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Autore: violaserena    12/11/2015    1 recensioni
Seguito de “La Rivincita dei Lupi”.
Dopo due anni di pace e prosperità, dal Continente Orientale arriva una nuova minaccia.
Un uomo ha riunito un imponente esercito e intende marciare a occidente per vendicare la sua regina e conquistare i Sette Regni.
Una nuova guerra si profila all’orizzonte.
Riusciranno gli Stark e le altre famiglie a vincere e a ristabilire l’armonia? O soccomberanno di fronte a questo nuovo nemico?
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arya Stark, Bran Stark, Jon Snow, Tyrion Lannister, Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: Violenza
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CATELYN

 

Il vento aveva cessato di soffiare e nel cielo il sole splendeva alto, eppure a Grande Inverno il freddo pareva essere aumentato.
Catelyn camminava avanti e indietro nel parco degli dei. In passato quel luogo non lo aveva mai amato più di tanto. Lei veniva dalla Casa Tully, nel profondo sud di Delta delle Acque, sulla Forca Rossa del Tridente. Là il parco degli dei era un giardino pieno di aria e di luce. Rosse sequoie proiettavano le loro ombre su ruscelli mormoranti, uccelli cantavano da nidi invisibili, l’aria era intrisa dei profumi dei fiori.
Gli dei di Grande Inverno abitavano un diverso tipo di parco, un luogo primordiale invaso dall’oscurità. L’atmosfera sapeva di lichene morente, di cose che si decompongono. Tre acri di bosco ancestrale attorno ai quali era sorta la cupa struttura del maniero. Tre acri che non venivano toccati da diecimila anni. Querce e alberi-ferro sembravano più vecchi del tempo stesso, i loro neri tronchi ammucchiati gli uni contro gli altri. Ostili e ostinate sentinelle immobili, armate di aghi di un verde dalla sfumatura quasi metallica, le cui ramificazioni più alte andavano a intrecciarsi in una cupola tenebrosa. Il terreno era un altro labirinto, fatto di radici sporgenti, distorte, aggrovigliate come tentacoli sotterranei. Quel parco era un luogo di silenzi profondi, di ombre impenetrabili, abitato da dei senza nome. Quel parco ora lei lo amava. Non c’era giorno che non si recasse lì.
Si fermò di fronte al vecchio albero diga.
“L’albero del cuore” lo chiamava Ned. Suo marito era solito sedersi vicino ad esso e così aveva incominciato a fare anche lei.
Chiuse gli occhi. Ripensò al passato, ai momenti felici.
Lentamente li riaprì. Era sciocco da parte sua, ma ogni volta sperava che tutto potesse tornare com’era. Sapeva che non era possibile, eppure non poteva fare a meno di sognarlo.
Si alzò e riprese a camminare.
Era passato un mese dagli ultimi avvenimenti e di Jon Snow e di Tyrion non si avevano ancora notizie. Doran Martell aveva fatto sapere che Areo Hotah era scomparso. Aeron e coloro che erano con lui non erano tornati. Victarion era partito meno di sei giorni prima per cercare suo fratello e gli altri uomini.
Tutte queste sparizioni erano segno che qualcosa era in atto. Non voleva pensare a una possibile guerra, non dopo tutto quello che aveva passato. Non dopo tutto quello che tutti loro avevano passato.
Sospirò e con passo lento uscì dal parco degli dei.
Notò Jaime chino dietro un carro intento a spiare qualcosa. O meglio qualcuno.
Sorrise suo malgrado. Non dubitava di sapere di chi si trattasse.
Gli si avvicinò e gli disse: «È strano, non è vero?».
Jaime sobbalzò non avendola sentita arrivare, poi annuì.
«Quando me l’ha detto ho pensato che mi stesse prendendo in giro. Senza contare lo spavento per la sua scomparsa e per quella di Myrcella. Credevo che qualcuno li avesse catturati o peggio uccisi».
«È comprensibile, anche se ser Benedict Broom e tuo zio Gerion non mi sembrano tanto facili da sconfiggere».
«Già. Però non pensavo nemmeno che fossero tanto facili da convincere».
«Qualcosa Tommen avrà pur imparato quando era re».
Catelyn si accorse di quello che aveva appena detto e si affrettò a scusarsi.
Jaime le sorrise e le disse di non preoccuparsi.
«Secondo te mio figlio ha qualche possibilità?» continuò poi il fratello della defunta Cersei Lannister.
Questa volta fu lady Stark a sorridere.
“Sansa si prende quello alto e bello, io quello bassotto e grassottello! Ovvio no?” aveva affermato Arya anni addietro quando era stata promessa in sposa a Tommen Baratheon, o meglio Lannister.
“E poi non sa nemmeno combattere” aveva proseguito.
In effetti Catelyn ricordava ancora con un certo divertimento l’allenamento tra Bran e il fratello di Joffrey: Il principe Tommen, finito nella polvere, cercava di rialzarsi, ma senza molto successo. Tutta l’imbottitura che aveva addosso lo faceva sembrare una tartaruga rovesciata sul dorso. Bran incombeva su di lui, spada di legno levata, pronto a colpirlo di nuovo nel momento in cui si fosse rimesso in piedi.
Rispetto a quel tempo, Tommen era migliorato sia nell’uso della spada sia di aspetto.
Lady Catelyn non sapeva che cosa pensare del fatto che il giovane Lannister si fosse innamorato di Arya. Di certo con lei non avrebbe avuto vita facile. E nemmeno con Gendry in questo momento.
Rise notando quest’ultimo nascosto dietro una finestra intento ad osservare come loro la tenzone tra Arya e Tommen.
«Ora come ora nessuna. Ma, in futuro, chi può dirlo?» rispose sorridendo alla domanda di Jaime.
«Già, chi può dirlo» le fece l’occhiolino. Poi continuò dicendo: «Tu ne saresti felice?».
Catelyn si fece seria, rimase qualche secondo in silenzio e poi rispose: «Non puoi farmi questa domanda. Ti ho perdonato Jaime, ma non posso dimenticare quello che tu e la tua famiglia ci avete fatto. Io non dimentico. Il Nord non dimentica».
«Non credo di avertelo mai detto ma, per quanto possa valere, mi dispiace».
Jaime Lannister si stava scusando. Lo Sterminatore di re. Il falso cavaliere che aveva profanato la sua lama con il sangue del re che aveva giurato di proteggere. L’uomo che aveva spinto Bran giù dalla torre. Questo non se lo sarebbe mai aspettata. Lui era cambiato molto rispetto al passato, però non avrebbe mai creduto che potesse pronunciare simili parole.
«Ho perduto un padre, un figlio, una sorella e un'amante. Forse ho perduto anche un fratello. Non ho più la mano destra e non sono più il guerriero di una volta. Probabilmente tutto ciò mi ha rammollito. Un tempo non avrei mai…» aveva incominciato a concionare Jaime prima che Catelyn scoppiasse a ridere.
«Mia signora, potrei offendermi».
Lady Stark si ricompose e poi sussurrò: «Non sei mai stato forte tanto quanto lo sei ora».
Jaime stava per dire qualcosa, ma la loro conversazione fu interrotta dall’urlo vittorioso di Arya e dall’arrivo di Stannis.
«Non dovrebbe dargli false speranze» affermò impassibile quest’ultimo.
Catelyn seguì il suo sguardo: indubbiamente si riferiva ad Arya e a Tommen.
In quello stesso momento si sentì uno schianto.
Tutti corsero verso il luogo da cui proveniva il tonfo e trovarono Gendry steso per terra.
Il Primo Cavaliere lo guardò truce e scosse severamente la testa.
«Che cosa ti è successo?» gli domandò Arya.
Il giovane arrossì e chinò la testa. «N-niente! I-io… Io stavo… Stavo… Mi stavo lucidando le scarpe e poi sono inciampato!».
Catelyn e Jaime si guardarono divertiti. Tommen e Arya scoppiarono a ridere. Stannis grugnì qualcosa e Gendry guardò di traverso il biondo ragazzo.
«Ridi, ridi. Almeno io non mi faccio battere da una ragazza» bisbigliò arrabbiato.
Probabilmente Tommen l’aveva sentito visto come lo stava guardando.
«Ehi, ehi!» arrivò Rickon tutto trafelato. «Dovete venire tutti nella Sala Grande. È urgente».
I presenti lo seguirono di corsa.
Catelyn sperò che ci fossero buone notizie. Lo sperò con tutta se stessa.
Quando arrivarono gli altri sovrani erano già tutti lì. Non le sfuggì la nota di disappunto che Stannis lanciò a suo nipote.
«Che succede?» chiese preoccupata Arya.
«È arrivato un corvo» le rispose serio Bran.
«Ali oscure, oscure parole» disse Jaime.
«Si tratta di una lettera di Victarion» spiegò Euron mostrando un foglio con il sigillo dei Greyjoy. «Ha trovato Aeron».
«Vivo?» domandò speranzosa Catelyn. La sua sopravvivenza era l’unica possibilità che avevano per ottenere qualche risposta.
«Affogato».
Silenzio.
Il gelo si impossessò dei loro cuori e così pure delle loro speranze.

 


 

Angolo Autrice.
Ciao a tutti! :)
In questo capitolo si scopre che fine hanno fatto Tommen e Myrcella: sono a Grande Inverno! Non sono stati catturati da nessuno, ma sono partiti spontaneamente perché il giovane Lannister si è innamorato di Arya Stark (non so come sia potuta venirmi in mente una cosa del genere! xD) e pertanto desidera rivederla e dimostrarle di essere diventato più forte. Nel POV di Catelyn non l’ho detto, però la lettera citata nel capitolo di Jaime è stata scritta da Tommen per spiegare al padre il motivo della sua partenza. Spero sia tutto più chiaro ora.
Neanche a dirlo Gendry è geloso e Stannis non tollera il suo comportamento.
Jaime e Catelyn sembrano andare d’accordo e così pure i loro figli.
Chi sceglierà Arya? Gli Stark e i Lannister consolideranno ulteriormente la loro alleanza?
Infine giunge un corvo con un messaggio di Victarion: Aeron è affogato e le speranze di tutti sembrano affievolirsi. Sarà davvero così?
Lo scoprirete presto!
Un piccolo spoiler: nel prossimo capitolo – se non cambio idea – ci saranno alcuni personaggi che fino ad ora non sono comparsi… Avete capito di chi si tratta? ;)
Alla prossima! :)
Saluti,
Violaserena.

  
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