«Malekith, abbiamo perso i contatti con la Z14B1!»
L'ologramma della Cuore Rosso, al momento sintonizzato sul cataclisma all'esterno della nave, è testimone dello
schianto.
Malekith scarica un pugno sul quadro dei comandi. «Dannazione!» ringhia. «Non abbiamo possibilità di superare la
barriera degli asgardiani...» Tace per un secondo, riflettendo. «A meno che...»
Lentamente, la sua mano scende sulla teca di vetro che protegge un lucido pulsante bianco.
«No, signore, non possiamo... le altre navi si schianteranno!» Quell'idiota di un elfo lo sta fissando a occhi
sgranati.
«Non c'è altra via.»
Così Malekith schiaccia il bottone, attivando la propulsione d'improbabilità infinita.
~fin~
Angolino d’autrice:
Dedicato a quel geniaccio di Douglas Adams.
Naturalmente, l'unica navicella che riesce a non disintegrarsi sulla barriera magica o a cadere vittima delle armi
asgardiane - che anzi, approda incolume nella sala del trono - è proprio quella di Malekith. Eh, ma che
coincidenza!
Permettetemi, inoltre, la licenza poetica di quegli occhi sgranati.