Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: stephansmjle    17/11/2015    3 recensioni
E se la vita fosse come una fiaba?
Le vacanze di Louis e Harry potrebbero essere veramente molto speciali.
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
C’era una volta, in un regno lontano, lontano – no, non così lontano.
Okay, allora, ricominciamo.
 
C’era una volta, in un regno -meglio conosciuto come Regno Unito- un ragazzo dalla bellezza eguagliabile a quella di un principe, purtroppo questa storia non narra gesta di cavalieri, dame o sacri oggetti misteriosi.
Dicevamo, questo ragazzo era veramente bellissimo: il suo viso leggermente scavato era considerato come un’opera d’arte da chiunque si soffermasse a guardarlo anche per pochi attimi, le sue tempie erano coperte da corti capelli castani, aveva occhi vivaci del colore del cielo e, per non farci mancare nulla, possedeva sottili labbra rosee.
L’unica cosa non proprio a suo vantaggio era l’altezza, per quanto si ostinasse di affermare di essere alto 5”9’, tutti sapevano benissimo che non era affatto così.
Louis, questo è il nome del ragazzo dall’aspetto nobile, amava la natura e le lunghe passeggiate in montagna, così ogni anno obbligava Harry, il suo ragazzo, a trascorrere i pochi giorni di ferie tra boschi, insetti e piante pungenti, tutte cose che odiava; ma per il suo amore, Harry avrebbe fatto questo ed altro.
Quest’ultimo aveva lunghe gambe magre, folti capelli ricci, occhi verdi e un sorriso mozzafiato contornato da splendide fossette. Se in questo momento vi state chiedendo se il riccio sia un bel ragazzo mi sembra giusto rispondervi con un deciso: si!
Infatti, quei due, formavano la coppia più bella del reame.
Non vi racconterò tutta la loro storia d’amore, vi basti sapere che si erano incontrati  per caso nel negozio di abbigliamento in cui lavorava il riccio.
Quel giorno Louis, ci era andato per comprare una maglietta della Adidas, come se non ne avesse già abbastanza.
E mentre Louis provava quella stramaledetta maglietta, Harry aprì le tende del camerino per controllare che tutto fosse in ordine e che nessun cliente frettoloso vi avesse abbandonato la merce non acquistata.
Dopo aver sussurrato delle scuse, Louis sorridendogli si era presentato.
Da quel giorno, iniziarono a frequentarsi ed il resto lasciamolo alla storia.
 
Dopo un’infinità di baci e carezze, un gatto e una casa nuova, eccoli pronti per l’ennesima vacanza insieme.
 
Louis, come suo solito, aveva optato per una “rinfrescante” vacanza in montagna; dal canto suo Harry desiderava visitare una delle capitali europee. Così, dopo tante discussioni e dopo aver fatto impazzire la signora dell’agenzia di viaggio, avevano scelto la Norvegia: un Paese che offre gradevoli scampagnate ai bordi dei magnifici fiordi e visite per la grande Oslo e la caratteristica Bergen.
Avevano deciso di pernottare in un lussuoso hotel durante i giorni che avrebbero trascorso ad Oslo, mentre avrebbero affittato un bungalow in campeggio per le scampagnate a Preikstolen e Flan così che Louis avesse il tanto desiderato contatto con la natura per far emergere il suo boyscout interiore.
 
I nostri due protagonisti avevano appena svolto un lungo ed estenuante viaggio in macchina per arrivare a Flan per sostare nell’omonimo campeggio.
Dovete sapere che avevano deciso di prendere un aereo per Oslo –dove si sarebbero fermati un paio di giorni, per l’immensa gioia di Harry- e da lì avevano proseguito il loro viaggio con un’auto noleggiata.
Sfortunatamente le varie tappe erano molto distanti tra loro così erano costretti a passare diversi giorni in macchina, sostando in motel per la notte.
Neanche quelle estenuanti ore di viaggio avevano spento il loro entusiasmo –o almeno quello di Louis.
Come stavo dicendo prima, i nostri due innamorati avevano superato verdi colline, attraversato il mare –letteralmente, infatti, avevano preso una quantità infinita di traghetti che ormai avevano perso il conto- e visto sole e luna rincorrersi per almeno un paio di volte, prima di poter finalmente stanziarsi nel campeggio.
Erano talmente stanchi che dopo aver fatto il check-in, i due avevano parcheggiato vicino al loro bungalow fiondansi dentro –senza nemmeno svuotare l’auto- per cercare il letto e farsi una bella dormita.
 
Dopo quelle che parvero ore –ed effettivamente lo furono- Harry si svegliò ed iniziò ad infastidire il suo ragazzo affinché aprisse i suoi meravigliosi occhi blu e, dato che non accennava minimamente a svegliarsi, passò alle maniere forti: si mise a cavalcioni su di lui e iniziò a fargli il solletico ai fianchi finché questo non sussultò iniziando a ridere istericamente e implorandolo di smettere. Harry, non accennando minimamente a fermarsi, fece in modo che la piccola casa si riempisse delle loro risate.
Quando la tortura finì, Louis si alzò dal letto dando un bacio al suo ragazzo, poi uscì per scaricare la macchina.
Le prime valige che portò in casa furono proprio quelle di Harry, che pesavano veramente tanto; infatti il riccio prima di partire aveva affermato, davanti alla perplessità del suo ragazzo, che tutta quella roba era strettamente necessaria per la sua sopravvivenza e che non era affatto da persona civile andare in giro con gli stessi vestiti due volte.
Così il nostro piccolo Louis, si era ritrovato costretto a trasportare una grossa –quasi quanto lui- valigia contenente l’intera scarpiera del suo ragazzo.
Quando infine scaricò anche la sua, si affrettò a disfarla e a sistemare i vestiti nel piccolo armadio di legno.
Mentre riordinava, Harry lo sorprese abbracciandolo da dietro e facendolo voltare per baciarlo dolcemente tenendolo stretto, gli fece notare quanto fosse carina l’abitazione; era in legno scuro, principalmente divisa in tre spazi: il soggiorno, nel cui centro si trovava un divanetto rosso e una piccola televisione. Sulla sinistra c’era un piccolo piano cottura con alcuni mobiletti in legno chiaro, sul lato opposto era situato un tavolo per due, ornato con una candela bianca adagiata su un grazioso centrotavola rosso. La camera da letto era piccola ed accogliente, era dominata dal letto matrimoniale ricoperto da candide lenzuola bianche e da una coperta di pail rossa come i cuscini. Su un lato della stanza c’era l’armadio –fortunatamente- abbastanza grande per tutti e due, mentre sull’altro si trovava la porta del bagno che conteneva lo stretto e necessario.
Una volta finito di sistemare le sue cose e mentre aspettava che il più piccolo facesse altrettanto, si accomodò sul divano per guardare un po’ di televisione –cosa che trovò leggermente difficile dal momento che tutti i programmi erano in norvegese.
Dopo una buona mezz’ora anche il riccio aveva sistemato tutta la sua roba e siccome l’ora di cena si stava avvicinando, e il mini-frigo era completamente vuoto, decisero di andare in paese per fare la spesa.
Vi si recarono a piedi perché: uno, erano molto vicini al centro e due, il loro culo stava incominciando a diventare piatto a causa delle troppe ore passate in macchina, il che era un vero e proprio peccato considerando la bellezza di quello di Louis.
Costeggiarono il campeggio, attraversando il ponte, superarono il parco e infine raggiunsero il supermercato.
Notarono immediatamente quanto fosse piccolo, ma in quel posto tutto sembrava essere di piccole dimensioni.
Comprarono salmone norvegese, verdura e.. schifezze, schifezze e schifezze.
Arrivati nella corsia delle bevande, Louis passò dieci minuti buoni a fissare le confezioni di tè, indeciso su quale prendere. Nel frattempo Harry, nella corsia dei dolciumi, ammirava le graziose scatolette di caramelle ordinatamente impilate l’una sopra l’altra –solo più tardi si accorse che tutti i supermercati del luogo avevano un reparto del genere, così dichiarò di amare la Norvegia.
Appena i due incrociarono i loro sguardi, Harry lo implorò con i suoi grandi occhi verdi di comprargliele; quindi Louis, che a quegli occhi non poteva proprio resistere, gli mise in mano un sacchettino da riempire con le sue preferite.
Una volta pagato tutto –in corone norvegesi– ritornarono al campeggio.
Il sole non era ancora calato nonostante fossero quasi le otto di sera, lì infatti avrebbe iniziato a tramontare un’ora e mezza più tardi.
Decisero che avrebbero visitato il paese nei giorni seguenti, perciò andarono dritti verso casa.
Cenarono tra risate, chiacchiere allegre e sguardi dolci. Toccò ad Harry lavare i piatti quel giorno –eh si, avevano i turni– ma Louis magnanimo lo aiutò ad asciugarli e una volta finito, si accoccolarono sul divano addormentandosi come due bambini.
 
Erano in quel paesino da ormai qualche giorno e avevano già svaligiato qualunque negozio di souvenir presente.
Avevano anche preso la Flamsbana, il famoso treno che portava fino all’altopiano di Myrdal.
 
Il paesaggio che si estendeva intorno a loro era meraviglioso: spiccavano l’azzurro del mare apparentemente immobile davanti a loro, abbracciato da maestose montagne verdi. Erano arrivati fino a Vatnahalsen dove avevano percorso gli ultimi chilometri che li dividevano dall’altopiano in bici, precedentemente lasciate in un’apposito vagone.
Era stata una giornata molto faticosa, ma alla fine si erano divertiti molto –si, anche Harry!
 
Ormai mancavano pochi giorni alla loro partenza e quel posto sarebbe rimasto nel loro cuore per molto tempo. Non era ancora finita e per quella mattinata avevano in programma una passeggiata per andare a vedere una cascata nei dintorni.
Usciti dal campeggio, avevano svoltato a destra e avevano percorso un tratto di strada, per poi immergersi nella campagna ed imboccare una stradina oltre un cancelletto in legno.
I due non sapevano con certezza se tramite quel sentiero sarebbero arrivati ai piedi della cascata, ma Louis voleva provare ad immergersi nell’avventura.
Harry non era altrettanto fiducioso e così ad ogni passo per quel sentiero, circondato da alberi, ricordava al suo ragazzo che probabilmente stavano sbagliando strada e che non sarebbero mai arrivati alla cascata.
Il liscio lo prese semplicemente per mano e continuò ad avanzare.
Ogni tanto si soffermavano a osservare il paesaggio sotto di loro: aveva colori talmente nitidi da sembrare un plastico, infatti i due rimanevano ogni volta senza fiato davanti a quella caratteristica bellezza.
 
Harry non ne poteva più di tutti quegli insetti, il fango gli stava rovinando gli stivaletti e in più il sole caldo del mattino lo stava uccidendo.
Aveva addirittura pensato di tornare indietro, ma Louis gli aveva assicurato che quello che avrebbe visto l’avrebbe ripagato di tutta la fatica appena fatta, sapendo quanto al riccio piacessero le cose belle –e, avrebbe potuto fare anche tante belle fotografie.
Il più piccolo, che non voleva cedere, gli chiese come mai fosse così sicuro che gli piacessero le cose belle.
La risposta che ottenne fu estremamente da Louis, il quale affermò che era ovvio: bastava vedere con chi era fidanzato.
Harry, ridendo, riprese a camminare per raggiungere il suo fidanzato che aveva iniziato ad urlare tutto felice di aver sentito il rumore della cascata e ciò significava che si trovavano sulla strada giusta.
Superarono un ruscello ed arrivarono su una collinetta verde con dei sassi sporgenti che sembrano messi apposta per sedersi ed osservare la cascata che si mostrava maestosa davanti a loro.
Rimasero per qualche momento incantati davanti al movimento dell’acqua che provocava un forte e rilassante scrosciare e che a contatto con la luce, creava un arcobaleno meraviglioso.
È stato davanti a quella bellezza che il più grande, con un gesto quasi impercettibile, tirò fuori qualcosa dalla sua tasca e attirò l’attenzione di Harry inginocchiandosi davanti a lui. Aprì il cofanetto mostrando l’anello contenuto in esso.
Ad Harry brillavano gli occhi, e si portò le mani a coprire le labbra e a quel punto Louis pronunciò quella frase: “Harry, vuoi sposarmi?
 
E fu così che vissero per sempre felici e contenti.
 
 
 
 
 
 
 
 
Note dell’autore.
 
Eccomi qui con un’atra storia, cosa che francamente pensavo impossibile. La storia è nata da un viaggio fatto quest’estate con la mia famiglia che si è rivelato particolarmente d’ispirazione.
Questa storia è stata quella -tra le due che o scritto- che mi è piaciuta di più in quanto le mie mitiche bete(?) hanno aggiunto piccoli accorgimenti che sono stati molto d’aiuto.
Quindi ringrazio immensamente Andrea la truebeta, Rebs e Gari, grazie per l’appoggio e per sopportarmi ogni giorno, ma soprattutto per essere delle amiche fantastiche.
Un ringraziamento speciale va a heitslottie che mi ispira costantemente con le sue storie (The Game) e mi ha invogliato a provare a scrivere qualcosa di mio pugno.
Spero che la storia vi sia piaciuta. Se vi va lasciate una recensione, che fa sempre piacere sapere cosa ne pensate a riguardo.
 
A presto
 
All the love
 
Fed xx
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: stephansmjle