò poggiando la testa sulle cosce di Abigail, che, a quel contatto, ebbe un sussulto che solo la cugina notò. Senza farsi vedere Kim le diede una leggera botticella al braccio per farla girare nella sua direzione e, quando ebbe la sua attenzione, alzò le sopracciglia ammiccandole e le fece intendere che quel discorso l'avrebbero fatto in cabina, lontano da orecchie indiscrete. Ma cosa provava in quel momento Abigail? Una quantità infinità di emozioni la stavano travolgendo in quell'istante. Senza farsi notare con la coda dell'occhio guardava il ragazzo che si riposava sulle sue gambe: era così bello. Avrebbe voluto spostare una ciocca di capelli dal suo viso perché stonava un po’ ma non poteva farlo, doveva trattenersi: non si tocca il volto di uno sconosciuto così come se nulla fosse, non avevano mica tutta questa confidenza, si conoscevano a malapena da un giorno. Sospirò e si mise a giocare con la sabbia per reprimere quel desiderio mentre le parole che le aveva detto la cugina a colazione le tornavano in mente: "Ti fari fare una scappatella con quell'Ashton, poi voglio proprio vedere se dici ancora che è squallido" possibile che stava già cedendo? La bellezza di quel ragazzo poteva fare tutto questo? Perché alla fine è di bellezza che si parlava, non sapeva nulla di lui, non sapeva se quello che le stava mostrando era il suo vero carattere, non sapeva quali erano i suoi gusti musicali, non sapeva che cosa gli piacesse mangiare, se andava in palestra, se aveva dei fratelli, come si chiamavano i genitori eppure lo guardava in quel momento e gli unici pensieri che le passavano per la mente erano tutto tranne che casti.
Dieci minuti dopo Abigail fece alzare a fatica Ashton che oramai aveva preso le sue cosce come cuscino personale e togliendosi le scarpe era andata a camminare a riva con i piedi ammollo: "Kim vieni anche tu, l'acqua è fantastica!" disse alla cugina. D'un tratto le scarpe di Kimberly le divennero strette e sentì il bisogno di togliersele. Ebbe un sussulto quando l'acqua gelida venne a contatto con i suoi piedi caldi; era una sensazione bellissima.
"Aspettatemi che vengo anche io – disse Luke togliendosi le scarpe – Ash vieni anche tu?"
Il ragazzo rimase seduto sulla sabbia: "Nah, non mi va, man, vi guardo da qui"
"Allora, Luke, hai fatto?" chiese Abi mentre cercava con il piede di alzare qualche schizzo d'acqua nella sua direzione.
"Non riesce a tirarsi su i jeans" rispose Ashton al posto dell'amico che era troppo preso a diventare rosso per lo sforzo immane che stava facendo.
"E ci credo, si è messo i skinny jeans, ma il sangue ai piedi almeno ci arriva?" scherzò Abi.
"Così impari a metterti i calzoni così stretti. Ma dove ci dovevi andare?" disse invece Kim.
"La volete smettere tutti quanti?" Luke cercò di trattenere le risate, quella situazione faceva ridere anche lui ma in quel momento doveva fare la parte dell'offeso e così si limitò a guardare male tutti.
"Fatteli più stretti la prossima volta" continuò Kimberly.
"Ora vi faccio vedere io" disse Luke che con tutti i calzoni, che alla fine non era riuscito a tirare su, entrò in mare. Iniziò a tirare calci all'acqua finendo per fare il bagno alle ragazze che di rimando zupparono anche lui. L'unico asciutto era rimasto Ashton che, a riva, si stava tenendo la pancia per il troppo ridere.
Dopo essersi assicurati di essere zuppi dalla testa ai piedi i tre decisero di tornarsene all'asciutto sulla nave perché si stava facendo tardi e perché volevano asciugarsi, non volevano rischiare di ammalarsi e passare in cabina il resto della crociera.
Salirono sulla nave e si incamminarono verso la stanza delle ragazze. Luke dopo l'episodio in spiaggia era riuscito a sciogliersi, infatti, mentre stavano in uno dei tanti corridoi dell'imbarcazione si era messo a dare fastidio a Kimberly. Ogni tanto le dava qualche pizzico su un fianco oppure le dava delle spintarelle con le spalle per farle perdere l'equilibrio. "Hai finito? – disse questa ridendo dopo l'ennesima spallata ricevuta che la fece quasi spiaccicare addosso ad un signore dell'equipaggio. Come risposta ricevette un'altra spinta – ma allora vuoi le botte"
"Attento che tira dei pugni potenti all'aria" Abigail si girò verso Luke e iniziò a imitare la cugina.
"Eh ho visto le sue potentissime mosse alla kung fu" scherzò Luke alludendo a qualche oretta prima quando le ragazze li stavano aspettando sul muretto.
"Luke cerca le botte" confermò Kim dando una spallata al biondo. Questo si morse il labbro inferiore per trattenere la risata e si voltò verso la ragazza. Le fece l'occhiolino. Si, magari Luke che si mordeva il labbro in quel modo così dannatamente sexy poteva anche riuscire a reggerlo ma la combo morso/occhiolino era veramente troppo. La botta non l'aveva ricevuta lui ma Kim e anche in pieno stomaco. Si sentiva andare in fiamme, non riusciva a ristabilire il battito cardiaco e probabilmente era diventata rossa come un'aragosta. La prossima volta che a Luke sarebbe venuto in mente di rifare un combo del genere era meglio se prima l'avvertiva o c'era i rischio che ci rimaneva secca. Un sorriso sghembo fu l'unica cosa che riuscì a fare e per questo si diede mentalmente della stupida.
A mettere il dito nella piaga ci pensò niente popo di meno che Ashton: "Siete fidanzate?"
 Kim per poco non si strozzò con la saliva. Ancora non aveva pensato di dire a Luke che era fidanzata. Doveva o non doveva dirglielo? Ora che finalmente iniziava a sciogliersi non poteva dirgli una cosa del genere, sarebbe di nuovo riandato sulle sue. Che poi in realtà stava bellamente ignorando Evan quindi era come se si fosse presa una pausa e questo si poteva benissimo aggiungere al fatto che Luke abitava a Sidney quindi anche se fosse successo qualcosa chi l'avrebbe mai più rivisto? La cosa sarebbe rimasta solo tra lei e Abigail e Kim sapeva che della cugina poteva fidarsi così si spicciò a dire "No, non siamo fidanzate" finendo per ricevere un'occhiata curiosa da Abi.
"Nemmeno noi" disse Ashton gongolando, i tre non vollero sapere cosa stava pensando quella mente bacata.
"Siamo arrivate" esordì Abigail prendendo dalla borsa la tessera magnetica per aprire la porta.
"Io la butto lì: che ne dite di cenare insieme stasera?" disse Luke lasciando un po’ tutti a bocca aperta. Una proposta del genere era più da Ashton, il biondo non sembrava il tipo.
"S-sì, v-va bene" rispose Kimberly per entrambe e così dicendo le due entrarono in camera lasciando i ragazzi in corridoio.

Cinque minuti dopo essersi sdraiata nel lettone Kim chiese a bassa voce: "Se ne sono andati?"
"Suppongo di si, non mi hanno dato l'aria di essere due maniaci stalker. Perché?"
"Perché volevo parlare un po’" disse rotolando sul letto come un felino felice.
"Riguardo?" la cugina si spostò con la sedia del balcone per vederla meglio.
Kim finse di fare la vaga: "Mah, non so...potremmo tipo parlare di questa vacanza, del mare, la sabbia, te, Ashton, i pesciolini, gli uccellini"
"Il Sole, la Luna, le stelle, te, Luke, il cosmo, la galassia, l'amore" continuò la cugina enfatizzando l'ultima parola.
"Cosa vorresti insinuare? È piccolo, non fa per me" si sbrigò a giustificarsi Kim.
"E illuminami era piccolo pure quando passeggiavate carini carini sulla sabbia a parlottare del più e del meno? Dai, sono tutte scuse. Comunque dimmi un po’: da quando non sei più fidanzata? – disse alzandosi dalla sedia e raggiungendola sul letto – credo di essermi persa qualche episodio"
"Sono in pausa quindi faccio quello che voglio e poi stai solamente deviando il discorso, io volevo parlare di te e Ashton" piagnucolò questa sbattendo mani e piedi sul materasso.
"Io non devio proprio niente signorina, qui quella che si è presa una bella cotta sei tu" disse rimproverandola con il dito.
"Seh, ha parlato MrsDiventoTuttaRossaQuandoAshtonMiStaVicino, ma per favore"
"Non è colpa mia se è carino" si giustificò Abi.
"E dai, combinaci qualcosa, si vede lontano un miglio che ci prova" Kim tentò di persuaderla.
"Quanto sei lagnosa quando ti ci metti. Lo sai che questo tipo di avventura non fa per me. Cioè dovrei darla a uno che tra un po’ non so neanche come si chiama? Ma non se ne parla proprio. La signorina, qui, prima deve conoscere bene il ragazzo e poi se le piace potrebbe pure prendere in considerazione il fatto di aprirsi a lui"
"Si, così sta sicura che rimarrai zitella a vita" la prese in giro la cugina che ricevette in cambio una cuscinata in faccia.

Anche in una cabina dall'altro lato della nave si stava svolgendo una conversazione simile.
"E bravo il nostro Lucas. Hai visto? Non ci voleva molto. Dovevi solo scioglierti un po’" l'interpellato si grattò la testa e arrossì leggermente mentre l'altro si buttava di peso sul letto.
"S-sì, all'inizio è stato un po’ difficile però poi lei è stata così carina con me e, sì, dai, ci voglio provare – Luke sospirò e si sdraiò vicino l'amico – quale è il prossimo passo?"
"Mi sembra ovvio – disse con aria saccente Ashton – ora si entra nel vivo: dovrai farla cadere ai tuoi piedi, dovrai conquistarla - Luke non rispose, non aveva mai provato a conquistare una ragazza in meno di una settimana. Dopo attimi di silenzio l'amico comprese i suoi pensieri e continuò – ma ti devo proprio dire tutto? Inizi con qualche sguardo complice, poi inizi a sfiorarla delicatamente per farle salire il desiderio finchè il contatto tra voi non diventa qualcosa di cui non puoi fare a meno e poi puff, è fatta. Non ci vuole tutta questa grande scienza"
Luke lo guardò di traverso: "Ma tu sei proprio sicuro che funziona? Cioè prendiamo te e Abigail: tu sei sicuro che anche lei vuole fare solo sesso. Non mi è parsa una ragazza da una botta e via...e neanche Kimberly"
A questo Ashton non aveva proprio pensato. Non si era mai trovato in una situazione del genere. Nessuna ragazza l'aveva mai rifiutato quando voleva portarla a letto. Sicuro era il fatto che le due ragazze non erano le solite galline che si incontravano nelle discoteche; sembravano avere la testa sulle spalle da quel poco che le conosceva. Stava assistendo, impotente, al crollo dei suoi castelli di sabbia; possibile che non aveva preso in considerazione il fatto che Abigail poteva benissimo rifiutarlo? Aspetta, una ragazza poteva veramente rifiutarlo? Forse il fatto che era uno dei surfisti più ambiti del litorale dove lavorava gli aveva fatto credere che poteva avere tutte le ragazze ai suoi piedi. Deglutì. Non poteva arrendersi senza averci neanche provato. No, non poteva.

Note: eccoci qui con il secondo capitolo! I ragazzi finalmente hanno avuto modo di passare un po' di tempo insieme e di conoscersi un po' di più, chissà ora cosa succederà. Ashton cerca solo diverimento ma Abigail non sembra volergliela dare vinta facilmente (in tutti i sensi), riuscirà Ashton nel suo intento? e tra Kim e Luke invece cosa succederà, il biondo scoprirà che la ragazza è fidanzata? Chissà ;)
Fateci sapere come vi sembra il capitolo e come pensate che la storia andrà avanti, siamo curiose <3

   
 
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