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Autore: _hayato    13/11/2015    1 recensioni
– È semplice, – gli aveva detto – se pensi ne valga la pena si prova, altrimenti niente. – non era sicuro che, con la bocca piena di sangue, l’altro sentisse bene tutto quello che stava dicendo, ma non se ne curò. Avrebbe capito.
Elliot scosse la testa con un sorriso che, per quanto appena accennato, era bello e luminoso come non mai. Lo strinse a sé e Leo lo lasciò fare, posandogli la testa contro il petto e lasciando macchie di sangue sul cardigan scolorito da chissà quale lavatrice finita male. Sentì la mano calda dell'altro accarezzargli la schiena, le braccia che lo stringevano più forte. Si rese conto che, se mai avrebbe provato una sensazione lontanamente vicina alla felicità, in vita sua, sarebbe successo lì.
– Certo che ne vale la pena, idiota. –
E aveva ragione.
[modern!au]
Genere: Angst, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Elliot Nightray, Leo Baskerville, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Aveva imparato presto che, per quanto Elliot si arrabbiasse facilmente e corresse alle mani quasi quanto lui, era perfettamente consapevole della consistente differenza di stazza che c’era tra loro. Di conseguenza, evitava gentilmente di rompergli tutte le ossa ogni volta che una battutina tagliente (principalmente da parte sua), una tazza di the versato sui costosi libri di testo (tipico di Elliot) o un uso clandestino degli articoli da bagno altrui (pecca di entrambi) rovinavano la quiete della stanza. Di questo, Leo gli era silenziosamente ed infinitamente grato.

Aveva anche scoperto che, oltre ad essere un irascibile e pomposo figlio di papà che non aveva mai preso in mano uno straccio per la polvere nella bellezza di diciannove anni, Elliot era anche un fissato per l’ordine e il pulito, due cose che messe assieme davano risultati esilaranti. Bastava vedere il pullover di cachemire da trecento sterline che da blu navy era diventato quasi completamente giallino dopo che il genio si era versato addosso la candeggina. O, meglio ancora, pensare alla volta in cui scambiò la cera per pavimenti per detersivo e trasformò l’appartamento in una pista da pattinaggio – che tra l’altro, diventò l’attrazione del piano per una settimana intera dopo che Oz, l’inquilino della stanza accanto, si slogò un polso scivolandoci. Alla fine del primo semestre però era diventato perfettamente in grado di spolverare, pulire il bagno e lavare il pavimento senza rovinare nulla, il che faceva particolarmente piacere a Leo, che era quindi completamente esentato dalle faccende domestiche.

Per cui, aggiungendo anche il fatto che comprava la cena per entrambi senza mai chiedergli di pagare la sua parte, avere Elliot come compagno di stanza non era poi tanto male.

Fu per quello – e nulla che avesse a che fare col fatto che dividere l’appartamento con qualcuno di tanto servizievole lo facesse sentire un pelino in colpa, assolutamente – che quando un febbraio particolarmente gelido fece dono al suo coinquilino dagli anticorpi fallaci di un’influenza tremenda, invece di abbandonarlo al suo malanno e fregarsene tranquillamente, decise di mettere in pratica gli anni passati tra bambini perennemente raffreddati e prendersi cura di lui. Il che non fu affatto facile, sia chiaro. Per quanto l’influenza ne aveva indebolito il corpo, lo spirito polemico di Elliot ne era uscito indenne, se non fortificato. Nonostante la febbre lo intontisse e il raffreddore lo facesse parlare come un reduce di guerra, era sempre abbastanza sveglio da lamentarsi del disordine, imprecare contro le altre matricole che lo venivano a trovare e maledire il professore di anatomia che, a detta sua, spiegava troppo nonostante “quasi tutti gli studenti del corso” – ovvero lui e altre due povere anime – avessero l’influenza.

La storia andò avanti per due settimane, finché un giorno, tornato in camera, Leo trovò l’appartamento come nuovo, il the ancora caldo nella teiera e una quantità stupidamente alta di libri nuovi sul suo letto. Elliot, chino sui suoi tomi di medicina, borbottò qualcosa sui suoi gusti impossibili e il fatto che non sapesse cosa sarebbe potuto piacergli.

– E grazie, comunque. – aggiunse, incerto, dopo un po’.

Leo, per una volta, non si sentì autorizzato a rovinare quel momento facendogli notare come fosse arrossito.

 

 

 

 

 

 

yo. volevo fare in modo di aggiornare ogni sabato, in modo da avere una settimana intera per scrivere altri capitoli ed anticiparmi senza dover fre come al mio solito e trovarmi mesi di distanza tra un aggiornamento e l'altro. Di conseguenza, avrei dovuto aspettare domani per postare questo schifosissimo pezzetto, ma dato che oggi sono rimasta a casa e in qualche modo devo tenermi impegnata, ho pensato di sistemar tutto e postare oggi, per evitare di dimenticarmene domani. Non è esattamente il migliore tra quelli che ho scritto, è breve e sommario, ma schifo non mi fa. Spero non ne faccia anche a voi. Ringrazio con tutto quel poco cuore che mi resta AlnyFMillen e Lady Withe Witch per aver recensito, è sempre piacevolissimo sapere che quello che scrivo piace (almeno a voi) e sentire il parere diretto di altre persone.

   
 
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