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Autore: Sylvie91    13/11/2015    4 recensioni
-Perché il tuo libro ha il nome di Bilbo?-
-Non lo so, ti posso solo dire che il titolo non mi è nuovo… è come se l’avessi già letto, ma quando l’ho aperto ho scoperto che non vi è scritto nulla dentro-
Gandalf apre il libro con aria incuriosita, poi rialza lo sguardo verso di me e dice –C’è un capitolo-
-Cosa?-
- Si è scritto, c’è il racconto dell’incontro tra me e Bilbo, di te non c’è alcuna citazione al riguardo è come se non esistessi-
Gli prendo il libro dalle mani e comincio a sfogliarlo in maniera nervosa, leggendo a salti e in maniera incompleta; alla ricerca del mio nome, perché non è scritto? È come se non esistessi ed allora cosa sono in questo mondo?
... IN REVISIONE!!! MOLTI CAPITOLI CAMBIANO, ALTRI SONO RIVEDUTI E CORRETTI... vi auguro comunque una buona lettura se vi va! le recensioni vecchie non le ho cancellate ma saranno man mano spostate al capitolo corrispondente.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Bilbo, Gandalf, Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'angolo del nano.'
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Mi distendo sul letto spiumacciando i cuscini e rivolgo lo sguardo al soffitto lavorato con strani intarsi, cercando di seguire quelle che sono le linee formate dalle lavorazioni; il mio pensiero si rivolge a Fili e sono contenta di aver trovato il coraggio di dirgli di Christopher.
Anche se devo ammettere che con Fili mi trovo bene come con Christopher, dopo l’inizio burrascoso devo dire che mi piace davvero parlare con lui e stare in sua compagnia, è stato anche molto premuroso a vegliare mentre dormivo.
Tuttavia non posso vederlo che come un amico e niente più… non posso far traballare la mia relazione per Fili, per quanto lui possa essere affascinante e… basta Anaïs, se solo ci fosse Christopher, se solo potessi vederlo almeno una volta ancora.
Quanto vorrei poterlo nuovamente abbracciare e stringere contro di me, scombinare ancor di più i suoi capelli già spettinati, baciarlo e coccolarlo, sentire le sue braccia circondarmi quando ho freddo o quando ho bisogno di conforto.
Perché sono in questo mondo? Cosa c’entro io con questa vita… voglio la mia camera, i miei libri, voglio guardare Masterchef con la mia famiglia (lo ammetto mi manca quel figo di Cracco); e tutti questi dubbi sono nati perché Fili ci sta provando con me… e se ci riuscisse?
Starei qui o tornerei comunque a casa?
Io non sono di questo mondo, appena finita questa avventura non lo vedrò mai più; già dai presupposti una vita con Fili sarebbe impossibile; che cosa mi può mai offrire? Al massimo una Montagna, che come un ovetto Kinder nasconde come sorpresa un tenero drago sputafuoco.
Credo che la soluzione migliore è cercare di fare in modo che lui si disaffezioni a me, devo cercare di trattarlo con freddezza, gli potrei parlare del libro in modo da farlo desistere e magari si guarderà maggiormente attorno, alla fine sono l’unica donna della compagnia e neanche lui ha molta scelta.
Sì, questa è la scelta giusta… allontanarlo il più possibile da me e fargli notare che può avere altro, spero solo che questo piano non si ripieghi contro di me.
 
Il sole fa capolino nella stanza, svegliandomi dai miei sogni, mi stropiccio gli occhi e volto lo sguardo inconsciamente verso la poltrona vicino al letto, trovandola vuota.
Quasi mi dispiace nel non vedere Fili addormentato, scrollo la testa cercando di liberami dal pensiero del nano, devo ricordarmi della decisione presa ieri notte prima di addormentarmi e non devo avere ripensamenti; sono sicura che Christopher mi sta aspettando.
Come il giorno prima mi dirigo verso l’armadio e noto che ci sono i miei indumenti, li hanno solo lavati e mi hanno dato una camicia nuova, l’altra sicuramente sarà andata buttata via essendo stata rotta dalla freccia, con un sospiro di sollievo vedo che ci sono anche i miei stivali.
Mi vesto velocemente, temendo di aver dormito troppo rispetto ai miei compagni che sono abituati ad essere molto mattinieri, mi faccio una coda semplice ed alta guardandomi allo specchio, sbuffo alla vista dei parecchi centimetri di ricrescita castana che si scontra con il mio colore mogano.
Quando apro la porta, ormai pronta per uscire, ai piedi di questa sono appoggiate per terra le mie armi con sopra un bigliettino, lo apro e stranamente riesco a leggere cosa c’è scritto, contrariamente al libro di Bilbo le cui rune mi erano sconosciute : “Oggi si comincia l’allenamento! Ti aspettiamo davanti alla fontana appena ti svegli. I tuoi maestri Fili e Kili”.
Non posso fare a meno di sorridere a leggere  il biglietto, sorpresa da quanto loro hanno preso sul serio il loro compito, l’appoggio sul letto e velocemente indosso le armi per poi imboccare la strada per raggiungere il luogo dell’incontro, non vorrei che aspettassero troppo a lungo.
Arrivo al posto concordato e li trovo che stanno creando con una fune una specie di circonferenza di diametro di circa tre metri, insomma un spazio abbastanza grande –Buongiorno!- li saluto stiracchiandomi un poco.
-Buongiorno anche a te Anaïs! Lascia pure le tue armi cominceremo con le tecniche corpo a corpo.- mi risponde Kili, mentre Fili mi guarda appena, troppo preso da mettere a posto la corda per l’ennesima volta.
-Ehm… non credo che il combattimento corpo a corpo sia necessario.- rispondo, non è per vantarmi, ma dopo dieci anni di judo agonistico credo di essere capace di difendermi con le mani.
-Non vorrai già disubbidire ai tuoi insegnanti!- esclama Kili facendo il finto irritato.
-Non sia mai… ma ti ho avvisato.- ribatto cominciando a togliermi tutti gli armamenti sino a rimanere disarmata, mi accingo ad entrare nel cerchio e Kili mi raggiunge veloce, anch’egli privo di armi, mentre il fratello si mette al bordo del cerchio accedendosi la sua pipa.
-Allora è importante per un guerriero sapersi difendere con le mani prima che con le armi.- comincia Kili –Quindi cominceremo con questo, le regole sono semplici: nessun pugno al volto.-
-Paura di rovinarti il bel faccino.- sorrido stuzzicando il nano invitandolo a farsi avanti, mettendomi nella mia posizione da judo preferita; il nano preso alla sprovvista si avvicina velocemente e con un gancio cerca di colpirmi, ma lo evito facilmente e continuiamo così per un po’: lui che tenta di colpirmi e io che aspetto il momento opportuno.
Finalmente Kili seccato cerca di colpirmi con un diretto,  riesco quindi a prendergli il polso e girandomi su me stessa utilizzo la forza che ha impresso nel pugno per proiettarlo a terra; non contenta e tenendo ancora in mano il polso, gli blocco il braccio mettendolo in una posizione tale che basta un lieve frizione per romperlo.
Kili stralunato afferma – Come hai fatto? Non hai mai attaccato.-
-Ti avevo detto che il combattimento corpo a corpo non era necessario.- gli rispondo liberandolo dalla presa e aiutandolo ad alzarsi.
-Io invece credo che sia perché mio fratello è una schiappa.- interviene Fili alzandosi e cominciando a togliersi ogni spada e qualsiasi altra arma semi nascosta.
-Vuoi provare te, Fili?- gli chiedo, da una parte sono un po’ preoccupata… non voglio un contatto fisico con lui, perché sono sicura che lui contrariamente a me lo sta cercando.
-Con me non sarà così semplice…- avvicinandosi e togliendosi la casacca, passandola a Kili, rimanendo a petto nudo.
Mando giù a vuoto la saliva, studiando il fisico solido e muscoloso di Fili… lo sta facendo apposta quel maledetto, lo vedo dal sorrisino mezzo soddisfatto che mi sta rivolgendo, spero di toglierlo a suon di schiaffi prima o poi.
Ci ritroviamo in mezzo al cerchio, io accenno il solito inchino rigido come ero abituata prima di ogni combattimento, mentre Kili a lato si sposta massaggiandosi il braccio maltrattato, sedendosi poi sullo stesso posto in cui era prima Fili per guardarci appoggiato ad un albero.
Comincia Fili ed evito il pugno per un pelo, e riesco a bloccare il secondo con l’avambraccio; tento la presa solita di judo (NdA: la presa consiste la mano sinistra aggancia la manica dell’avversario, mentre la destra il bavero o comunque la maglia) ma quei centimetri in meno sono un vantaggio per il nano che riesce a liberarsi facilmente.
Sono veramente in difficoltà… Kili non è riflessivo nelle mosse che esegue quindi è bastato innervosirlo un po’ per farlo cadere in trappola, mentre Fili fa un paio di attacchi e poi smette come se voglia pensare ad un strategia di attacco.
Non so davvero cosa fare, le sue tecniche sono rozze e dettate dalla sua forza muscolare maggiore rispetto alla mia;  riesco a bloccare un suo pugno laterale con il braccio sinistro e da questa posizione cerco di entrare nella sua difesa attaccandolo con il mio corpo e cercando di squilibrarlo all’indietro.
Stranamente da questa posizione di vantaggio per me lo vedo sorridere, infatti dopo poco si sposta facendomi cadere sulla polvere; sono stata una stupida mi sono fatta distrarre dal suo maledetto sorriso dovevo falciargli le gambe e poi provare ad immobilizzarlo, ora invece mi trovo a pancia a terra.
Faccio per girarmi con l’intento di rialzarmi ma vengo bloccata a terra da Fili che senza remore mi schiaccia con il suo corpo, cerco inutilmente di sollevarlo, ma è tutto inutile e lui ovviamente ridacchia soddisfatto.
-Alzati, hai vinto.- affermo arrendendomi.
-Io sto abbastanza comodo, hai un corpo morbido.- ride cercando i miei occhi col suo sguardo azzurro.
-Questa affermazione non è un complimento… dai, alzati!- ripeto cercando di spingerlo ancora.
-Chi ti ha insegnato a combattere così?- mi chiede poi seriamente.
-Un maestro di una terra lontana.- rispondo di nuovo arrendendomi al suo peso.
-Padroneggi delle tecniche strane.- sussurra come se lo stesse ripetendo fra sé, per poi avvicinarsi al mio orecchio –Sono sicuro che non ti dispiace questa situazione.-
Io arrossisco innaturalmente sentendolo ridere contro di me, maledetto… -Lasciami, Fili!- continuo ad urlare  e muovermi nuovamente, finchè non riesco ad assestargli un calcio sugli stinchi fuggendo velocemente alla sua presa, rimanendo sempre a terra.
Pur dolorante il nano mi guarda sempre malizioso facendomi diventare rossa, come una fragola matura, mi alzo velocemente e scappo via da Kili…non va bene così, per fortuna che dovevo essere più distaccata… accidenti, povera me.
 
Ormai sta calando il sole ed io trovo con la mia spada in mano intenta ad imparare velocemente gli schemi di scherma che Fili e Kili mi hanno proposto; il biondo guarda attento ogni mio passo mentre scambio qualche colpo con Kili, sistemandomi i piedi sempre troppo a papera e la schiena per raddrizzarla.
Con la scusa di questi insegnamenti quel nano tocca sempre un po’ troppo, anche se delicatamente; c’è una dura lotta dentro di me da una parte il pensiero di Cristopher che arriva sempre prepotente, dall’altra parte sento che la mia volontà sta vacillando.
-Raddrizza quei piedi Anaïs, non sei qui a fare un balletto.- mi sgrida nuovamente Fili, mentre paro un colpo di Kili.
-Fili, è stanca… è da ore che andiamo avanti e questo è il suo primo allenamento.- cerca di difendermi Kili abbassando la sua arma.
-Ha solo una settimana per imparare a difendersi…- gli ricorda il maggiore –Continuate gli schemi.- ordina poi perentorio, con la voce impostata molto simile all’intonazione che solitamente usa Thorin.
Kili ricomincia sbuffando ad attaccarmi, mentre io cerco di concentrarmi ripetendomi che non ho alcun dolore alle braccia, quando in verità se i miei arti fossero autonomi si staccherebbero e mi manderebbero a fare in culo.
Continuiamo ancora un poco finchè una voce stridula ci chiama prima da lontano e poi avvicinandosi piano piano –Fili, Kili, Anaïs la cena è pronta!- ci avvisa Ori.
-Per il momento chiudiamo qui l’allenamento.- afferma Fili con le braccia incrociate muovendosi verso Ori; io stanca butto la mia spada per terra, in verità non ho per niente fame preferisco andare a farmi un bagno e poi a dormire.
Mentre i nani si dirigono verso la tavola imbandita della sera precedente, io li depisto andando verso la mia camera; ieri un po’ per pigrizia e un po’ per sonnolenza non mi sono lavata e adesso non vedo l’ora, vado a passo deciso nel bagno e mi ingegno per riempire la vasca.
L’acqua è gelata, ma è meglio di niente alla fine devo solo rinfrescarmi e togliermi di dosso la puzza di sudore, agguanto una piccola ampolla e ne verso un goccio sull’acqua e subito si sente una fragranza fresca di rose.
Mi rilasso sempre di più, sento i miei muscoli sciogliersi e il dolore farsi sempre più lontano; mi serviva una pausa dopo tutta una giornata con quei due inarrestabili fratelli.
Chiudo gli occhi e solo dopo un bel po’ li riapro guardando le mie mani e la pelle ormai raggrinzita sulle dita; esco dalla vasca attenta a non combinare troppi disastri e mi copro con un grande telo annodandolo all’altezza del seno.
Appena entro in camera noto sul letto una terrina di insalata con un po’ di carne dentro oltre alle posate e con affianco la mia spada, sul fodero di questa c’è un biglietto firmato; lo leggo un attimo e mi spunta naturalmente un sorriso.
“Mangia, che domani continuiamo. Per oggi sei andata bene.
Fili.
p.s. puoi non credermi ma ho aperto appena la porta del bagno, per poi chiuderla subito.”



Ciao : )
Come potete notare ho allungato la permanenza a Gran Burrone! Da una parte è necessario che lei impieghi un po’ di tempo per allenarsi e anche per relazionarsi coi nani in una situazione tranquilla e non di corsa!
Fili la marca stretto contrariamente alla versione originale, da una parte mi piace pensare che sia più intraprendente di quanto avevo descritto prima!
Nella versione originale la protagonista vinceva anche contro Fili, ma ho deciso di cambiare perché sembrava troppo Mary Sue… voi che dite?
Allora come sempre ringrazio tutti in particolare Tata Tatosa che ha aggiunto la storia tra le preferite! Oltre a quella de “la storia di un nano”!!! :D
A presto
Bisous
Sylvie
 
   
 
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