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Autore: Heartless_18    11/11/2015    6 recensioni
Lei: Samantha Jackson, denominata psicopatica disadattata.
Lui: Sven Clark, denominato stronzo di professione.
L'apparenza inganna, e Sam lo sa bene.
Un angelo.
E' questo l'aggettivo che gli ha affibbiato la prima volta che i suoi occhi si sono puntati su di lui.
Peccato che poi questo angelo abbia aperto bocca, rivelando la sua natura da demonio.
Il problema? Per Sam è già troppo tardi, anche se cercherà invano di combattere contro la forza dell'attrazione che la spinge irrimediabilmente verso di lui.
Ma anche Sam sa di non essere un angioletto, quindi quale coppia più perfetta di due diavoli che indossano maschere da angeli?
“Tutto il mio cuore è suo; Gli appartiene e con lui rimarrebbe, anche se il fato destinasse il resto di me a stargli per sempre lontano.”
-Charlotte Brontё, Jane Eye.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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Varcai nuovamente l’ingresso al salone, vagando in mezzo alla folla alla ricerca di Jace.
Lo ritrovai vicino al bancone con due bicchieri in mano, mentre Adison gli parlava a raffica senza concedersi una tregua.
Era palese che lui non sapesse come fare per dirle cortesemente di levarsi di torno.
Allora lo feci io al posto suo. “Adison torna a cuccia, ora noi ce ne andiamo.”  L’avvertii, prima di prendere lui da un braccio per allontanarlo da lei prima che le fosse venuta l’idea di ricominciare.
“Beh scusa se ci ho messo tanto, ma come hai visto ho avuto un inconveniente..” Mi disse, una volta che ci ritrovammo fuori nel giardino esterno.
“Non ti preoccupare. Adison è un angelo, ma sa essere molesta se vuole.”
Mi porse un bicchiere e lo accettai in silenzio, buttando giù il liquido con forse un po’ troppa voracità.
“Qualcosa non va? Sembri nervosa..” Mi domandò infatti.
Cercai di sorridergli per rassicurarlo. “No, sono solo un po’ tesa. Troppa gente. Vedi che con qualche bicchiere mi sciolgo.” Risi, e lui mi seguì a ruota.
Un’oretta e quattro bicchieri dopo, mi ritrovavo a ridere per ogni cosa che dicesse.
Ultimamente mi stavo ubriacando davvero troppo spesso..sia mai che fossi morta davvero di cirrosi epatica.
Feci spallucce incurante del pensiero, prima di buttare giù altre sorsate.
Era stato a letto con altre..
Le aveva baciate, aveva sussurrato loro tante parole..
Le aveva portate all’estasi proprio come aveva fatto con me.
Mi girai in direzione delle vetrate che davano sul salone e, come se avessi potuto percepirlo, sentii il suo sguardo addosso ancor prima di vederlo.
Quando lo feci ci misi un po’ a staccarmi dai suoi occhi.
“Ehi Jace.” Mi girai in sua direzione a fatica. “Ma tu hai gli occhi azzurri!” Esclamai come se fosse la scoperta del secolo.
Brava Sam, hai scoperto l’acqua calda! Sentii la vocina all’interno della mia testa,e risi dei miei stessi pensieri.
Mi appoggiai con la guancia sulla sua spalla, finendo con l’aspirare il suo profumo.
Era dolce, troppo dolce. Quello di Sven era più spinoso e più..maschio.
Scossi la testa e alzai la testa, ritrovandomi a soffio dalle sue labbra.
“Hai gli occhi azzurri e sono bellissimi..e io non avevo mai visto dei bellissimi così occhi azzurri.”
Mi guardò stranito,e io ripetei la frase all’interno della mia testa.
Ma non aveva senso!
Ripresi a ridere sguaiatamente, seguita da lui.
Io ridevo perché ero ubriaca, invece lui rideva del fatto che fossi completamente andata, anche perché aveva toccato massimo due bicchieri.
Mi fermai quando sentii una sua mano sfiorarmi la nuca, immergendosi tra i miei capelli.
Mi avvicinò a lui e fece appoggiare la mia fronte sulla sua.
“Sei ubriaca Sam, mi sa che anche questa volta avrai una brutta nottata..”
“Poco male, mi vivo il presente intanto. Ehi, ma c’è anche una punta di verde!” Notai, mentre gli fissavo gli occhi.
Niente. Non mi trasmettevano niente.
Mentre quelli di Sven erano ipnotici, contrastanti, capaci di manifestare mille emozioni senza l’uso del linguaggio verbale.
I suoi occhi parlavano, mentre quelli di Jace..guardavano solo in modo passivo.
Rise e annuì, rimanendo incollato a me.
“Jace,ti sei mai innamorato?” Mi uscì di getto.
“Sì..ero un ragazzino basso, chiatto, timido e impacciato alle prese con la più bella della scuola. Un vero schifo. Te invece?”
“Beh, se ti può far sentire meglio saperlo, non c’è più traccia del ragazzino di quei tempi.” Concessi, facendolo sorridere. “In quanto a me..sì, sono stata innamorata. Uno schifo totale,anzi no era bellissimo..ma chi vogliamo prendere in giro? Era una tortura!”
Quello che mi piaceva di quando ero ubriaca, era il fatto di essere una persona coerente.
“Allora? Per te è bello o no?” Rise, cercando di trovare una risposta.
Mi staccai leggermente da lui e inclinai nuovamente la testa di lato, fissando il punto in cui lo avevo precedentemente visto.
Era ancora là fermo, e sembrava starsi godendo lo spettacolo con interesse.
Ma dov’era finita la biondina? Oh, eccola là, mi sembrava strano!
“Posso non rispondere adesso?” Domandai, chiudendo gli occhi per cercare di ritrovare un collegamento col mondo circostante, un appiglio alla realtà.
“Come vuoi.” Concesse.
“Sam..” Sussurrò poi, cercando di non interrompere la mia quiete.
“Mmh?” Mugugnai, continuando a tenere gli occhi chiusi.
“Io devo ritornare a casa perché domani mattina devo sbrigare una cosa. Ti dispiace se vado? Se vuoi ti do uno strappo fino a casa.”
Scossi la testa. “Non preoccuparti, rimango ancora un po’ qua e poi ritorno indietro con Trent. Grazie per la serata..” A quel punto dovetti aprire gli occhi.
Lo guardai sorridere, prima che si avvicinasse a me e facesse scontrare le sue labbra con le mie senza preavviso.
Rimasi interdetta per qualche attimo, ma alla fine mi ordinai di chiudere gli occhi e lasciarmi andare.
Visto Sven? Mi sto facendo la mia dannata vita!
Eppure, non ero per niente felice di come stavano andando le cose.
Le sue labbra erano troppo sottili e poco carnose, il suo sapore non era buono come quello di Sven, tantomeno il suo odore.
Tutto sembrava sbagliato perché Jace non era lui.
Mi staccai da lui a fatica, cercando di riprendere le distanze.
“Scusami Jace,ma mi sa che per stasera è meglio di no..sai, sto per vomitare.” La buttai sul ridere e funzionò, perché lui salto giù dal muretto con un sorriso.
“Buonanotte Sam.”
“Buonanotte Jace..” E lo vidi allontanarsi lentamente.
A quel punto mi liberai in un respiro sollevato e mi lasciai ricadere sul muretto, appoggiando la schiena contro la pietra ruvida.
Lo sguardo rivolto verso l’alto, gli occhi a mirare il cielo stellato.
La mente a vagare in meandri sconosciuti e beh..il cuore a battere per lui.
Inconsapevolmente girai la testa verso destra, guardando al di là delle vetrate.
Lui non c’era più.
Cosa mi aspettavo? Che sarebbe rimasto a guardare in silenzio? Sicuramente avrà avuto altre cose di cui occuparsi che pensare ad una sciocca ragazzina come me.
Ero patetica. Con alte probabilità, se avessi chiesto dell’amore a una bambina, avrebbe saputo rispondere meglio di quanto avrei potuto fare io.
E se avessi chiesto a mia madre di spiegarmelo con esattezza, mi avrebbe ripudiata come figlia. Ma l’avrei capita, anche io avrei preferito una figlia normale a una schizzata come me.
O forse no..ecco, questa era la prova che non ci stessi dentro con la testa.
Chiusi gli occhi e li strizzai, cercando di far attenuare il dolore alla testa.
Le mie tempie pulsavano e il mondo circostante vorticava.
Non sapevo neanche come fossi caduta a terra, ma quando riaprii gli occhi mi ritrovai seduta sull’erba fresca.
Sbronzarsi non era più divertente come una volta..Pensai con noia.
Feci per rimettermi in piedi, ma qualcuno ci pensò al posto mio e mi aiutò nell’intento.
Mi ero sollevata solo di poco, prima di ritrovarmi spalmata contro il muretto ruvido.
Misi a fuoco lo sguardo e lo vidi davanti a me, con quei due turbini neri venuti a torturarmi.
“Puzzi di alcool.” Constatò piatto, senza accennare a smuoversi nonostante le mie proteste iniziali. Si avvicinò al mio collo e raccolse anche una ciocca dei miei capelli.
“E odori schifosamente di lui.” Disse con disgusto, mentre una smorfia di astio gli deformava il viso.
Ero sicura che anche lui odorasse della biondina..
“Cosa vuoi Sven? Se sei venuto per una botta e via ti avviso che non è il momento.” Lo avvisai truce.
Sven ora mi perforava, non mi stava solo fissando, no..stava cercando di leggermi dentro. E io mi sentivo esposta terribilmente al suo sguardo.
Fu per la troppa intensità, che distolsi lo sguardo.
Ma lui non me lo permise e, con un gesto brusco, mi prese dal mento per riportare i miei occhi nei suoi.
“Vattene Sven, sono sicura che tu possa trovare un valido intrattenimento alternativo.” Dissi apaticamente.
Lui continuò a fissarmi come se non avesse sentito le mie parole o come se non gli importasse. E quella consapevolezza mi fece incazzare ancora di più.
“Perché sei qua con me e non con la biondina? Io e te mi pare non abbiamo più niente da dirci, mentre con lei credo vivamente dovresti farti due chiacchiere.. Lei lo sa di tutte le volte che abbiamo fatto l’amore? Lo sa di quello che mi hai raccontato? Hai mostrato anche a lei quella tua parte che non permetti a nessuno di scoprire? Lo sa di quante stronzate mi hai detto? Lei lo sa Sven, eh?! Sa anche di quante altre ragazze ti sei scopato prima di lei, me compresa?” Risi senza allegria. “Sei andato a letto con altre..” Ripetei poi, come se per un momento la mia mente avesse precedentemente accantonato quella realtà.
Ora che era ritornata a essere presente nella mia mente, mi prendeva voracemente a pugni in faccia.
“L’amore?” Mi interruppe, mentre il suo corpo sussultava a contatto col mio.
Cazzo..maledetta vodka. La mia lingua era un po’ troppo sbarazzina.
“Non posso ancora crederci.. ma avrei dovuto saperlo che non ti importava niente. Potrei farmi scopare dal primo che passa e non te ne fregherebbe un cazzo.” Continuai a parlare, incurante della sua precedente domanda.
Lui poteva ignorare quanto dicevo io e io non potevo farlo con lui?
“Mi stai facendo perdere la pazienza..” Sussurrò tremante, mentre stringeva i pugni.
“E cosa vorresti fare? Picchiarmi? Avanti fallo, almeno forse mi daresti una buona motivazione per odiarti una volta per tutte!”
Ebbi appena il tempo di finire quella frase che il suo schiaffo mi colpì la guancia così forte da costringermi a girare il volto.
Rimasi con gli occhi spalancati, ma non piansi.
Mi sentivo completamente prosciugata di ogni emozione.
Riportai il mio sguardo su di lui con occhi vuoti, spenti, apatici.
“Vuoi smetterla di blaterare per una buona volta? La biondina di cui tu parli è mia cugina, la sorella di Joe!  È tornata qui ieri dopo essere stata un anno a New York, ed è anche per questo che Joe ha deciso di organizzare questa festa del cazzo!” Urlò gesticolando.
Rimasi in silenzio per almeno dieci secondi buoni prima di capire che, in ogni caso, quello non toglieva il fatto che si fosse dato da fare le sere precedenti.
“Sei andato lo stesso a letto con altre..” Ribattei imbronciata.
Rise sguaiatamente, prima di ritornare serio e afferrarmi saldamente dai polsi.
Indietreggiò e mi costrinse ad attaccarmi con la schiena al muretto..di nuovo.
Il contatto con la roccia ruvida mi fece emettere un gemito di dolore, incrementato dal fatto che stessi congelando là fuori senza giacca.
“Vuoi farmi credere che tu non l’hai baciato,prima? Mi sono imposto di non guardare perché mi sarei sentito solo un fottuto coglione. Allora Sam, ti ha baciata no? Lo hai baciato? Avanti dimmelo, dimmelo porca troia!”
E tirò un pugno a lato della mia testa, contro il muretto.
“Non ti devo rispondere, devi uscire dalla mia vita!”
“Smettila di ripetere sempre la solita frase. Lo sai quanto me che ormai è impossibile!”
Dannazione se lo sapevo..e in questo momento mi stavo anche sentendo irrimediabilmente dalla parte del torto.
Mi sentivo sporca, traditrice.
Si avvicinò al mio orecchio e ci soffiò dentro con il suo respiro.
“Allora Sam, l’hai baciato?” Richiese.
Rimasi in silenzio,poi: “Sì..” Mi uscì in un sussurro, cedendo al suo tono incantatore.
Avvertii il suo corpo a contatto con il mio andare in tensione mentre dalla sua gola scaturiva un ringhio.
“Io lo uccido, lo faccio a pezzi!” Si mise ad urlare, staccandosi dal mio corpo con una spinta. Prese a camminare avanti e indietro tenendosi le mani nei capelli.
Poi intercettò di nuovo il mio sguardo. “Voglio che mi dici com’è stato, Sam.”
Scossi la testa freneticamente. “No.”
Non potevo di certo dirgli come era stato perché avrebbe significato dirgli anche cosa avevo pensato. E non avevo fatto altro che pensare a lui tutto il tempo.
“Hai cinque secondi per dirmelo Sam, prima che parta verso casa sua.” Mi minacciò.
“Tu non conosci l’indirizzo di casa sua.” Ribattei, sicura che stesse bluffando.
“Joe è un abile informatore.”
Cazzo, sia lui che Jace abitavano nella stessa zona. Dopotutto non era difficile informarsi.
“Allora?” Mi spronò.
Sbuffai esausta. “Cosa vuoi sentirti dire Sven? Che ha fatto pietà? Non ti dirò nulla di tutto questo. Quello che è stato resta tra me e lui, fattene una ragione!”
Con un passo rapido,mi si avvicinò nuovamente.
“Allora dimmi solo questo..è stato meglio di me? Eh, lo è stato?!”
Come potevo rispondergli con una menzogna?
Anche il più fesso del mondo si sarebbe accorto che stessi mentendo.
Abbassai il capo e chiusi gli occhi. “No, non è stato meglio di te..” Un ammissione, una sconfitta.
Alla fine io non avevo vinto proprio niente..era sempre stato lui ad avere il controllo del gioco.
Annuì impercettibilmente tra sé, prima di emettere un boato sordo e frustrato.
Mi spinse contro il muretto e, sollevandomi dalle guance, incollò le mie labbra alle sue.
Si attaccò a me come se fossi acqua e lui stesse camminando in mezzo al deserto arido da giorni.
Non era mai stato così vorace, così passionale da strapparmi gli ultimi residui di sanità rimastami.
Non c’era più bisogno che mi tenesse incollata al muretto, non mi sarei scollata da lui neanche se fosse piombato l’esercito. Non ci sarei riuscita per nessun motivo al mondo.
Speravo che lui, oltre al battito incessante del mio cuore, non fosse riuscito a captare anche i miei pensieri.
E poi finì, perché tutte le cose, belle o brutte che siano, sono destinate a finire.
Respirammo pesantemente a pochi centimetri di distanza, cercando di riprendere il controllo del nostro corpo.
Eravamo ancora abbracciati, occhi negli occhi, ma a entrambi sembrava la cosa più naturale del mondo..
“La gelosia mi stava mandando a puttane il cervello, Sam..” Ammise.
“Ma hai ragione, basta giochetti. Però non posso comunque non dirti che, se il mio cuore potesse concedersi una seconda chance..” Gli spuntò un sorriso. “Non mi farebbe così schifo l’idea di potermi innamorare di te.”
Ergo, non lo era..ma quello già l’avevo sempre saputo.
Allora perché mi sentivo improvvisamente così male?
Sapevo dove voleva andare a parare, quindi lo interruppi prima che potesse compiere quella catastrofe.
“Che cosa stai facendo, che cazzo stai dicendo?!” Urlai, spintonandolo per allontanarmi da lui e fissarlo negli occhi.
“Perché non te ne sei ancora andata eh, perché continui a restare e ad essere alla mia mercé? Ti piace così tanto soffrire Sam, sei per caso masochista?” Ridacchiò senza allegria.
Scossi la testa impercettibilmente, continuando a guardarlo senza neanche sbattere le ciglia. Perché non capiva?
“No Sven. Non sono masochista e non mi piace soffrire. Ma si vede da lontano un miglio che tu hai bisogno di qualcuno, che hai bisogno di me. E a me va bene,perché ci tengo a te e..mi farebbe schifo vedere che tu stai uno schifo. Non so se mi sono spiegata. Tutto sto minestrone pieno di parole incomprensibili per farti capire che non mi importa se puoi farmi del male. Non voglio lasciarti andare perché non mi perdonerei mai di averti lasciato in questo stato, condannato a pensare che non esista una seconda opportunità per te soltanto perché la vita ti ha già preso a pugni una volta. Anche il mio cuore si è spezzato, anche io sono stata rinchiusa in camera a commiserarmi, anche io ho avvertito la necessità di appendere una foto segnaletica di cupido e di colpirlo in fronte con una freccetta. Ma alla fine sono qua..sono ancora qua. E stavolta lo sono per te.”
Speravo vivamente che sarebbe riuscito a capire le mie parole, anche perché onestamente non avevo idea in che altro modo esprimermi.
Insomma, quello che doveva capire era che fossi là per lui! Non era poi tanto complesso!
Fece un ghigno, di cui non capii il motivo. Non mi sembrava ci fosse nulla di divertente nelle mie parole.
“Mi sembra di ascoltare le parole di una ragazzina alle prese con il primo amore..” Sputò fuori rabbioso, con il disprezzo carico nella voce.
Un pugno nello stomaco o una pallottola conficcata nel petto avrebbero fatto meno male, pensai.
Ci si sentiva così a essere rifiutati? Era quello il rumore che faceva il cuore quando veniva infranto?
Ispirai a fondo e mi decisi a buttare fuori tutto.
Già che c’eravamo, tanto valeva farlo una volta per tutte e togliersi il dente..
“Forse perché mi sento come una ragazzina, e sono alle prese con il primo amore.”
Le mie parole sembrarono ricevere l’effetto sperato, perché riuscii a lasciarlo di stucco.
Ma sapevo di aver cantato vittoria troppo presto.
Mi fissò senza vedermi realmente per qualche istante, prima di afferrarmi violentemente da un braccio e avvicinarmi a lui.
“E così sei innamorata..di chi? Chi cazzo è Sam?!”
Ok, era scemo? O aveva preso una botta in testa?
“Sai cosa?” Rise. “Mi dispiace un po’ per lui.. infondo mi ricorda il me di qualche anno fa. Mentre tu sei perfettamente uguale a quella puttana..”
“Mi stai davvero..paragonando a lei?!” Fremevo di rabbia.
“Andiamo Sam, non c’è molta differenza.. Lei si è scopata mio padre mentre stava con me, e tu..” Rise di nuovo. “Ti sei fatta scopare a sangue da me mentre pensavi al principe misterioso.”
Non ci vidi più dalla rabbia e alzai una mano per colpirlo violentemente,
che però si fermò a mezz’aria bloccata dalla sua.
Scossi la testa e ritentai, utilizzando l’altra mano libera.
Quella volta il tiro andò a segno e lo costrinsi a piegare la testa di lato.
Il mio palmo pulsava e il mio corpo mi urlava di farlo ancora, fino a lasciarlo stramazzare a terra.
Scossi la testa e, senza accorgermene, cominciai a piangere.
Non poteva averlo detto davvero..non aveva mai pronunciato quelle fottute parole!
Sbarrò gli occhi e mi fissò, ma con espressione differente una volta viste le mie lacrime.
Vidi i suoi occhi rabbuiarsi, mentre mi attirava a lui ignorando le mie deboli proteste.
Appoggiò la fronte alla mia e chiuse gli occhi sospirando.
“Scusami. Io ti sto rovinando Sam..guarda cosa ti sto facendo. Ti sto facendo del male, io continuo sempre a fare del male, non suono buono a fare nient’altro. Ti sto tenendo legata a me quando io stesso so che dovrei essere il primo da cui tu dovresti stare lontana.” Strinse la presa sulle mie guance, accarezzandole impercettibilmente con il pollice.
Rimase in silenzio mentre apriva gli occhi per un istante, piantandoli nei miei.
Mi accarezzò le guance, ancora bagnate da lacrime calde, prima di richiuderli e ispirare a fondo.
Non farlo amore mio, non farlo.. io voglio soffrire per te, finché sto con te va bene!
“Dimentica tutto quanto Sam, vai avanti e dimenticati di questo fottuto stronzo.” La voce gli tremò e quando mi permise di incrociare i suoi occhi, li vidi lucidi.
Li chiuse nell’istante in cui me ne accorsi. Mi lasciò un bacio sulla fronte e dopo un attimo di tentennamento, fece scivolare le mani dal mio viso.
Indietreggiò e continuò a fissarmi, prima di sorridere e scuotere la testa.
Si girò e continuò a camminare per rientrare in casa.
Mentre io rimanevo là, immobile.
Se solo le gambe avessero risposto ai comandi e non avessi avuto il presentimento di sgretolarmi dopo il primo misero passo, gli sarei corsa dietro. L’avrei fatto.
Invece rimasi ferma a domandarmi come pensavo sarebbe andata a finire.. perché lo sentivo che era la fine.
Lo sapevo che sarebbe arrivato quel momento, ma accettarlo era un altro conto.
Perché, il ragazzo che si stava allontanando da me..era il fottuto centro del mio mondo.

 
Buonasera di nuovo!
Ok.. vi prego keep calm e non odiatemi, vi prego di non venire di massa sotto casa mia con i forconi per uccidermi!
Ve l'avevo detto che la vita a volte è una merda.. e questo è uno di quei momenti di cacca.
Non si era ancora assistito a un vero punto finale della storia, tra di loro. Beh, questo lo si può considerare tale..
Sven non riesce a gestire i suoi sentimenti, e si trova confuso da quelli di Sam. Inoltre, questo disastro di ragazzo, pensa che lei sia innamorata di un altro, da non credere! E quindi, ecco che si chiude nel suo mondo di insicurezza e pensa che, forse mettendosi definitivamente da parte, Sam possa davvero andare avanti.
Quindi eccoci qua.. e adesso cos'altro ci attende?
Spoiler velati:
Nel prossimo capitolo Sam prenderà in mano la sua vita e farà piazza pulita. Troverà la forza di eliminare ciò di cui non ha bisogno, incluso Jace magari?
Diciamo che avrà una chiacchierata intensa con quest'ultimo..
Oltre a quest'avvenimento, cos'altro c'è da sottolineare? Ah giusto!
Trent, impegnato in una delle sue solite visite alla depressa, riceverà una chiamata da parte di Amy, 
Piange a dirotto e sembra disperata come non mai.. cosa potrà mai essere successo?
Lo scopriremo nel prossimo capitolo, per adesso vi mando un bacio grande, un abbraccio coccoloso, e vi auguro la buonanotte!
Xoxo. Heartless.
  
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