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Autore: Melanto    25/02/2009    4 recensioni
(da Wikipedia): Un anaglifo è un'immagine cui, mediante opportuni filtri, viene data la valenza tridimensionale della scena originariamente ripresa. Un anaglifo contiene due immagini sovrapposte, che idealmente rappresentano il punto di vista dei due occhi dell'osservatore. - Un'unica storia, quindi, raccontata attraverso due punti di vista differenti, quello di Yuzo e quello di Mamoru, che si sovrappongono e completano come le immagini di un anaglifo. [Questa fic partecipa alla Alphabet!Challenge lanciata da PucchykoGirl]
Genere: Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Alan Croker/Yuzo Morisaki, Mamoru Izawa/Paul Diamond
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Red Filter: The Love

*

L

(Mamoru’s Filter)
Lui non immaginava che uno come Yuzo potesse arrabbiarsi, ma si sbagliava.
Fu durante la semifinale con la Francia: Napoléon lo falciò in puro Soda-style, provocandogli un dolore così lancinante che gli fece temere di essersi rotto la caviglia. Quando lo scortarono fuori e si diede il cambio con Misugi, i suoi occhi trovarono quelli di Yuzo che puntavano, grondanti odio puro, la figura di uno strafottente Louis. Per un attimo, si domandò se non stesse pensando la stessa cosa che aveva pensato lui durante la famosa partita contro il Meiwa.
Sorrise.
Il dolore alla gamba era improvvisamente più sopportabile.

(Yuzo’s Filter)
-Louis Napoléon è carne morta.- era stato il suo primo pensiero dopo il falloso contrasto che era avvenuto con Mamoru; i successivi erano stati una sequela irripetibile di insulti e torture, ed ora che erano negli spogliatoi, continuava a mantenere un’espressione scura.
«Io quello lo rompo.» disse d’un tratto senza smettere di fissare la vistosa fasciatura in cui era avvolta la caviglia di Mamoru.
L’altro ridacchiò «Sta’ calmo, GiustiziereDellaNotte, sopravviverò.»
Ma lui insistette, quasi senza rendersi conto delle sue stesse parole. «Non m’importa, ti ha fatto del male, io lo estirpo dall’Universo.».
Nemmeno si accorse come Mamoru fosse improvvisamente arrossito.

*

M

(Mamoru’s Filter)
Mare, mare; sole e sale.
Corpi scoperti di pelle dorata e muscoli.
Ed il fatto che i suoi occhi tendessero a soffermarsi di più su quelli maschili che femminili gli provocò uno strano senso di inquietudine che non riusciva a spiegarsi. O, forse, sul quale non voleva soffermarsi.
Poi, Yuzo era spuntato correndo lungo il bagnasciuga assieme a Takasugi (ambedue colti da uno slancio atletico alla ‘alleniamoci anche d’estate!’) ed anche se in quel momento ebbe un’immagine di lui molto baywatchiana riuscì a pensare solo che, Cristo Santo!, fosse il ragazzo più bello che avesse visto sulla faccia della terra.

(Yuzo’s Filter)
Mamoru aveva un modo tutto suo di uscire dall’acqua che ricordava molto gli attori hollywoodiani della categoria ‘belli&impossibili’. Emergendo dalla superficie marina, gettava i lunghi capelli scuri all’indietro, liberandoli dall’acqua eccessiva che disegnava come un arco sopra la sua testa, ritornando a mare. Poi, prendeva a camminare con una falcata involontariamente sinuosa e tornava a riva, attirandosi gli sguardi di tutti, che lo fissavano come fosse stato un Bronzo di Riace e lui…
Arrossì, interrompendo bruscamente quella sequenza cinematografica.
Per assurdo, si rese conto che anche lui lo osservava nello stesso modo, perché in fondo, Mamoru lo era un Adone.

*

N

(Mamoru’s Filter)
Negare l’evidenza sarebbe stato da perfetti ipocriti, ormai, ma guardarsi allo specchio e pensare: “Sono gay.”, gli faceva uno strano effetto. Eppure, ancora più strano, era ammettere di essere innamorato di colui che era divenuto il suo migliore amico.
Non ricordava quando se ne fosse reso conto. Forse quella volta al mare? O forse… tutto era avvenuto a piccoli passi, un poco alla volta; Yuzo e il pensiero di lui, del suo carattere, del suo modo di essere, avevano preso posto nel suo cuore, portando con sé la silenziosa risposta a tutti quei quesiti che non aveva mai osato porsi.

(Yuzo’s Filter)
Non portava più il conto delle notti insonni. Aveva smesso dopo la terza o quarta e di Soli e Lune se n’erano succeduti altri e altri ancora, senza portare una risposta diversa da quella che sapeva già.
Era innamorato di lui. Mortalmente, indecentemente innamorato di lui, tanto che appena chiudeva gli occhi se lo ritrovava nei sogni, tanto che appena riapriva gli occhi se lo ritrovava nella realtà, ma nonostante l’angoscia di averlo vicino pur non avendolo davvero, non si sarebbe mai sottratto a quel frammentario dolore per nulla al mondo, continuando a domandarsi per quanto ancora avrebbe potuto resistere.

*

O

(Mamoru’s Filter)
«Oggi offro io.» disse avviandosi al distributore scolastico.
Dopo il pranzo, il gruppetto dei Cinque dell’AveMaria aveva l’abitudine di concedersi qualche snack extra che, a turno, ognuno di loro offriva agli altri e lui conosceva a memoria i gusti degli amici: wafer allo yogurt per Shingo, drink energetico per Teppei, caramelle gommose per Hajime e una barretta di cioccolato fondente per Yuzo. Però… chissà se il portiere aveva notato come, stranamente, il difensore si ritrovasse ad offrire sempre il giorno di San Valentino. No, forse no, era troppo ingenuo, mentre lui avrebbe potuto continuare, indisturbato, a dichiararsi indirettamente ogni anno.

(Yuzo’s Filter)
«Ok, ok! Ho gli occhi chiusi, ma si può sapere che stai architettando?! Mi spaventi quando fai così, lo giuro!» disse Mamoru, restando accomodato sul divano.
Lui gli si sedette di fronte, appoggiando sul tavolinetto due pezzi di carta di forma rettangolare. «Ti ricordi quando ti dissi che per il tuo regalo di compleanno avresti dovuto pazientare ancora un po’?»
«Sì…»
«Apri gli occhi.»
Quando Mamoru vide i biglietti per il concerto degli Orishas fece un salto da medaglia d’oro. «Oddiiiiiiooooo!» strillò in modalità fanboy prima di balzargli al collo, terribilmente entusiasta.
«B-b-b-buon compleanno.» per un attimo credette di morire.

*

P

(Mamoru’s Filter)
«Pesce d’Aprile?!» ringhiò con gli occhi spiritati, facendo trasalire i compagni che, sì, erano incazzati quanto lui, ma che avevano deciso di prenderla sul ridere. «Io ti cambio i connotati, Ishizaki, lo giuro su Dio!» e balzò rapido, quando Yuzo lo afferrò prima che potesse artigliargli la gola.
«Mamoru, calmati! Era uno scherzo!»
«Scherzo un cazzo! I miei capelli sono sacri! Non posso andare in giro con questa tinta blu-elettrico!»
«Beh, la mia è verde-speranza.»
Lui si volse, osservandogli la testa-a-cespuglietto ed il sorriso, non riuscendo a non ridere di rimando. Yuzo aveva l’innata abilità di fargli passare lo scazzo.

(Yuzo’s Filter)
«Perché non ci ridi su?» ma prima che Mamoru potesse tentare nuovamente di linciarlo, intervenne Shingo.
«Ishizaki, taci.» ruggì con il suo vocione e l’altro comprese che forse era il caso di piantarla.
Quando gli sembrò che la situazione si fosse calmata, lasciò andare Mamoru, spettinandogli affettuosamente i capelli blu-elettrico. «Sembri un cantante Rock!»
«E tu uno del WWF.» ridacchiò l’altro.
«Vedrai, se ne andrà con un paio di lavaggi.»
Mamoru sospirò «Sì, e grazie per avermi fermato.»
«Figurati.» sorrise, tanto dopo, con calma, l’avrebbe ammazzato lui Ishizaki: perché nessuno poteva toccare i capelli di Mamoru e sperare di sopravvivere.

*

Q

(Mamoru’s Filter)
Quella volta, aveva rischiato di saltargli addosso.
Yuzo adorava i ‘lavoretti domestici’, così, appena in casa Izawa c’erano problemi, sua madre sapeva sempre chi chiamare.
Oh, non che a lui dispiacesse averlo per casa. Anzi.
Comunque, erano in cucina: Yuzo sdraiato, impegnato col lavello, e lui a bearsi di averlo versione Sexidraulico.
«Ho trovat-…» l’aveva sentito borbottare quando l’acqua prese a schizzare ovunque e lui corse a chiudere il rubinetto. Appena gl’apparve mezzo fradicio, con quella t-shirt incollata addosso per l’effetto bagnato e le goccioline che sciavano sulla sua pelle pensò che Yuzo e l’Acqua gli facessero mortalmente sesso assieme.

(Yuzo’s Filter)
Quando ballava, Mamoru non si rendeva conto di quanto fosse oscenamente sensuale.
I capelli neri si caricavano dei riflessi lampeggianti delle luci della disco, che illuminavano fotogrammi del suo corpo in movimento. I suoi occhi, poi, ne facevano la lenta scansione per un porno-rallenty: i crini che frustavano l’aria circostante, le palpebre che si socchiudevano voluttuose, le labbra che si stringevano appena, il torace e le braccia che seguivano il ritmo dei fianchi, il sedere avvolto in quegli stracazzo di jeans pro-violenza che erano un attentato alla sua sanità mentale…
…e gli ormoni erano già in viaggio premio su Marte.

*

R

(Mamoru’s Filter)
«Rinuncio all’Università.»(1)
Yuzo glielo disse così, mentre rigirava il cucchiaino nel caffè e stavano parlando d’altro.
Lui si immobilizzò, puntandogli addosso lo sguardo più esterrefatto della storia. Non rispose subito, ma pensò che doveva essere un imbecille colossale se gettava alle ortiche il futuro radioso di studente per correre dietro ad un pallone che, di certo, non avrebbe potuto dargli le stesse soddisfazioni e Yuzo lo sapeva. Eppure, nel lasso di tempo che rimase in silenzio, prima che la Razionalità vincesse sul suo Egoismo, si sentì scaldare il cuore dal pensiero che il calcio sarebbe stato ancora il loro mondo.

(Yuzo’s Filter)
«Rinunci?!»
Aveva immaginato una simile reazione da parte sua, per questo aveva aspettato a lungo prima di parlargliene.
«Ma sei impazzito?! Butti nel cesso una carriera da Premio Nobel?!»
«Non esagerare!» aveva riso.
«Ma perché?!»
Aveva previsto anche quella domanda, ma non poteva dirgli la verità, sarebbe stato un suicidio. Così sorrise, perché era la sua difesa migliore.
«Perché amo il calcio…»
-…perché amo te…-
«…ed anche se so che non sarò mai come Genzo…»
-…ed anche se so che non sarò mai qualcosa di più che un amico…-
«…voglio continuare a giocare.»
-…voglio continuare a giocare, accanto a te.-

*

S

(Mamoru’s Filter)
Stava sognando le sue mani. Le sentiva scivolare lente sui capelli spettinati, le bende improvvisate e i cerotti, gentile omaggio degli allenamenti intensivi di Mister Gamo.(2) Scendevano lungo le spalle, le braccia piegate, fino ad incontrare le sue, di mani. E avrebbe voluto intrecciare quelle dita per trattenerle e non farle fuggire, ma era preda di un sogno e troppo stanco per riuscire a muoversi e tentare di piegare l’illusione alla sua volontà. Così stette, come raccolto, a sognare di lui e a pregare che il giorno tardasse il suo sorgere perché quel tocco lo cullasse ancora, per infiniti attimi.

(Yuzo’s Filter)
Si avvicinò al letto di Mamoru, sorridendo: si era addormentato vestito, doveva essere a pezzi.
Senza fare rumore, per non svegliarlo, si sedette accanto a lui e quella vicinanza, già da sola, riuscì a fargli battere il cuore talmente forte che ebbe paura che anche Mamoru lo sentisse. Ma l’altro continuava a dormire, ignaro della sua presenza, e lui poté osservarlo.
Era infinitamente bello anche così, con i capelli spettinati e le fasciature allentate e non si rese conto di aver mosso la mano fino a che non la vide scivolare sul suo corpo.
Ne avrebbe vegliato il riposo.
«Buonanotte.»

*

T

(Mamoru’s Filter)
Taipei era stata la loro prima avversaria e non era stato facile.(3) I suoi compagni speravano ancora nel ritorno di Scusate-Ma-Ho-La-Sindrome-Premestruale-Wakashimazu e nessuno che si fosse anche solo domandato come Yuzo si sentisse, ora che il peso era tutto sulle sue spalle.
Alla vigilia contro la Thailandia, l’aveva trovato seduto nella sala da pranzo del residence.
«Stai tranquillo, andrà bene.» gli aveva detto.
«Ma io sono tranquillo.» però era rimasto a fissare l’esterno con le mani sotto al mento.
Lui gli aveva sorriso, carezzandogli la testa. «Non dimenticarti che sai ruggire anche tu, CentoTiri. Credi in te e sarai Leone.»

(Yuzo’s Filter)
Thailandia 4 – Giappone 1
Il bilancio della sua colossale disfatta. Ed ora che anche Tsubasa era fuori dal campo, quanti altri gol gli avrebbero segnato?
Osservò la figura di Mamoru che, di lontano, continuava a correre, senza risparmiarsi un istante e ripensò alle sue parole, sentendosi un idiota per aver osato pensare di arrendersi. In quel momento, da qualche parte nel suo cuore, si sentì il leggerissimo ‘clack’ di una gabbia che veniva aperta e rumore di zampe che guadagnavano l’uscita.
Fino al rientro di Tsubasa, fino a che avrebbe avuto fiato in gola, il Leone avrebbe ruggito.
«Fatevi sotto!»(4)

*

U

(Yuzo’s Filter)
«Unisciti agli S-Pulse senza fare tante storie, sono davvero un’ottima squadra.» poi Mamoru lo guardò con ironia «E spero che ora la smetterai di dire che non sei all’altezza di Genzo e Ken!»
Lui rise di come il difensore sembrava essere più entusiasta di lui e sentirlo traboccante d’orgoglio nei suoi confronti, gli diede una gioia maggiore che l’essere stato richiesto in J-League.
«So che ci sarà anche Kishida con te.»
Lui annuì. «Esatto, volevamo cercare casa insieme.»
Mamoru appoggiò convinto «Ti terrà d’occhio al posto mio!»
«Scemo.» scherzò, ma avvertì già il peso della sua mancanza. Ed era insopportabile.

(Mamoru’s Filter)
«Una proposta dai Marinos?! Ma è fantastico!»
Eppure, per quanto effettivamente avrebbe dovuto fare i salti di gioia, continuava a mantenere uno strano broncio indifferente, smuovendo il pallone con la punta dello scarpino.
«Mah… dici che dovrei accettare? Forse sarebbe meglio non essere troppo precipitosi…»
Yuzo lo fissò come fosse stato un alieno. «Ma sei scemo, per caso?! Accetta! È la tua grande occasione.»
«Saremo rivali.» gli fece notare con sottile ironia.
«Allora ci sarà da divertirsi!»
Poi, con un sospiro, gli sfuggì il reale problema. «Sono troppo lontane…»(5)
«Cosa hai detto?»
Si riscosse, scuotendo animatamente il capo. «No, niente!»

*

V

(Mamoru’s Filter)
«Vuoi partire subito dopo il matrimonio di Tsubasa, quindi?» domandò, continuando ad osservare, appoggiato allo stipite della porta, come Yuzo impacchettasse alcuni scatoloni che avrebbe portato a Shimizu City.
Il portiere annuì, seguitando a dargli le spalle. «Sì, io e Takeshi abbiamo ancora un sacco di cose da sistemare.» e gli apparve così improvvisamente distante che si sentì mancare il fiato.
Era solo questione di giorni, ormai, non c’era più tempo per tergiversare e rimandare, eppure, non se la sentiva ancora di confessargli cosa realmente provasse per lui e si domandò se sarebbe mai giunto quel momento, temendo la risposta.

(Yuzo’s Filter)
«Verrai a trovarmi qualche volta?» un modo come un altro per dire: “Ti prego, vediamoci il più possibile e non solo alle feste comandate!”.
Lo sentì ridere alle sue spalle.
«Yuzo, non stai mica partendo per l’America!».
Una frase che lo gelò per un attimo, non riuscendo ad interpretarla in maniera ironica, ma quando Mamoru aggiunse «Ad ogni modo, mi hanno parlato bene di Shimizu, vedrò di farci un salto.» riuscì a sorridere anche lui.
Ma poteva davvero continuare ad accontentarsi solo di quello? Di vedersi saltuariamente e come semplici, comunissimi amici?
No.
Improvvisamente capì che non gli bastava più.

*

W

(Yuzo’s Filter)
Ww ggllii ssppoossii”
Sì, aveva decisamente alzato troppo il gomito se leggeva tutto raddoppiato, ma era il matrimonio di Tsubasa ed uno strappo alla regola lo poteva anche fare. Però, sapeva che il reale motivo dietro il ‘bicchierino di troppo’ era dettato dall’ansia che aveva accompagnato tutta la giornata. Si avvicinava il momento in cui non avrebbe più potuto rimandare e quando l’auto degli sposi si era allontanata strombazzante per il vialetto, aveva capito che il tempo era scaduto. Ora o mai più. E Mamoru era proprio lì e mentre si appoggiava stancamente alla sua spalla, sapeva già cosa dire.

(Mamoru’s Filter)
W gli sposi” campeggiava sul cartello attaccato al portabagagli dell’auto dei coniugi Ozora, che lentamente si allontanava tra schiamazzi e auguri. Li osservò con ancora in mano il calice dell’ultimo brindisi ed un leggero sorriso sulle labbra. Era come il chiudersi di un ciclo o forse doveva parlare di inizio?
«Devo sedermi.» la voce di Yuzo gli arrivò leggermente alticcia mentre si appoggiava alla sua spalla «Credo di aver bevuto troppo.»
Osservando i suoi lucidi occhi nocciola, capì che, forse, era arrivato anche il suo turno di chiudere un particolare momento della sua vita, per provare ad aprirne un altro.

 

*

X

(Mamoru’s Filter)
X in matematica rappresentava l’incognita.
E, nel suo caso, la X era ciò che sarebbe potuto accadere nel momento in cui avrebbe detto le famose tre parole che erano chiave e lucchetto del passato e del futuro, ma adesso si sentiva abbastanza vecchio da provare a forzarne la serratura.
Si sedettero a cavalcioni su una panca nel giardino del ristorante, godendosi gli ultimi minuti prima di andar via. Yuzo cercò nuovamente il suo sostegno, appoggiandogli la fronte al petto.
«Vedo tutto doppio.» ridacchiò.
Sorrise a sua volta, accarezzandogli i corti capelli scuri.
Quante cose erano cambiate…
Quante stavano per cambiare.

(Yuzo’s Filter)
Xochiquetzal era la divinità azteca dei fiori, gemella di Xochipilli, e quel giardino in cui avevano deciso di sostare sembrava quasi un omaggio ai due fratelli appartenenti a civiltà lontane, vista l’opulenza floreale che li circondava. Ma Xochiquetzal rappresentava anche l’Amore e lui si domandò se, in quel luogo favorevole alla Dea, la Dea non decidesse di essere favorevole a lui, che l’amore lo stava per confessare. Lentamente appoggiò la fronte tra il petto ed il collo di Mamoru, cercando un rifugio in cui raccogliere tutto il coraggio possibile e quando avvertì le sue dita sul capo si sentì pronto.

*

Y

(Mamoru’s Filter)
«Yuzo…»
«Devo parlarti.»
Silenzio. «Anch’io.»
Yuzo non si mosse e nemmeno lui smise di carezzargli la testa con movimenti lenti ed accurati.
«Ladies first(6) ridacchiò il portiere.
«Stronzo.» ma rideva anche lui. Poi, l’interpellato sollevò il capo per guardarlo negli occhi e lui seppe improvvisamente cosa fare. Il cigolio della chiave che girava nel lucchetto accelerò i battiti, prima che il cuore gli esplodesse nel petto come una mina; le labbra di Yuzo, il detonatore.
«Non devi dirmi niente?» mormorò l’altro, divertito, separandosi appena, ma respirando nel suo respiro.
Lui sorrise, arrossendo.
Era il loro inizio, insieme.
«Ti amo, Yuzo.»

(Yuzo’s Filter)
«Yuzo…»
«Devo parlarti.» disse, bloccandolo prima che potesse continuare.
Ma quando si sentì rispondere quel «Anch’io.» capì subito come sarebbero andate le cose, perché il modo in cui gli accarezzava i capelli non era da ‘amico’, perché il loro rapporto, già da tempo, non era più da ‘amici’, ma che fosse la sua voce a confessarglielo, non aveva prezzo.
Quando sollevò il capo per osservarlo, Mamoru lo baciò. Anche sentire le sue labbra ed il suo sapore non aveva prezzo.
«Non devi dirmi niente?»
«Ti amo, Yuzo.»
Rispondergli, come aveva sempre desiderato, lo fece sentire finalmente libero.
«Anche io, Mamoru.»

*

-Z: Epilogue -

 

Zigzagando tra gli ostacoli come se stessero dribblando l’avversario, avevano imparato a mettere da parte la diffidenza reciproca, evolvendola in qualcosa di nuovo e diverso. Come una gonna, danzante nel vento, tra le sue pieghe c’erano alti e bassi; come un rosa, di spine e profumi, ogni cosa bella aveva un contrario, come una medaglia le due facce, ma per ogni testa ci sarebbe stata una croce, per ogni lacrima un sorriso.
Avevano imparato che, per quanto tortuosa sarebbe apparsa la via, negli occhi dell’altro, nel cuore o abbraccio avrebbero sempre trovato la A e la Z del loro Universo.

 

FINE

(1): altro fatto realmente avvenuto nel volumetto N°40. Yuzo, per rispondere alla convocazione di Minato Gamo, rinuncia ad andare all’Università (e sulla facoltà che avrebbe potuto prendere, ho già dato la mia personale risposta con la What if? “Huzi” XD).

(2): sia nel manga che nell’anime si può osservare come Minato Gamo torchi la povera Nazionale Giapponese che ne esce mezza mummificata, vista l’abbondanza di fasciature e cerotti che si ritrovano i giocatori! XD E Mamolo, tra gli altri, ha un bel bendaggio ‘rambesco’ attorno alla fronte.

(3): la partita con Taipei fu la prima delle eliminatorie asiatiche disputata dalla Nazionale nel World Youth.

(4): frase realmente pronunciata da Yucciolo verso la fine del volumetto N°42

(5): Mamoru si riferisce alle due città; Shimizu City e Yokohama City, infatti, si trovano in due differenti Prefetture.

(6): il corrispettivo anglofono di “Prima le signore”

 

Angolino del "Grazie, lettori, grazie!" XD:

- Releuse: */////////////*  gnàààà! Grazie! Oddio, grazie millissime per la sequela di complimenti che mi hai rivolto. *//////* E sapere che qualcun altro è finalmente caduto nella trappola del pairing Yuzo/Mamoru è per me sempre una fonte incommensurabile di gggggggggggiuoiaaaaa!!! *O* Sono troppo carini ed impossibili da non amare X3. Spero davvero che anche questa seconda parte possa essere di tuo gradimento. *____* e grazie ancora!!!

- Kara ha già la sua rispostina su ELF X3, ma anche qui le dico che è fin troppo buona con me!!! *______* *luv* e che non vedo l'ora di leggere il suo alfabeto *O*

- Flar: XDDDD ehhhhhhhh, Flar, magari fosse vero!!! Ahimè, Captain Tsubasa non è un manga pensato in chiave Shonen-ai o Yaoi, purtroppo T___T Tutte le storie che narrano di amori omosex in questo fandom sono solo frutto delle speranze recondite delle varie fanwriter ed anche io non faccio eccezione! XDDD Ma se un giorno dovesse mai accadere che Yoichi Takahashi decidesse di mettere Yuzo e Mamoru insieme per davvero (seeee, aspetta e spera, Melantò)... beh... avrei la seguente reazione: *O* SQUEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE-selvaggio, partenza con il primo volo per il Giappone, baciamento di piedi a Zio Takahashi, costruzione di un tempio in suo onore *sisì* XDDDDDD.  *_* e grazie mille anche a te per aver apprezzato queste drabbline!!! *___*

- ChykobellacarinaHecoccolosaH anche ha avuto la sua rispostina su ELF, ma non posso non dirle anche qui che le idee inventate sulla tazza del cesso sono SEMPRE le migliori!!! XDDD Il cesso è fonte di ispirazione massima, è cosa risaputa! LOL

- Un bacillo extra a Nene che ha recensito su ELF! *O* *luv*

NotaFinale: ora potete dirmi quanto sono pazza da 1 a 100 XDDDDD

NotaFinale2: *O* partecipate in tanti alla Alphabet!Challengeeeeeeeee!!!!!

   
 
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