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Autore: FrancyF    15/11/2015    2 recensioni
Era così arrabbiato, che avrebbe preferito morire. Si sarebbe stato meglio, così non sarebbe più ricascato in quella merda. Provocando solo casini: non c’è l’avrebbe fatta ad affrontare di nuovo lo sguardo compassionevole di sua madre, a confessare tutto a Lea. Non l’avrebbe di certo biasimata se, una volta saputo l’accaduto, avrebbe deciso di lasciarlo. Di andare via da lui. Ma senza di lei lui non era niente, tanto valeva affrontare la morte.
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Cosa sarebbe successo se Cory non fosse morto quel maledetto 13 luglio 2013?
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cory Monteith, Lea Michele, Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Cory e Lea non avevano avuto dubbi: la loro luna di miele doveva per forza essere a Cabo. Adoravano alla follia quel posto: le spiagge, il mare, la pace. Certo avevano girato il mondo assieme, avevano visto posti straordinari, come l’Europa; ma volevano passare u po’ di tempo in totale tranquillità. E Cabo San Lucas in Messico era la metà ideale.  
-Ancora? Cory finiscila dai!- Lea non riuscì a trattenere una risata mentre con una mano copriva l’obbiettivo della flip – cam del ragazzo –mi hai già fatto centinaia di foto in un solo giorno! Non ti bastano?-
-No- il canadese le rivolse il suo mezzo sorriso, prima di attirarla a se, facendole appoggiare la testa sul proprio petto –perché non ne ho mai abbastanza di te. Voglio catturare ogni singolo minuto del nostro viaggio di nozze-.
La ragazza non resistette e lo baciò. Aveva davvero il marito più dolce di tutto il mondo.
-Si ma siamo nudi nel letto d’albergo, quindi sarebbe un problema se qualcuno vedesse queste foto-.
-Mmmm…- Cory non la stava realmente ascoltando… e come poteva? In quel preciso istante aveva tutto quello che aveva sempre sognato: essere nudo in un letto con Lea Michele, sua moglie. Non riusciva ancora a crederci di quanto la sua vita fosse cambiata in meno di un anno. Soprattutto non riusciva a credere di avere una moglie così straordinaria, Lea era il suo tutto e l’aveva sempre sostenuto, andando contro tutti. Era la sua vita, il motivo per cui respirava. E ora che erano sposati la sua vita sembrava finalmente completa.
-A che pensi?-
-A quanto sono fortunato ad avere una moglie come te- .
Lea arrossì.
-Smettila, sei meraviglioso anche tu lo sai- la brunetta si lasciò sfuggire un sonoro sbadiglio.
-Sei stanca?-
-Si. E per oggi puoi scordarti il sesso Monteith, le mie ossa mi fanno ancora male-. 
Lui rise di gusto, fiero di cosa avete fatto con lei tutta la notte.
-Beh non è colpa mia se tuo marito è un dio del sesso…-
-Scemo!- lei gli tirò un buffetto affettuoso sul petto, e sbadigliò di nuovo.
-Dormi allora- la baciò sulla fronte- ti amo Lee-.
Lei borbottò un “ti amo” e cadde subito in un sonno profondo.
Cory sospirò tranquillamente, non aveva sonno ma non aveva alcuna intenzione di muoversi o di cadere addormentato. Non poteva perché non si voleva perdere lei. Era così bella quando dormiva, aveva l’aria di una bambina indifesa. E lui doveva e voleva proteggerla da tutto.
Era sua per sempre adesso.
 
I giorni seguenti passarono avvolti da una felicità disarmante. Fu come se la luna di miele avesse fatto dimenticare a Cory e Lea tutte le fatiche che avevano compiuto nell’ultimo anno: lo spettro della riabilitazione di Cory era sempre presente, ma ora, messo a confronto con il loro grande amore, con la loro felicità di essersi uniti per sempre, sembrava quasi appannarsi e scomparire.
Per la prima volta in vita sua Cory ebbe la sensazione di essere veramente padrone del proprio futuro.
Era sdraiato nel enorme letto dell’albergo e, anche se era solo febbraio, tutte le finestre erano aperte per contrastare il caldo arido del Messico. Stava osservando Lea: indossava una delle sue vecchie magliette dei Canucks, segno inequivocabile che aveva di nuovo fatto l’amore per tutta la notte, e canticchiava “My man” mentre preparava i waffles per la prima colazione.
Un enorme sorriso si impresse subito sulla bocca del canadese: la adorava con tutto se stesso. Si alzò e, lentamente, andò verso di lei e le cinse i fianchi con le sue possenti braccia, facendola sussultare per la sorpresa.
-Ehi piccola, buongiorno-.
Lea gli rivolse un sorriso, prima di girarsi per dargli il suo bacio del buongiorno.
-Buongiorno anche a te Cory. Ho visto che dormivi e ho preferito non svegliarti…-.
Lui le fece un buffetto e prese il suo waffle.
Lea gli si sedette in grembo, e lasciò che lui la imboccasse.
-Tesoro non ti secca?-
-Cosa?-
-Beh… lo sai, oramai siamo sposati e a quest’ora le foto del matrimonio avranno fatto il giro del globo-.
Cory sorrise. Ormai era lontani i tempi in cui si preoccupava eccessivamente della loro privacy, certo gli dava ancora fastidio che i paparazzi li pedinassero tutto il santo giorno; però dopo tutta la storia sulla sua riabilitazione non se ne curava quasi più. L’importante era avere Lea al suo fianco.
-Mi dispiace davvero per tutto quello che ti ho fatto passare in quest’ultimo anno- il ragazzo strinse la piccola mano della moglie fra le sue.
-E’ tutto ok Cory. Ti sei già scusato a sufficienza-.
Lui abbassò lo sguardo, imbarazzato: era la prima volta in assoluto che si scusava apertamente con Lea.
-No invece, insomma sono quasi morto.. e… e hai pensato a come sarebbe stata la tua vita senza di me?-.
L’atmosfera si fece seria all’improvviso, e per parecchi secondi ci fu un gelido silenzio fra i due innamorati.
La brunetta si scostò una ciocca di capelli sul fisso, teneva lo sguardo basso: era la prima volta in assoluto che parlavano della riabilitazione in modo così diretto, certo ne avevano già accennato qualche volta, ma non erano mai andati oltre alle solite frasi di circostanza.
-Si… ci ho pensato- ammise, una lacrima silenziosa le rigò il volto –ci ho pensato. Ti ho odiato, ti ho odiato per un momento quando mi ha telefonato Shaun. E’ stato orrendo soliare su quell’areo senza sapere se eri vivo o morto. Quando stavi male… io non sapevo cosa fare. Pensavo di averti deluso, di avere fatto qualcosa in modo sbagliato o di avere fatto troppo poco….-
-Ma adesso sono qui- Cory si sentì morire per lei. Avrebbe fatto di tutto, avrebbe dato di tutto per potere cancellare dalla memoria di Lea quelle settimane di sofferenza –sono qui per te. E ti prometto che sarò un uomo migliore per te, ti amo-.
Si alzò e la strinse fra le braccia, lasciandola sfogare.
-Ti amo anch’io-  lei si strinse ancora di più a lui.
 
Lea sospirò deliziata, appoggiando la testa alla spalla di Cory.
Era il loro ultimo giorno a Cabo ed era stato speciale proprio come gli altri sei trascorsi lì in quel posto meraviglioso.
-Vorrei restare qui per sempre-.
Il suo sguardo si perse nelle ultime luci del tramonto, il sole stava scomparendo e gli ultimi residui di luce facevano brillare il mare, come se fosse stato oro fuso. Lei e Cory avevano preferito evitare i paparazzi sempre in agguato sulla spiaggia o nelle località turistiche, ed erano semplicemente rimasti in albergo, a mangiare la loro cena sulla terrazza.
-Mmm.. davverro?- Cory inclinò la testa di lato –se posso dire a mia madre che rimandiamo il ritorno…-
-Cielo no Cor. E’ solo che è stato magnifico… questi giorni con te sono volati. Era da troppo tempo che non ci prendevamo una vacanza solo per noi due-
-Già- Cory la baciò con passione.
Non voleva lasciarla sola mai più. Anche a lui spiaceva lasciare Cabo e tutta la sua tranquillità, da quando era lì con Lea non aveva più pensato all’eroina. Lei era la sua cura migliore.
E sapevano entrambi che la loro vita, ameno per il prossimo anno, era piena di impegni: avevano promesso ad Ann che si sarebbero fermati a Vancouver, poi c’era la promozione di “Glee”, l’uscita del film di Cory, sarebbe stata un’impresa concedersi ancora del tempo di qualità esclusivamente per loro due.
-Ti ricordi la prima volta che siamo usciti assieme?- Lea giocherellò con la fede. Non sapeva come le era venuto in mente quel ricordo, ma era rassicurante pensare che adesso Cory era suo marito.
-Come potrei scordarmelo? E’ sotto il giorno più bello della mia vita! Insomma dopo tutte le volte che mi avevi rifiutato… stavamo girando una scena nell’aula del “Glee” club e ti ho sussurrato all’orecchio se volevi uscire con me quella sera-
-Non ti ho rifiutato! E’ che non immaginavo fossi serio! Insomma fai sempre il buffone!-.
Cory rise, facendole l’occhiolino.
-Beh ma sono il tuo buffone Miss Michele…-  si sporse per baciarla ma Lea lo fermò delicatamente.
-No… Mrs. Monteith adesso…- sorrise sorniona, facendogli l’occhiolino.
Cory sorrise, stringendola a se’.
-Quando... quando … hai capito che ti piacevo?-.
Era da quasi tre anni che voleva farle quella domanda, ma aveva sempre avuto paura che Lea la considerasse una domanda sciocca, sapeva benissimo che lei non si era subito innamorata di lui. Ma ora che era sua moglie gli sembrava legittimo chiederlo.
-Subito, ho sempre pensato che fossi carino-
-Non è vero! Mi evitavi all’inizio, non hai accettato di uscire con me per quasi tre anni!-
-Ok- Lea scosse la testa, divertita.
A volte Cory si imputava come un bambino!
-Quando ti ho visto a Central Park. Nella scena del Bow Bridge, eri vestito elegante, con i fiori… mi hai sciolto il cuore ecco-.
Cory la baciò con passione.
-E tu?-
-Cosa?-
-Non fare il furbo! Quando ti sei innamorato di me? E non dire subito perché non ci credo!-
-Quando mi hai portato a vedere “Rock of Ages” a Broadway, era una specie di appuntamento- il ragazzo le sorriso sornione: anche la sua cara mogliettina continuava a negarlo lui era certo che anche per lei era stato un colpo di fulmine.
-No che non lo era! Stavo ancora con Theo! E poi mi hai fatto solo pena Monteith… insomma lavoravi in un musical e non ne avevi mai visto uno!-
-Appunto!-
Lea non riuscì a trattenere una risata e non protestò minimamente quando suo marito le prese il viso con le mani e la baciò con passione. 


Allora inizio con il dirvi che il prossimo week-end, causa impegni con i parenti, non posterò un nuovo capitolo. Quindi ci vediamo direttamente fra due sabati, SABATO 28 NOV.
Il link per questo capitolo è "Anything Could Happen".
Mi scuso per non avere postato prima, vi guiro mi spiace farvi aspettare durante la pubblicazione di questa storia, ma la vita universitaria è piana d'impegni. ;)
FrancyF
 
   
 
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