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Autore: Bunny05    15/11/2015    2 recensioni
Smettiamo di credere nelle favole appena diventiamo grandi e iniziamo a vivere nella realtà. Tante volte non ci accorgiamo però che le favole le facciamo noi, quando amiamo, quando l'amore fa parte di noi tutto diventa come un racconto di una bellissima fiaba, il mondo ti sembra più bello, più luminoso, ogni cosa intorno a te si trasforma.
Martina Stoessel e Jorge Blanco
Martina è una ragazza che non crede nell'amore per quello che ha vissuto e per come è cresciuta, ma qualcosa cambierà in lei quando scoprirà che la musica può essere un ottimo elemento per aprire le proprie emozioni. Jorge è un ragazzo dei giorni nostri, ma dimostrerà di avere qualcosa in più, di non essere il classico ragazzo. Fin dall'inizio proverà una forte attrazzione per Martina, ma lei si lascerà andare?
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Disperazione
 
JORGE BLANCO

Ho tra le braccia Martina, urlo il suo nome ma lei non risponde, ha sangue ovunque e gl’occhi ribaltati all’indietro, non reagisce, non respira. Carlos mi guarda spaventato e poi inizia a correre, ma sinceramente non mi importa, continuo a guardare Martina mentre piango ad un certo punto Lodo e Diego fanno capolino in quella stanza e Lodo si accascia a terra urlando di disperazione. Quando mi sveglio sono in ospedale, ho la testa appoggiata al letto di Martina, faccio tutte le notti lo stesso sogno, rivivo tutte le notti quel giorno, il giorno più brutto della mia vita. Alzo la testa e la appoggio al mio braccio e guardo Martina inerme sdraiata su questo letto, non posso crederci, non me ne rendo ancora conto anche se ormai sono passati cinque lunghissimi giorni. Quando siamo arrivati in ospedale è stata operata d’urgenza, la pallottola le ha perforato la milza ma anche se sono riusciti a salvarla, ha perso troppo sangue ed è rimasta troppo tempo incosciente e ora è in coma, non sanno se si risveglierà, non sanno nemmeno se sarà la stessa Martina di sempre, perché non possono sapere se ci sono stati danni al cervello, e io sono spaventato, spaventato da morire. Non mi sono mai allontanato da questo letto, continuo a stare qua a guardarla, l’unica volta che tornai a casa è stato per cambiarmi perché ero pieno di sangue ma non volevo andarmene, mi hanno costretto. Carlos è stato arrestato, si è consegnato lui stesso alla polizia, lui voleva far del male a me e non a lei, Fran appena lo vide alla centrale di polizia lo colpi con un pugno, ma Carlos non disse nulla, piangeva disperato per quello che aveva fatto. Fran andò fuori di testa quando lo chiamarono per dirgli cosa è successo, qua in ospedale urlava e piangeva, hanno dovuto sedarlo per tenerlo calmo, sembrava una bomba impazzita che non si fermava mai. Lodo non è cosciente, non parla ma piange solo, tutti piangono, tutti stiamo soffrendo per quello che è successo, io per primo, perché è colpa mia, perché lei non dovrebbe essere su questo letto d’ospedale ma dovrei esserci io, perché l’ha fatto? Perché si è messa in mezzo? Preferirei essere morto che vederla così, per colpa mia. << Jorge >> mi chiama dolcemente Stephie che è sulla soglia della porta, io volto solo la testa senza dire nulla, ho gl’occhi spenti e l’anima tormentata, << Forse dovresti venire a casa a riposarti un po’ >> dice avvicinandosi a me, io scuoto il capo e ritorno a guardare Martina e Stephie mi mette una mano sulla spalla, << Non puoi rimanere qua per sempre >> borbotta lei, << Io non vado da nessuna parte >>, << Perché fai così? Non cambia nulla se rimani qua >> dice e io la guardo nei suoi occhi di ghiaccio, << E’ colpa mia e finché lei…. Finché non succede qualcosa io rimango qua >> dico ritornando a guardarla, << Non è colpa tua ma di Carlos >> ribatte lei un po’ più severa, << Lasciami perdere, mi dispiace ma ti prego lasciami stare >> le dico, non volevo che si sentisse messa da parte ma non potevo lasciare Martina, lei si è messa davanti ad una pallottola per me e mi sentirei in colpa anche se fosse stata qualsiasi altra persona, ma il fatto che sia lei ad essere in questo letto d’ospedale peggiora le cose. Stephie se ne va arrendendosi, io da qua non mi muovo, da qua non mi sposterò mai. La guardo con tutte quelle macchine attaccate al corpo e non posso far altro che disperarmi di più ogni giorno che passa. Poso una mia mano sulla sua e le lacrime iniziano a scendermi sul volto, la sua mano è fredda ed immobile, la stringo nella mia e mi si spezza il cuore, ogni volta che la guardo, ogni volta che la penso è come se ricevessi una coltellata dritta al cuore. Voglio vedere il suo sorriso, voglio vederla ridere, mi manca perfino vederla arrabbiata, o quando fa quella faccia stupida quando la prendo in giro. Dov’è la mia Martina? Dov’è il suo sorriso, la sua vitalità? Voglio vedere la Tini di sempre, quella che ha la testa dura, quella che mette sempre in chiaro come stanno le cose, quella che cerca sempre di far star bene gl’altri invece di pensare a se. Dov’è? << Perché l’hai fatto? >> le chiedo a bassa voce, << Perché è Martina e lei non lascia mai che per colpa sua qualcuno si faccia del male >>, quando mi volto vedo Fran sulla soglia della porta, con lo sguardo cupo e gl’occhi scavati dalla frustrazione.

Fran si avvicina lentamente al letto e la guarda, rimane in silenzio per un po’ mentre la osserva, dentro di me penso che potrebbe esplodere ancora una volta ma poi si gira e mi guarda. << So che non ti muovi da qui perché ti senti in colpa, probabilmente anche io al tuo posto farei lo stesso ma Martina non lo vorrebbe, non vorrebbe che tu ti senta in colpa >> dice, << Io non posso andarmene da qua >> borbotto, << Ti capisco >> esclama e poi la guarda di nuovo, rimane lì fermo a guardarla per qualche minuto. << Chi sa a cosa sta pensando? Sempre se pensa >> borbotta mentre una lacrima gli scende sul viso, lui accarezza la sua guancia senza mai smettere di guardarla, << Non avrei mai immaginato di vederla così >> borbotta e io gli poggio una mano sulla spalla, so come si sente perché provo le stesse cose anche io, non vorrei mai vederla così, non avrei mai immaginato tutto questo. << Fran >> chiama Alejandro dalla porta, anche lui è molto abbattuto, quando ha saputo di Martina ha avuto un mancamento, si è accasciato a terra disperato, << I dottori ci vogliono vedere >> gli dice, Fran annuisce con il capo e poi ritorna a guardare Martina asciugandosi le lacrime e senza dire una parola esce dalla camera d’ospedale, lasciandomi solo con lei. Anche la madre di Tini è qui, il giorno seguente allo sparò arrivò di corsa e impaurita, non ci credeva, nessuno in realtà credeva che potesse succedere, lei appena mi vide mi abbracciò perché mi vide affranto e frustrato. Tutti continuavano e continuano a ripetere che non è colpa mia ma io mi sento sempre peggio, ogni giorno che passa mi sento sempre peggio e nulla può cambiare tutto ciò, non finché non la rivedrò sorridere. Rimarrò qua per tutta la vita se è necessario perché in questo momento non mi importa altro. Gl’altri non riescono a stare in questa stanza per troppo tempo perché vederla gli fa male, Mechi non riesce nemmeno ad entrare, si sente male solo quando la vede dalla porta e ogni volta scoppia in lacrime. Alba è sempre qua fuori seduta con Facu, si tengono per mano ma sono come assenti, non parlano, non si muovono. Cande è sfollata e Ruggero ha dovuto calmarla perché ha avuto una crisi isterica per tutto ciò e Diego e Clara tengono a bada Lodo che è un fantasma che non fa altro che piangere da mattina a sera. Tutti sono distrutti, nessuno di noi ha più sorriso una volta, nessuno di noi non ha più voglia di fare qualcosa, siamo tutti concentrati su Martina che non si muove, che non sorride, che non parla e mi manca tutto, mi manca tutto di lei e non potrei mai sopportare che lei sparisca dalla mia vita, non in questo modo, non così, non per colpa mia. Non so davvero cosa fare. La dottoressa entra per il controllo giornaliero, << Ancora qui? >> mi domanda con un sorriso << E’ proprio fortunata ad avere un ragazzo come te >> esclama lei, è la solita dottoressa che passa ogni giorno e ogni giorno io sono qua con lei << Non è la mia ragazza >> borbotto io, << Ah scusami pensavo di si, allora è fortunata ad avere un amico come te >> si corregge lei, ma purtroppo in teoria non sono più neanche quello. << Sai dicono che chi è in coma riesca a sentire la vicinanza di una persona cara, che possa sentire le sue parole, sentire la sua presenza, alcune volte succedono dei miracoli solo perché una persona in particola fa qualcosa che fa risvegliare il paziente. Non perdere le speranze, perché se le perdi tu, le perde anche lei >> dice come per consolarmi e poi guarda Martina stesa sul letto, << E’ così giovane e così una bella ragazza, non dovrebbe subire tutto questo >> dice guardando tutti i macchinari attaccati a lei per farla continuare a vivere. Per ogni minuto che passa un parte di me se ne va, sono qui da cinque lunghissimi giorni che sembravano infiniti, il tempo non passa mai e la mia rabbia aumenta insieme al dolore. Lodo entra nella stanza e si siede su una sedia in parte a me, << Come stai? >> mi domanda, lei è pallida e ha gl’occhi arrossati e ha uno sguardo vuoto e triste, << Come dovrei stare? >> domando con la voce spezzata, << Jorge devi parlarne con qualcuno, devi sfogarti >> dice posandomi una mano sulla spalla e in quel momento crollo. Ho bisogno di lasciarmi andare, appoggio la mia testa sulla spalla di Lodo e inizio a piangere come un bambino mentre lei mi passa una mano sulla schiena, piango così forte che nemmeno io posso crederci, mi sento come un bambino quando è triste, non credo di essermi mai sentito così in vita mia, non credo di aver mai pianto così. Lodo mi abbraccia ma non mi dice di calmarmi, sa che devo buttare fuori tutto quello che ho dentro, sa che ne ho bisogno e continua a stringermi a se mentre anche lei piange, in modo più tranquillo del mio, in silenzio le sue lacrime scendono sul volto. Io mi sfogo, tiro fuori tutta la tristezza, la rabbia, la paura che ho dentro, piango perché non posso pensare di non vederla mai più sorridere, piango perché non posso pensare a una vita senza di lei.

I giorni passano ma Martina non da segno di migliorare e noi siamo sempre più disperati. Non mi sono ancora mosso da questa stanza anche se tutti mi dicono di fare qualcosa se no finirò per esaurirmi, ma non riesco ad andarmene, ho bisogno di starle accanto, ho il terribile presentimento che se me ne vado non potrò rivederla mai più, non posso andarmene mi sembrerebbe di fargli un torto perché lei è sdraiata su questo letto incosciente per colpa mia. Fran non ci sta più dentro, ogni tanto crolla e si dispera, per fortuna i medici lo tranquillizzano in un modo o nell’altro, non può rischiare di cadere in depressione, non ora che Martina ha bisogno di attenzioni, so che è difficile, so come si sente perché anche io mi sento alle stesso modo. Vorrei sprofondare, farei di tutto per poter essere io al suo posto, mi fa male vederla così, mi fa male pensare che forse non potrò rivedere il suo splendido sorriso, di non poterla più vedere in giro per casa che ride o si diverte con le ragazze, prima anche se eravamo lontani potevo osservarla, sapere che in qualche modo lei stesse bene ora tutte queste certezze non ci sono più, non so se si risveglierà e se anche si risvegliasse non è detto che sarà la solita Martina. Come posso convivere con questo pensiero? Come potrei sopportare tutto questo? Vivrò per sempre con la consapevolezza che, qualsiasi cosa le succeda, è colpa mia. Qualcuno si avvicina al letto e mi poggia una mano sulla spalla, quando alzo lo guardo vedo la madre di Tini che si porta una mano alla bocca per soffocare il pianto. Rimane un po’ lì a guardarla e poi si volta verso di me e mi fa uno sguardo dolce, non sembra più la persona che conobbi in Messico, riuscivo a sentire tutto l’amore che provava per Martina quando prima non esprimeva nulla del genere. << Dovresti fare una pausa >> mi dice poi accennando a un piccolo sorriso, << Non credo, non posso andarmene >> le dico io convinto, << Forse sono l’ultima persona che può parlare di Martina siccome non abbiamo mai avuto un gran rapporto, ma lei non vorrebbe questo, lei è sempre stata in grado di pensare e agire da sola, si è sempre presa le sue responsabilità senza mai dare la colpa agl’altri, se l’ha fatto… se si è messa in mezzo è perché l'ha scelto lei e non perché era costretta a farlo, non vorrebbe che tu ti sentissi così, non vorrebbe che tu ti sentissi così in colpa perché non è colpa tua. Lei è fatta così, è sempre stata così, preferisce vedere gl’altri felici piuttosto che lei stessa, non le importa come si sente, non le è mai importato, lei vuole solo che le persone a cui tiene siano felici e credo che tu faccia parte di quelle persone >>, rimango un attimo in silenzio, anche io penso le stesse cose, so che Martina mette sempre la felicità degl’altri prima della sua, ma io mi sento continuamente in colpa, mi sento sempre affranto e questo non potrà mai cambiare. Una lacrima silenziosa scende sul mio viso mentre continuo a osservarla e le prendo la mano, chissà se mi sente, chissà se riesce a sentire che tutti noi la stiamo aspettando. << Sii forte Jorge >> mi dice Mariana << Ora dobbiamo essere forti per lei, non possiamo crollare anche noi, non possiamo >> la voce gli si spezza e inizia a singhiozzare, Clara che stava passando nel corridoio ci vede e entra nella stanza, afferra la madre di Martina e la porta fuori rassicurandola, a nessuno fa bene restare troppo a lungo qua dentro, perché cercano tutti di essere forti ma poi dopo un po’ che la guardano crollano, tutti tranne me, perché per meè il contrario, più tempo passo lontano da lei più crollo. Cosa posso fare per lei? Cosa posso fare per farla stare meglio? << Jorge ti prego andiamo a casa >> dice Stephie quasi arrabbiata mentre stiamo parlando in una stanza vuota per non disturbare le persone << Non puoi stare sempre qua, guardati! >>, << Tu non capisci, credi che lo faccio solo perché è Martina >> le dico, << No, io capisco che ti senti in colpa e che lo faresti per qualsiasi persona ma Jorge sei uno straccio hai bisogno di mangiare qualcosa di sostanzioso, hai bisogno di dormire in un letto e non seduto su una sedia >>, << Io non me ne vado >> ribatto innervosito. << Jorge >> mi chiama Lodo dolcemente << Dovresti riposarti >>, << Anche tu ti ci metti? Vi ho detto che non vado da nessuna parte, io non mi sposto da qui >> urlo senza fiato. Lodo mi guarda impaurita e poi Fran spalanca la porta, << Jorge calmati >> mi dice lui << Se non vuoi andartene non farlo >> borbotta lui e viene fulminato dallo sguardo di Stephie << Ma… >> inizia a parlare lei, << Se lui non vuole andarsene non se ne andrà, è inutile che insistete, peggiorereste solo le cose. Credete che a casa si senta meglio? Per lui è diverso più le sta lontano più sta male, non è come noi che appena la vediamo crolliamo dal dolore, se lui ha bisogno di vederla per stare tranquillo lasciateglielo fare. Volete che esploda anche lui come uno a uno stiamo facendo? >>, << Ha ragione Fran >> esclama poi Lodo, << Bene >> dico io ancora alterato e esco da quella stanza senza guardare nessuno e ritornando al mio posto, in parte a Martina.

Mechi si affaccia alla porta, non è mai riuscita ad entrare in questa stanza, per lei già solo vederla da lì la fa crollare, questa volta fa un passo avanti e io mi volto a guardarla. Inizia a piangere, fa un passo alla volta molto lentamente finché non arriva in parte a me e mi guarda impaurita. Sembra esausta come tutti gl’altri, nessuno di noi dorme, nessuno di noi riesce a vivere normalmente. Io le prendo una mano per tranquillizzarla, con l’altra lei sfiora la mano di Martina ma quando sente che è fredda la ritrae la se la porta al petto, << Non c’è la faccio >> dice ma quando sta per andarsene io la fermo, << Ha bisogno di noi >> le dico io << Ha bisogno di sentirci vicino >>, lei si volta verso di me << Non riesco a vederla così, mi fa troppo male >>, <<< Lo so fa male anche a me >> le rispondo e lei ritorna in parte a me e si appoggia alla mia spalla. << Dici che sa che siamo qui? >> mi domanda lei, << Non ne ho idea ma io penso che lei ci senta e che lo sappia, così mi sento meglio anche io, così penso che non si senta sola >> rispondo io facendo un piccolo sorriso tirato, << Non riesco ancora crederci, mi sembra un incubo >>, << Nessuno ci crede, è una cosa dura da credere >> dico perché infondo anche io non posso ancora credere che sia successo veramente. Rimaniamo in silenzio e poi lei inizia a parlare, << L’ho adorata fin da subito, oltre al fatto che è la sorella di Fran, mi è sempre piaciuto il suo modo di fare, il fatto che è sempre stata così forte, il fatto che con la vita che ha passato sia riuscita ad aprirsi a diventare quello che è. E’ intelligente, premurosa, gentile ma infondo è anche molto fragile, mi piaceva stargli vicino, lei sa sempre cosa dire e cosa fare per farti sentire meglio ma non era capace di farlo per se stessa e noi cercavamo sempre di essere per lei ciò che lei era per noi. Ho sempre amato il suo modo di cantare e di come mettesse la sua anima lì dentro, anche se poteva sembrare fredda e senza sentimenti in realtà nascondeva una profondità pazzesca, credo che nessuno di noi sia così profondo come lo è lei e prendeva tutta questa profondità e la metteva nelle sue canzoni e mi faceva sempre sognare >> dice mentre singhiozza di dolore mentre la guarda. Mechi mi ha fatto venire un idea, mando un messaggio a Lodo che dopo venti minuti si presenta in ospedale con la chitarra che Martina mi ha regalato, << Che vuoi fare? >> mi domanda lei, << Cantare >> le rispondo mentre mi guarda stranita e vado verso la stanza di Martina, << Io vado a prendere Diego >> mi urla lei e io mi volto e gli faccio il pollice all’insù per dirgli che ho capito. Mi siedo in parte a lei e la guardo e poi inizio a suonare la canzone che avremo dovuto comporre insieme, quella di cui io ho trovato il testo e l’ho messo insieme al mio stupito dal fatto che combaciavano, credo che dovesse sentirla almeno una volta. << No me digas lo que piensas creo que lo se, solo mirame un istante y lo adivinare, que dificil fue querernos y dejarnos de querer, y final de este camino Encontrarnos otra vez >> e poi canto il suo pezzo quello che ha scritto lei, le parole che combaciano con le mie << En tus ojos no hay secreto, yo lo puedo ver, siempre tiene la palabra que me hace sientir bien, que dificil fue querernos y volvernos a querer, si el amor es verdadero todo puede suceder. Quedate junto a mi paso a paso en el camino, voy hacerte feliz y que el miedo este prohibido, Abrazame y veras que erse lo que necesito, y no encuetro la manere de decir, que le das luz a mi vida desde que te vi >>. Mentre canto la guardo, questa doveva essere la nostra canzone ma che per dei problemi non abbiamo potuto scrivere, anche se in realtà l’abbiamo fatto, << Ahora totame la mano, no quiero esperar, sente el viento en nuestras alas, vamos a volar, y quen bien se siente amarte, cuando a mi lado estas, y que hermoso es mirarte, y abrazarte una vez mas. Quedate junto a mi paso a paso en el camino, voy hacerte feliz y que el miedo este prohibido, Abrazame y veras que erse lo que necesito, y no encuetro la manere de decir, que le das luz a mi vida. Quedate junto a mi paso a paso en el camino, voy hacerte feliz y que el miedo este prohibido, Abrazame y veras que erse lo que necesito, y no encuetro la manere de decir, que le das luz a mi vida, y que tu eres mi energia, tu le das luz a mi vida, desde que te vi, desde que te vi >>. Suono l’ultima nota con una lacrima che mi scivola sul volto, speravo che si risvegliava in qualche modo sentendo questa canzone ma forse ho sperato troppo. Mi alzo dalla sedia e appoggio la chitarra in parte al letto, la osservo dall’alto e inizio a capire che forse l’ho persa per sempre, mi abbasso lentamente e le do un piccolo e dolce bacio sulle labbra, come per salutarla, perché ormai non potevo più sperare. Mi volto per andarmene ma quando sono vicino alla porta sento un respiro profondo e mi blocco, quando mi volto la vedo con gl’occhi aperti e mi avvicino al lei velocemente, incrociando i miei occhi con i suoi e le lacrime iniziano a scendere ma stavolta di gioia.

P.S: Spero che questo capitolo vi sia piaciuto! Vediamo come si sente Jorge e anche gl'altri. Spero che vi sia arrivata tutta la frustrazione che provano e come Jorge si sente male per tutto ciò. La fine di questo capitolo ha un finale simile a quello del capitolo prima, Jorge che canta e poi la bacia, come un parallelismo e poi lei si sveglia. Scusatemi se non scrivo molto ma ho dinuovo l'influenza ( Che palle ) e non vedo l'ora di mettermi nel letto, non volevo lasciarvi senza capitolo. Cosa succederà ora che Martina è sveglia? A Domani con il prossimo capito!! Un bacione e un grazie a tutti!! <3 <3
   
 
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