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Autore: Altair13Sirio    16/11/2015    1 recensioni
Kate è una tredicenne ribelle e solitaria. Ha pochi amici e non va d'accordo con i suoi genitori. Una notte torna a casa dopo una festa, e durante il suo ritorno a casa succedono cose strane... E' una ragazzina coraggiosa, affronta il pericolo a testa alta, ma ha paura... Una grande paura che la opprime nei momenti peggiori.
Kate è seguita da qualcuno, o qualcosa, e sente la sua presenza e la sua influenza farsi sempre più insistenti, e non ha nessuno con cui confidarsi, nessuno a cui appoggiarsi...
Lei è piccola. E' solo una piccola ragazzina che vorrebbe essere grande, e non può nulla contro i pericoli del mondo, ma ci sarà qualcuno, o qualcosa, a proteggerla, alla quale si affezionerà particolarmente, amandolo e desiderandolo, confidandosi con egli, diventando "sua"... Il suo angelo custode.
Genere: Fluff, Horror, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Monster'
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Tucker se ne stava sotto al portico di casa; era poggiato con la schiena a una piccola colonna portante del portico e teneva le braccia incrociate. I suoi occhi non si staccavano dalla casa accanto, era concentrato sull’altro portico, sicuro che sarebbe uscito qualcuno da lì che lo avrebbe potuto aiutare.
Era la prima volta che Shaun Tucker si sentiva così perso; non aveva idea di cosa stesse succedendo. Le persone che aveva frequentato fino a pochi giorni prima sembravano non riconoscerlo più, la città era piena di volantini con la faccia di Jennifer stampata sopra, ma nessuno aveva idea di chi si trattasse; persino Jane Kutner sembrava aver dimenticato la sua stessa figlia.
Digrignò i denti quando ripensò a quella cosa: Jane Kutner che non ricordava più il nome di sua figlia. Sembrava una balla. Quella donna non avrebbe mai potuto dimenticare un suo figlio, e lo dimostrava come si stesse penando per Jamie, ma cosa poteva essere successo allora? Tucker aveva fatto un ipotesi: che Jane Kutner fosse stanca di tutte quelle disgrazie che l’avevano colpita, e che dopo aver ricevuto la notizia della scomparsa della figlia, avesse deciso semplicemente di ignorare tutto. Era una donna forte, ma la volontà di chiunque poteva essere spezzata, e tutto quello doveva essere stato troppo da sopportare. Quando l’aveva incontrata, quella mattina, le era sembrata diversa, sconfortata, come se si fosse arresa… E forse era proprio così. Ma Tucker non si spiegava perché avesse dimenticato anche lui. I due si erano incontrati grazie a Jennifer, era per questo che lo aveva rimosso dalla memoria?
Tuttavia, la colpa di tutto quello non era di certo di Jane Kutner, né sua o della ragazza… C’era qualcosa di più grande al di sopra di loro, che tirava i fili di quel teatrino degli orrori, e Tucker era stufo di seguire i suoi ordini; stava facendo proprio come voleva lui, sin dall’inizio, e lo sapeva, ma cosa poteva fare per liberarsi dalle catene? Lui, Jane Kutner, Jennifer e anche Kate, erano tutti quanti delle marionette nelle mani di Slender Man, e quel mostro era capace di ucciderli con un dito, se solo lo avesse voluto. Sapeva che era stato lui a far sparire Jennifer, sapeva che lui aveva traumatizzato Jamie, sapeva che aveva soggiogato Kate e presto l’avrebbe uccisa. Doveva fare qualcosa, e presto!
La tua testa scattò quando sentì la porta della casa accanto aprirsi e seguì con lo sguardo la ragazzina dai lunghi capelli neri che scendeva gli scalini del portico per andare in giardino; lei non aveva idea di quanto fosse in pericolo, ogni secondo della sua vita… << Ehi, Kate! >> Chiamò finalmente staccandosi da quel sottile pilastro di legno dipinto di bianco e alzando un braccio, facendo andare nella tasca l’altra mano.
La ragazzina si girò non appena sentì la sua voce e sorrise cordialmente quando lo vide. << Buonasera, signor Tucker. >> Salutò avvicinandosi alla staccionata che separava le due case. Tucker attraversò con calma il giardino per avvicinarsi, anche se avrebbe voluto correre incontro a Kate per poterle fare tutte le domande che aveva il prima possibile, ma dovette trattenersi: doveva agire con calma, senza destare sospetti.
Tucker girò lo sguardo verso l’orizzonte, guardando per un attimo il tramonto, poi tornò a guardare Kate dopo aver preso un bel respiro. << Ciao. >> Disse semplicemente. << Giornata noiosa? >> Chiese tornando a guardare da un’altra parte.
Kate si girò verso la stessa direzione di Tucker. << Non esattamente… >> Mormorò mettendosi un dito sulle labbra. << Io direi più “strana”. >> Concluse tornando a sorridere a Tucker.
L’uomo annuì; era d’accordo con lei, nonostante intendesse qualcosa di diverso per “strano”. << Già… Davvero strana… >>
Kate si strinse tra le braccia. << Questo freddo è davvero insolito, non me lo aspettavo proprio questa mattina! >> Kate ammiccò ridacchiando mentre finiva la frase.
Tucker si ricordò di quell’aria fredda che aveva investito la città quella mattina e annuì dubbioso. << Già… >> Rimase in silenzio a fissare la ragazzina che ruotava piano il busto. << Ascolta… >> Cominciò incerto; non sapeva come cominciare quel discorso, ma ci doveva provare; sarebbe bastato cominciare a parlare, si sarebbe districato tra le parole con naturalezza. Kate lo guardò interessata non appena disse quella prima parola.
Tucker si passò una mano sul collo e alzò lo sguardo sospirando. << Stamattina sono andato all’ospedale a trovare Jane… >> Si interruppe e dopo aver visto lo sguardo corrucciato di Kate si corresse subito. << La… Signora Kutner… >> Mormorò deluso, sentendosi già perso. << Ma… Quando mi ha visto, non mi ha riconosciuto. Diceva di non conoscermi e di non ricordare neanche Jennifer… >> Spiegò mantenendo lo sguardo basso. << Tu ne sai qualcosa? >> Chiese tirando un lungo respiro alla fine.
Kate lo guardava confusa; sembrava non credere alle sue parole. << Che cosa…? >> Mormorò abbassando la testa.
Tucker prese subito la parola:<< Lo so! E’ pazzesco, vero? >> Commentò agitando le braccia. << Ho pensato che abbia deciso di allontanare tutto quello che le ricordi sua figlia… Per non provare altro dolore, ma… Forse tu ne sai di più… >> Tucker alzò lo sguardo speranzoso verso Kate; una parte di lui sperava che la ragazza confermasse quella sua teoria, ma un’altra parte di lui sperava il contrario, che Kate negasse tutto, perché quello avrebbe significato che la donna si fosse arresa…
Kate stava con un sopracciglio inarcato e la bocca mezza aperta a fissare Tucker. << Di che cosa sta parlando, signor Tucker? >> Chiese spiazzandolo. L’uomo si sentì come se qualcuno gli avesse dato un pugno nello stomaco. << Eh?! >> Chiese con voce tremante.
Kate scosse la testa, assumendo una posa ingobbita. << Non so di chi stia parlando, signor Tucker. E’ sicuro di non essersi confuso? >> Chiese con tono strano. Tucker non l’aveva mai sentita parlare così, non stava mentendo.
Si schiarì la voce e si guardò intorno un paio di volte prima di riuscire a trovare le parole da rivolgere alla ragazzina. << Ehm… Kate? >> Chiese cercando di capire se lo stesse prendendo in giro. << Non ricordi la signora Kutner, la… Mamma di Jennifer…? >> Mormorò con voce impercettibile, temendo quasi che potesse scatenare qualche reazione terribile se avesse alzato la voce. Non poteva aver dimenticato la sua migliore amica. Tucker avrebbe compreso le ragioni di Jane Kutner, ma non quelle di Kate.
Kate scosse di nuovo la testa con sguardo fisso ed espressione ingenua. << Non conosco nessuno. >> Rispose secca disintegrando le certezze di Shaun Tucker.
L’uomo la fissò per un attimo trattenendo il respiro. Si girò mettendosi una mano alla fronte sussurrando:<< Non è possibile… > Poi si girò di nuovo verso di lei e le mostrò lo stesso volantino che aveva mostrato alla signora Kutner quella mattina. << Non riconosci questa ragazza? >> Chiese incredulo, cominciando ad ansimare.
Kate sembrò esaminare con attenzione la foto sulla fotocopia, vi rimase sopra per alcuni secondi che sembrarono non passare mai, ma quando indietreggiò scuotendo la testa distrusse completamente le speranze di Tucker.
L’espressione di Tucker si imbronciò gradualmente. << Dunque anche tu… >> Mormorò abbattuto. << Non riconosci più la tua migliore amica… >> Concluse la frase abbassando del tutto il foglio che teneva in mano. Abbassò lo sguardo fino a guardare a terra sconfortato.
<< Signor Tucker, è sicuro di stare bene? >> Chiese Kate cercando di intercettare il suo sguardo.
Tucker non sapeva cosa fosse peggio: Kate che non ricordava più Jennifer, o il fatto che non gli credesse. << No. >> Mormorò atono. << Scusami. >> Aggiunse con lo stesso tono voltandosi e dirigendosi verso casa.
Kate rimase lì, a guardarlo confusa.
 
*
 
Non appena il signor Tucker ebbe chiuso la porta di casa sua dietro di sé, Kate tirò un sospiro di sollievo e si voltò chiudendo gli occhi per un istante. Era stata fortunata ad avere quella idea improvvisa: se la sua migliore amica non fosse mai esistita, allora lei non avrebbe mai potuto conoscere la sua madre, quindi non avrebbe potuto ricordarsene in quel momento. Si concesse un sorrisetto per la sua abilità nel far sembrare vera una bugia e sospirò di nuovo, sentendosi dieci volte più leggera di prima. Quando Tucker l’aveva chiamata, il suo cuore aveva cominciato a battere all’impazzata e aveva cominciato a chiedersi cosa volesse dirle e a come avrebbe potuto rispondere. Poi, dopo aver sentito la domanda si era sorpresa, ma era riuscita a mantenere il sangue freddo e a uscire da quella situazione. Era stata dura, ma non aveva sudato, almeno…
Ma come fa Tucker a sapere della signora Kutner? Si chiese alzando lo sguardo. Se quello che aveva ipotizzato poco prima era vero, Tucker non avrebbe mai dovuto incontrare Jane Kutner, e quindi nemmeno ricordarsene. E allora perché le aveva parlato di lei? Si voltò a guardare la casa di Tucker per un istante, immaginando che lui fosse dietro a una finestra a spiarla in quel momento. Le faceva pena…
Scosse la testa con superiorità e si avviò verso l’entrata di casa.
   
 
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