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Autore: B_Regal    13/11/2015    1 recensioni
[Raccolta di One Shot indipendenti]
Dall'ultimo capitolo:
Ormai è quasi certa che sia un effetto di quel posto, non poter essere sereni.
Non che la sensazione le sia nuova, ma gli eventi di quella giornata sono stati duri persino per una come lei e ora ne sente il peso tutto insieme, come un grosso macigno sul petto che le mozza il respiro.
E’ lì fuori già da un po’ quando avverte una presenza dietro di lei e per un momento si irrigidisce, ma poi una mano calda le sfiora la guancia e quel tocco lo riconoscerebbe ovunque.
E non sa bene come succede, ma un istante dopo sta singhiozzando contro il suo petto.

SPOILER 5x12!
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Henry Mills, Regina Mills, Robin Hood, Roland
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Un'altra traduzione, di un'altra deliziosa shot che ho trovato su tumblr e che ho tradotto con piacere perchè lo spazio che stanno dedicando a Robin e Regina è sempre più poco, e la nascita del bambino si avvicina e ancora non li abbiamo visti affrontare veramente quello che gli sta capitando.
Per fortuna ci pensano i fan, a rimediare, offrendoci quelle che potrebbero essere scene mai mandate in onda.
Questa si colloca nell'episodio che vedremo domenica, ed è stata ispirata dalle stills degli eroi legati agli alberi nella foresta.
Che sia il momento buono per un confronto?



Poteva leggergliela negli occhi, la frustrazione. Filtrava da ogni poro del suo viso mentre si contorceva e lottava contro le funi che la incatenavano all’albero davanti a lui.
Avrebbe voluto dirle che era inutile, ma sapeva che sarebbe solo uno spreco di tempo. Erano stati lì per ore da quando Merlino era stato intrappolato sotto il controllo di Arthur. Li aveva mandati da qualche parte nel profondo della foresta, cosa che normalmente avrebbe fatto Robin sentire al sicuro, se non fosse stato per il fatto che quelli non erano i suoi boschi. Non li conosceva e non era così sicuro di potervi scappare, anche se fosse riuscito a liberarsi dalle corde che lo intrappolavano dolorosamente contro l’albero. Non si era mai sentito così inutile in tutta la sua vita. Tutto quello che poteva fare era fissare davanti a lui la sua anima gemella ugualmente intrappolata. I suoi capelli scuri oscillavano contro le spalle e un altro ringhio scappò dalla sua bocca mentre tentava inutilmente di torcere le spalle sotto la corda.
“Regina” Disse, gentilmente “Devi smetterla, non funziona.”
La disperazione colorò i suoi occhi mentre lo guardava, senza fiato “Lo so, Robin. Ma i nostri figli sono ancora là fuori e la loro unica protezione è un lupo di 65 anni che non ha neanche una vista decente, figuriamoci prendere una mira. Quindi se lottare contro queste corde è l’unico modo che ho per aiutarli allora immagino che dovrò continuare a farlo!”
“Granny li terrà al sicuro!” Rispose Robin, fiducioso “Può fiutare il pericolo a miglia di distanza, lo sai.”
In tutta onestà, la sicurezza di Henry e Robin pesava nei pensieri di Robin da quando erano stati catturati ma sapeva che avrebbe solo aumentato la preoccupazione di Regina se gliel’avesse detto. Doveva credere che Granny sarebbe stata in grado di tenerli al sicuro. Non voleva neanche pensare alle alternative.
Regina si appoggiò al tronco dell’albero con un respiro tremante “Sono davvero un’idiota!”
Lui la guardò confuso “Regina..”
“Io l’ho portata qui!” Rispose, stancamente “E’ stata una mia scelta portarla, ed è stata una mia scelta lasciarle mettere in atto il suo piano. Avrei dovuto sapere che ci avrebbe fregati alla prima occasione, sono stata una stupida a credere di avere il controllo su di lei dopo tutto quello che ha fatto!”
Robin sentì un mattone di senso di colpa scendergli dritto nello stomaco, guardandola sbattere gli occhi contro le lacrime e la frustrazione “Mi dispiace!”
Lei lo fissò con gli occhi colmi di confusione.
“Mi dispiace che lei sia ancora nelle nostre vite per colpa mia.” Sospirò solennemente “Ero così concentrato sul mio onore che non sono stato in grado di smascherare il suo inganno.”
Regina chiuse gli occhi e scosse la testa, dolorosamente “Oh, per favore Robin no. Non adesso..”
“Perché non adesso?” Rispose alzando le spalle quel tanto che poteva con le corde “Lo eviti ogni volta che cerco di tirare fuori l’argomento. Ogni volta che provo a parlarne tu mi distrai, o scappi o trovi qualche scusa per non dirmi una parola. Quindi perché non adesso?”
Lei guardò in un'altra direzione sospirando. Era vero che alla tavola calda gli aveva detto che avrebbero trovato un modo per affrontare la situazione insieme, ma le cose erano andate troppo velocemente da allora. Emma era diventata il signore oscuro e loro si erano precipitati a Camelot per salvarla. Ogni volta che Robin l’avvicinava per parlare della questione del bambino lei sentiva come un blocco di cemento sul petto. Non voleva affrontarlo. Non ancora, almeno.
Robin sospirò pesantemente contro l’albero mentre sussurrava quelle sei parole che l’avevano tormentato per settimane “Vorrei che fossi tu..”
“Cosa?”
“Vorrei che fossi tu a portare in grembo mio figlio.” Rivelò con aria colpevole “L’ho desiderato dal momento in cui ho scoperto di questo bambino e mi odio per questo. Mi odio per non essere in grado di pensare a mio figlio senza pensare ai modi in cui avrei potuto impedire la sua esistenza o cambiare le cose in qualche modo. Ogni volta che ci penso tutto quello a cui riesco a pensare è a quanto vorrei che fosse tuo e non suo.”
Quelle parole erano un pugno nello stomaco e lei non poteva che rispondere che con il silenzio.
Lui aggrottò le sopracciglia “Potresti dirmi qualcosa, per favore?”
Ancora una volta lei sfuggì al tuo sguardo “Cosa vuoi che ti dica Robin? Che non sto male per quello che è successo? Che questa situazione è semplice per me? Che vedere lei darti l’unica cosa che non posso darti io non mi strazi? Perché lo fa!”
La corteccia dell’albero le punse la schiena mentre prendeva un respiro profondo per tenere sotto controllo le emozioni “Ogni singolo giorno, da quando ho saputo di questo bambino, ho desiderato di essere la persona che te lo stava dando. Credevo che tu avresti potuto avere questo bambino ed essere felice e non sentirti in colpa, che io avrei potuto cancellare un po’ del tuo dolore per quello che ti è successo a New York ma.. non ci riesco. La situazione in cui siamo è dolorosa.. per entrambi. E io sto cercando di tenere a freno tutti i miei istinti e concentrarmi sui sentimenti positivi e non quelli negativi finchè non sarà finita.”
“Ma non finirà mai, Regina” Sottolineò Robin “Questo bambino è per sempre. Mi hai raccontato di come crescere Snow ti abbia distrutto. Come vederla ogni giorno e ricordare e cosa ti aveva fatto ti ha tormentato fino a farti impazzire. Ho paura che quando ti porterò questo bambino e te lo metterò tra le braccia tutto ciò che proverai è il dolore che ti ho causato più e più volte e non è quello che voglio.”
Lei sospirò pesantemente a quelle parole e lui la guardò con gli occhi pieni di lacrime “Se volessi lasciar perdere.. io capirei.”
I suoi occhi si spalancarono “Che?”
“Se tutto questo è troppo difficile per te.. puoi lasciarmi.” Ripetè tristemente, fissando il suolo della foresta “Non sarei arrabbiato, non potrei biasimarti. Capirei..”
Lei lo fissò serrando la mascella “Sei un idiota!”
Lui notò la scintilla di rabbia nei suoi occhi e non rispose.
“Pensi che ti lascerei?” Sputò allora Regina, con rabbia “Robin io ti amo! Amo ogni parte di te e questo significa che non ho intenzione di andare da nessuna parte. Pensi che non possa amare tuo figlio? Lo amo già! Ed è questo che mi spaventa!”
“Perché ti spaventa?”
“Perché qualcosa che amo è.. è nelle mani di qualcuno che non vuole fare altro che farmi del male.” Rispose disperatamente “Ogni volta che penso a tutto il potere che ha adesso per ferirci quasi desidero che fosse stata la vera Marian ad attraversare il portale, almeno adesso non sarei così terrorizzata dall’idea che possa fare del male al bambino o scappare con lui o dio solo sa cos’altro!”
I timori di Regina si riversavano dalla sua bocca come un fiume su una scogliera e dovette prendere un respiro profondo per calmarsi. «Dicevo davvero quel giorno all’ospedale. Non voglio stare più essere d’ostacolo alla mia felicità. Tutto quello che desidero per noi è poter essere una famiglia con i nostri figli, senza la minaccia di quella donna costantemente appesa sopra le nostre teste. "
"E’ ciò che desidero anche io", esclamò Robin con un piccolo sorriso. "Non voglio niente di più che tu riesca a sconfiggerla e mi dispiace che stia usando il nostro bambino come scudo per fermarti."
"Beh, non sarà protetta per sempre"  ringhiò Regina. "Il bambino nascerà prima o poi e allora non credo che sarà ancora in grado di trattenermi!”
"Non credo che avrò ancora intenzione di chiedertelo" borbottò Robin. "Penso che tutti noi vogliamo solo che sparisca.”
Lei lasciò andare una piccola risatina, prima di voltarsi, di nuovo seria "Mi dispiace aver permesso che ti accadesse questo.”
Scosse la testa verso di lei. "Nulla di ciò che è successo è stata colpa tua."
"Ha usato te per colpa mia."
"Ha usato me perché è una psicopatica", replicò Robin con forza. "Le hai offerto la possibilità per migliorarsi, per trovare ciò di cui aveva bisogno e l’ ha rifiutata. E’ stata una sua decisione. Stava cercando di distruggere tutto ciò che ami e francamente sono contento abbia iniziato con me, piuttosto che con Henry. Non ti ho mai ritenuta responsabile di tutto ciò che è successo e non lo farò mai."
Lei gli sorrise mentre gli occhi le si velavano di lacrime. Nel suo cuore sapeva che non le avrebbe mai attribuito la colpa per le azioni di Zelena, ma sentirglielo dire lo rendeva più facile da credere. Lo avrebbe baciato se non avesse avuto quelle maledette corde a imprigionarla.
"Troveremo un modo per liberarci da queste corde” Esclamò Robin, incoraggiante. "E poi sconfiggeremo Arthur e Zelena e finalmente libereremo Emma dall’oscurità."
"Sembri proprio sicuro che ce la faremo" mormorò.
“Certo che lo sono" rispose con un sorriso. "Posso fare qualsiasi cosa fino a quando ho te."
Regina sorrise di nuovo, ma il sorriso si spense quando sentì dei passi avvicinarsi da dietro l'albero. Merlin apparve con uno sguardo torvo sul suo volto. “È qui”
 
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