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Autore: Light2015    17/11/2015    0 recensioni
[Bling Ring][Bling Ring][Bling Ring]Alex è un ragazzo di una ricca famiglia delle Woodland Hills (Los Angeles), studia economia e la sua vita sembra già impostata verso una prosperosa carriera da manager, ma l'incontro con una gang di giovani e lussuosi rapinatori farà prendere una diversa piega ai suoi programmi lavorativi e... sentimentali...
Genere: Azione, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 19
Game Over?!

 

Stasera a Beverly Hills Paris Hilton condurrà un party per presentare il suo nuovo profumo. Ciò significa che la sua villa sarà vuota. Anzi no, ci saremo dentro noi. Devo passare a prendere Nicki mentre Mark si occuperà di Cloe e Sam: siamo d'accordo di incontrarci a metà strada. Scendo velocemente le scale e prendo le chiavi della macchina.

- “Io esco!”

- “Non fare troppo tardi”. Per mia mamma rimarrò sempre un bambino di sei anni che va a giocare col vicino di casa. Emily le fa l'eco giusto per innervosirmi:

- “Si Alex, non fare troppo tardi!”

Appena esco in giardino e apro la portiera dell'auto vedo Jonah attraversare il vialetto.

- “Che cazzo ci fai qui?” Non lo sento da quando l'ho chiamato per sapere se Phil era a casa o meno la sera in cui gli ho sparato un proiettile nel letto e non ci vediamo dalla disastrosa serata del mio compleanno.

- “Ehi calmo, volevo sapere come stavi”

- “Bastava un messaggio”

- “Vedo che sei ancora arrabbiato per quella vicenda, pensavo fosse tutto passato. Senti, mi dispiace. Io non ero d'accordo fin dall'inizio ma sai come sono i ragazzi... o sei con loro o contro di loro”

Ci credo che gli dispiace, potevo denunciarli tutti. E poi... tipico di Jonah, un debole.

- “Devo andare”

- “Ho saputo che ora state insieme. Tu e Nicki. Mi fa piacere... vai da lei adesso?”

- “Si... e fatti i cazzi tuoi”

- “Voglio solo ristabilire un contatto con te porca puttana!”

- “Ne riparliamo in settimana, ora devo andare”

***
 

Ripercorrere una strada già fatta attribuisce un senso di sicurezza in più. La pratica in sé poi l'abbiamo sperimentata molte volte. Io lascio la mia auto sul lato ovest rispetto all'entrata, sotto la collinetta sterrata e ricoperta di arbusti, Mark dal lato opposto. Ci ritroviamo di fronte alla cancellata principale e scavalchiamo le siepi. L'altra volta abbiamo semplicemente trovato una vetrata aperta quindi ci mettiamo a ricercare una possibilità simile. Mark e Cloe scorrono verso il lato est della casa finchè non trovano una porta finestra, provano ad aprirla ma concede solo pochi centimetri.

- “Ma cazzo... c'è qualcosa appoggiato contro”

Mark insiste, si appoggia alla vetrata con tutto il corpo. Ad un certo punto si sente un rumore sordo, qualcosa è caduto. Una frazione di secondo dopo sentiamo un sibilo, diventa sempre più forte. E' un allarme. E' assordante.

- “Merda!”

Dobbiamo andarcene, veloci.

- “Andiamo alle macchine rispettando il piano!” dice pacata Sam dirigendosi verso destra. Io e Nicki dobbiamo tornare indietro verso il lato ovest, cerchiamo di muoverci rapidi ma senza farci prendere dal panico. Intanto l'allarme continua riempire il silenzio notturno. Improvvisamente intravedo delle luci, torce. Polizia? Non lo voglio sapere, continuo a ripetermi nella mente le parole di Sam: rispettare il piano. Corro lungo la proprietà, Nicki mi segue, finalmente siamo quasi fuori. Ci basta scendere dalla collinetta per trovare la macchina e andarcene.

- “Aspetta!”

Lei si ferma e si appiattisce contro al muro e cerca di guardare oltre l'angolo.

- “Cosa c'è? Andiamo dai...”

- “Sono entrati dall'altro lato, dove Mark aveva la macchina...”

- “E allora?”

- “Voglio sapere se li hanno presi, perchè in tal caso dovremmo...”

- “No no, andiamo. Sono entrati frontalmente, li ho visti io”

Ma è troppo tardi, Nicki è già oltre la facciata, scende lungo il pendio tra altri arbusti dal lato in cui dove siamo venuti.

- “Torna qua!”

Mi fa segno di stare zitto e fermo, di aspettarla. Mi giro, schiena al muro, nel buio. E adesso? Cazzo... devo andare con lei. Quando torno a guardare oltre l'angolo di cemento non la vedo più. Che faccio? Pur di aspettarla potrei rimanere li fino all'alba, ma ho il battito cardiaco accelerato. Ok, mi devo calmare, sa quello che fa. Aspetto, inizio a contare quanti secondi stanno passando... non arrivo nemmeno a trenta. Devo stare qui come ha detto lei ma sto impazzendo. Provo a cantarmi mentalmente una canzone.
We're riding down the boulevard. We're riding through the dark night-night”
E se li hanno presi?
“You brought a fire to a world so cold. We're out of time on the highway to never”
E se hanno visto Nicki?
“Hold on, hold on...”

- “Fanculo...”

Mi avvio seguendo il percorso che le ho visto fare, per quanto poco sia stato possibile. I miei passi fanno rumore sul terriccio, in compenso è da un po' che non sento più l'allarme. Continuo a scendere, così facendo si arriva all'entrata principale con il cancello. Vedo le luci dei lampioni della strada, sento delle voci concitate. Mi avvicino ancora tra i cespugli. C'è Nicki braccata da un agente, la spinge brutalmente contro l'auto della polizia. Lei urla ma non capisco cosa stia dicendo. Lui le tira uno schiaffo. Sono già fuori dal mio nascondiglio quando succede, sono già partito senza sapere, pensare, conoscere altro. Tempo pochi secondi e gli sono addosso, gli avvolgo un braccio attorno al collo. Tiro indietro; è pesante, ha una mole più grossa di quanto mi aspettassi ma non mi interessa, voglio affrontarlo ugualmente. Improvvisamente sento un forte dolore alla schiena. Ciascuna pattuglia in servizio ha almeno due agenti. Non so da dove sia sbucato l'altro ma è altamente probabile che sia sempre stato li e io non l'abbia visto. Mi volto verso di lui, prova a colpirmi con un pugno ma riesco ad evitare il colpo. Si dai, provaci ancora! Nicki mi chiama, mi giro per una frazione di secondo, giusto per vedere che il primo agente l'ha ammanettata alla portiera dell'auto. Un colpo alle costole. Il secondo agente è un vigliacco bastardo, ma è con il primo che ce l'ho maggiormente per cui mi ci avvicino velocemente e lo colpisco al viso. La mia mano inizia a formicolare, mi ricordo di questa sensazione. Quella volta a Boston era stato anche più intenso. Ora però non sono abbastanza veloce e il vigliacco mi afferra da dietro bloccandomi le braccia... non mi resta che incassare. Inizio a pensare di essere solo un idiota. Per tutto. Un vero idiota. Il primo agente mi colpisce ripetutamente allo stomaco, toglie il fiato. Nicki intanto li implora di lasciarmi. E forse funziona... Sento la morsa che si allenta e mi lascio cadere al suolo. Appoggio le mani sull'asfalto, come quella volta a Venice Beach quando ebbi un principio di svenimento e feci finta di allacciarmi la scarpa. Questa volta però non c'è bisogno di fingere, mi sento distrutto. Ad un certo punto uno dei due mi afferra per la giacca e mi scaraventa violentemente contro l'auto. Il dolore alla testa è micidiale, quando tocco di nuovo terra la vista è annebbiata e non odo altro che un fischio persistente, continuo. E non è un allarme. Sento ancora un fitto dolore alle costole, porto istintivamente le mani verso l'addome e sento lo scarpone di uno degli agenti premere su di me. Urlo per quanto riesco, non riesco nemmeno a pronunciare qualsiasi parola. Altro colpo al viso, tagliente sopra l'occhio sinistro. Poi tutto finisce, sento il peso allentarsi e l'ombra del poliziotto allontanarsi. Continuo a vedere tutto in maniera opaca e distorta, i rumori sono sordi. Provo a muovermi ma sento solo dolore, è come se mi avessero investito completamente. Dunque è questo che si prova? E' questo che ha provato Nathan Rooney quando l'ho picchiato davanti a quel pub a Boston. E' il karma?! A quanto pare se fai qualcosa di negativo nella vita, tutto ti verrà restituito con gli interessi. Penso alla mia famiglia, indirettamente ho messo in mezzo anche loro. Non doveva finire così. Sento la parola “ambulanza”. E' una voce femminile. Vedo un'ombra avvicinarsi e provo terrore.

- “Alex! Mi senti?”
E' Nicki. La sento male e la vedo anche peggio. Non riesco a risponderle e non riesco guardare altro se non la sua faccia. Aveva cercato di persuadermi più volte, per tenermi lontano da questa serata. Volevo solo aiutarla, mi odierà per questo... lei non ha certo bisogno di essere salvata. E soprattutto non da un idiota come me. O forse ne aveva bisogno questa volta?! Inizio a dubitare di quello che è successo. Quel bastardo le aveva messo le mani addosso. Io volevo solo che... oddio che dolore! Un minimo movimento e mi sento morire.

- “Ora arriva l'ambulanza, ok? Stai calmo...” Le sua voce è spezzata, tremante.
Sento la sua mano sfiorarmi la fronte. I capelli che non stanno mai al loro posto. Continua ad accarezzarmi. Sono stanchissimo.

- “Alex... stai sveglio! Guardami...”

Provo a tenere gli occhi aperti ma è un'impresa, mi concentro sulla respirazione, sul dolore atroce che provo all'addome e sul suo viso.
E' bellissima.
Chiudo un attimo gli occhi.

- “Alex!”

Solo un attimo.
“I wish we could take it back in time,
before we crossed the line, now now now, babe”

 

***

To be continued...

 

   
 
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