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Autore: Shayleene    16/11/2015    1 recensioni
"-Ma certo, in fondo io non sono altro che una banale, goffa e inutile umana.- gli disse con una calma che presagiva la tempesta. Si alzò di scatto in piedi, togliendosi bruscamente in grembiule bianco che aveva addosso e dirigendosi a passo spedito verso il corridoio. -E visto che sono una semplice umana incapace non avrai problemi a gestire il tempio da solo per un po' di tempo!- gridò, mettendosi a correre senza voltarsi indietro.
-Nanami!- la chiamò Tomoe, allungando la mano. Nella sua mente comparve per l'ennesima volta l'immagine di Mikage l'ultima volta che l'aveva visto, quando aveva detto che sarebbe andato in città per un po' di tempo. Erano passsati più di ventun'anni da allora, e non era più tornato."
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Mizuki, Nanami Momozono, Tomoe
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2

Quella sottospecie di "stanza volante" che aveva utilizzato in alcune occasioni atterrò delicatamente a terra, e Nanami saltò giù alzando lo sguardo verso il monte Kurama che si ergeva davanti a lei. Non c'era più traccia del miasma che l'aveva avvolta quasi completamente un po' di tempo prima, e i pendii erano colorati del verde tenue e più scuro delle varie specie di alberi.
Si avviò con decisione, ancora infuriata per ciò che era successo.
"Possibile che non riesca ad evitare di dirmi tutte quelle cose perfide?" pensò, dando un calcio ad un ciottolo. "Forse è davvero meglio che stia lontana dal tempio per un po'. O magari sarebbe meglio se lo sciogliessi dal vincolo di famiglio così non dovrebbe più badare a me."
Ripensando al passato si rendeva conto che Tomoe era stato costretto a salvarle la vita ben più di una volta rischiando la propria, ma credeva comunque di aver fatto un buon lavoro come dea protettrice della Terra. In fondo i suoi poteri erano aumentati moltissimo, ed era diventata anche più indipendente. Eppure lui si ostinava a trattarla con sufficienza seguendola ovunque andasse per controllare che non combinasse qualche guaio.
Nanami sollevò i suoi grandi occhi nocciola verso il cielo, aspettandosi quasi di vederlo piombare lì da un momento all'altro. "La sua fiducia nei miei confronti è davvero così bassa?"
Nonostante si sentisse profondamente ferita e anche delusa, il fruscio del vento tra i rami unito a quell'atmosfera tranquilla riuscì a farle risollevare il morale. 
-Il ciliegio in fiore... sono arrivata!- esclamò, vedendo l'enorme albero dalla chioma rosata protendere i suoi forti rami sul villaggio di tengu come in sua protezione.
Improvvisamente udì una voce sorpresa alle sue spalle. -Ninf- ahem, Nanami, a cosa dobbiamo la tua visita?-
La ragazza si voltò, e davanti a sé vide il volto segnato da cicatrici di Jirou che la stava osservando. Gli corse incontro abbracciandolo forte.
-Jirou, sono così felice che tu sia guarito perfettamente!- gli disse. -Non mi sarei mai potuta perdonare se ti fosse rimasta qualche ferita permanente!-
Il tengu, nonostante inizialmente si fosse irrigidito sotto il suo tocco, ricambiò impacciato l'abbraccio. Quando Nanami si allontanò da lui le sembrò per un attimo che le sue guance fossero più rosse di prima.
-Anche... anche io sono felice di vedere che stai bene.- si sentì rispondere. -Posso aiutarti in qualche modo?-
Nanami giocherellò nervosamente con una ciocca dei suoi capelli castani. -Diciamo che mi sono resa conto di aver bisogno di una... vacanza. Ti dispiacerebbe se mi fermassi per qualche giorno al vostro villaggio?- gli chiese, sperando che non le dicesse di no. Sapeva che le donne non erano ben accette, ma era stato proprio Jirou a proporle di restare quando era riuscita a salvare Soujoubou, il terzo capo del villaggio.
Gli occhi scuri del tengu sembrarono quasi illuminarsi di luce propria, e Nanami sorrise per quella sua reazione. -Sei giunta al momento giusto, domani ci sarà una festa per celebrare il ciliegio!- le rispose entusiasta, facendole cenno di entrare nel villaggio. -Sono certo che anche fratello Shoujoubou sarà d'accordo nel farti partecipare, da quando ha saputo che hai aiutato Kurama sembra averti preso in simpatia.-
-Ti ringrazio infinitamente!- gli disse, con un sorriso caloroso. All'interno del villaggio qualche giovane tengu le lanciò uno sguardo sorpreso e timoroso allo stesso tempo, ma quelli che l'avevano conosciuta le fecero un cenno di saluto, nonostante rimanessero a debita distanza.
Ad un certo punto Jirou si girò verso un gruppetto di ragazzi che stava bighellonando. -Voi!- gridò, avvicinandosi a loro con aria furiosa. -Perché siete qui senza far nulla quando ci sono un'infinità di cose da preparare per la celebrazione?!- li strigliò, facendoli diventare tutti piccoli dalla paura. -Alzatevi in piedi e muovetevi ad andare ad aiutare gli altri!- gli ordinò, indicando con la mano un altro gruppo di tengu che stava trasportando delle decorazioni.
"E' pur sempre Jirou" pensò divertita Nanami. "Ma adesso si vede benissimo che non c'è più cattiveria nei suoi occhi." -Qualche problema con le preparazioni?- gli chiese quando le fu nuovamente vicino.
Jirou scosse la testa irritato. -E' stato deciso tutto così improvvisamente che abbiamo dovuto organizzare ogni cosa in fretta e furia, quindi i lavori stanno procedendo a rilento.- le rispose, passandosi la mano forte nei capelli scuri.
Nanami si fermò in mezzo alla strada. -Se vuoi posso darvi una mano!- gli disse, già entusiasta all'idea. Aiutare le persone in ogni modo faceva parte di lei, ed era anche per quel motivo che Mikage l'aveva scelta come dea protettrice della Terra anche se lei non lo sapeva.
-Non occorre, i miei fratelli riusciranno ad occuparsi di tutto per domani. Non preferiresti riposare un po'? Immagino che il viaggio ti abbia stancata...- le rispose Jirou, ma la ragazza fu irremovibile, come ogni volta in cui prendeva una decisione.
-Niente da fare, ormai ho deciso!- esclamò, dandogli una pacca sulla spalla. -Forza, dimmi come posso aiutarvi e mettiamoci al lavoro!- 
Con un sospiro di rassegnazione il tengu l'accompagnò per un rapido saluto al fratello Shoujoubou per poi spiegarle a grandi linee cosa avrebbe dovuto fare. Era mattina inoltrata quando iniziarono, e non smisero fino a quando il sole iniziò a tramontare facendo scendere una luce arancione scuro sugli alberi. La radura attorno al villaggio aveva già iniziato a trasformarsi, riempiendosi di grandi lanterne di carta che ondeggiavano dolcemente al vento, mentre dei teli colorati erano stati disposti a terra insieme a dei morbidi cuscini dove si sarebbero seduti i tengu, attorno a dei bassi tavolini di legno che sarebbero serviti per appoggiarci sopra le pietanze che i cuochi stavano preparando.
Tutti i tengu si erano ritirati per la cena e Jirou era andato a prendere una specie di sottile fascia di seta che avrebbero legato l'indomani attorno al tronco dell'albero. Nanami si era distesa sull'erba a braccia aperte, stanca morta ma felice. Tutto quel lavoro l'aveva aiutata a svuotare la mente e a ritrovare un po' di serenità.
Si sentiva più leggera, quasi i problemi che l'avevano afflitta fino ad alcune ore prima fossero rimasti ai piedi della montagna e non avessero osato seguirla fin lì.
"Certo che questo sarebbe davvero un bel posto dove stare..." pensò, lasciando che la brezza della sera le accarezzasse il volto.
Improvvisamente udì un lamento, e si alzò a sedere di scatto. Sotto il ciliegio c'era un piccolo tengu seduto a terra, che si asciugava le lacrime con le manine paffute. Nanami si avvicinò all'albero, accovacciandosi accanto al bimbo.
-Ehi piccolino, perché sei così triste?- gli chiese, facendo un sorriso dolce e rassicurante. Il tengu la guardo con i suoi occhioni azzurri, mormorando tra un singhiozzo e l'altro:-Non servo a niente, sono troppo piccolo e nessuno vuole il mio aiuto!- Poi, indicando una piccola lanterna posata vicino a lui aggiunse:-Volevo appendere questa lanterna fatta da me sull'albero, ma non so volare e non riesco neppure ad arrivare al ramo più basso!-
"Ma quanto è tenero?!" pensò Nanami, trattenendosi a stento dallo strapazzarlo di coccole. "E pensare che voleva solo rendersi utile..."
-E' deciso!- esclamò di colpo, facendo quasi spaventare il bambino. -Ci penserò io, ho giusto giusto un talismano che...- La sua voce si affievolì quando si rese conto di aver lasciato tutti i talismani al tempio. -Volevo dire, ci penserò io ad appendere la tua lanterna, non temere! Però promettimi di non piangere più, ok?- concluse, accarezzandogli maternamente la guancia.
Il piccolo tengu annuì felice. -Grazie sorellona, sei davvero gentilissima e bellissima!- le disse, mentre sul suo viso paffuto si apriva un sorriso tenerissimo.
Nanami si legò la piccola lanterna al fianco con la cordicella che serviva ad appenderla, si arrotolò le maniche ed iniziò a salire sull'albero.
"Fortuna che in educazione fisica me la sono sempre cavata!" pensò, mentre stringeva i denti sentendo le mani graffiarsi ogni volta che stringeva la presa sulla corteccia. Una volta perse per un attimo l'appoggio del piede, ma fortunatamente riuscì immediatamente a ritrovare un rametto su cui appoggiarlo.
-Bene, ci sono quasi...- mormorò ansimando per lo sforzo dopo un po', allungando la mano verso un ramo sopra la sua testa. In quell'istante una forte folata di vento la investì schiacciandola contro il tronco e facendole perdere l'appoggio.
-Aaah!- gridò, ritrovandosi pericolosamente appesa all'albero con un'unica mano. Sotto di lei sentì il bimbo urlare dalla paura, e cercò di tranquillizzarlo. -Va... va tutto bene!- gli disse, mentre le dita iniziavano a dolerle sempre di più. Non aveva altri appigli a cui aggrapparsi, e dentro di sé provava una terrore cieco. Cosa le sarebbe accaduto se fosse precipitata da un'altezza simile?
"Non ce la faccio..." pensò, mentre allentava la presa delle sue dita sul legno e iniziava a precipitare.

Chi salverà la pooovera Nanami? Magari nessuno muah ah xD
Che ve ne pare di questo secondo capitolo? Consigli? Osservazioni? E' tutto ben accetto :)

   
 
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