Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
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Autore: _Chimaira_    25/02/2009    5 recensioni
< Nami … >
< sì? >
< come ci si sente ad aver realizzato il proprio sogno? >
Genere: Romantico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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È abbastanza non-sense come One-Shot, anche perché l’ho scritta letteralmente come passatempo, poi però mi è piaciuta e l’ho pubblicata. Credo che sia un po’ OOC, se qualcuno me lo conferma lo inserisco nelle avvertenze.

I personaggi non appartengono a me ma sono una creazione originale di Eichiro Oda.
Io li uso per diletto e non a scopo di lucro.
Solamente la trama di questa storia (il profumo dei mandarini) mi appartiene in quanto ideata da me medesima.





~ Il Profumo dei Mandarini ~




Quando uscì all’aria aperta, questa quasi le bloccò la respirazione. Il colmo del controsenso.
Ma aveva un batticuore fortissimo, un’emozione incredibile che si ha solo quando la felicità ti ha avvolto completamente.
Ce l’aveva fatta. In mano stringeva la cartina che aveva racchiuso l’ultima isola; l’isola del tesoro, l’isola di One Piece.
E non solo lei aveva realizzato il suo sogno, tutti l’avevano fatto. Ricordava le lacrime di commozione – le prime, ultime e uniche – di Rufy davanti al tesoro, davanti alla consapevolezza di essere arrivato alla meta, davanti al suo titolo di Re Dei Pirati.
Lei, dal canto suo, appena aveva riacquistato coscienza dopo la festa, si era messa al lavoro:
il ricordo ancora vivo dell’Isola Raftel le permetteva di tracciare ogni insenatura come se ce l’avesse davanti agli occhi, come se stesse copiando una mappa già esistente; a lavoro terminato non aveva potuto fare a meno di esultare, al lume di candela, auto complimentandosi e lodando la propria perizia.
Ma doveva dirlo a qualcuno.
Robin stava dormendo, o forse fingeva, chissà, ma era comunque meglio non disturbarla. Nami non aveva indugiato al pensiero di fare un giro sul ponte; sicuramente c’era qualcuno, Rufy che cercava uno spuntino, Usop che stava di vedetta o chi altro.
Invece, trovò lo spadaccino, assopito tra i mandarini. Ora che notava, lo trovava spesso là, a sonnecchiare o pensare tra i cespugli; mai aveva osato disturbarlo, si limitava a guardarlo da lontano, persa tra le proprie riflessioni.
Ma non quella notte.
No, non avrebbe resistito; la sua felicità aveva bisogno di una valvola di sfogo, non importava se si fosse attirata addosso le ire del ragazzo, tanto, quella che ne sarebbe derivata non sarebbe stata altro che una discussione di routine, prontamente conclusa in un “mocciosa” e “cavernicolo”, o un altro fantasioso appellativo. Tuttavia, si ripromise di trattarlo bene, quella volta.
Stringendo la mappa arrotolata in mano, saltellò fino a raggiungere il corpo del giovane, svegliandolo poggiando leggermente un tacco sulla verde nuca. Questa scattò in avanti, esplodendo in miliardi di imprecazioni.
< stupida mocciosa! Ma che vuoi da me?! >
Lei sorrise felina, ignorando l’offesa. Gli sfilò davanti, accovacciandosi davanti a lui; srotolò la cartina, ma vide che Zoro non capiva. < l’ho finita > sentenziò alla fine, ma questo sembrò non chiarire le idee al ragazzo.
< cos’è? Una mappa? > sbadigliò lo spadaccino stropicciandosi gli occhi, mezzo assonnato.
< esatto, l’ultima > concluse la navigatrice, senza smettere di sorridere.
Finalmente Zoro sembrò capire, perché aprì un po’ di più gli occhi, guardando la ragazza leggermente incredula.
< quindi … hai finito la cartina del mondo > sussurrò, girando la schiena verso la cassa che reggeva uno dei cespugli, appoggiandovisi. Reclinò la testa all’indietro, facendola scomparire tra i frutti. Nami arrotolò la mappa, un po’ delusa per lo scarso entusiasmo dell’amico.
< sono davvero contento per te, Nami > le concesse però, e lei riuscì a percepire un sorriso tra quelle parole. La navigatrice gli si avvicinò, appoggiandosi anche lei al legno.
< grazie Zoro > rispose. Calò il silenzio, mitigato dalla brezza marina mescolata alla fragranza di mandarino. Era un silenzio piacevole, sottile e leggero come l’aria sulla pelle.
< Nami … >
< sì? >
< come ci si sente ad aver realizzato il proprio sogno? >
La ragazza strinse la pergamena al petto. Era vero, lui doveva ancora farcela, anche se non mancava molto. La domanda era più che spontanea, sebbene impegnativa. Dovette fermarsi a riflettere; non poteva buttare lì una risposta a caso o superficiale.
< è difficile definirlo > cominciò, un po’ titubante < direi che ti senti … piena, colma, come sul punto di scoppiare >
Calò di nuovo il silenzio. Non era sicura di essere riuscita ad esprimere completamente come si sentiva, ma era molto complicato.
Poggiò le braccia sulle ginocchia strette al petto, alzando lo sguardo al cielo, sbirciandolo tra le foglie.
< è una cosa che devi provare, per capire, ma non è un tuo problema > si lasciò andare.
< cosa intendi dire, scema?! >
Ma era possibile che dovesse travasare qualunque cosa dicesse?! Decisa a non raccogliere neanche quella offesa, sospirò.
< sei paranoico, Roronoa, il mio era un complimento > rispose infatti < tu raggiungerai sicuramente il tuo obbiettivo >
Sì, decisamente. Era di ottimo umore, indiscutibilmente euforica; o forse, era talmente felice da essere uscita di senno, cosa assai probabile, visto che stava riempiendo di complimenti il suo inseparabile compagno di discussioni.
< come fai a saperlo? > fu la disarmante domanda dell’altro. Non si lasciò abbattere, però.
< perché il Re dei Pirati non può che avere il Re degli Spadaccini come vice, ti pare? > sentenziò, con una sfumatura di infantile ingenuità < e poi, ne sono certa. E ricorda che il mio istinto da navigatrice non sbaglia mai >.
La risposta a questa confidenza fu una lunga risata contagiosa, che le fece venire le lacrime agli occhi.
< hai ragione > disse Zoro tra una risata e l’altra < anche perché se non ce la facessi, Rufy mi ucciderebbe! >
< oh, questa poi! Sei tu che giuri di continuo di fargli la pelle! Con tutte le volte che l’hai detto, dovrebbe morire per mano tua un centinaio di volte! >
< anche questo è vero > concluse il ragazzo, calmando il riso.
Nami sentì che anche il ragazzo era di buon umore quella sera; per la prima volta in quel lungo viaggio, forse, non stavano battibeccando.
< sai una cosa? > se ne uscì Zoro < la prima volta che vidi Rufy, ho pensato che fosse un pazzo >
< ma Rufy è un pazzo >
< sì, ma quella volta, quando disse “voglio diventare il Re dei Pirati”, ho pensato chiaramente “ecco un idiota che verrà ucciso dalla sua ambizione”, ripromettendomi di starne alla larga >
< capisco, è quello che ho pensato anch’io >
< come tutti gli altri suppongo > continuò soffocando una risatina < ma quando mi ha liberato, ho pensato che valesse la pena tentare. Qualcosa in lui mi diceva che tutto quel coraggio, tutta quella forza, tutta quella ferma decisione, bè, non sarebbero andati sprecati >.
< quindi hai deciso di seguirlo >
< esatto. Poi, sapevo che mi avrebbe aiutato nel raggiungimento del mio sogno, come è effettivamente successo >
A Nami risultò naturale pensare al motivo per il quale aveva seguito Rufy:
il primo era senz’altro opportunismo; dopotutto doveva raggranellare i 20 milioni per Arlong, ma poi … poi aveva sentito germogliare di nuovo il sogno che aveva confessato da piccola a Bellmere, e la pazza idea della cartina completa del mondo si era ripresentata, più brillante che mai, complice della genuina riconoscenza che provava per quei ragazzi che, mossi solo dall’amicizia, avevano liberato lei e il suo villaggio dagli uomini pesce.
E pensare che era passato così tanto tempo … ora si poteva pensare ad un “dopo”.
< Zoro, posso farti una domanda? >
< tanto ormai … >
< cosa farai, dopo? >
Eccola, la domanda che tanto le premeva, che tanto la preoccupava. Ora la loro Grande Avventura era giunta al termine, e forse la ciurma si sarebbe sciolta, e ognuno avrebbe preso la propria strada.
Compresi loro due, per quanto doloroso fosse.
< dopo, eh? > fece lo spadaccino, sbilanciandosi in avanti per poggiare i gomiti sulle ginocchia piegate; tra i capelli si erano impigliate alcune foglie, che facevano curiosamente pan dan con la pettinatura del ragazzo.
< bè, la prima cosa che farò sarà andare da Kuina > disse con la più completa ingenuità di un ragazzo di 27 anni.
Oh, certo. Doveva immaginarlo.
La famosa e misteriosa Kuina.
Come al solito, lui era tutto innocenza e delicatezza zero. Come poteva non aver capito che …
Poteva, poteva. “ Nota bene Nami, si parla pur sempre di Zoro” si ripeté mentalmente la bella navigatrice. E poi, lo sapeva che lui non si fermava troppo a pensare a quello da dire. Macché, era tutto azione niente cervello, quell’uomo!
< e poi … poi non lo so >
Risposta che lasciò senza dubbio sbalordita la ragazza. Ma come, lui, l’uomo sempre deciso su tutto, non sapeva cosa avrebbe fatto?!
Anche se, ora che ci pensava, Zoro aveva sempre rimandato i programmi con un “ci penserò quando accadrà”.
< non lo sai? > chiese tuttavia, con una parte di lei che sperava di indovinare la risposta.
< ci penserò quando sarà il momento > prevedibile < ma alla fine, credo che continuerò a girare per nave >
Nami si ritrovò a nascondere un enorme sorriso tra i rami dell’agrumeto; il suo istinto non l’aveva tradita nemmeno allora. Finse di pensare a quella risposta.
< in effetti, non ti ci vedo a mettere le radici da qualche parte e dedicarti ad una vita normale > concluse infine la cartografa.
< infatti, penso che rimarrò con Rufy, dopotutto, tutti noi abbiamo una bella taglia sulla testa, e chissà quanto è aumentata con il ritrovamento del One Piece … senza contare che Rufy, senza qualcuno come noi, potrebbe farsi beccare molto facilmente > esclamò scoppiando a ridere.
< sì, è una prospettiva parecchio verosimile >
Ritornò il silenzio tra i cespugli, interrotto dal risolino della rossa. Zoro continuò il discorso.
< e poi > proseguì < mi dispiacerebbe dividermi da voi >
“da te” aggiunse mentalmente poi, ma l’orgoglio gli impedì di portare questi pensieri alle labbra.
< anche se > proseguì, ignorando i propri pensieri < non riuscirei a guardarvi più in faccia se rimanessi troppo a lungo l’unico che non ha raggiunto il proprio obiettivo >
Ci fu una nuova pausa, trasparente e leggera come di cristallo; ognuno poteva leggere a chiare lettere il pensiero dell’altra. E, come cristallo, il nuovo silenzio s’infranse.
< facciamo un patto, allora > scattò Nami, alzandosi di colpo in piedi, seguita dallo sguardo confuso dello spadaccino. La ragazza allungò la mano, chiudendo le dita attorno ad un grosso mandarino maturo, che si staccò con un rumore flebile.
Si sedette davanti al ragazzo, sbucciando con movimenti esperti il frutto succoso.
< prendi > esordì infine, allungando uno spicchio verso la bocca di Zoro, troppo vicino alle labbra per prenderlo tra le dita; spalancò con poca eleganza la bocca, richiudendola oltre lo spicchio e leggermente sopra il dito della navigatrice, traendone un piacevole sapore dolce. Un dubbio lo fece trasalire non appena ingoiò il boccone.
Fissò dubbioso la ragazza che intanto stava finendo il frutto, seduta davanti a lui.
< ehi … non è che me lo farai pagare? > sbottò, sulle labbra ancora l’ombra del suo sapore.
< ecco i termini del contratto > rispose Nami < se tu diventerai il “Re degli Spadaccini”, come ho detto prima, quello spicchio diventerà gratis; un regalo, e non vorrò soldi (non per quello, almeno) >
Zoro alzò un sopracciglio, incredulo.
< ma – c’è sempre un ma – nel momento in cui fallirai nel tuo intento, dovrai sanare completamente il debito che hai già con me, più la somma equivalente quello spicchio. Tu sai, mio caro Zoro, quanti vale per me ogni singolo frutto, vero? >
< ehm … infinito ? > azzardò.
< esatto! E giuro … giuro sul mio agrumeto e sul mio tesoro che, pur di riavere i miei soldi, verrò a cercarti anche negli inferi! >
< non faccio fatica a crederlo! > ghignò, guardando la ragazza dritto negli occhi.
< quindi, vedi bene di mantenere la promessa > concluse Nami, inghiottendo l’ultimo pezzo del mandarino.
Un rivolo di succo arancione le scese dall’angolo della bocca fino al mento, prima di essere catturato dalla lingua. Si alzò un forte venticello, che sconvolse le sagome del frutteto e dei corti capelli di lei, i cui occhi brillavano di una strana luce.
Zoro se ne accorse e, senza volerlo, rabbrividì.
< Nami … hai uno sguardo strano … >. La ragazza, in risposta, sbuffò.
< secondo te ho sempre uno “sguardo strano”. Il tuo parere non fa testo >, ma gli occhi scuri si adombrarono di esitazione.
< e per suggellare il patto … >
Si inginocchiò davanti all’amico, prendendogli il viso tra le mani. Tenendo gli occhi chiusi gli posò un bacio leggero sulle labbra, imprimendo un dolce sapore di mandarino. Quando però il ragazzo stava per rispondere, Nami si staccò, girandosi velocemente verso la scaletta che scendeva sul castello di poppa.
< e con questo, il contratto è chiuso! > esclamò alla fine, passandosi la lingua sulle labbra.
Senza dire altro, scese in cabina.

*

Si gettò sul materasso, stringendo ancora la pergamena al petto con un sorriso che andava da un orecchio all’altro.
Le sfuggì un risolino dalle labbra, che Robin non tardò a cogliere.
< come mai così contenta, Nami? >
L’interessata voltò la testa, senza smettere un istante di sorridere.
< ho finito la mia mappa >
E Nico Robin sorrise di rimando. Poteva capire l’euforia della compagna; anche lei, dopo aver ritrovato il sospirato Poigne Griffe, si era sentita “colma”. Ma si rendeva conto che c’era dell’altro.
< se è per quello, allora come mai sei stata fuori così tanto? >
< avevo voglia di prendere aria > mentì. Le riusciva fin troppo semplice.
< ora però è meglio riposarsi, non pensi? >
< sì Robin, come al solito hai ragione! > esclamò avvolgendosi nelle coperte, mentre l’altra ragazza spense la lanterna.
Ma con la luce il sorrisone che aveva stampato in faccia non si spense, anzi, continuava a rinascere ogni volta che si passava un dito sulla bocca, riscoprendo il sapore salato di quel bacio rubato.
E così, soddisfatta di sé stessa e del gesto che finalmente, dopo tanto tempo, dopo tanta sofferenza, si era concessa, si addormentò.

*

Chiuse gli occhi e assaporò prima il profumo di mandarini proveniente dall’albero, poi quello che sentiva ancora sulla bocca.
Certo, non se l’aspettava, ma non gli era affatto dispiaciuto!
Zoro si passò per l’ennesima volta la lingua tra le labbra, sorridendo compiaciuto.
“dannata mocciosa”, pensò, “se solo non mi avessi colto di sorpresa …”
E pensare che all’inizio non si fidava affatto di lei; era una ladruncola dopotutto.
Poi però aveva spento una miccia a mani nude, pur di difendere Rufy; in seguito aveva “tradito” tutti rubando la Going Merry e tornando da sola a Coconut Village, mandando al diavolo qualunque ideale di amicizia e lealtà … anche se dopo l’aveva salvato dall’annegamento davanti all’intera ciurma degli uomini pesce, così come aveva aiutato Usopp trafiggendosi deliberatamente una mano …
In parole povere, Nami l’aveva confuso fin dall’inizio.
Non che ci volesse molto, in verità, essendo Zoro un uomo d’azione, decisamente poco incline ai ponderamenti. Col tempo poi, il suo istinto gli aveva fatto chiaramente capire che non c’era poi molto da pensare; quella ragazzina lo faceva uscire di testa.
Lo stesso istinto gli aveva però consigliato di lasciar perdere, di non farsi coinvolgere, almeno non finché non avesse raggiunto il suo obbiettivo; così, si era rimboccato le maniche per onorare la memoria di Kuina il prima possibile.
Ma magari … qualche piccola distrazione non gli avrebbe fatto poi così male; dopotutto, il viaggio di ritorno era lungo …
< vabbè, meglio ricominciare gli allenamenti > concluse rialzandosi.
Scese sul ponte, ricominciando ad agitare i pesi, compiaciuto della propria scelta.
“buona Zoro”, si disse, “prima il dovere, poi il piacere, quindi datti da fare”.




Non ho idea di come sia venuta questa storia.
Anche perché non fa per me scrivere una one-shot, in verità XD
È la prima che scrivo su One Piece, può darsi in preparazione di un’altra a capitoli, che però non sarà una ZoroxNami, o almeno non sarà il centro della storia.
Ora, partiamo con le precisazioni:
Ad un certo punto dico che Zoro ha 27 anni; ecco, io non sono proprio un espertissima di One Piece, e non ho idea di quanto duri il viaggio, quindi ho sparato un certo numero di anni a logica, senza alcun fondamento (bè, con il viaggione che si sono fatti e le varie tappe stralunghe complete di puntate filler, bè, non è esattamente un fine settimana), come non so come finirà il viaggio e tutto il resto.
Me la sono abbastanza cavata da sola, su questo punto; ergo, mi sono inventata tutto di sana pianta! XD
Mi scuso per le eventuali incongruenze e punti fermi, è un esercizio scritto di getto che ho deciso all’ultimo di pubblicare.
Spero di ricevere qualche parere, non sono per niente certa di come sia riuscita questa cosa …
Alla prossima! (neanche tanto tardi, penso)


-Chimaira-
  
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