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Autore: St_rebel    15/11/2015    2 recensioni
Riliane Morgan torna a Beacon Hills, dopo quasi undici anni dal suo trasferimento a New Orleans con la madre.
Ma, ora che sua madre è morta, e lei è stata debitamente addestrata; ha avuto il permesso di fare ritorno a casa.
Ma tutto quello che Riliane si ricorda, è cambiato. I due mostriciattoli a cui faceva da babysitter, sono diventati adolescenti di diciassette anni, e sono entrati nello stesso mondo di Riliane. Quello del sovrannaturale.
Anche lei è cambiata da adolescente maschiaccio e debole qual'era è diventata una ragazza dai modi bruschi e duri, ma indubbiamente bella.
Solo una cosa non è cambiata in lei, l'amore per un ragazzo, quello che era il suo migliore amico, probabilmente adulto come lei, ora.
Derek Hale.
E nel mentre, il loro passato viene a galla, un branco di Alpha minaccia la "pacifica" convivenza dei nostri lupi mannari, e una nuova creatura sovrannaturale compie sacrifici per riattivare un potere antichissimo.
(La storia segue le vicende della terza stagione, ma completamente diversa, aggiungendo una nota di pericolosità in più rispetto all'originale)
Genere: Introspettivo, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Derek Hale, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lemon, Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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1.Return
 



 
È strano tornare a casa.. è tutto uguale: gli stessi odori, le stesse sensazioni, le stesse cose... ti rendi conto che l'unico a essere cambiato sei tu.
(Benjamin Button)
 
 




Premetti sull’acceleratore, mettendo contemporaneamente la mano sul cambio.
La mia piccola Audi grigio metallizzato stava gridando pietà per tutti i chilometri, che le avevo fatto fare da New Orleans. Dopotutto, avevo dovuto attraversare due stati per arrivare in California, precisamente a Beacon Hills.
Era così strano tornare nella mia città natale, dopotutto questo tempo. Mi sarei sentita come un pesce fuor d’acqua? O i ricordi, sarebbero tornati tutti assieme?
Abitare per dieci anni, in una città come New Orleans, piena di feste, luci, persone, ti fa dimenticare la bellezza di un posto dove i boschi regnano sovrani.
Forse, per quello mia madre mi aveva portata in quella città così maestosa, all’età di soli quindici anni.
Per dimenticare.
Ma, dopo la morte di mia madre anche New Orleans aveva perso il suo fascino. Le luci abbaglianti avevano perso la loro lucentezza, le feste voluttuose e divertenti erano diventati una marcia funebre, ai miei occhi. Avevo cercato di scappare, andare in un altro stato.
Dimenticare, di nuovo.
Ma, io non potevo.  Per me, per una Morgan, era impossibile scappare dal suo destino.
Capii quello che mia madre realmente era, solo pochi giorni dopo il suo funerale.
Pensavo fin da quando ero bambina, che fosse come me.
Un lupo mannaro.
In realtà era un grandino molto più elevato. Era una suprema.
Una donna incaricata per discendenza di governare il mondo sovrannaturale. Una donna con inimmaginabili poteri.
Alla sua morte, io avevo preso il suo posto accanto ad altre due donne: Tiana Harris e Jocelyne Argent.
Tre dinastie che potevano controllare il mondo sovrannaturale.
Tre dinastie che rappresentavano le maggiori entità sovrannaturali.
Gli Harris sono druidi; gli Argent, cacciatori; noi Morgan, siamo lupi mannari. Mia madre lo era, e lo ero io fin dalla nascita. Ciò che ci contraddistingueva dagli altri lupi erano gli occhi di un viola malva particolare.
Per due anni, mi avevano addestrato al combattimento, alla magia, al controllo del mio corpo. Tiana mi aveva anche insegnato un po’ dell’arte dei druidi, e del controllo sulle emozioni. Le avevo voluto bene, come ne avevo voluto a mia madre. Jocelyne Argent invece, fece di tutto per farsi odiare, come si era fatta odiare tutta la famiglia Argent. Non aveva mai avuto una buona parola per me, si era sempre comportata come una cacciatrice con la sua preda. Il motto degli Argent era: “Cacciamo chi ci da la caccia”. Io non avevo mai fatto niente a quella Argent se non cercare di ucciderla, nove anni fa.
Okay, si lo riconosco, non fu una bella mossa da parte mia; ma gli Argent avevano ucciso parte della mia famiglia.
Mi avevano distrutto la vita.
Era colpa loro, se mia madre mi portò via.
Volevo vendicarmi. Purtroppo non c’ero riuscita, perché mia madre mi aveva fermato. Ancora oggi porto del rancore verso la famiglia Argent, e soprattutto verso una in particolare.
Kate Argent.
Con un schiocco delle dita, accesi il lettore audio dell’auto, lasciando che la voce suadente di Katy Perry invadesse l’abitacolo.
-Make me your Aphrodite. Make me your one and only .Don’t make me your enemy, your enemy, your enemy- cantai rilassando le mani sul volante.
Tra un po’ avrei raggiunto il cartello di “Benvenuti a Beacon Hills”, che avrebbe davvero significato che stavo tornando a casa.
Casa dolce casa, come si suol dire; ma non c’era niente di dolce a tornarci senza mia madre.
-Are you ready for, ready for. A perfect storm, perfect storm. Cause once you’re mine, once you’re mine - alzai la voce abbassando i finestrini.
Tanto sapevo di avere una bella voce, e poi quella canzone mi caricava come non so cosa.
L’autostrada che portava a Beacon Hills, poteva essere solo deserta a quell’ora; visto e considerando che erano le otto di mattina, ed era domenica.
Mi guardai nello specchietto.
I capelli color castagna erano ancora in boccoli ordinati e, nonostante il lungo viaggio, gli occhi erano rimasti sempre vispi e attenti, grazie agli innumerevoli sorsi di caffè, bevuti dal thermos.
Feci un sorrisino arrogante al mio riflesso. Si, durante tutti questi anni ero diventata un pizzico vanitosa, ma potevo permettermelo. Avevo perso cinque chili, avevo fatto crescere i capelli e dal mio piattume adolescenziale, era finalmente spuntata una graziosa terza abbondante; il che era già un record.
Prima che la canzone finisse, superai il cartello, e il mio sorrisino arrogante, si trasformò in una linea dritta e ferrea.
Era reale. Stavo tornando a casa.
Stavo tornando dal mio passato.
 
Mi accorsi di non sapere dove andare, quando non riconobbi nessuna delle strade. Richiamai alla memoria, la strada per il centro veterinario di Beacon Hills.
Avrei trovato sicuramente qualcuno che mi avrebbe dato una mano.
Dopo venti minuti e trenta strade sbagliate, trovai la dimora lavorativa, di quello che era stato consigliere e grande amico di mia madre.
Alan Deaton, veterinario a tempo pieno e druido a tempo perso, da quando Talia Hale era morta, nell’incendio di dieci anni.
Ero contentissima di rivederlo. Mi era mancato così tanto.
Lasciai l’Audi nel piccolo parcheggio e scesi preoccupandomi di chiuderla come si deve. Dopottutto, era stato il regalo di Tiana per i miei vent’anni.
Battei contro la porta vetrata dello studio. Sapevo che Deaton era lì, ne avvertivo il battito cardiaco, e quando dalla colonna ne vidi spuntare la testa perfettamente pelata, quasi lanciai un grido di felicità. Quando lo sentii aprire la porta, gli saltai al collo, ora che riuscivo a farlo. Ero anche cresciuta in quei dieci anni, passando dal mio basso metro e 60, al mio uno e 70. Il druido rimase basito, e sorpreso.  Mi allontanò tempestivamente da sé, pensando fossi un qualche mostro strano, ma quando mi vide in viso, le sue labbra si allargarono in un sorriso.
Lui era davvero lì, e io ero davvero qui.
-Riliane? – chiese stupito l’uomo prendendomi le mani chiudendole tra le sue.
Mi ritrovai a dover ricacciare la lacrime.
-Mi sei mancato, Doc - gli risposi con il labbro tremante usando il nomignolo con cui lo chiamavo da bambina.
-Quanto sei cresciuta, Lia!- mi disse abbracciandomi.
Ricambiai l’abbraccio, lasciando che una lacrima mi sfuggisse dall’occhio e scivolando per tutta la guancia.
-Mi dispiace per tua madre, posso solo immaginare che perdita hai dovuto affrontare – mi sussurrò lui all’orecchio, mentre mi accarezzava i capelli con fare paterno.
Altre lacrime scesero sulla guancia, quasi a fare a gara con la prima.
Decisamente, mancavo troppo da casa.
Chissà quando avrei visto i miei piccoli mostriciattoli, che ora avrebbero dovuto avere all'incirca diciassette anni, che reazione avrei avuto? Mi preoccupava di più la reazione che avrei avuto quando avrei rivisto, Lui.
Mi staccai asciugandomi le lacrime con la manica della giacca di jeans.
-Come fai a saperlo? – gli chiesi mentre gli occhi tornavano al loro stato normale.
-Ho le mie fonti – mi rispose enigmatico come sempre, regalandomi un enorme sorriso.
-Che ne dici se andiamo a casa tua, e ti aggiorno su tutto quello che è successo, da quando sei partita? Sai com'è abbiamo ben dieci anni da recuperare – continuò lui, prendendo da dietro il banco le chiavi della macchina e il cellulare.
- Lascia stare per la macchina, prendiamo la mia, ti porto io domani qua, e poi Doc, ormai è anche tua quella casa- gli ricordai con un sorriso.
- Grazie Lia, è bello riaverti qua! Ho tante cose da raccontarti – mi disse salendo nel lato del passeggero al mio fianco.
-Grazie Doc, anche io sono contenta di essere tornata – mentii con un mezzo sorriso.
 Per fortuna, Deaton non poteva sentire il mio battito cardiaco che accelerava.
 
Doc mi fece da navigatore fino alla destinazione, e quando arrivammo, notai che la casa era stata tenuta in modo eccellente. Io e mia madre prima di partire avevamo lasciato la casa a lui, perché non la occupassero, o cadesse a pezzi.
-E’ rimasta come la ricordavo – gli dissi prima di spegnere il motore dell’auto.
Scendemmo entrambi, e lui mi diede la chiave, dicendo che dovevo farlo io. Aprii, la porta, e mi meravigliai di come tutto fosse rimasto uguale.
Gli occhi ripresero la loro lucidità, senza però versare una lacrima.
Sembrava quasi che io e mia madre non fossimo mai andate via, come se lei non fosse mai morta, e che sarebbe spuntata dalla cucina con in mano il suo solito mestolo.
Quel ricordo mi mise una tristezza infinita. Deaton se ne accorse e mi mise una mano sulla spalla, per confortarmi. Con quel gesto mi sentii immediatamente rincuorata. Mi ricordò molto Tiana che mi accarezzava la testa per farmi passare i brutti pensieri. Beh, dopotutto erano entrambi druidi, chi più di loro poteva capire le emozioni senza trucchi, tipo udito supersensibile.
-Va tutto bene, grazie per averla tenuta in questo perfetto stato, anche la mamma te ne sarebbe grata– lo ringraziai sorridendo.
-Era una promessa che feci ad entrambe, dopotutto. Sarai affamata, vuoi che ti prepari qualcosa per colazione? – mi chiese andando verso la cucina
-Oh, sì ho una fame da.. lupi – risi della mia pessima battuta.
Un lupo, dopotutto lo ero, non potevo negarlo. Sentii ridere anche lui, dalla cucina.
-Però prima vado a farmi una doccia – lo informai incominciando a salire le scale.
-Trovi dei cambi nella tua camera, spero che qualcosa ti vada ancora però – mi rispose Deaton dalla cucina, sapendo che avrei potuto comunque sentirlo.
 
Dopo la doccia, mi sentii meglio. Mi sentivo rilassata, e piena di energie. Mi misi l’accappatoio, e iniziai a tamponare dolcemente i capelli.
Anche il bagno era rimasto uguale.
Nessun segno di sporcizia, il sapone messo nuovo da poco. Solo le mensole erano vuote. Doc aveva buttato tutto, tranne i profumi che spiccavano in tutte le loro boccette sul lavandino. La preziosa collezione di profumi francesi, che mamma si era pentita di non aver portato. Mi ricordai di quando mamma alle volte cantava una filastrocca, per decidere quale spruzzarsi, o quando ne metteva a me una goccia prima che uscissi per andare a scuola.
-Non è importante se ti trucchi, come tutte le altre, è importante che tu abbia un profumo particolare, diverso da tutti. Ricordalo, Lia è l’odore che ci rende unici
Quando capii che si riferiva ai nostri sensi super sviluppati, e agli odori unici delle persone, era troppo tardi.
Smisi di guardare le boccette di profumo, e mi misi a cercare il mio balsamo anti crespo, ricordandomi, poco dopo, che le mensole erano vuote, e che avevo lasciato la mia boccetta nel portabagagli.
Cavolo, ora devo andare in macchina a riprenderlo, pensai.
Riallacciai l’accappatoio, e fissai il turbante sulla testa;  non m’importava che qualcuno mi vedesse in quelle condizioni, a New Orleans passavo da una stanza all’altra, anche mezza nuda.
Scesi le scale, stando attenta agli scalini.
Okay, è vero che ho i sensi super sviluppati, però mi sa che con me sono un po’ andati a farsi fottere. Io cado anche se sbatto contro un sassolino.
Sentii l’odore dolce delle brioche, e dell’odore acido della spremuta d’arancia.
-Lia, dove stai andando? – mi chiese Doc, ancora all’opera in cucina.
-Vado a prendere l’anticrespo in macchina, o avrò dei capelli orribili per il resto della giornata – gli risposi ridendo.
Quando aprii la porta per uscire, mi ritrovai davanti due ragazzi, uno dei due aveva in mano una busta di plastica.
Ciambelle, riconobbi dall’ odore olioso.
Li guardai bene in viso, esaminando ogni loro zigomo, e poi, li riconobbi.
Due bambini, che non vedevo da troppo tempo.
Due bambini diventati due ragazzi bellissimi.
Il mio labbro prese a tremare e gli occhi ad inumidirsi.
-Scott … Stiles … - balbettai sull’orlo di una crisi di pianto.
Quando si buttarono entrambi addosso a me, capii che oggi avrei passato la giornata a piangere, come una bambina.
I miei due mostriciattoli.
-Ci sei mancata così tanto, Lia! – dissero in coro con voce strozzata, incuranti di come fossi conciata.
Bentornata a casa, Riliane Morgan, pensai mentre i ragazzi mi abbracciavano, senza che nessuno di noi accennasse a staccarsi da quell'abbraccio, che desideravo da anni.

 Nel mentre, Alan Deaton continuava a guardare la scena a braccia conserte e con un sorriso enorme sul viso.
 
 
 
 
Writer’s corner.

Buonasera (sono le 21.21), sono una nuova del fandom di TW, ma ne sono già innamorata alla follia! Spero siate clementi, se dimenticherò delle cose XD
Abbiamo visto in questo primo capitolo, il nuovo personaggio, e delle nuove creature soprannaturali. Le Supreme (ogni riferimento ad AHS è quasi ovvio), che sono coloro che governano il mondo sovrannaturale. Le ho volute creare, perché tutti hanno bisogno di persone che hanno creato le leggi del sovrannaturale. Sono un po’ come gli Originali, in The Vampire Diaries. Nessun crossover però, anche se la mia Riliane ha il volto di Hayley Marshalle e Faye di The secret circle. A dirla tutta sembra il connubio di quei due personaggi. No, non l’ho fatto apposta. Riliane è nata da me xD
Dopo questa lungo discorso, direi che vi lascio.
Spero che il capitolo vi piaccia, e che la storia vi interessi. Ve ne sarei davvero grata se mi supportaste in questa nuova avventura.
Buonviaggioavederci,
 
St_rebel
  
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