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Autore: JamesPotter182    13/11/2015    9 recensioni
Partecipante al contest FantasiAuror 2015, organizzato dal gruppo Facebook “Cercando chi dà la roba alla Rowling (Team Harry/Hermione)”
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Teddy Lupin | Coppie: Harry/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Partecipante al contest FantasiAuror 2015, organizzato dal gruppo Facebook “Cercando chi dà la roba alla Rowling (Team Harry/Hermione)”
 
Nickname autore: JamesPotter182
Titolo: Paths and travels
Genere: One Shot
Pairing e/o Personaggi aggiuntivi: Harry/Hermione, Ted Lupin
Prompts: Ciondolo, cane, Ted Lupin
Rating: verde
Avvertimenti: Slice of life, missing moments
NdA: Spero solo che vi piaccia. Ciao spettinati!
 
 
Paths and travels
 
 
- Santo cielo sembro una ragazzina al primo appuntamento -
sbuffò l’uomo cercando di appiattirsi nervosamente i capelli e lisciando pieghe inesistenti della camicia
- Hai ragione Zio, ma in fondo è il vostro primo appuntamento, no? -
ridacchiò il ragazzo accanto a lui, osservando con occhio critico la cravatta che l’uomo si stava sistemando, con un gesto rapido allentò il nodo e la sfilò gettandola poi sul letto. Sbottonò poi il primo bottone della camicia bianca e sorrise.
 
Ted Lupin fece un passo indietro annuendo soddisfatto
- Per l’ennesima volta… non è un appuntamento -
ripeté ancora Harry Potter, volgendo uno sguardo stizzito al ragazzo di fronte a se.
Edward Remus Lupin, conosciuto da tutti come Ted o Teddy Lupin, lo fissava sghignazzando. L’uomo non poté che provare un moto d’affetto per quel ragazzo, d’altronde per lui era praticamente un figlio.
Dopo la morte di Remus e Ninfadora si era assicurato che a quel ragazzo non mancasse mai nulla, amore ed affetto in primis.
- Dai Zio, non fare il timidone. Adesso tu e la zia Hermione siete single… non ci vedo nulla di male. E poi vi ho sempre visto bene insieme, molto più di te e zia Ginny se devo essere sincero -
disse guardandolo negli occhi.
 
Harry sorrise tristemente mentre osservava distrattamente i capelli blu del giovane. Proprio come la madre anche lui era un metamorfomagus, prendendo anche un pizzico della sua sbadataggine. Dal padre invece aveva preso il carattere insolitamente calmo e l’infinita pazienza.
Volgendo di nuovo lo sguardo verso lo specchio osservò il suo riflesso. Un uomo di quarant’anni lo guardava dietro il solito paio di occhiali, i segni del tempo si incominciavano a mostrare con qualche sparuto capello bianco in mezzo alla disordinata massa di capelli neri, mentre il fisico rimaneva atletico grazie all’allenamento costante per prestare servizio negli Auror.
L’occhio cadde sul segno lasciato dalla fede. Il matrimonio con Ginny non era andato bene. Lei giocatrice professionista di Quidditch, lui comandante degli Auror, si erano semplicemente allontanati ogni giorno di più, nonostante i due figli avuti.
Si erano separati di comune accordo cercando di rendere il tutto meno difficile per Albus e James, ma soprattutto per Molly Weasley.
 
- Pronto? -
disse Ted distraendolo dai suoi pensieri
- Solo un’ultima cosa -
aggiunse Harry prendendo un pacchetto sopra il comodino, si infilò un cardigan grigio e prese la giacca a doppiopetto che il ragazzo gli tendeva. Infilò il pacchetto nella tasca interna
- Buona fortuna Zio -
sorrise Ted battendogli una mano sulla spalla
- Se hai fame il frigo è pieno e poi…-
- Si si, lo so… ora vai o zia Hermione si arrabbia -
disse il ragazzo, praticamente spingendo l’uomo fuori da Grimmauld Place.
 
L’aria pungente di metà Gennaio sferzò il volto di Harry, che osservò la neve caduta negli scorsi giorni ammonticchiata ai lati della strada. Gettando un’occhiata al cielo plumbeo si incamminò verso la sua meta.
 
Greenwich Park nonostante la neve era piena di gente. Bambini che si rincorrevano tirandosi palle di neve, coppiette che camminavano fianco a fianco e scolaresche che visitavano l’osservatorio e il planetario.
Venne distratto da un abbaiare felice e da due zampe che si posarono sulle sue gambe
- Beth! Come sta la mia cagnetta preferita?! -
esclamò il moro carezzando il Beagle che gli era corso incontro. Il cane lo guardò con i grandi occhi marroni mentre scodinzolava felice
- Elizabeth, così sporchi Harry -
disse una voce femminile. Hermione si avvicinò sorridendo e osservando i due.
I lunghi capelli castani erano legati in un elegante coda che lasciava scoperto il viso, il fisico snello era coperto da una giacca di lana grigio chiaro, dei jeans e delle scarpe sportive.
Harry la fissò un attimo rapito prima di riportare la sua attenzione sul cane
- Chi Beth? No, lei sa che può fare quello che vuole… vero Beth? -
disse prendendo in braccio il cane, che subito prese a leccargli la faccia
- Ok, ok… può bastare -
aggiunse posando delicatamente il cane a terra e volgendo tutta la sua attenzione alla donna di fronte a se
- Non pensare che io ti saluti dopo quello che hai appena fatto -
ghignò Hermione
- E dai, non vedevo Beth da una vita -
finse di lagnarsi il moro e allargando le braccia. La donna lo guardò e sorrise prima di stringere l’amico in un abbraccio
- Mi sei mancato comandante Potter -
borbottò beandosi del calore di quella stretta
- Anche tu Herm… anche tu -
sussurrò Harry.
 
- Devi raccontarmi tutto -
disse Hermione mentre passeggiavano nel parco
- Com’è il Giappone? -
aggiunse gettando una rapida occhiata a Elizabeth che camminava sul viale poco più avanti di loro
- Beh, è strano. Hanno una concezione molto diversa della nostra riguardo la magia. Molto più profonda e radicata, strettamente legata alla loro tradizione -
spiegò Harry.
Raccontò poi del suo viaggio che lo aveva visto allontanarsi per due settimane, restando lontano da casa e dai suoi familiari il giorno di Natale e Capodanno. Cercò di illustrare al meglio gli innumerevoli posti che aveva visto, la missione degli Auror nella caccia ai maghi per cui il Ministero Giapponese aveva richiesto espressamente l’aiuto della divisione inglese capitanata da Harry Potter, di cui avevano tanto sentito parlare.
Seduti su un tavolino di un bar all’aperto continuarono la loro chiacchierata
- I ragazzi come stanno? -
domandò Harry osservando l’amica da sopra la tazza di tè fumante
- Bene, Hugo è la solita peste, non perde mai occasione per dare fastidio a sua sorella… anche se ultimamente sto notando che vanno via via più d’accordo. E Rose… beh, Rose…-
- Rose è uguale in tutto e per tutto a te -
finì la frase il moro. Hermione sorrise
- E… R-ron, che dice? -
aggiunse l’uomo facendo salire sulle sue gambe il beagle, che si sistemò comoda acciambellandosi
- Cosa vuoi che dica? È sempre il solito Ron Weasley… ora convive con Luna. A Hugo e Rose sta simpatica e tanto mi basta -
sussurrò Hermione sorridendo triste e passandosi, più per abitudine che per altro, la mano sul segno della fede, come a volerci giocherellare.
 
Se Harry e Ginny si erano lasciati di comune accordo e serenamente, per Hermione e Ron non era andata così.
Il matrimonio dei due aveva sempre avuto alti e bassi, e non aveva visto miglioramenti con l’arrivo di Rose e Hugo.
L’incostanza di Ron come marito, impegnato a tempo pieno nella cogestione del Tiri Vispi Weasley aveva spinto i due fino al limite, fino al punto di rottura. Non ci mise molto Hermione a capire che qualcosa non andava, ma finse di non notare nulla per amore dei propri figli.
Se ne era accorto Harry, dai segni di nervosismo che vedeva ogni volta che si incontravano a casa Weasley o in una delle tante cene che organizzavano. Se ne accorgeva dalle occhiate che la donna rivolgeva al marito. Se ne accorgeva infine quando si incontravano loro due, soli, e lei cambiava argomento negando l’evidenza ad ogni costo. Come a voler proteggere gli altri dai loro problemi, come a voler proteggere se stessa.
- Capisco -
mormorò Harry allungando le mani sul tavolino e stringendo quelle di Hermione, in quel momento avvolte alla tazza bollente di tè, in cerca di calore. Lei persa nei suoi pensieri alzò lo sguardo sorpresa
- Ho un idea geniale! -
esclamò Harry facendola sobbalzare
- Partiamo, io e te. Abbiamo bisogno entrambi di una vacanza -
aggiunse subito dopo
- Disse quello tornato da poco da un viaggio di quasi tre settimane in Giappone -
rise Hermione all’uscita del moro. Passavano gli anni eppure il legame tra di loro era sempre più forte, solo lui riusciva a farle tornare il buonumore in così poco tempo
- Quello era lavoro, io parlo di una vacanza ve… ehi, possiamo andare lì! -
- In Giappone? -
- In Giappone! -
Harry saltò su eccitato, scordandosi di Elizabeth, che balzò giù offesa
- Scusa Beth… andiamo Herm, da quanto non ti prendi una vacanza come si deve? -
domandò l’uomo chinandosi in ginocchio per scusarsi con il cane e rialzandosi, togliendosi qualche pelo di dosso. Rivolse di nuovo lo sguardo all’amica
- Harry… non so, io…-
tentennò la riccia
- Herm. Ti ho detto dell’enorme biblioteca della magia di Tokyo? Più di cinquantamila volumi raccolti da ogni parte del mondo -
- Cinquantamila?! -
- Volume più, volume meno… non ricordo il numero esatto. Takeo, il nostro corrispondente, me lo ha detto ma queste non sono cose di cui uno si ricorda facilmente -
disse Harry grattandosi la testa. La donna lo guardò alzando il sopracciglio
- Ah si? Quale squadra di Quidditch ha vinto il campionato dieci anni fa? -
domandò Hermione incrociando le braccia e guardandolo tra il serio e il divertito
- Touchè -
rise il moro alzando le mani in segno di resa.
 
- Andiamo Herm, i ragazzi sono ad Hogwarts. Tu rientri a lavoro tra una settimana, si, mi sono informato tramite Jackson -
l’anticipò bloccando la domanda che stava per uscire fuori
- Se ci smaterializziamo alle dieci di stasera lì sono le sette di mattina -
aggiunse come se bastasse quello
- D’accordo. Va bene… non può che farmi bene un po’ di riposo. E tu -
sbottò Hermione
- Tu, mi accompagnerai in quella biblioteca come prima cosa -
aggiunse mettendo il guinzaglio al cane
- Vedrai che non te ne pentirai Herm… stasera alle dieci a casa mia -
esclamò felice l’uomo abbracciandola
- Accidenti, quasi dimenticavo… -
disse cercando qualcosa nella tasca interna della giacca
- Cos…-
- Buon Natale in ritardo. È solo un pensiero…-
aggiunse porgendo il pacchetto all’amica.
 
Hermione scartò lentamente il pacchetto e si ritrovò in mano uno strano ciondolo. Un’antica moneta giapponese bucata al centro e con dei pittogrammi incisi tutto intorno
- Chiedere è vergogna di un momento, non chiedere è vergogna di una vita. È un antico proverbio giapponese -
spiegò Harry. Hermione annuì in silenzio, era fin troppo adatto a lei.
Ancora una volta Harry aveva finito col fare centro. Lo strinse in un forte abbraccio prima di lasciarlo andare.
- Stasera alle dieci -
disse allontanandosi con il cane
- Alle dieci Herm -
sussurrò Harry sorridendo e stringendosi il cappotto.
 
 
 
   
 
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