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Autore: Iron Sara    15/11/2015    1 recensioni
Courtney scopre di essere una strega e come tutti i maghi e le streghe dovrà andare alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Duncan/Courtney
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: A tutto reality - L'isola
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~~

 

-Non ci voglio andare nella Stamberga strillante, …sul serio! –

E’ da più di cinque minuti che gli sto ripetendo che non ci voglio andare in quel posto orrendo, polveroso e pieno di fantasmi pericolosi. Mi ha chiesto se volevo conoscere il suo stupido drago e io ho balbettato un no ma lui mi ha lo stesso afferrato per il polso trascinandomi fuori dal locale, (stava per non farmi pagare ma per fortuna sono riuscita a sganciare qualche zellino prima che mi portasse fuori). Duncan mi trascina per il polso con passo svelto e io rischio di inciampare ogni volta che incontriamo un dosso. La casa più infestata della Gran Bretagna è subito fuori Hogsmeade e si può vedere solo da lontano perché c’è una recinzione apposita che impedisce di andare oltre. Il punk si fa largo spintonando altri studenti che lo guardano malissimo. Ad un certo punto da una gomitata ad un tizio lentigginoso e rosso che fa per prendere la bacchetta ma quella che probabilmente è la fidanzata, una ragazza bionda e pallida lo placa mettendogli una mano sopra la sua. Cerco di sciogliere la presa di Duncan per l’ennesima volta ma quello neanche si gira.
Finalmente tanti sbuffi e occhiatacce dopo ci ritroviamo al limite del villaggio. Non c’è nessuno in giro, tutti si trovano nella via principale a fare acquisti e a mangiare dolci. Beati!
Ci troviamo in uno spiazzo quadrato che si affaccia su due lati sul boschetto sul lago, il resto su una piccola collinetta piena di arbusti con in cima la casa più infestata della Gran Bretagna. Rabbrividisco. Ne ho sentito di storie su quel rudere, trabocca di fantasmi poco socievoli e pericolosi su cui girano raccapriccianti faccende. Duncan si blocca, si volta e ghigna alla mia faccia impaurita e totalmente contrariata.

-Che c’è principessa hai paura? –

-Io? Assolutamente no! Ho fatto di peggio! –

-Ceeerto, mi credi scemo? –

Punta sul vivo per poco non gli lancio un incantesimo ma mi trattengo assumendo una faccia ironicamente felice.

-Certo che no Duncan io non ti credo scemo, tu sei scemo se veramente pensi che io possa entrare in quel postaccio-

Ride, mi incavolo puntandogli stavolta la bacchetta contro. Fa una strana faccia mista tra il dispiaciuto e il divertito.

-Ok principessa, ho capito, non ti interessa, pazienza chiederò a qualcun altro di aiutarmi con Scruffy-

-Ecco bravo, coinvolgi qualcun altro nella tua folle impresa! Vacci da solo in quel posto assurdo! -

-Va bene, hai vinto tu, visto che insisti tanto nel non voler venire evidentemente non ti interessa sul serio, pensavo che ti sarebbe piaciuto vedere un piccolo di drago, evidentemente mi sbagliavo. Ci si vede in giro principessa! –

Succede tutto in fretta e rimango un po’ attonita, di certo non mi aspettavo una frase così seria da uno come lui. Mi accenna un mezzo sorriso, si volta e scavalca la recinzione senza troppi problemi, quasi fosse un’abitudine. Lo vedo allontanarsi tra gli arbusti finchè ad un certo punto lo vedo sparire. Rimango di sasso per qualche secondo, Duncan è appena sparito davanti ai miei occhi, mi avvicino alla recinzione e mi sporgo cercandolo con lo sguardo. Non può essere scomparso nel nulla! Mi sembra strano che abbia imparato a smaterializzarsi, però effettivamente non so se anche a Hogsmeade c’è l’incantesimo anti smaterializzazione. Continuo a non vederlo e incomincio un pochino a preoccuparmi, in fondo quel posto è infestato, non vorrei che uno studente di Hogwarts venga aggredito da un fantasma o da qualche altra creatura, quindi è mio dovere di prefetto evitarlo. Mi faccio questo discorso mentalmente per prepararmi psicologicamente al fatto che sto per infrangere una regola. Mi avvicino al punto dove è salito Duncan e noto che c’è un grosso masso che funge da gradino. Metto un piede nel sasso e subito dopo in un buco tra le pietre i del muretto, cercando di badare il meno possibile al fatto che ho la gonna. Mi siedo sulla cima e guardo i due metri sotto di me, potrei saltare ma ho paura quindi cerco un altro appiglio, mentre scendo però un lembo del mantello si aggancia ad un paletto di metallo arrugginito. Perdo l’equilibrio e cado a faccia in terra sul terreno secco graffiandomi leggermente il viso. Mugolo dolorante. Mi alzo a fatica e con un piccolo incantesimo taglio la stoffa del mantello ormai strappata. Mi spolvero la terra dall’uniforme e mi tolgo qualche foglia dai capelli. Noto qualche taglietto nelle mani e cerco di oulire le goccioline di sangue che si sono formate. Comunque però sono riuscita a scavalcare il muretto. La casa diroccata è a circa 300 passi in salita e rimboccandomi le maniche incomincio a salire. Arrivo al punto in cui Duncan è sparito.

-Duncan! –

Lo chiamo ma nessuno risponde. La porta della casa è a pochi metri da me. La casa doveva essere bellissima un tempo, tutta in legno scuro, grande e decorata: noto qualche intarsio sulla porta e sulle finestre sbarrate da alcune assi di legno. Le ante cadono a pezzi e tra i vetri rotti si tendono delle ragnatele. Faccio un giro intorno alla casa e richiamo altre volte Duncan. Mi imbatto in diverse fontane e statue in marmo coperte dal muschio e dalle crepe. Ma del ragazzo neanche l’ombra. Dopo circa dieci minuti di nulla ritorno all’ingresso. Improvvisamente mentre incomincio a contemplare l’idea di tornare a Hogwarts e far finta di nulla (chi mi garantisce che Duncan sia davvero in pericolo?) o di informare il preside, sento un rumore, quasi un strusciare. Faccio per tornare indietro ma il rumore si fa più forte. Mi giro e urlo. Un grosso mucchio di gelatina verde si avvicina gorgogliando verso di me. Si formano anche delle fauci e il mostro incomincia a grondare sangue dalla bocca. Incomincio a correre strillando mentre il panico mi impedisce di ragionare: la mia più grande fobia si è appena materializzata davanti ai miei occhi. Cerco di prendere la bacchetta ma mentre scendo la ripida salita inciampo e cado di nuovo sbucciandomi le ginocchia. Ormai il panico mi sopprime del tutto e le lacrime cominciano a rigarmi il volto mentre la bestia diventa man mano che si avvicina sempre più schifosa e ripugnante. Grido aiuto, strillo e cerco di rialzarmi. Ormai il mostro mi ha quasi raggiunto. Provo di nuovo a prendere la bacchetta ma il terrore mi impedisce di pronunciare qualcosa. Chiudo gli occhi sentendo che il mostro mi sta per azzannare.
Vedo alcuni dei momenti più belli della mia vita passarmi davanti agli occhi in pochi istanti. Quando mi è arrivata la spilla da prefetto che bramavo tanto, o ancora più indietro al primo Natale con Gwen e Bridgette, ripenso ai miei genitori e al sorriso di mia madre. Mi raggomitolo terrorizzata e inerme.

-Riddikulus! –

Apro un pochino gli occhi sentendo una voce familiare e vedo davanti a me il mostro rimpicciolirsi e diventare una minuscola pallina verde e scoppiare. Rimango ferma con la schiena contro il muro con gli occhi di nuovo chiusi e sento altre lacrime, stavolta di sollievo bagnarmi il viso. Sento delle braccia avvolgermi la vita e io seppellisco il viso nella spalla di Duncan, senza vergogna. Dopo un po’ smetto di piangere e riprendo a respirare regolarmente. Mi slaccio dall’abbraccio del ragazzo senza però guardarlo in faccia per paura che noti che sono arrossita. Mi schiarisco la voce e per riacquistare un pochino di dignità assumo un tono un po’irato.

-Perché sei sparito ad un certo punto? –

-Ho messo il mio mantello dell’invisibilità, l’ho metto sempre arrivato lì: c’è un molliccio che si nasconde sotto le fondamenta della casa e per evitare di incontrarlo ogni volta che vengo divento invisibile –

Mi do della stupida mentalmente per non aver pensato ad un mantello dell’invisibilità e soprattutto per non aver capito che quell’orrendo mostro era in realtà un semplice molliccio-

-Piuttosto perché non sei tornata indietro? –

-Ti ho visto sparire e mi sono preoccupata –

Ghigna.
-Ti sei preoccupata per me principessa? –

-No Duncan non vuol dire che mi interessi però la mia spilla da prefetto sì, è per questo che ti ho seguito-
Ride e dopo poco riprende il suo solito sorriso strafottente.

-Bene principessa allora la prossima volta vedi di non cacciarti nei guai-

Sorride, ma non il solito ghigno, un sorriso rassicurante e mi fa cenno di seguirlo. Arriviamo di nuovo all’ingresso e lui si avvicina alla porta con il battente a forma di testa di elfo domestico e punta la bacchetta nella serratura.

-Alohomora-

La serratura scatta ed entriamo. L’ingresso è un buio e lungo corridoio. I muri sono scrostati e alle pareti sono appesi quadri graffiati i e sporchi. I nostri passi sono ovattati da uno spesso strato di polvere e le ragnatele coprono ogni angolo.

-Ah principessa lo sapevi che in realtà la Stamberga Strillante non è infestata? –

-Cosa? Sei serio? –

-Mai stato tanto serio in vita mia ci sono solo due poltregeist che fanno casino. Si chiamano Pif e Pof-

-Ma allora perché tutti pensano che la casa sia infestata? –

-Semplicemente perché sin dall’antichità nessuno ha mai voluto provare ad entrarci per capire chi faceva rumore e chi urlava, erano loro-

Spalanco gli occhi incredula e arriviamo alla sala principale. Al centro c’è una grande scala in legno pericolante che porta al piano di sopra. Tutto intorno si affacciano le porte di altre stanze. Spolvero la ringhiera della scala e mi accorgo che è intarsiata finemente.

-Wow, doveva proprio essere bellissima un tempo! –

La stessa cosa che ho pensato fuori ma questa volta lo dico, Duncan si gira guardandomi dalla tromba delle scale.

-Sì certo principessa però se non vuoi essere trovata dai quei cosi rompiscatole ti conviene affrettare il passo! –

-Ok arrivo…e non chiamarmi principessa! –

-Ok principessa-

Alzo gli occhi al cielo e mi affretto a seguire il ragazzo che intanto è già salito al piano superiore. Sento ad un certo punto delle risate cretine e due porte sbattere, mi blocco. Una voce acuta si mette a parlare.

-Hahaha chi abbiamo qui? Il signor Nelson è tornato da noi allora come va ragazzo? –

-Piantala Pof piuttosto dimmi se Scruffy ha mangiato-

-Uhuhu come siamo suscettibili oggi mio fratello ti ha solo salutato Dunky! –

-Non è ciò che fa Pif il problema è il tono che usa! –

Mi decido a salire sul pianerottolo. I due poltregeist galleggiano a mezz’aria. Uno è un omino con i capelli rossi e ricci vestito da giullare del Medioevo, l’altro ha i capelli neri tirati dietro con quella che sembra brillantina e porta una camicetta verde a fiori e delle scarpe a punta ricurve con un campanello che suona ad ogni movimento. I due trasaliscono quando mi vedono apparire dalle scale.

-Uuuuuuu una ragazza! –

Fa il primo incominciando a ridere, il secondo sogghigna e si avvicina a Duncan e gli bisbiglia qualcosa all’orecchio. Si allontana con aria compiaciuta per vedere la reazione di Duncan che assume uno sguardo assassino e in un guizzo riesce a prendere l’omino per il colletto, lo scrolla mentre quello comincia a dimenarsi mentre il fratello si sbellica dalle risate.

-Senti razza di scricciolo a fiori, non osare insinuare qualcosa di simile e non osare dire nulla o giuro che ti spezzo ogni osso del tuo collo! –

Quello deglutisce e Duncan senza abbandonare lo sguardo infuriato lo molla e quello va a ripararsi dietro al fratello che non smette di ridere. Guardo interrogativa Duncan ma lui mi fa un cenno come dire “lascia perdere”. Il ragazzo dalla cresta verde si volta e si dirige verso una porta ma prima che possa seguirlo uno dei poltregeist mi spinge da dietro facendomi cadere a terra alzando una nuvola di polvere. Sento la rabbia montarmi dentro per essere stata ridicolizzata per l’ennesima volta e mi alzo tirando fuori la bacchetta. La punto contro i folletti sghignazzanti.

-Sentite moscerini mi avete fatto perdere la pazienza! Come prefetto della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts io vi impedisco di mancarmi di rispetto, pertanto, siccome lo avete fatto sono totalmente autorizzata a punirvi: Pietrificus Totalus! –

I due omini si immobilizzano e cadono a terra con un rumore di sasso. Sulle facce hanno espressioni di un misto tra rabbia e paura, i loro occhietti mi fissano indispettiti. Sorrido compiaciuta e rimetto la bacchetta tra le pieghe del mantello. Attraverso le porta dove Duncan si è fermato e prima che possa analizzare la stanza qualcosa mi viene addosso buttandomi per l’ennesima volta a terra. Un piccolo drago grande circa 30 cm sbatte le alucce da pipistrello soddisfatto. E’ completamente nero. Mi guarda con degli occhioni viola.

-Ma che tenero! –

Mi siedo a gambe incrociate e allungo la mano verso la testolina di Scruffy e stranamente si fa toccare quasi cercando coccole. Sento Duncan dietro ridacchiare compiaciuto.

-Te l’ho detto che ti sarebbe piaciuto! –

-Ma come hai fatto! Normalmente i draghi sono aggressivi! –

-Non se sin da cuccioli vengono trattati…bè con dolcezza ecco-

-Non ti facevo un tipo dolce-

Ridacchio malignamente e lui mi guarda storto. Si inginocchia accanto a me e fa salire sul suo braccio il piccolo Scruffy che si fa docilmente accarezzare dal dito del padrone. Le domande che voglio fare sono tantissime ma mi limito a chiedere solo due cose.

-Che drago è? E poi è carnivoro cosa gli dai da mangiare, cioè come fai a procurarti la carne? –

-E’ un Nero delle Ebridi, originario di qui, per quanto riguarda il mangiare, ti dico solo che ho fatto amicizia con gli elfi domestici delle cucine-

Sorrido e osservo i draghetto che ha preso a zampettare sul pavimento starnutendo per la polvere. Mi viene in mente un’altra cosa.

-A volte quando entro nella Sala Grande ti cerco nel tavolo dei Serpeverde ma non ci sei mai…Perché? –

-Quasi sempre la mattina presto vengo qui per badare a Scruffy e torno a scuola per le lezioni, solo a volte però. Qualche volta mi capita anche di dormire qui-

-Non ti preoccupi degli esami? –

-Ma no non rischio di essere bocciato o espulso, diciamo che ho i miei buoni motivi per mancare alle lezioni-

Lo guardo interrogativa e lui si incupisce per un attimo notando la mia faccia, non risponde e cambia argomento.

-E i tuoi? Sono babbani giusto? –

-Sì entrambi avvocati-

-Ok-

L’argomento cade e rimaniamo in silenzio a osservare Scruffy che rompe ancora di più un cuscino.
-Hai un gufo? Un gatto? –

-Sì un gufetto…-

-Nome? –

-Pip-

Ripiomba il silenzio. Mi alzo e mi avvicino alla finestra spostando le tende nere luride e morsicate probabilmente da Scruffy. Il sole sta tramontando saranno circa le cinque. Trasalisco accorgendomi solo in qual momento di essermi dimenticata della gita e di quanto tempo è passato, devo tornare in tempo prima che la Smith controlli se ci sono tutti sennò sono finita.

-E’ tardissimo! E’ già buio devo ritornare assolutamente a Hogwarts! Mi puniranno! –

Mi giro verso Duncan.

-Tranquilla c’è un passaggio segreto che porta direttamente nel parco, sotto il platano picchiatore, arriverai in tempo per la cena-

-Tu non vieni? –

-Naaa, sto qui, devo tenere d’occhio Scruffy, Pif e Pof che vorranno vendicarsi, fra poco finirà anche l’incantesimo-

Do un’ultima carezza a Scruffy e usciamo in fretta dalla stanza, imbocchiamo un altro corridoio e arriviamo in una camera da letto. Duncan sposta un armadio mostrando un corridoio basso e buio.

-Spero che non sei schizzinosa-

- Io lì non ci entro-

Dico decisa appena vedo tutta la terra e la polvere.
-Allora preferisci dormire qui? –

Mi indica il letto di legno marcio ricoperto di polvere e di ragnatele, e, trattenendo un conato di vomito mi avvicino all’entrata chinando la testa.

-Lumos-

La punta delle nostre bacchette illumina un corridoio di terra e radici. Silenziosi arriviamo finalmente allo sbocco. Duncan esce e sporge leggermente la testa. Prende una grossa pietra e la sposta sopra una radice del grosso albero.

-Questa radice lo blocca, non vuoi essere maciullata viva vero? –

Faccio una smorfia e tolgo un po’ di terra dai capelli cercando di rimetterli in una bella piega. Lui ride mentre cerco alla bene meglio di sistemarmeli. Lo guardo storto. Stranamente smette di ridere e guarda il cielo. Riprende un ghigno.

-Bè ci si vede principessa-

-Ok orco chiodato e salutami Pif, Pof e Scruffy-

-Loro saluteranno te-

Si avvicina leggermente e anch’io istintivamente mi avvicino, un altro passo, altri due. I nostri visi sono vicini, sempre più vicini. Piega leggermente la testa e le nostre labbra si stanno per toccare, un centimetro, mezzo. Chiudo gli occhi. Ma subito dopo mi blocco non so perché ma mi fermo e riapro gli occhi, anche lui si ferma e ritrae il viso. Non so dire veramente perché mi sono fermata, l’ho fatto e basta. Lo guardo quasi a scusarmi e noto che non mi guarda in faccia. E’ pallido. Mi fa un cenno di saluto come se niente fosse e per un attimo vedo un’ombra strana nei suoi occhi acquamarina. Rientra nel cunicolo lasciandomi a osservare il verde del prato che ormai si sta tingendo dei colori del tramonto, come il cielo. Scorgo da lontano gli altri studenti che tornano da Hogsmeade e mi dirigo verso di loro dopo aver dato un’ultima occhiata al tunnel nascosto dalle fronde.

 

 

Angolo autrice
Bene bene, posso solo dire che mi dispiace per Court che è tipo caduta 300 volte. Comunque anche se ho cercato di scrivere questo capitolo il meglio possibile (con scarsi risultati  ) sono comunque curiosa di sapere se vi è piaciuto quindi se trovato un minutino lasciatemi una recensioncinainaina. Ah li avete notati Scott e Dawn :3? Non sono pucci?
Ciaoooone ragazzuoli!
Iron :D

 

   
 
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