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Autore: _Fox    12/11/2015    0 recensioni
[Fanfiction Het!Gallavich] SPOILER PER CHI NON E' IN PARI CON LA SERIE.
Lip non ha mai chiamato Mandy, né Mandy ha chiamato Lip, dopo la partenza. Quante cose non si sono detti, a quante verità sono stati sordi. Ho pensato a tutto quello che avrebbero potuto - e voluto dirsi - ed è venuto fuori questo. La fascia temporale parte dai giorni successivi alla partenza, per tornare indietro e poi di nuovo avanti. Mandy e Lip avranno un futuro? O si rivedranno solo per dirsi l'addio che è loro mancato?
Dal primo capitolo:
Ho lasciato il South Side due giorni fa, più o meno, quindi magari ora sai dove sono, sai che non verrò più a trovarti, o forse non te ne sei accorto affatto, ma mi piace credere che tu mi abbia notato almeno ora che non ci sono, perché se penso che stai male perché non ti ho salutato è più facile dirti che è stato difficile, che l'ultima volta che abbiamo scopato per me è stato come fare l'amore, qualsiasi cosa voglia dire fare l'amore.
Genere: Angst, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mandy Milkovich, Phillip 'Lip' Gallagher
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Inventati un addio
 
 
2
Lip

“E io vorrei averlo fatto. Ora vorrei essere rimasto.
Vorrei aver fatto molte cose.
Vorrei essere rimasto davvero.” 
 
Mandy,
se fossi una persona migliore, se non fossi un Gallagher, inizierei col chiederti scusa. Ma sono Lip, sono pur sempre il figlio di Frank e Monica, e da due sbandati figli di puttana così non può venir fuori granché.
Sei andata via due giorni fa, sei andata via senza dir nulla, a dirmelo è stato Ian. La prima cosa che gli ho risposto è stata “almeno ci ho provato”, ed è qui che mi son riconfermato un Gallagher, perché era una bugia pessima, una bugia efficace e meschina come lo sono io, come ci sono nato io. “Io ci ho provato” è una bugia del cazzo, Mandy, perché potevo provarci di più, potevo provarci a tenerti, potevo provarci col rischio di farmi odiare, come tu hai fatto con me quando ti sei messa in testa che dovevo andare al college. Non ci ho provato, Mandy, non ci ho provato abbastanza, perché non sono un uomo, ma un Gallagher, ed essere figlio di Frank implica essere parte di qualcosa, parte dell’abbandono. Non ci ho provato perché non so amare granché, non ho sentimenti infiniti da offrire, ho altri cinque Gallagher che prendono di me tutte le cose buone, tutto il tempo, le possibilità.
“Sei un cazzo di ingrato, Gallagher”, mi diresti tu con quella tua espressione arrabbiata macchiata dal disgusto tipico dei Milkovich, e hai ragione, mi hai dato un futuro e mi hai detto Ti amo sperando io ricambiassi quel poco che serviva a farti restare, ma sono stato zitto, Mandy, ti ho detto solo che sei bella, che meriti di meglio, e chiunque ti direbbe che sei bella e meriti di meglio, e non ti ho detto Ti amo - le uniche parole in grado di farti restare.
Da perfetto Gallagher quale sono, ho amato una volta sola, ed è stata la volta sbagliata. E a quella persona ho chiesto scusa. Scusa di amarla. A lei ho chiesto scusa e non a te. Forse dovrei farlo ora, Mandy, ora che è troppo tardi potrei chiederti scusa, ma riesco solo a pensare cazzate sul bordo del lago Michigan, il fottuto lago Michigan, una sigaretta dietro l’altra e in lontananza i fuochi d’artificio. Chissà che cazzo ha Chicago da festeggiare. Certo non l’uomo che non sono, certo non che tu sia andata via.
 
Volevi andare via, Mandy. Me lo hai detto sempre e alla fine l’hai fatto senza di me. Ma non ti biasimo: ti ho fatto tanto di quel male che alla fine anche tu hai capito che spreco fosse aspettarmi. O forse lo hai fatto per non soffrire più per me – perché, che scelta avevi dopo avermi detto Ti amo così, come se non ci fosse più nulla da perdere? Che scelta avevi dopo il mio silenzio in risposta? Te l’ho già detto, Mandy: il mio amore non è infinito, non posso darne, l’ho finito tutto, ma penso non mi crederai, tu che dici sempre che sono meglio di molti altri, che sono il migliore del South Side, anche se ho fatto di tutto per dimostrarti il contrario.
Sono un coglione, Mandy. Sono come Frank, più di quanto mi piaccia ammettere. Una parte di me vuole esserlo, in realtà, perché in questa vita del cazzo è più facile essere un fallito, è più facile quando nessuno si aspetta niente da te, è più facile fallire senza averci nemmeno provato. Per questo ho fatto tutto per farmi espellere, quella volta che poi sono andato via di casa, per questo non ho voluto spedire le fottute domande al college, ma tu lo hai fatto per me, mi hai dato una via di fuga da questo inferno anche se la rifiutavo, anche quando cercavo una via di fuga dalla via di fuga – perché, Mandy, con una vita come la mia, con zero genitori e cinque fratelli, è facile farsi piacere le cose ordinate, vettori-molecole-equazioni, fottutamente facile. Così fuggivo, vettori-molecole-equazioni, ma le aspettative degli altri conoscevano sempre la scorciatoia e mi si piazzavano davanti. Ho pensato di rinunciarci, ho pensato di arrendermi al tremendo casino che è la mia vita, di cedere alle zie sepolte in giardino e alle sbronze di Frank, a Debbie che sta diventando una donna e a Liam che diventa sempre più grande e Carl che inizia a spacciare, a me che son sempre stato il supereroe, ma non ho mai voluto essere il supereroe. Vorrei essere come tutti gli altri, l’ho sempre voluto; non ho mai voluto salvare nessuno né essere in grado di farlo, nemmeno quando si parlava di te.
Dove sei, Mandy? Mi stai odiando? Ti stai buttando via con bastardi che non valgono un tuo capello? Potrai essere felice, adesso?
Non so se tutto questo possa essere spacciato per delle scuse, o per un grazie, ma a te nonostante tutto devo dire grazie. Grazie, Mandy. Vorrei dirtelo a voce, per una volta. Questa volta seriamente, senza scopare. Solo Grazie. Te lo direi quando non te l’aspetti, sempre in ritardo, come quella volta che alla tua finestra ho urlato Sono un coglione alla ricerca del tuo perdono. Forse un giorno ci rivedremo e te lo dirò sul serio: Grazie, Mandy. E ti dirò anche Scusa. Per tutte le cose che non ho voluto, io che voglio solo le cose sbagliate – io che non ho voluto nemmeno te, di nuovo per le ragioni sbagliate.
 
Mandy, penso a tutto quello che è stato e a quante cose ho sbagliato. Penso a te che avresti mille motivi per odiarmi e invece mi hai detto solo Ti amo. Penso che non ti ho salutato, che non ci ho provato abbastanza, penso che il mio amore lo meriti, che ad amarti posso provarci, non sarà poi così difficile amare te che sei bella da far male e brava a letto e meravigliosa.
Penso che posso provarci e che devo cercarti.
Anche se fallirò nell’amarti, non voglio arrendermi senza prima dirti l’addio che meriti. Se non Grazie, almeno Addio.
Sono un coglione Mandy, e tu sei andata via prima che ti portassi via io. Ma qui ci sono ancora i ricordi, ci sono i fuochi d’artificio sul lago a ricordarmi quelli che abbiamo messo su noi due quella notte sotto la ferrovia; c’è la finestra della tua stanza che non si accenderà più e ci sono io che finalmente scelgo di confessare. Se ricordo abbastanza in fretta, magari prima dell’alba sarò già in macchina, sulla strada che porta da te. Quindi proviamoci. Iniziamo daccapo, in ordine, come piace a me.
Chissà, magari alla fine di tutto m’inventerò un addio da raccontarti.
 

 

 
 
Note Autrice:
Scusate gli aggiornamenti dai tempi biblici, ma riesco a scrivere davvero solo in piccoli ritagli di tempo. Mi erano mancati questi due, mi era mancato tutto quello che possono essere. Come avrete capito, anche questa scena è ambientata dopo la 5x03. Mi piace pensare che sia simultanea a quella descritta nel capitolo precedente con la voce di Mandy. Con il prossimo capitolo inizierà con una carrellata di flashback – più qualche missing moments, se mi va – visti dagli occhi di lei.
Spero vogliate lasciarmi un commentino, dirmi cosa ne pensate. Intanto ringrazio le ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo e chiunque sia passato a dare un’occhiata.
Alla prossima,
 
Fox
   
 
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