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Autore: lToothlessl    12/11/2015    1 recensioni
Dopo un lungo viaggio, Eragon e Saphira, finalmente arrivano sulle coste di Alalea. Il futuro sembra serbare per loro molte sorprese, ma saranno piacevoli o no? Eragon dimenticherà Arya? Oppure il suo cuore continuerà a battere per la Regina degli elfi? I nostri beniamini riusciranno a scongiurare il male che si trova in agguato dietro l'angolo o soccomberanno ad esso?
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Eragon, Nuovo Personaggio, Saphira, Un po' tutti | Coppie: Eragon/Arya
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Era successo in un attimo, un forte dolore alla nuca e poi nulla, solo il più profondo buio. 

La mattina era iniziata bene, Eragon e gli elfi avevano deciso di passare la notte sulla spiaggia per poi partire in esplorazione la mattina dopo. L'ammazzaspettri si era appena svegliato, era sgusciato da sotto l'ala della sua compagna di mente e cuore ed era rimasto a fissare per alcuni minuti il mare blu, prima così sconosciuto ed invece ora così familiare. Il sole si era appena levato e alcuni elfi erano già svegli e preparavano i bagagli, dopo aver fatto una colazione a base di bacche decise di dedicarsi al Rimgar. Fu così che si addentrò nella giungla cercando un luogo appartato dove potesse concentrarsi. 

All'inizio gli era sembrata una buona idea, ma ora bendato e legato, steso nel mezzo del bosco, solo e senza sapere dove fosse, non ne era più certo. Aveva cercato di usare la magia, ma era come se ogni qual volta la provasse ad usare essa gli sfuggisse. Più tentava, più gli era difficile. Inizialmente aveva pensato di essere stato drogato, ma ricordava alla perfezione ogni singolo incantesimo, l'unico problema era che non riusciva ad eseguirlo. Era come se l'antica lingua avesse perso il suo potere. 

Anche la sua mente sembrava bloccata, gli era così estranea questa sensazione a lui, un Cavaliere dei Draghi. Era come sentirsi intrappolati, era come... ritornare normali. Dopo un po' si rese conto che era la stessa sensazione che aveva provato prima di diventare quel che era ora. Non riusciva a sentire il suo legame con Saphira, si sentiva perso, solo. Aveva paura di quel che gli sarebbe successo, ma soprattutto aveva paura per Saphira, anche lei non riusciva più a percepirlo? 

Si disse di smetterla di far vagare la mente a ruota libera o di crearsi nuovi problemi, erano già troppo complicati quelli che possedeva. Doveva concentrarsi sulla soluzione e non sul problema. 

Intorno a se poteva sentire solo il canto degli uccelli, nient'altro. Chi lo aveva portato li? All'improvviso sentì dei soffici tonfi che identificò come passi così decise di fare la cosa più stupida che gli venne in mente: cercò di comunicare con il suo rapitore. 

"C'è qualcuno?" Chiese. I passi si arrestarono "Chi sei? Cosa vuoi?" 

Lo sconosciuto si avvicino e lo sentì inginocchiarsi affianco a lui. Eragon girò lievemente la testa verso dove credeva si trovasse. Si sentiva vulnerabile, era come essere cechi nel mezzo di un combattimento. Sobbalzò quando sentì una mano tirargli i capelli verso l'alto, non poté far altro che assecondare i movimenti dello sconosciuto ed alzarsi in piedi. Appena si fu alzato senti qualcun altro posizionarsi al lato opposto del suo rapitore. Entrambi lo presero per le braccia e iniziarono a trascinarlo in modo brusco.  

Durante il tragitto, Eragon, inciampò diverse volte in rocce e radici sporgenti, rischiando numerose volte di caracollare al suolo, cosa che non successe mai per via della stretta ferrea dei due sconosciuti. Non dissero mai una parola tanto che Eragon si chiese diverse volte se sapessero parlare. 

Dopo circa un'ora di tragitto, o almeno Eragon credeva che fosse un'ora, il Cavaliere iniziò a percepire altre presenze intorno a lui, passi, voci, risa di bambini, lo scoppiettare di alcuni fuochi. Erano arrivati in un villaggio? Camminarono ancora per alcuni minuti finché non arrivarono ad un punto di arresto. Il cuore di Eragon iniziò a battere più velocemente. Fu spinto in ginocchio, i due sconosciuti si allontanarono. Sul luogo scese un silenzio quasi irreale interrotto solo dal rumore di un torrente nelle vicinanze.  

Sentì un rumore di fruscii e poi un rumore di passi, improvvisamente la benda gli fu strappata dagli occhi e il Cavaliere dovette chiuderli per la troppa luce. Li aprì e si trovò a fissare un prato incolto per le numerose volte che, Eragon ne era sicuro, era stato calpestato. Le sue mani erano legate con due anelli di pelle su cui erano incise delle rune nell'antica lingua. Con una traduzione veloce, Eragon capì che erano loro a bloccare i suoi poteri e la sua mente. Pian piano alzò lo sguardo e si ritrovò ad osservare i profondi occhi blu di un uomo, o almeno credeva che fosse un uomo. 

La creatura davanti a se aveva un corpo più slanciato di un comune umano, più... elfico, ma allo stesso tempo umano. La sua pelle era scura ma non troppo, aveva sicuramente passato molto tempo sotto il sole. I suoi capelli neri erano rasati ai lati ed una lunga treccia gli scendeva giù per la schiena. Indossava abiti semplici, un paio di pantaloni di pelle, degli stivali di cuoio ed aveva la schiena e il petto coperti da una pelliccia che portava come un mantello. Intorno al collo portava una collana dove era appeso una zanna. Il cuore di Eragon fece un balzo: era la zanna di un drago. Al fianco portava un lungo pugnale e in una mano aveva un bastone decorato con alcune incisioni in antica lingua e con in cima una lama affilata. Il viso dell'uomo era severo, ma non malvagio, aveva alcune rughe che delineavano la sua mezza età, i suoi occhi, due pietre blu ghiaccio.  

Eragon lo guardò intimorito ma cercò di non mostrarlo, cercò anche di sembrare il meno minaccioso possibile. Non voleva dare all'uomo un motivo per ucciderlo all'istante. Lanciò uno fugace sguardo intorno a lui, aveva avuto ragione, si trovava in un villaggio. Attorno a lui poteva scorgere numerose tende fatte con pelli, legna ed ossa di animali. Alcuni fuochi erano accesi vicino ad essi, poteva scorgere delle postazioni dove si poteva cuocere l'argilla. Oltre a questo non riuscì a notare più nulla per via delle numerose persone-elfo che lo osservavano con paura e, Eragon credette, disgusto. C'erano uomini vestiti con pantaloni, stivali e a petto nudo, alcuni di essi erano armati con archi e faretra e altri con delle lance. Poi c'erano le donne, oltre a quel che indossavano gli uomini esse avevano una fascia sui seni. C'erano anche dei bambini nascosti dietro agli adulti, guardavano Eragon con paura. Cosa era successo a queste persone? 

Fu riportato all'attenzione da una lama sotto il mento. L'uomo davanti a se, che Eragon aveva identificato come il capo per via del mantello, lo guardò attentamente per poi girarsi verso la folla senza però togliere la lama dal suo collo. 

"Miei cari fratelli, oggi gli dei hanno voluto donarci la nostra vendetta. Ci hanno donato un uomo del cielo. La morte di mio figlio sarà finalmente vendicata." Esordì "La nostra vendetta su Rakonang è giunta, uccideremo uno dei suoi" La folla esplose un urla di gioia, alcuni iniziarono a sbattere le lance e i piedi a terra. Il capo si girò nuovamente verso di lui e lo guardò con uno sguardo di sfida, gli afferrò i capelli e lo sollevò in piedi, alzò la lama pronto a colpire. 

Eragon  cercò disperatamente di spezzare i due anelli, ma era come se fossero del più duro dei metalli. Si guardò attorno cercando qualcosa che potesse aiutarlo, qualsiasi cosa. Ma era inutile.  

Il suo destino sembrava segnato.


Ciao! Lo so è passato molto tempo, ma tra scuola e problemi vari sono stata impegnata. Spero comunque che appreziate il primo capitolo, non è il massimo, lo so.
Spero di aggiornare presto,
lToothlessl

 

   
 
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