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Autore: LesA7X    14/11/2015    1 recensioni
Una nuova vita qui ad Huntington Beach, nuovi amici, nuova scuola, nuove abitudini. Leslie,una ragazza timida e insicura, dovrà iniziare tutto daccapo, cercando di trovarsi a suo agio in ogni situazione. Ma un ragazzo in particolare la aiuterà a rifarsi una vita, sarà per lei un punto di riferimento, un nuovo amico...o forse no. Ecco una storia incentrata su colpi di scena, amore, amicizia e naturalmente gli Avenged Sevenfold non possono mancare!
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zacky Vengeance
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 13

 

 

Ed ecco fatto.

Mi ritrovavo ancora in quello stato di inerzia, confusionale, in un mondo completamente distaccato da quello esistente.
Quel vetro che teneva separata me dagli altri, che sembrava essersi frantumato, stava ricostruendosi dirompente.
Se avessi potuto farlo, avrei alzato bandiera bianca e detto 'ciao ciao' al mondo.
Ero stanca di quella situazione.
Realizzai che prima che il mio stato si alterasse, stavo ricostruendo ciò che mi ha portato a soggiornare qui ed era inutile svincolarsi dal problema, dovevo cercare di ricordare se volevo tornare a vivere.

 

Zacky era accanto a me, mi teneva la mano, come per cercare quel conforto che non potevo dargli.
E mi odiavo per questo.

Le mani calde mi accarezzavano le nocche, fredde come il ghiaccio, ma la cosa peggiore era sentire i suoi sospiri fra l'esasperazione e il briciolo di speranza che alloggia, non so come, anche nel cuore più affranto; quella speranza in una parola, in un sospiro, in un cenno che avrei potuto dare e che tutti aspettavano con distruttiva pazienza, ma che tardavano, tardavano e ancora tardavano ad arrivare.

Avrei voluto piangere.


Zacky si stese sul letto, accanto a me, noncurante dei fili e tubicini vari che mi collegavano a flebo e macchinari strambi, sentivo il suo calore e le sue grandi braccia che mi circondavano la vita. Il suo viso affondò nell'incavo del mio collo, e in breve tempo quel ragazzo che appariva forte e impavido di fronte agli altri, si addormentò come un bambino che stringe il suo peluche nell'ora della nanna.

Dunque era così…la mia assenza rase al suolo i miei cari e i ragazzi. Oh, i ragazzi...varie volte cercarono di sdrammatizzare la situazione nonostante le circostanze, ma con scarsi risultati: parlavano di uscite, cinema, serate allo scopo di distrarsi un po'.
Cazzo, non volevo questo.
L'ultima cosa che avrei voluto era rattristare l'esistenza di chi mi stava attorno.

 

I miei pensieri furono improvvisamente interrotti da strani borbotti di Vee.

<< Non dovevi andare… >>

Andare dove?

<< Se non fossi andata a quella stupida lezione di tennis adesso non saresti qui >>

Cosa intendeva?
Ero a tennis prima di trovarmi qui?
Dunque ero stata colpita alla testa durante una partita?

Non capivo.

Un flash di mille immagini percorse la mente, in un secondo rivissi tutto. Io, tennis, un gruppo di vandali che mi violentò: i pezzi del puzzle combaciavano, gli eventi si ordinarono e tutto acquistò un senso.

Sentivo gocce di sudore che si facevano strada lungo la fronte, le vene pulsavano e un caldo insopportabile percorse tutto il corpo. Il respiro si fece più affannoso, deglutii nervosamente e, non so come, staccai il busto dal letto, spalancando la bocca in uno spasmo assurdo, come se fossi stata sepolta viva.
Boccheggiai violentemente nel letto, con gli occhi sbarrati.
Zacky si svegliò di soprassalto e, dallo spavento, piombò a terra sgranando gli occhi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ero viva.

Avevo rotto quella lastra di vetro.

Avevo vinto.

Mi sentivo spaesata, come una neonata appena venuta al mondo, incosciente di ciò che le aspetta.
Su di me, sei mani occupate a trafficare chissà quali aggeggi medico-scientifici e le voci irruenti di mamma e papà che cercavano di farsi spazio tra l'equipe di medici.
Una situazione alquanto traumatica e umiliante.

Avevo le mani dei dottori ovunque: sul petto, sul viso, sulle braccia, vagavano come se fossi una macchina guasta che necessitava di riparazioni, e non facevano altro che ripetere a squarciagola il mio nome: << Leslie! Leslie! Leslie! >>.
Dalla mia bocca uscì un deludente mugugno, ma sufficiente per far capire ai presenti che c'ero e che li sentivo forte e chiaro. Cercavo di trarre conforto vagando con lo sguardo, scrutando quei volti coperti da mascherine e che sapevano perfettamente ciò che stavano facendo. Tutti tranne me. 
Non sapevo nemmeno come avevo fatto a svegliarmi da quel coma, figuriamoci a capire ciò che stava succedendo!

In breve tempo fui trasportata in un'altro reparto, mamma, papà e il mio Zacky mi seguivano a passo svelto, cercando invano spiegazioni. Le urla, la tensione e lo smarrimento regnavano sovrani.

<< Dove state portando mia figlia!? Rispondetemi! >>

<< Signora, la stiamo portando in una stanza più idonea, si è svegliata, dobbiamo controllare che tutto vada bene >>

<< Fatemela vedere, adesso! >>

<< Non credo sia possibile. La prego di aspettare qui, così come il signore e il ragazzo >>

<< Credo di aver già aspettato abbastanza, dottoressa! >> urlò scontrosa, ammutolendo la giovane in camice. 

Intanto la mia barella si spostava velocemente, come una gara di Formula 1 e ben presto mi ritrovai in una stanza isolata, molto simile alla precedente.

<< Adesso ti faremo dei test, ok Leslie? Stai tranquilla, sei stata fortissima >>

Annuii, tanto ormai avevo perso il possesso del mio stesso corpo.

Ero in mano loro.

 

Mia madre si fece strada e apparse sull'uscio della stanza. Non le importava di ciò che dicevano i medici, l'amore per la propria figlia la faceva lottare contro qualsiasi cosa.
Zacky e mio padre la raggiunsero pochi secondi dopo e così, come dal nulla, iniziai versare una, due, tre lacrime senza un motivo ben preciso. O forse un motivo c'era. 

Quel viso spossato di chi non dorme da settimane e i capelli arruffati e indisciplinati, indice di poca voglia di curarsi, indice di insonnia, di notti in bianco e di chissà quante tazze di caffè bevute come se fossero bicchieri d'acqua.

Il mio Zacky.

La sua vista mi provocò una fitta al cuore non poco dolorosa. Subito il ragazzo si avvicinò a me, indifferente verso tutto e tutti e, mentre asciugava con il pollice le mie lacrime, si lasciò sfuggire un sorriso a tutti denti e un tenero, dolce, inaspettato "Ti amo".

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

I raggi del sole entrarono nella stanza grigia attraverso la tendina come per augurarmi un buongiorno, disegnando in aria dei fasci di luce spettacolari, di bellezza ipnotica. Mai avuto un risveglio così bello, o forse, ero rimasta così tanto tempo con gli occhi chiusi da dimenticarmi come fosse la luce. Affianco a me c'era un comodino e sopra una cartella con il mio nome e miei dati anagrafici. Era deprimente. L'intera stanza era deprimente. I colori assumevano tutte le sfumature del grigio e del bianco, in contrasto con quei raggi di sole che entravano dalla finestra. C'era bisogno di una sana spruzzata di vernice random, una di quelle che comprende persino il pavimento. Al solo pensiero mi venne da ridere.

Mossi le braccia, le gambe, ruotai la testa: non c'è niente di più bello che sentirsi vivi. Sebbene mi sentissi in gran forma, mi era stato proibito di alzarmi dal letto in assenza di una infermiera che mi potesse aiutare, ma pazienza: per adesso mi sarei accontentata di questo.

Alla fine, nulla va dato per scontato: siamo esseri dalla vita fragile, esposti a qualsiasi evenienza, ma non ce ne accorgiamo finché non siamo in quel pericolo in cui mettiamo al primo posto la nostra sopravvivenza. Non siamo immuni rispetto agli altri, guardare il mondo come se fossimo in una bolla di vetro non ci porterà da nessuna parte.
Non c'è nessuno dotato di un fiocco rosso, per quanto fortunato e previdente tu possa essere, rimani pur sempre umano e quindi soggetto a qualsiasi situazione, bella o brutta che sia.
Nel mio caso, dovevo farmi forza e riprendere in mano quella quotidianità che può sembrare scontata e noiosa, ma non lo è poi così tanto; quando rischi di non averla più, le dai un valore impareggiabile e la brami, la idolatri.
Sì, ci sarei riuscita.
Sono forte abbastanza da superare anche questa, sarei ritornata a casa, a scuola, avrei fatto la pazza con Jimmy, Matt, Johnny e Brian, avrei amato ancor di più Zacky e avremmo rubato tanti, tanti cartelli stradali.

<< Buongiorno, Leslie. Come ti senti? >> chiese un'infermiera, entrando timidamente nella stanza.

La sua voce mi era molto familiare, poi lessi il cartellino sul petto: "Margie". Era proprio come me la immaginavo: bassina, magra e minuta, con i capelli mori e ondulati raccolti in una coda di cavallo, e gli occhi anch'essi marroni. Era proprio una bella donna.

<< Molto bene grazie >>. 

<< Che bel sorriso! Dimmi un po', hai avuto strani dolori questa notte? Hai dormito bene? >>

<< No, nessun dolore, e sì, ho dormito bene >>

<< Fantastico. Ti metto la nuova sacca di flebo; tra un'ora dovrebbe arrivare il dottor Bayer a fare dei controlli >>

<< Quando potrò ricevere visite? >>

<< Presto, cara, non ti preoccupare per questo >> mi fece un sorriso rassicurante e si avviò verso l'uscio << i tuoi genitori e il tuo ragazzo saranno felici di vederti >>.

 

 

 

 

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Buonasera cari lettori!!! <3
Da quanto tempo!! Quanto mi è mancato scrivere! :D
Spero che il capitolo vi piaccia, ero troppo presa dall'entusiasmo di avere di nuovo il computer tra le mani che forse mi sono lasciata trasportare un po' (spero che non sia uscita fuori una cosa troppo noiosa xD). Vi avviso, la storia sta per giungere al termine, altri due o tre capitoli e poi ci siamo. Ultimamente mi sto dedicando molto al disegno, specialmente ai ritratti degli Avenged e vari anime; vorrei tanto farvi vedere come sono venuti, ma non so proprio come si faccia a caricare immagini xD. Spero però che possiate gradire lo scritto xD.
Detto questo, vi saluto e vi ringrazio tanto per aver letto l'episodio <3

Un bacio,
LesA7X

   
 
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