Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: AlexisFrostbyte    15/11/2015    0 recensioni
Il paradiso è stato distrutto, e con esso tutti gli angeli che lo abitavano. Nemmeno una bambina fuggita all'assalto dei demoni è stata risparmiata. Ritrovato il suo cadavere a pochi chilometri di distanza da un villaggio, un giovane mago ha pietà di lei e le ridona la vita a condizione che ella diventi come tutti quelli che abitano la piccola cittadella: una gatta. Col passare degli anni riprenderà conoscenza della sua identità e, abbandonando il villaggio, pianificherà la vendetta del suo popolo in un castello, aiutata dagli stessi demoni che un giorno la uccisero ma che ora sono stanchi della schiavitù e della crudeltà del loro re.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Un lieve bagliore di luce cominciava a farsi strada tra le tende della mia camera. Aprii lentamente gli occhi e mi stiracchiai godendomi quella brezza mattutina che sarebbe durata ancora per poco. Era estate, la stagione che più odiavo in quanto regina dei ghiacci. Con un sospiro mi alzai dal letto e mi misi davanti allo specchio per vestirmi. Una pelle chiarissima faceva risaltare i capelli neri e mossi che mi arrivavano alle spalle, con un unico tocco di colore sul ciuffo di un blu sfumato. Lo sguardo profondo aveva due occhi in contrasto tra loro: il destro di un lilla inquietante per la sua chiarezza e i sinistro nero come l'oblio. Un corpo snello ma sensuale, con curve al punto giusto e la cosa che più identificava ciò che ero erano le mie orecchie da gatto che spuntavano dai capelli. Ciò che vedevo riflessa nello specchio era un immagine assai lontana da quella dell'angelo puro che ero un tempo, ma non me ne rammarico. In fondo amavo il mio corpo. Feci per uscire quando una figura mi comparve davanti. "My lady..." disse e così facendo fece un breve inchino. "Buongiorno Luna" dissi sorridendo. La mia fedele lupa guerriera era il mio sorriso...ci siamo conosciute quando eravamo molto piccole e lei mi salvò dai mille pericoli che una bambina sperduta può trovare nella foresta e da allora siamo compagne inseparabili. La sua provenienza avrebbe dovuto spaventarmi, infatti lei è la figlia di colui che ha rovinato la mia intera esistenza e che un giorno avrei ucciso: Sirius, il re dei demoni, IL demone. Ma non era affatto così, mi fidavo ciecamente di Luna sin dal primo momento che la vidi e lo avrei fatto per sempre. Ella sorrise, mi baciò la mano com'era sua abitudine in quanto lo ritenesse un gesto da veri guerrieri e mi parlò con la sua solita riverenza "Si ricorda di quando le ho parlato del mio branco?" Ormai della sua famiglia, nonchè del branco di lupi che lei stessa aveva cresciuto non era rimasto più nessuno. "Certamente. Perchè?" Mi portò sul balcone della mia camera e vidi tre figure provenienti dalla foresta avvicinarsi al castello. "Sono sopravvissuti" disse sorridendo sorpresa quanto me. "Possono entrare?" mi chiese. La guardai "Se sono la famiglia della mia più valida guerriera, naturalmente" e sorridendo mi portò da loro. Tre ragazzi ognuno molto diverso dall'altro. Il primo che si presentò era il più giovane (intorno ai 14 anni) ma anche il più buffo per la sua tenerezza, infatti la prima cosa che fece fu abbracciarmi. "Io sono Sasha" mi disse. Dopo qualche esitazione gli accarezzai la zazzera di ricci castani "Piacere, Alexis". Egli si spostò e si mise davanti ad un altro dei ragazzi "Lui invece è mio fratello Al-..." ma non fece in tempo a finire la frase che il ragazzo mi prese la mano e la baciò "Alexander. Piacere di conoscerla mia regina" era un ragazzo davvero elegante nei suoi atteggiamenti e modo di essere e aveva degli splendidi capelli rossi che esaltavano gli occhi di un azzurro mai visto. Era stato lui a crescere il fratellino in quanto erano orfani di madre. "Piacere mio" risposi compiaciuta. Infine guardai l'ultimo dei tre. Occhi e capelli biondi risaltavano sulla pelle cotta dal sole. Fumava tranquillo senza degnarmi di uno sguardo. In lui c'era qualcosa di misterioso che mi intrigava, come solo l'oscurità può fare. "E tu sei...?" Alexander lo guardò e poi rivolgendosi a me mi spiegò di non far caso al suo atteggiamento e mi rivelò il suo nome: Josh.
   
 
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