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Autore: ehitsfrannie    15/11/2015    1 recensioni
Esistono Tre Pietre: la pietra dell'equilibrio, quella della saggezza e dell'amore. Tre Pietre essenziali per far tornare la magia a Storybrooke. Il compito di trovarle viene affidato ad Alice, una ragazza tormentata dal suo passato turbolento che sarà costretta a lottare contro i Cattivi più malvagi delle fiabe. Per fortuna (o sfortuna) ci sarà il Cappellaio Matto ad affiancarla in questo viaggio insieme ad un'altra ragazza temeraria tanto quanto il fratello.
Tre Pietre. Tre personaggi. Una sfida per ognuno di loro.
Riuscirà Alice a portare a termine la sua missione? Qual è il vero obbiettivo di Jefferson? Cosa centra Tremotino in tutto ciò? E se Capitano Uncino avesse una sorella?
[le parti di Rumbelle mi sono state gentilmente concesse dall'autrice padme83 alla quale vanno i crediti per le one shot della sua raccolta "In the morning you always come back" di sua totale creazione e stesura.]
Genere: Avventura, Fantasy, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cora, Jefferson/Cappellaio, Matto, Killian, Jones/Capitan, Uncino, Signor, Gold/Tremotino
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo XIII

 

Quando Alice afferrò all'ultimo momento l'orologio, tutto ricominciò a girare come la prima volta. Jefferson aveva il capo chino, concentrato sul posto in cui volevano andare quando d'un tratto entrambi si sentirono avvolti dal gelo e furono costretti a trattenere il respiro, scossi dall'impatto.
Alice aprì gli occhi e avvertendo il bruciore risalì in superficie, divorando ossigeno.
Girando su sé stessa e faticando a tenersi a galla, cercò con lo sguardo la testa di Jefferson emergere dall'acqua.
«Alice!»
Si voltò verso la voce che l'aveva chiamata e sospirò di sollievo tra sé e sé, mentre il giovane recuperava il suo nuovo inseparabile cappello.
«Perché non ci hai portati nella terra ferma?» chiese Alice, agitandosi il più possibile per scaldarsi.
«Sai, è difficile per un portale trasportare due persone se una di queste si aggiunge all'ultimo secondo!» la rimproverò Jefferson con sarcasmo, spostando i capelli fradici dalla fronte. «Credo che dovremmo raggiungere l'Isola Che Non C'é a nuoto.»
Alice allungò il collo e intravide l'isolotto verdeggiante distante chilometri dalla loro posizione. «Non ce la possiamo fare! Sta calando il sole e il mare, oltre che gelido, è troppo mosso. Andremo solo più a largo!»
«Cosa proponi, dunque?»
Lei spostò gli occhi verso un puntino nero lontano dal quale si distinguevano le vele nere spiegate sugli alberi e lo indicò con l'indice. «Un passaggio con quella.»
«Alice, temo tu non sappia a chi appartiene quella nave!»
La ragazza rimase imperterrita, senza distogliere lo sguardo dal vascello. «Ad un pirata, no?»
«Sì, ad un pirata» ribadì Jefferson, cercando di persuaderla dalla sua idea folle. «Hai idea verso cosa vuoi andare incontro?»
«Oh si, certo che lo so.»

 

''«Che fine ne sarà di lei?»
Regina ghignò, prendendo il fagottino piangente dalle mani dell'infermiera.
Sarebbe stata una punizione perfetta. Per lei. Per lui.
«Verrà allontanata da Storybrooke.» sentenziò, senza staccare gli occhi iniettati di vendetta dalla creaturina tra le sue braccia. «La maledizione non avrà effetto su di lei. Verrà messa in adozione e vivrà il più possibile lontano da qui.»
L'infermiera alzò un sopracciglio a dimostrare la sua perplessità. «Il padre non verrà a cercarla?»
«No.» affermò decisa Regina, riponendo la neonata sul lettino. «Non saprà nemmeno della sua nascita.»
Lo stupore si fece spazio nel volto dell'infermiera che, tuttavia, non osò replicare. «La madre ha scelto il nome?»
Il ghignò abbandonò il viso di Regina, ora dall'aria irremovibile. Lanciò un'occhiata penetrante verso la cella in cui era rinchiusa Belle per poi girare i tacchi, avviandosi verso la pesante porta bianca.
«Si chiamerà Alice.»''

 

«Per tutti i sette mari, guarda un po' chi si rivede!» esclamò Hook procedendo verso i due che, avvolti in calde coperte, osservavano spaesati l'ambiente circostante. «Cappellaio! Cosa ti porta nelle mie acque?»
Killian Jones (come più tardi Alice ebbe l'occasione di conoscere), detto anche Capitan Uncino, era niente di meno che un famelico pirata al comando della Jolly Roger. Si muoveva con disinvoltura mentre i tacchi degli stivali risuonavano ritmicamente contro le travi, un sorriso enigmatico sul volto e l'uncino ben esposto.
Alice, nonostante il freddo, aveva il volto di una bambina che aveva appena ricevuto il regalo agognato da sempre. L'oceano, le avventure, i pirati! Era tutto come se l'era immaginato, era tutto come nelle sue storie di temerari bucanieri, damigelle coraggiose ed ufficiali della Marina curiosi ed ingombranti. Capitan Uncino era proprio il genere di pirata che Alice avrebbe descritto in uno dei suoi racconti: affascinante e temerario ma ligio al suo codice d'onore.
Jefferson, invece, se ne stava immobile cercando di assumere un'espressione rilassata, convincendosi di avere la situazione sotto controllo. «Stiamo andando da Lui.»
Il capitano si avvicinò ad Alice, alzandole il mento con l'uncino. «E cosa fa qui una fanciulla bella come te?»
La ragazza deglutì, sentendo le guance andarle a fuoco e sostenendo lo sguardo ammaliatore del pirata.
Ti prego, Jefferson. Digli che sono muta.
«E' scappata da Neverland e Pan mi ha chiesto di portarla indietro.»
Idiota!
«Non sei un po' troppo cresciuta per poter interessare a Peter Pan?» sussurrò Uncino, facendo comparire una smorfia di disgusto sul volto di Alice quando il forte odore di rum le pizzicò le narici. «Ebbene, quanto coraggio. Qual è il tuo nome?»
«Mi chiamo Amalia.» pronunciò la ragazza tentando di sembrare il più sicura possibile. Jefferson si sentì sollevato che la compagna non avesse detto il suo nome vero.
Uncino sembrò crederci perché, dopo averla scrutata dall'alto al basso, si ritrasse e puntò la sua attenzione sul Cappellaio. «Volete un passaggio, giusto?»
«Esattamente.»
«Bene, in cambio voglio il tuo cappello magico.»
Jefferson esitò, intravedendo gli uomini del Capitano intenti al lavoro guardarli con la coda dell'occhio. Poi aggrottò la fronte, tornando a fissare Uncino. «Mi serve per tornare a casa!»
«Ma Peter Pan non sarà contento se non svolgi la consegna.» rispose il pirata inclinando la testa. «E noi non vogliamo farlo arrabbiare, vero?»
il Cappellaio sospirò e con riluttanza si sfilò il cilindro dal capo. Alice lo guardò sconcertata mentre allungava l'oggetto verso Uncino, formulando tantissime domande dentro la sua testa alle quali pretendeva una risposta.
«Poco male, Cappellaio. Benvenuti sulla Jolly Roger!» esclamò Killian con un sorriso soddisfatto, allontanandosi dai nuovi ospiti con il prezioso cappello e lasciandoli ad alcuni mozzi che, con poca eleganza, li trascinarono sottocoperta.
«Perché gliel'hai dato?» domandò Alice in un sussurro per farsi sentire solo da Jefferson. «Quel cappello non ha poteri magici!»
«Ma Uncino non lo sa, giusto?»
Seguì un'occhiata d'intesa trai due che servì più di mille parole.

 

**

Il risveglio di Alice fu accompagnato dal sole caldo che entrava placido dalla finestra, illuminando l'intero ponte inferiore.
Si ricordò del posto in cui si trovava e balzò giù dall'amaca. Trovò i suoi vestiti esattamente dove li aveva posati la notte precedente per farli asciugare e si vestì, ma un pensiero gli stuzzicò la mente e le impedì di salire subito in coperta.
I suoi occhi vagarono fino a quando, sopra una delle amache a lei vicine, non lo vide. Un tricorno. Con fiero orgoglio lo afferrò e se lo posò sulla testa, come lo portavano i capitani.
Entusiasta e trepidante salì le scale del boccaporto, coprendosi gli occhi dai raggi solari e osservando i marinai già al lavoro da un pezzo, finché il suo sguardo non incrociò la figura di Jefferson e di Capitan Uncino parlottare tra di loro animatamente. Alice fece per raggiungerli quando, dalle sue spalle, qualcuno le prese il tricorno.
Fece un'espressione allucinata, preparandosi già ad uno scontro con il tale che aveva osato rubarle il prezioso cimelio, ma rimase immobile quando vide una ragazza il doppio di lei fissarla con una smorfia divertita.
«Ecco chi ha rubato il mio cappello!» esclamò questa sorridendo.
Alice rimase pietrificata lì dov'era, con la bocca mezza spalancata. Cosa ci faceva una donna sulla nave?
Aveva i capelli lunghi schiariti dal sole e la pelle abbronzata. Portava armi legate in vita ed Alice ci pensò un paio di volte prima di fare una scenata e sfidarla a duello.
«Ma io non ho rubato il tuo cappello...»
«Lo so.» rispose semplicemente la sconosciuta, indossando il tricorno ed allungando la mano. «Io sono Kendra, Kendra Jones, e sono il primo ufficiale della Jolly Roger.»
Alice esitò per qualche secondo. Infine si decise a ricambiare, trattenendo il respiro per la stretta di mano massacrante della ragazza. «Tu devi essere per forza Amalia, la Bimba Sperduta.
«Ehm...sì. Sono proprio io.» questa ringraziò il Cappellaio tra sé e sé quando lo vide materializzarsi di fianco a lei. Notò le mascelle squadrate tese e gli occhi irrequieti che saettavano da un punto all'altro.
Deve soffrire il mal di mare.
«Buongiorno Jefferson.» lo salutò Kendra in tono canzonatorio.
«Jones.» ricambiò l'altro con apatia allontanandosi verso sottocoperta, lasciandole perplesse.
«Lui e mio fratello sono cane e gatto.» Kendra rise alla smorfia di Alice. «Anche se effettivamente non sono molte le persone che vanno d'accordo con Killian...»
Alice sgranò gli occhi dalla sorpresa. «Uncino è tuo fratello?»
«Non ci assomigliamo un granché, vero?»
«Ma alle donne non è permesso darsi alla pirateria...o sì?»
Immaginò che Kendra si arrabbiasse o per lo meno scoppiasse a ridere trascinandola nel suo buco d'imbarazzo, ma così non fu. Contro ogni previsione sospirò, accennando un debole sorriso. «Vieni giù, tra i liquori dovremmo anche avere dell'ottimo the inglese. Dopotutto, devi fare ancora colazione!»

 

Belle appoggiò la schiena dolorante contro il muro gelido della cella in cui era rinchiusa da ormai un tempo infinito.
Chi era lei? Ormai aveva smesso di chiederselo.
Ma quella bambina, sangue del suo sangue, carne della sua carne. La conosceva, quella creatura minuscola ed indifesa.
Era sua figlia. Ma chi era il padre? E perché gliel'avevano portata via?
Sentì lo stomaco stringersi in un nodo soffocante mentre si chiedeva che fine ne sarebbe stata della sua bambina. Sarebbe stata affidata ad un'altra famiglia? O quella donna dai capelli corvini e l'espressione malefica voleva usarla per arrivare ai suoi sporchi scopi?
Ma soprattutto, l'avrebbe più rivista?
Gli occhi stanchi si velarono di lacrime che iniziarono a sgorgarle lungo le guance, accompagnati da sonori singhiozzi.
Ma quelle torbide gocce salate nulla erano in confronto al dolore del suo cuore che, ormai senza speranze, continuava a sanguinare.”

 

«Allora, cara.» incominciò il pirata sedendosi davanti ad Alice. «Vuoi lo zucchero nel the?»
La ragazza spostò gli occhi dal vassoio di biscotti al volto di Kendra e scosse la testa, soffiando sulla sua tazza. «Come mai il capitano non è apprezzato da molti?»
Kendra sembrò sobbalzare a quella insidiosa domanda. «Killian è un pirata temuto, d'altra parte fa bene il suo lavoro...»
«Tu però hai qualcosa di diverso.» affermò la ragazza inclinando leggermente la testa e specchiandosi nei suoi occhi profondi. «Voglio dire...non hai i suoi modi rozzi e talvolta sgarbati. Insomma, cosa ci fai qui? Non sembra il tuo ambiente.»
Il volto contratto di Kendra si distese, lasciando fiorire un piccolo sorriso. Allungò i biscotti verso Alice, che ne fece scorta, e incominciò il suo racconto.
«Una volta i fratelli Jones erano tre. C'era una fanciulla, un Capitano ed un Tenete. Nostro fratello Liam era il maggiore; è venuto a mancare durante un viaggio a Neverland commissionato dal Re e quando Killian tornò a casa riferendomi la tragedia decise di darsi alla pirateria. Ho dovuto seguirlo, era tutto ciò che mi rimaneva della mia famiglia...ma poi si è cacciato nei guai...»
«Cos'è successo?» domandò Alice con le labbra cosparse di briciole, mentre la parte creativa del suo cervello iniziava già a fantasticare elaborando un possibile libro sulle avventure dei fratelli Jones.
«Si è invaghito di una donna sposata, ed era ricambiato. L'ha portata con sé sulla nave, si chiamava Milah e solo successivamente Killian seppe che il marito era diventato il Signore Oscuro.»
«Il Signore Oscuro? Chi è?»
Kendra si sporse sulla tavola, riducendo la sua voce in un sussurro come se ciò che stava per rivelarle fosse molto pericoloso. «E' lo stregone più potente dei Mondi. Ognuno di noi può trasformarsi in lui uccidendolo con il suo pugnale. Ha un potere enorme, più di quanto possiamo immaginare.»
Alice trattenne il respiro, lasciandola proseguire.
«Questo mago era furioso perché Milah aveva abbandonato loro figlio e così l'ha uccisa. Da allora Killian non è più lo stesso, è...assetato di vendetta, non vuole altro. Desidera uccidere l'Oscuro e non si fermerà finché non ci sarà riuscito.»
La più giovane scosse la testa energicamente, abbandonandosi sulla sedia. «Ma questo non ti riguarda, Kendra! Perché sei ancora qui?»
«Perché nessuno è senza speranze, Amalia. Gli voglio bene e sto cercando di tirar fuori la parte migliore di lui, io credo che tutti, infondo, siano buoni.»
«Non sono le parole che pronuncerebbe un pirata.»
«Le sto dicendo da sorella, infatti. Forse mi troverai ingenua ma sono convinta che tutti possano cambiare e io sto facendo il possibile perché Killian la smetta di pensare alla sua vendetta e si concentri su altro...» Kendra si morse il labbro e abbassò lo sguardo.
Come sua sorella, per esempio.
«Vorrei essere sicura della bontà che si cela in ogni uomo tanto quanto te, ma mi sento un po' pirata anche io e sono altrettanto egoista, quindi se vuoi lasciare la Jolly Roger...noi scendiamo alla prossima fermata, e né io né il Cappellaio ti giudicheremo per la tua scelta.»
«Ma...Killian?»
«Hai detto che è ossessionato dalla vendetta, dopo che te ne sarai andata capirà che essa gli sta portando via tutto piano piano e forse proverà a cambiare.»
Un intervallo di silenzio aleggiò intorno alle due ragazze, mentre Alice finiva la tazza di the e si puliva le labbra dalle briciole di biscotti. Poi Kendra alzò il capo, improvvisamente con un sorriso dipinto in volto.
«Ma dimmi un po', Amalia. Come sei scappata da Neverland? Nessuno c'è mai riuscito!»
Alice si irrigidì sulla sedia. «Be'...che dire, è bastato che...uhm, Peter Pan si distraesse un attimo e me la sono svignata...»
Il primo ufficiale si mostrò interessata al racconto, il che costrinse Alice a continuare, armandosi dei ricordi che aveva del libro di Peter Pan mescolandoli con la sua più viva fantasia. «Tutti gli altri Bimbi Sperduti erano lì da molto tempo. Pan aveva detto che però io ero diversa, speciale, e per questo mi ha voluta sull'isola.»
«In che senso...diversa
Be', sai Kendra, dal poco che so mio padre era un mago protagonista di una qualche favola e probabilmente io ho ereditato tutti i suoi poteri e mia madre era una sconosciuta che non ho mai visto in vita. Oh, e forse ho anche un paio di fratelli, chi lo sa!
«Non me l'ha voluto dire.» concluse semplicemente. «Sono stata adottata e prima di tutto questo poco ne sapevo di oggetti magici e fiabe parallele!»
Kendra si mostrò comprensiva nei suoi confronti e Alice sentì subito i sensi di colpa importunarla.
«Deve essere difficile non conoscere le proprie origini...anche i miei genitori non ci sono più.»
Aveva trovato una spalla (che non fosse nevrotica come Jefferson) con cui confidarsi in quello strano mondo così simile a quello dei suoi sogni e non avere la possibilità di aprirsi totalmente a lei la infastidiva non poco. Tuttavia, si ricordò le parole del Capellaio e della missione per il ritorno a casa e finse un sorriso che le costò una fatica enorme.
«Oh, be'...lo è, ma prima o poi devi adattarti e rinunciare all'idea di famiglia perfetta che avevi dentro la tua testa fin dalla nascita.»

Ma dov'è casa?










Here I Am!

Buona domenica a tutti e ben ritrovati :) allora! In questo capitolo vediamo Alice disagiare in una nave pirata, hahaha :') Nella quale lei e Jefferson incontrano Killian Jones, che gli concede un passaggio in cambio del cappello di Jefferson, che come ricorderete quest'ultimo ha preso nel palazzo di Regina...e che quindi non funziona da portale. Alice fa anche la conoscenza di Kendra, la sorella minore di Killian, con la quale conversa e apprende che lei è intrapreso la vita da pirata solo per amore di suo fratello, tentando così di persuaderla che Killian possa mai cambiare finché lei rimane a bordo della Jolly Roger.
Per quanto riguarda Belle...lo so, sono molto cattiva. Ma vedrete, avrà il suo lieto fine c:
Nel prossimo capitolo, la Jolly Roger approderà nell'Isola che non c'è, e Alice e Jefferson dovranno recuperare la seconda pietra, dunque alla prossima! :D
Frannie. 

   
 
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