Serie TV > Teen Wolf
Segui la storia  |       
Autore: St_rebel    30/11/2015    3 recensioni
Riliane Morgan torna a Beacon Hills, dopo quasi undici anni dal suo trasferimento a New Orleans con la madre.
Ma, ora che sua madre è morta, e lei è stata debitamente addestrata; ha avuto il permesso di fare ritorno a casa.
Ma tutto quello che Riliane si ricorda, è cambiato. I due mostriciattoli a cui faceva da babysitter, sono diventati adolescenti di diciassette anni, e sono entrati nello stesso mondo di Riliane. Quello del sovrannaturale.
Anche lei è cambiata da adolescente maschiaccio e debole qual'era è diventata una ragazza dai modi bruschi e duri, ma indubbiamente bella.
Solo una cosa non è cambiata in lei, l'amore per un ragazzo, quello che era il suo migliore amico, probabilmente adulto come lei, ora.
Derek Hale.
E nel mentre, il loro passato viene a galla, un branco di Alpha minaccia la "pacifica" convivenza dei nostri lupi mannari, e una nuova creatura sovrannaturale compie sacrifici per riattivare un potere antichissimo.
(La storia segue le vicende della terza stagione, ma completamente diversa, aggiungendo una nota di pericolosità in più rispetto all'originale)
Genere: Introspettivo, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Derek Hale, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lemon, Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A







2. Memories
 


“Il ricordo della felicità non è più felicità; il ricordo del dolore è ancora dolore.”
(George Gordon Byron)
 
 
Quando finalmente ci staccammo, i miei capelli si erano interamente asciugati e facevano letteralmente schifo.
Tant’è che il “piccolo” Stiles si mise a ridere, seguito da Scott.
Feci la linguaccia ad entrambi, come facevo una volta, e storsi il naso, nella mia tipica smorfia.
-Visto che vi state prendendo gioco della vostra amata ex babysitter ora, mi aiuterete con le valigie! – ordinai imperativa.
-Certo, Lia!- risposero con saluto militare, continuando a sorridere.
Uscii, finalmente, dalla porta, accompagnata dai due, nel mentre Deaton portava le ciambelle sul tavolo della cucina.
-New Orleans, eh Lia? – mi chiese Stiles mentre prendeva la valigia media con un po’ di fatica. Dopotutto, dentro quelle tre valigie c’erano stipati dieci anni di shopping.
-Rumorosa, festosa e luccicante come se fosse sempre Natale. Niente di speciale – risposi facendo spallucce.
-Immagino ti sarai divertita, mi ricordo che adoravi ballare e mettere costumi strani – suppose Scott, prendendo la valigia più grande, e aiutando Stiles al contempo.
Dannata forza licantropesca, eh Scott?
-Se devo essere sincera, non ne ero entusiasta all’inizio. Ma, ho dovuto farmela andare bene – sospirai al ricordo dei numerosi pianti e grida contro mia madre, quando mi aveva caricata in macchina con poca gentilezza, e portata via.
Ripensai ai mesi in cui le avevo tenuto il broncio, e me ne pentii. Lei era morta e io avevo sprecato due anni a litigare.
Due anni che non sarebbero più tornati.
Posammo le tre valigie nel salotto accanto al divano bianco in pelle, e da una ne recuperai tutto il necessario per il bagno, e un cambio estivo, pronta per la seconda doccia.
-Ci metto poco, e vi raggiungo, così possiamo parlare di cosa è successo in tutti questi anni. Vi vedo diversi- dissi con un sorrisino ambiguo, lasciando i miei due mostriciattoli sorpresi, soprattutto Scott che ingoiò rumorosamente saliva.
Deaton si mise a ridere, chiudendo le bocche aperte dei due ragazzi.
Risi anch’io,  salendo le scale di corsa.
Entrai nuovamente nel bagno, mettendo sulle mensole tutto quello che avevo nella borsa. Aggiunsi i restanti profumi alla collezione di mamma, e ne rimasi incantata. Mille boccette di profumo di colore diverso, e forme stravaganti. Mi ripromisi di mettermene una goccia finita la doccia.
Mi tolsi di nuovo  l’accappatoio di spugna, rosa antico, e il turbante; mi guardai allo specchio.
Gli occhi color grigio fumo erano ancora leggermente arrossati , i capelli erano secchi e informi  e reclamavano il mio potentissimo balsamo al burro di karitè. 
Guardai il mio petto, e il mio viso in cerca di brufoli e punti neri. Avevo una mania per quei “cosi” che si formavano sulla mia pelle, ogniqualvolta fossi vicina al ciclo, e purtroppo per me e gli altri, ci ero molto vicina. Non ne trovai poi così tanti, come pensavo.
Presi il cellulare appoggiato al lavandino e feci partire il lettore musicale. 
Essere una Suprema implicava anche poter controllare l’ambiente che ti circondava, eppure io preferivo fare quelle piccole cose che mi rendevano ancora in parte umana, come premere il tasto Play per far partire la musica.
Entrai nella doccia, portandomi dietro shampoo, balsamo e bagno schiuma.
Mentre l’acqua tornava dolcemente a lambire e idratare di nuovo i capelli, ripensai ai due ragazzi che si erano presentati pochi minuti fa alla mia porta.
Pensai che quando ero andata via, avevano poco più che otto anni, e ora erano degli adolescenti.
Scott, il dolce e gentile Scott, era diventato un ragazzo stupendo. Lineamenti marcati e virili, naso perfettamente delineato, e un delicato taglio a mandorla, che rendeva i suoi occhi neri come il carbone ancora più profondi. Merito della bellezza ispanica di sua madre, ricordai. 
Supposi però, che  la notevole crescita muscolare fosse dovuta alla trasformazione in licantropo. Per quanto Scott fosse cresciuto, era sempre stato magro e longilineo, soprattutto dovuto all’altezza spropositata; impossibile quindi che fosse diventato muscoloso e … “spesso”, si può dire (?)
Al contrario, Stiles rimaneva sempre un patato, con quei nei sparsi per tutto il viso, il taglio dolce degli occhi color cioccolato, e la carnagione chiara. Immaginai che si stesse facendo ricrescere i capelli da poco, perché mi ricordavo un bimbo con i capelli nero pece, tenuti costantemente lunghi. Per fortuna, aveva anche mantenuto il suo mezzo sorriso impertinente. Ricordai di averglielo insegnato io, perché dopo la morte della madre, Stiles non era più riuscito a sorridere come tutti i bambini della sua età.
Quando incominciai a fargli da babysitter, avevo solo dieci anni, e lui quattro.
Sua madre era morta solo da qualche settimana, e suo padre non riusciva a badare a lui, a causa della sua posizione di vice-sceriffo, e del suo vizio dell’alcool.  
Fu mia madre, a propormi se volessi badare ad un “problematico” bambino, come lo definivano le maestre dell’asilo e i suoi compagni. Quando le chiesi il perché, lei mi rispose dolcemente che doveva un favore ad un’amica, che non era riuscita a ricambiare in tempo. Intuii, a quel tempo, che avesse conosciuto Claudia Stilinski. Solo qualche anno dopo scoprii che fu la madre di Stiles a farmi nascere.
Dopotutto, era l’ostetricia più famosa di tutta Beacon Hills.
Mia madre mi raccontò che fu un parto particolarmente difficile, perché nacqui durante la luna piena, e si sa come i lupi possano essere “vivaci” in quel periodo. Mi raccontò di come Claudia non fece domande sul perché i suoi occhi avessero cambiato colore, o perché le unghie fossero diventati degli artigli; la donna mantenne la promessa di non parlarne mai con nessuno.
Il giorno dopo mi presentai alla porta dello sceriffo Stilinski, chiedendogli se avesse bisogno di una mano con il figlio.
Non accettai favori, ne soldi.
Andavo a scuola, e quando uscivo, andavo a prendere il piccolo Stiles, come lui voleva che lo chiamassi, all’asilo. Gli preparavo la merenda, e gli mettevo i cartoni alla tv, nel mentre io facevo i compiti per il giorno dopo. Di solito suo padre, lo veniva a prendere alle sei del pomeriggio, ma molto soventemente lo sceriffo si fermava in centrale fino a notte tarda; e allora preparavo a quel piccolo mostriciattolo anche la cena, e lo mettevo a dormire nel letto provvisorio accanto al mio.
Ovviamente gli mettevo come cuscino, il suo cuscino, o avrei passato notti insonni. Notti che passavo comunque, perché il bimbo si aggrappava continuamente alla mia schiena, o al mio petto. Finii, nonostante tutto, per volergli bene come ad un fratello minore, e lui ricambiò il mio affetto. Si fidò di me, e da quel momento smise di avere la brutta reputazione che suo padre mi aveva detto avesse.
Grazie alle ottime credenziali, ricevute dal signor Stilinski, un annetto dopo, mi fu affidato anche Scott. Anche a sua madre, non chiesi niente. Ma ogni volta che dovevo fare una visita, che non riguardasse il mio essere sovrannaturale, lei faceva in modo che, per me, fosse gratis.
Fu a causa del mio babysitteraggio non retribuito, e del poco tempo che avevo a disposizione per badare singolarmente ad ognuno, che Scott e Stiles diventarono inseparabili, solo la mia schiena non ne fu mai molto contenta.
Sia Scott che Stiles, tiravano molti calci la notte, e alle volte era impossibile dormire con loro. Ma, ripensando a come li avevo abbandonati così all’improvviso, mi sentii veramente in colpa. Mi chiesi se c’è l’avessero avuta con me, se mi avessero odiata per essermene andata, senza nemmeno salutarli.
Scacciai quei brutti pensieri, ero tornata a casa, e loro erano qui, e io ero così contenta di poterli riabbracciare.
Chiusi la manopola della doccia, strizzando i lunghi capelli castani, e uscii, avvolgendomi nell’accappatoio e richiudendo i capelli in nuovo turbante, più stabile del precedente. Presi l’intimo, ovviamente sempre discordante uno dall’altro. Avevo optato per un reggiseno giallo canarino e slip lilla.
Non c’è sfida con nessuno nell’abbinamento dei colori, pensai ironicamente.
Indossai velocemente, anche il vestitino che avevo recuperato dalla valigia. Un vestitino bianco, molto semplice, e molto estivo, tutto di pizzo, con le spalline e un grazioso scollo a cuore. Qualche anno fa, non mi sarei mai sognata di mettere qualcosa del genere. Troppo femminile, per me.
Eravamo in California, per fortuna, così non avevo dovuto cambiare vestiario, o comprare pesanti giacconi che odiavo, tra l’altro.
Non misi scarpe, né infradito. Adoravo camminare per casa a piedi nudi. Mi sentivo libera e fresca.
Mamma mi ripeteva sempre che in questo ero sempre stata molto primitiva.
Molto animale.
Presi il mio amato anti crespo, e ne misi una quantità abbondante sul palmo della mano. Lo passai tra le ciocche, sentendo che si ammorbidivano ancora di più. Presi il pettine e iniziai a pettinarli con cura.
Finii dopo dieci minuti e mille imprecazioni contro i nodi; non gli asciugai nemmeno. Era estate, e poi io non potevo ammalarmi.
Una delle tante cose belle dell’essere un licantropo.
Buttai accappatoio e asciugamano nel cesto della roba sporca, e spensi la luce del bagno, andando verso le scale, per raggiungere gli altri.
Quando iniziai a sentire odore di ciambelle e di crema che fuoriusciva, quasi mi catapultai giù. Amavo i dolci, e amavo le brioche.
Entrai in cucina, notando Scott seduto a capotavola, Stiles alla sua destra e Deaton alla sinistra, a me sarebbe spettato l’altro capotavola.
Stiles stava già mangiando una ciambella, e aveva la guancia sporca di zucchero a velo, Doc si stava versando del caffè, e Scott mi guardava, in attesa.
Presi la tazza di caffè che Doc mi offrì e una brioche piena di crema.
Ne diedi un grosso morso, e la masticai con calma.
Quando la finii, Deaton prese parola.
-Allora, mi sembra giusto che ci aggiorniamo tutti sulle novità, vuoi cominciare tu, Riliane?- mi chiese Doc
-Certo, credo che ne approfitterò per fare ad entrambi le mie scuse per essermene andata senza avvisarvi, mi dispiace davvero –dissi guardandoli entrambi negli occhi, posando la seconda brioche sul tavolo.
-Lia, non devi scusarti, tua madre avrà avuto una buona ragione per portarti via così in fretta, dopotutto quello che è successo a Beacon Hills, posso intuirlo benissimo – disse Scott rivolgendomi un sorriso, e un cenno di assenso con l’amico al suo fianco.
-Quindi voi non sapete niente, Deaton non vi ha detto niente – esclamai confusa.
-No, ha mandato un messaggio a Scott dicendogli che stavi tornando a casa, e che sapevi tutto su.. beh.. quello. E’ stato molto conciso – mi disse Stiles nervoso passandosi una mano sulla nuca.
-Ho preferito non anticiparvi niente, pensavo che una sana chiacchierata vi avrebbe riavvicinati – ci confidò Deaton con fare paterno.
-Però lei sapeva.. di me, intendo– disse Scott alzando il sopracciglio
-Un licantropo? Lo sento dall’odore. Doc non mi ha detto niente, anche perché da quando sono andata via, non ho più sentito nemmeno lui – gli confessai riprendendo a mangiare la brioche.
-Come hai fa... Sei anche tu un lupo?! La mia ex babysitter è un licantropo! – esclamò Stiles gesticolando come faceva da bambino.
Scott mi guardò sconvolto, e allora decisi di trasformarmi davanti a loro.
Non ebbi bisogno di tanta concentrazione per far apparire gli artigli, le zanne e la consueta, fastidiosa peluria sul viso.
-I tuoi occhi? Sono viola! – esclamò sorpreso Scott
-Penso che dovresti raccontargli tutto dall’inizio- mi consigliò Deaton finendo la tazza di caffè
Annuì, e dopo un bel respiro, incominciai.
Gli raccontai di mia madre, del fatto che appartenesse alla famiglia dei Morgan, un’importante stirpe di lupi mannari. Del perché ci eravamo trasferite, evitando di citare l’incendio di casa Hale. Non volevo parlarne.
Non volevo che si ricordassero che li conoscevo, così bene. Soprattutto, di uno in particolare.
Così cercai un modo per bypassare l’argomento, senza che Scott se ne accorgesse.
Raccontai  che mia madre, dopo aver saputo che i cacciatori erano in città, aveva voluto andarsene, trasferirsi a New Orleans, dove le Supreme avevano la loro dimora, e non era poi una bugia, in fondo.
Gli raccontai di come scoprii che oltre ad essere un lupo mannaro, mia madre fosse anche una delle tre Supreme.
Alle loro facce confuse, spiegai cosa le Supreme fossero, e quale compito avessero, nel mondo sovrannaturale. Gli raccontai degli estenuanti allenamenti, degli insegnamenti di Tiana, e delle litigate con Jocelyne; di come due anni fa ritrovai mia madre agonizzante a terra, con morsi di lupo alla gola e sui fianchi, di come morì nel giro di pochi minuti, senza che io potessi fare niente, e del fatto che non si sapesse chi potesse essere il suo assassino. Ma, sapevo che la Argent e Tiana mi nascondevano qualcosa, lo vedevo ogni giorno negli sguardi che mi lanciavano, e questo mi aveva dato fastidio, ma poi avevo lasciato correre, e avevo cercato di accantonare tutto in un angolo della mia mente.
Quando finii la mia gola era asciutta, ma il tono era rimasto fermo e deciso, nonostante avessi dovuto ricordare della morte di mia madre, e del suo orribile assassinio.
Al contrario, Scott aveva un sopracciglio alzato e la bocca semiaperta in un espressione di stupore , ma la reazione di Stiles era la migliore: bocca decisamente aperta, la ciambella a mezz’aria, e gli occhi spalancati. Risi, avvicinandogli come meglio potevo la ciambella alla bocca. Deaton era rimasto tranquillo come sempre, anzi si stava versando un’altra tazza di caffè.
-Quindi, mi state dicendo che la mia adorabile babysitter, è un lupo mannaro, ma non uno normale. Sei una specie di capo di tutta la razza mannara?  - mi chiese Stiles sarcastico gesticolando verso di me
-Esatto! Sono un’ Alpha superiore a tutti gli altri Alpha, ecco – risposi terribilmente a disagio.
Mi piaceva la sensazione di potere che mi dava il mio ruolo, ma non in questo momento.
-Fantastico! Un giorno verrò a scoprire che la cuoca della mensa per preparare quello schifo di stufato usa carne di coyote mannaro* - affermò sarcastico Stiles.
Tutti ridemmo, e finalmente l’aria diventò meno densa.
-Ora, invece voglio sapere cos’è successo in questa tranquilla cittadina – ordinai ironica.
Mi raccontarono tutto dall’inizio alla fine non tralasciando nemmeno una virgola.
Mi raccontarono di Lydia, della bellissima bambina dai capelli color fragola, che era sempre piaciuta tanto a Stiles, e di come trovasse cadaveri, di Jackson che era diventato un Kanima. Sapevo chi era perché qualche volta d’estate guardavo pure lui.
Si, okay gestivo un asilo non retribuito, e illegale, ma chissene giusto? Dopotutto guardavo i figli di un vicesceriffo, ora sceriffo a tutti gli effetti, di un avvocato mangia uomini, e di quanto ne sapevo a detta di Melissa stessa, di un agente dell’FBI.
Sarei stata apposto con la legge per tutta la vita.
Ovviamente, ma speravo di no, gli Hale vennero nominati diverse volte, ma soprattutto fu nominato spesso Lui e sperai che Scott non mi chiedesse perché il mio cuore sobbalzasse sempre al suo nome.
Lo sperai davvero, perché faceva davvero troppo male.
Faceva ancora male, dopo dieci anni.
Mi raccontarono che non c’era solo Scott, ma anche altri Beta. Li avrei voluti conoscere.
Poi si misero a parlare degli Argent, e sentii la pulsazione del mio sangue schizzare alle stelle. Scoprii che Scott aveva avuto una relazione duratura con la nipote di Kate Argent, Allison, da poco interrotta a causa della morte della madre di lei.
-Beh Scott, le Argent non te le consiglio, non sono proprio fidanzate ideali- gli sussurrai sapendo che poteva benissimo sentirmi.
Lui mi guardò curioso, ma ad un mio cenno, lasciò cadere il discorso.
-Comunque questo è più o meno il riassunto della storia, carina eh? Un po’ macabra e piena di morti, ma che ci vuoi fare! – mi disse Stiles sarcastico.
-Bravo Stiles! Sono fiera che hai ereditato il mio sarcasmo- ammisi mentre mi asciugavo per finta una lacrima da un occhio.
-Fidati, qualcuno non lo apprezza di certo. Anzi sono stato minacciato di morte, più volte**– mi disse Stiles assumendo un espressione leggermente terrorizzata.
Risi, immaginandomi chi potesse prendersela così tanto per del sarcasmo***
-Noi dobbiamo andare ora, io e Stiles avevamo in programma di allenarci con il lacrosse – mi comunicò Scott alzandosi dalla sedia.
-Oh, posso venire anch’io? Voglio vedere i miei due mostriciattoli antisportivi giocare a Lacrosse! – li pregai mettendo la mani unite tra loro.
-Certo che puoi! Anche se modestamente io sono migliorato abbastanza – si vantò il licantropo facendo il trionfo e gonfiando il petto.
-Allora Scott tu vai a piedi, io porto solo la mia adorata Lia – gli comunicò Stiles prendendomi per mano, e sorridendomi.
Oh, era proprio da noi fare tutti quei teatrini.
-Vi odio!- esclamò Scott a braccia conserte mentre io stavo ancora a braccetto attaccata a Stiles.
-Allora, divertitevi! Ricordati che quando torni devi disfare le valigie - mi disse Doc iniziando a mettere apposto le tazze, e il piatto con le restanti brioche.
-Certo Doc!- gli assicurai andando verso di lui e abbracciandolo.
Raggiunsi gli altri due in salotto, e velocemente raccolsi un paio di sandali bianchi con un fiore enorme nel mezzo, e una minuscola pietra gialla come pistillo, e li misi ai piedi.
Ovviamente, erano tutte cose che mi aveva regalato mia madre, se no non le avrei mai indossate di mia spontanea volontà. Troppo femminili per un maschiaccio adorante della pelle sintetica.
Presi a braccetto Stiles e Scott, attirandoli ancora più vicino a me, e uscimmo nel vialetto.
La mia bella Audi, parcheggiata, che si stava godendo un meritato riposo.
-Andiamo con la mia Jeep – esclamò contento Stiles, saltellandomi verso quella macchina un po’ vecchio stile e di colore azzurro cielo, un po’ graffiato qua e là
-Informazione dell’ultimo minuto: Stiles ama la sua Jeep – mi sussurrò Scott, cosicchè l’amico non lo sentisse.
Dopo due minuti eravamo dentro la Jeep, e stavamo andando verso la Beacon Hills High School, altro posto che odiavo, tra l’altro.
Io ero sul sedile davanti accanto a Stiles, dietro ci stava Scott che aveva sbuffato quando l’amico gli aveva detto di andarsene dietro, perché oggi il posto d’onore l’avrei occupato io.
Sempre dolce e premuroso il mio Stiles, pensai rincuorata.
Finalmente potei chiedere a Stiles di suo padre, e a Scott di sua madre. Mi risposero che entrambi stavano bene, e che per fortuna lo sceriffo aveva smesso di bere.
Mi appuntai mentalmente di andarli a trovare entrambi, presto.
Parcheggiammo nel cortile della scuola, e scendemmo.
Faceva caldo, troppo caldo. Io odiavo il caldo, odiavo sudare, e odiavo dovermi idratare ogni cinque minuti.
Per fortuna, Scott mi comunicò che avevamo acqua per un reggimento dentro quei borsoni, tant’è che quello di Stiles lo dovetti portare io, talmente era pesante, mentre il ragazzo sbuffava infastidito che una ragazza fosse più forte di lui.
-Lo accetto solo perché sei tu, Lia – mi comunicò il ragazzo sorridendomi.
Arrivammo presto al campo, e per fortuna non c’era nessuno. Lasciai che i ragazzi si cambiassero, mentre io mi posizionavo all’ombra sotto le gradinate degli spalti.
Non sapevo quasi niente del Lacrosse, perché quando frequentavo io quella scuola si giocava molto di più a Basket. Ci giocavo anche io, a dir la verità. I miei sensi ultra sviluppati, sostituivano la mancanza di altezza.
I due ragazzi si misero a giocare, Scott in porta, e Stiles nell’attacco, credo (?). Io facevo il tifo per Stiles, visto che era quello sprovvisto di poteri sovrannaturali. Ovviamente, Scott usava spesso i suoi sensi e Stiles si arrabbiava. Allora, usai qualche trucchetto per deviare la palla all’ultimo minuto cosicchè Scott non la potesse parare. Quindi, finii che mentre Stiles si arrabbiava con Scott, Scott si arrabbiava con me perché usavo i miei poteri per deviare la traiettoria della palla. Ovviamente, gli avevo spiegato che essendo una Suprema potevo controllare lo spazio attorno a me.
Ad un tratto, però sentii due odori diversi da quello di Scott e Stiles.
Pensai che se Scott non si stesse agitando, c’era un motivo, ma lo capii troppo tardi.
Dal fondo della radura apparirono due ragazzi giovani, con due odori differenti, ma entrambi con l'odore di terriccio che contraddistingueva noi licantropi.
Si avvicinarono sempre di più, fino a fermarsi accanto a noi.
Il primo era un ragazzo  con i capelli biondi e boccolosi, due fantastici occhi azzurri, e un fisico da mozzare il fiato. Mi ricordava un casino Matty McKibben, del programma di MTV “Diario di una nerd Superstar”.
Poi guardai il secondo: era un ragazzo bellissimo, con i capelli neri come piume di corvo, la pelle abbronzata, gli occhi verde bosco intensi e penetranti, e un sottile velo di barba a delineare gli zigomi virili. La maglietta nera a delinearne la muscolatura perfetta del torace e delle braccia.
Dovrebbe avere circa la mia età, pensai tra me e me.
Poi, ricordai.
Gli occhi verde bosco, l’odore da lupo, e la capacità di essere sexy, sempre; lo sguardo truce e minaccioso, la muscolatura perfetta.
Sentii il cuore aumentare i suoi battiti in modo irregolare e spropositato.
Realizzai che davanti a me, c’era il bambino con cui avevo sempre fatto il bagnetto da piccola, il bambino che giocava con me tutti i giorni a nascondino, il ragazzo che mi chiedeva di fargli le relazioni di storia e letteratura, per il giorno dopo.
Il mio migliore amico.
La mia prima cotta.
La mia unica grande cotta.

Sentii Scott, girarsi verso di me, probabilmente perché il mio cuore stava mancando qualche battito; ma non me ne importò
Davanti a me c’era Derek Hale.

 





Vestiti di Riliane:

http://www.polyvore.com/cgi/set?.locale=it&id=182780633
 
 
*Ovviamente è un anticipazione che mi sto prendendo su Malia
** Stiles si riferisce a Derek e alle sue innumerevoli minacce di morte
***Anche Riliane si riferisce a Derek.
 
 
 
 
Writer’s Corner.
 
Hola! E’ bello ritornare con un nuovo capitolo, chiuso magari un po’ male. Ma, per esigenze di lunghezza ho dovuto tagliarlo, e poi mi piace chiudere con la Suspence.
Stiamo entrando nel vivo della terza stagione; spero che non spiaccia se ho riciclato l’ultima scena della 2x12, ma mi serviva assolutamente.
Bando alle ciance, finalmente abbiamo il Lui, che ovviamente non poteva essere niente popo de meno che Derek Hale (ola delle ragazze presenti). Anch’io avrei voluto farci il bagno assieme, infatti invidio fortemente la mia Riliane. Spero che il capitolo Memories vi abbia garbato, soprattutto perché ho voluto dare spazio appunto alle “Memorie” di Riliane su quanto riguarda il rapporto con Stiles e Scott. Ovviamente c’è ne sono altre di cose, ma le approfondiremo più avanti. Per ora mi concentrerò nell’ affrontare il tema Derek, che sarà problematico per Riliane.
Smetto di annoiarvi promesso, passo a ringraziare:
  • jessalex e MorganaRoisinDubh81 per la bellissime recensioni che mi hanno lasciato e per averla inserita tra le Preferite/Seguite
  • bambo898 per averla messa nelle seguite.  Grazie mille, e spero che anche questo capitolo ti piaccia.
Questo è tutto, mi spiace di non aver potuto aggiornare prima, e credo che i tempi saranno simili tra un capitolo e l’altro, perché sono una maturanda (me piange).
Buona notte!

St_rebel
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Teen Wolf / Vai alla pagina dell'autore: St_rebel