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Autore: JulesB    15/11/2015    1 recensioni
Magnus ha un'importante domanda per Alec. La sua risposta potrebbe influenzare entrambi, in diversi modi ovviamente.
Storia tradotta dell'autrice Cumberbatch Critter.
Dal testo: "La caduta fu breve prima di atterrare sullo stomaco muscoloso di Magnus. Le braccia serpeggiavano attorno alla sua schiena, poi Alec, sospirando tranquillamente, poggiò il mento sul petto dello stregone per guardarlo. Ricevette un semplice sorriso, mentre le braccia attorno a lui lo stringevano. Ad Alec non importava, non lo facevano sentire in trappola, ma al sicuro."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: Lime, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Alec camminò velocemente attraverso l’ingresso tranquillo dell’Istituto, le mani in tasca e la destinazione chiara. Tutto quello che voleva era andare nella sua stanza e trovare un cambio di abiti, e poi chiudersi in bagno per una doccia rigenerante.

Come se fosse stato semplice.

Church annunciò il suo arrivo con un acuto miagolio, e anche se il gatto lo fece nessuno venne a controllare. Emise un sospiro di sollievo, Alec girò l’angolo e lasciò il gatto dietro di sé.

“Oh, hey Alec!” una voce da qualche parte dietro di lui lo fece sussultare, e si voltò guardando Jace seduto con le spalle al muro, un libro tra le mani. Non era un romanzo, come vide Alec, sembrava un quaderno, ma prima che potesse chiedergli qualcosa, Jace continuò “Guarda…” lanciò un’occhiata beffarda all’orologio “diciassette ore per esorcizzare un demone. Questo è un record personale. Spero sia andato tutto bene.”

Lui sbuffò “Non sono restato diciassette ore al Pandemonium. Ero altrove.”

Jace arcuò un sopracciglio dorato, e Alec vide lo sguardo del suo compagno di battaglia scendere verso il basso “Indossi gli stessi vestiti di ieri. Hai passato la notte da Magnus, ah?” un ghigno selvaggio attraversò il suo volto, e Alec fu abbastanza sicuro che non avrebbe dovuto rispondere a quella domanda. Jace continuò “Congratulazioni. Odio vederti piangere perché hai perso.” Il biondo si alzò da terra, e Alec barcollò quando gli diede una pacca sul sedere.

“Piangere... il mio culo. Inoltre,” borbottò Alec, sistemandosi la maglietta “non c’è niente per cui congratularsi con me. Hai avuto l’idea sbagliata. Posso vederlo nei tuoi occhi, Jace.”

Rispose solo con un “Io?”, ridendo mentre si allontanava. Alec lo guardò un po’ sospettoso. Cos’era quello scintillio nei suoi occhi? Si era fatto vedere solo per tormentarlo? Indignato, Alec continuò a camminare verso la sua camera. Sapeva che Jace sapeva che non aveva fatto sesso con Magnus, anche se qualcosa nel modo in cui Wayland sorrise lo aveva messo alle strette.

Alec scivolò nella sua stanza, grato del fatto che Izzy non sembrava essere nei paraggi. O forse lo era, ma non lo stava aspettando. Aprì un cassetto, sorridendo a se stesso quando prese una famigliare, vecchia maglietta. Era blu marina, le maniche erano leggermente consumate vicino ai polsini, e c’era un piccolo buco vicino all’orlo. Era esattamente quel tipo di cose per cui Magnus sarebbe rabbrividito, ma Alec preferiva il vissuto al nuovo.

Poi prese un paio di jeans dalla sedia, dirigendosi verso il bagno.

Tutto quello di cui aveva bisogno era una doccia calda, e poi poteva pensare di tornarsene a letto. Forse doveva solo restare in piedi, ma… tutti meritavano un giorno di ozio, no?

Alec chiuse rapidamente la porta dietro di lui, emettendo un morbido respiro quando lo fece. Nessun tormento, nessuna preoccupazione, nessuno davanti. La pace. Non più quando sentì uno strillo rompere l’aria.

“Jace Wayland! Ridammi il mio blocco da disegno!” se il tono di voce non gli fece capire di chi si trattasse, l’album da disegno sì. Nessuno della sua famiglia aveva il talento per l’arte, o comunque almeno ci provava. Ora aveva senso per Alec quello che Jace teneva tra le mani; aveva rubato il quaderno di Clary.

Ma non voleva pensare a Clary e Jace. Solo il pensiero lo faceva star male. Forse sbagliava a giudicare senza vedere, ma Isabelle borbottava sempre di come li vedeva sempre baciarsi passionalmente quando li vedeva insieme. Jace aveva ragione quando diceva che lo amava perché era al sicuro- non c’era alcuna responsabilità, nessuna vulnerabilità, nessun pericolo in lui, perché Jace mai l’avrebbe ferito come qualcun altro avrebbe potuto fare. Una volta, Alec sognava di baciare Jace come faceva Clary. Adesso quel pensiero gli dava il voltastomaco, perché aveva realizzato che non aveva mai amato Jace in quel modo.

Tutto ruotava attorno a Magnus ora, ogni singola piccola cosa. Ed era patetico, e Jace probabilmente lo prendeva in giro alle sue spalle, ma non importava. Cosa Alec sentiva per Magnus… c’era un’attrazione che non poteva spiegare. Invece di Magnus il Magnifico, Alec stava pensando di chiamarlo Magnus il Magnetico. Mai davanti a lui, ovviamente.

Con l’acqua calda che scorreva, il vapore aveva iniziato a raccogliersi, così Alec gettò via i suoi vestiti spiegazzati a favore di un abito comodo. Dei brillantini caddero sulle sue spalle e sul pavimento quando fece correre le sue dita attraverso i suoi capelli. Si mortificò immediatamente- Jace non aveva detto una parola su tutto quel luccichio. Se aveva avuto l’idea che era successo qualcosa di strano con i glitter…

Rabbrividendo, Alec si spinse sotto il getto d’acqua calda cercando di non pensarci troppo. Pensare troppo lo metteva nei guai. Pensare troppo generalmente lo portava a pensare a se stesso… sarebbe sempre invecchiato, sempre cambiato.

Magnus non sarebbe cresciuto; era uno stregone, e non sarebbe mai accaduto. Doveva morire per scappare da quel suo giovane corpo. Ad Alec non piaceva quell’opzione, ma come poteva restare a guardarsi invecchiare mentre Magnus non sarebbe mai cambiato? Alec non si era mai considerato una persona particolarmente debole, ma il solo pensare a quella cosa un dolore al petto lo artigliava. Gli faceva male al cuore e gli bruciavano gli occhi. Aveva la sensazione che stava torturando Magnus, sapeva che se la situazione fosse invertita, si sarebbe sentito infelice nel vedere il proprio compagno andarsene.

Ma cosa poteva fare? Lasciare Magnus da solo? Dimenticare tutto quello che ora sapevano? Era improbabile. Non solo quello, ma impossibile. Una vita senza Magnus era come stare al mondo senza esser capaci di respirare, vivere senza pulsioni. Tornò ancora pensieroso, non pensava di essere debole, ma… C’era qualcuno che sarebbe riuscito a sopportare una cosa del genere?

Spostando la frangia dai suoi occhi, guardò le sue mani. Sembravano pallide come un fantasma sotto la luce del bagno; c’erano ancora vecchi e sbiaditi marchi sulla sua pelle. L’acqua stava scivolando a casaccio, rimbalzando e gocciolando a terra. Una vita senza Magnus… Chiuse le mani a pugno.

L’avrebbe chiamata patetica, la sua relazione con Magnus. Forse lo pensava solo lui. Il pensiero di perdere Magnus, o il fatto che Magnus non ci fosse… Alec poteva dire che era qualsiasi cosa, solitudine… Rendeva il suo mal di cuore completamente doloroso. 
 
 
 



 
L’autrice ha riconosciuto la brevità del capitolo, ma nel suo commento scrisse che se avesse aggiunto quello dopo sarebbe diventato troppo lungo… E che le piace aver lasciato spazio solo ad Alec.
Detto ciò, cercherò di postare il più velocemente possibile il capitolo seguente. Buona lettura!
   
 
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